Cap. 45

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Il sorriso che colora la faccia di Dylan, è impagabile.
Risale velocemente la scala, e mi stringe a sè.
"Dici davvero piccola?" sussurra incredulo.
Sorrido "Sì, davvero!"
"Ora sono autorizzato a baciarti tutte le volte che voglio, lo sai vero?" gli luccicano gli occhi, mentre con il suo naso accarezza il mio.
"È una minaccia?" sghignazzo.
"Peggio, sarò la tua condanna!" fa per baciarmi, ma Olly ci interrompe di nuovo con i suoi strilli provenienti dalla cucina.
"Cassie ma ti sbrighi! Che fai dormi? Noi abbiamo fame qui!"
Sospiriamo all'unisono e questo ci fa sorridere di nuovo, come due idioti.
"Vorrà dire che domani avremo un bacio in sospeso." dice, scoccandomene uno sulla fronte.
"Si Romeo, vorrà dire che morirai domani." gli soffio un bacio con la mano, mentre lo vedo andare via.
Dopo aver cenato a base di noodles con le verdure, mando una nota vocale a Beky per raccontarle della cena da Ty: le spiego che la 'missione foto' è fallita miseramente, ma che in compenso il dopo cena è stato più che positivo. Le comunico, inoltre, quanto avesse ragione a proposito di me e di Dylan.
Mi addormento ascoltando 'Nothing else matters' dei Metallica.
Dopo essermi fatta una doccia bollente ed essermi truccata,  indosso uno dei miei maglioni a trecce, su una gonnellina nera a pieghe.
Scendo, poi, di sotto fischiettando la canzone ascoltata stanotte.
"Che stai facendo, le prove per la manovra di respirazione bocca a bocca?" Olly finge di soffocare, portandosi le mani alla gola e tossendo.
"Hey, stavo fischiettando una canzone!" rispondo offesa.
"Cassie devo proprio dirtelo, lo sai vero tesoro, che per essere considerato fischio deve uscire un qualche tipo di suono? Tu stavi soffiando l'aria."
"Ha-Ha!" le faccio una linguaccia.
Non so fischiare va bene? Non c'è bisogno di farmelo notare.
"Devi essere proprio di buonumore. In genere, di prima mattina stai zitta fin quando non ti bevi il tuo mega tazzone di caffè, da buona drogata che non sei altro. O è forse successo qualcosa degno di nota?" indaga.
Io e Dylan stiamo insieme. Io e Dylan stiamo insieme. Io e Dylan stiamo insieme.
"Mah, sarà l' aria di primavera!"
"Cassie, pronto? siamo a Seattle e fanno 6 gradi, qui non esiste affatto l'aria di primavera!"
"Sarà che oggi c'è sole, allora!" trillo, mentre afferro due croissant: oggi mi sento molto di appetito.
Olly guarda fuori dalla finestra "In verità, piove a dirotto! Ma hai battuto la testa nel sonno?"
Faccio spallucce "Uno non può svegliarsi felice senza un motivo, adesso?"
"Mmh..." fa Olly scrutandomi con sguardo indagatore "Tu mi nascondi qualcosa sorellina, e prima o poi lo scoprirò. Ora a scuola, avanti - march!"
Quando entro in aula Dylan è già seduto al suo posto, e non appena lo vedo gli faccio un sorrisone, che muore però nel momento in cui, lui non lo ricambia.
Siamo segreti al punto che non può neanche sorridermi?
Vado a sedermi imbronciata al mio posto, il prof. di storia entra pochi secondi dopo di me, ed inizia subito a spiegare.
"Se volevi farmi arrabbiare, ci sei riuscita!" sento il respiro di Dylan pesante sul mio collo: sa di fragola, come sempre.
"Come?" bisbiglio, agitandomi sulla sedia.
"Non ti sembra un po' troppo corta quella gonna, Cassandra?"
Usa il mio nome per intero quando ce l'ha con me: afferrato!
Alzo gli occhi al cielo esasperata, anche se in realtà un sorrisino compiaciuto mi fa increspare le labbra.
"Trovi? Secondo me, invece, è troppo lunga." lo stuzzico, parlando a bassa voce.
"Cassie, non provare a..."
"Brand, O' Brien...silenzio!" ci richiama il prof.
Arrossisco di botto poiché tutti si voltano a guardarci, inoltre, non sono mai stata richiamata da un professore in vita mia. Mi sento mortificata.
Quando suona la campanella e ci alziamo per andare a lezione di francese, Logan mi si para davanti.
"Hey Cassie, wow...sei veramente carina oggi!"  mi squadra dalla testa ai piedi, soffermandosi di più nel punto in cui la mia gonna finisce.
Seconda lezione del giorno, Cass: a scuola si viene in tuta!
Mi sento a disagio "Ehm...grazie Logan!" stridulo.
"Ci vediamo in mensa?" chiede.
"Sì certo, a dopo!"
Dylan ci oltrepassa velocemente, senza neanche guardarci.
Quando finalmente è ora della lezione di scienze, la mia materia preferita dopo la letteratura inglese, Tyler è già lì seduto che mi aspetta sorridente.
"Vedi Dylan? È così che si fa!" penso tra me e me.
"Hey Cassie ciao, ti aspettavo impaziente!"
"Ciao Ty, che succede?" chiedo allarmata.
"No tranquilla, niente di particolare, solo mi chiedevo...se ti andasse di venire a fare la tua prova di lavoro oggi. Mia madre si è già spostata all'altro cafè, quindi mi servirebbe una mano." spiega.
"Oggi sarebbe perfetto!" trillo raggiante.
Vedo Dylan gettarmi delle occhiate veloci dal primo banco, e poi mettere un braccio intorno le spalle di Maddy, la quale è ben felice di potersi strusciare su di lui.
Ma che cavolo sta facendo?
Tyler intercetta il mio sguardo di fuoco rivolto verso Dylan.
"Non pensarci Cassie, Dylan è un idiota!"
"Sì, lo è!" convengo.
Tyler non sa che adesso io e Dylan stiamo insieme.
O forse lo sa? Vista la sua affermazione, fatta a proposito dell' idiozia del nostro 'amico' in comune.
Quando la lezione finisce, io e Tyler ci avviamo per andare a mensa insieme.
Vedo Dylan salutare Maddy, e venire verso di noi.
"Vieni con me!" ordina guardandomi.
"Non se ne parla!" sibilo.
"Cass..." mi avverte minaccioso.
Vedo Tyler che saetta lo sguardo divertito da me a Dylan.
"Si, Cass è il mio nome. E si dia il caso che questa suddetta Cass, stia andando in mensa. Prova a vedere se Maddy vuole venire con te!" ribatto acida.
Gli urto una spalla per superarlo, e Ty mi segue.
Sento i passi pesanti di Dylan dietro di noi.
A metà del corridoio, Dylan mi afferra un polso e mi tira in un altro corridoio, uno in cui non ero mai stata.
"Ci si vede sfigato!" urla Dylan a Tyler, il quale scuote la testa ridacchiando, e continua a camminare per la sua strada.
"Dylan, ma che stai facendo? Ho detto che non ci vengo con te!" strillo, strattonando il braccio per cercare di liberarmi dalla sua presa.
"Ormai Tyler si è avviato!" ghigna lui.
"E quindi? Sono sicura di riuscire a trovare la strada da sola!" ringhio tra i denti.
Dylan non risponde, ma per tutta risposta stringe la presa e continua a trascinarmi a passo spedito.
Sbuffo "Almeno vuoi dirmi dove stiamo andando?"
"Qui!"
"Ma qui, dove?" sto perdendo la pazienza.
Dylan apre una porta che da su una rampa di scale, alzo la testa per cercare di capire dove portano: saranno almeno due piani alla fine della rampa.
"Dobbiamo salire?" mi lamento.
"Tu che dici? Ma la smetti di lamentarti, sei fastidiosa!"
Batto e struscio i piedi con forza, mentre salgo i gradini.
"Mi stai facendo male il polso, e poi sto veramente morendo dalla fame, non sono fastidiosa!" rispondo risentita.
Dylan lascia improvvisamente la presa, e si volta con uno sguardo impaurito.
"Ti ho fatta male?" chiede ansioso.
Osserva e palpa il polso per vedere se ci sono dei segni.
Scoppio a ridere vedendolo così preoccupato per me.
"Dylan forse ho un po' esagerato con le parole. Non mi stavi facendo realmente male, però odio il fatto che tu mi stia trascinando per tutta la scuola come se fossi un sacco di patate. Non so se l'hai notato, perché capisco che sono un po' piccole...ma ho due gambe e funzionano senza il tuo aiuto, vedi?" me le indico.
"Se non ti avessi trascinata con la forza, non saresti mai venuta con me." dice semplicemente, come se il sequestro di persona per lui fosse una cosa giustificabile, e quindi, contemplabile a seconda delle circostanze.
Sospiro, perché mi rendo conto che sarebbe inutile ribattere quando hai davanti la versione cavernicola di Dylan.
Finite le scale ci troviamo dinanzi ad un'altra porta, Dylan tira fuori delle chiavi dalla tasca e le infila nella serratura.
"Pronta?"
"Cos'è, la stanza dei giochi?" ridacchio, citando il famoso libro erotico.
"Sai, da capitano della squadra di lacrosse e rappresentante di istituto quale sono, devo ammettere che ho presentato al consiglio studentesco più volte, la richiesta di avere una stanza rossa del piacere a scuola. Ahimè, me l'hanno sempre bocciata, quindi dovrai accontentarti di questo..." spalanca la porta.
Sono attonita: un terrazzo colmo di piante e fiori in sboccio appare davanti i miei occhi.
Apro e richiudo più volte la bocca, prima di riuscire a dire "O mio Dio, Dylan...è meraviglioso!"
Non ho il tempo di prestare attenzione ai dettagli, che Dylan getta a terra lo zaino e mi tira di lato verso la parete, intrappolandomi con le braccia ai lati della mia testa: il suo sguardo fatto di caramello fuso si aggancia perfettamente al mio.
Quando appoggia un dito sulla mia coscia, sento il mio cuore saltare un battito.
"Ah Cass...tu vuoi farmi diventare matto!" sussurra piano sulla mia bocca, facendo salire lentamente la mano fin sotto la gonna: il mio cuore riprende nuovamente a battere, stavolta in modo accelerato.
"Probabilmente lo sono già diventato, considerate le mie reazioni."
"Matto?" mormoro.
Non riesco a concentrarmi bene sulle parole, il mio cervello è momentaneamente proiettato su cose più importanti, e cioè sulle sue labbra ad un soffio dalle mie.
"Si, matto!" afferma con un rantolo decisamente sexy.
Appoggia le sue labbra sul mio collo, iniziando a mordicchiarlo famelico.
"Mmh..." mugugno.
Poi afferra con forza il mio sesso, e dice "Sono profondamente arrabbiato con te: se non te ne fossi accorta, quel coglione di Logan ti mangiava con gli occhi. Si dia il caso che tu ieri abbia accettato di essere mia, e non è minimamente accettata l'idea che qualcun altro possa vedere ciò che mi appartiene." con il palmo della mano fa maggiore pressione sul mio punto più sensibile.
Sento che sto per cedere al piacere.
"Logan non è un co...Vedere?" non riesco a pensare correttamente ad una frase di senso compiuto.
"Questa gonna decisamente troppo corta, non sarà assolutamente più un'opzione quando in futuro ti vestirai, lo sai vero?"
"Dylan..." lo supplico.
"Rispondimi, e ringrazia che non abbia pestato a sangue 'il coglione'." mi passa la lingua sui denti, continuando a stuzzicarmi più sotto.
Sto impazzendo.
"Si, si va bene grazie! Ora ti prego..." mugolo.
E in un attimo le labbra di Dylan sono sulle mie: la sua lingua insegue la mia, la rivendica, l'incatena. Contemporaneamente la sua mano non smette di premere, strusciare e pizzicare da sopra le mutandine il mio clitoride. Vengo intensamente accasciandomi su di lui.
"Ora che ci siamo chiariti piccola, vieni con me." prende la mia mano e mi conduce verso una panchina, posta al centro del terrazzo.
"Aspetta qui!" dice.
"Che posto è questo, e come fai ad avere le chiavi?" chiedo, mentre vedo che cerca qualcosa nello zaino.
"Il club di erbologia, lavora a un progetto di bonificazione degli spazi scolastici, compreso questo terrazzo. Stanno cercando di trasformarlo in una serra." spiega.
"Ed ho le chiavi, perché le ho chieste a Maddy." tira fuori un sacchetto dallo zaino.
Ecco perché a lezione di scienze l'abbracciava.
Ci è già venuto con lei qui?
"Ah..." mi rabbuio, trovando immediatamente più interessante la busta di concime nell' angolo alla mia destra, piuttosto che Dylan.
"Cass, lei si scopa uno che fa parte di questo club, il quale le ha fornito una copia delle chiavi. Ora però rilassati, ok?"
"Ero rilassatissima!" mento.
"Certo..."
"E comunque, penso che metterò questa gonna anche domani." fingo.
Non che permetta a Dylan di scegliere per me cosa indossare, non siamo nell'ottocento, ma effettivamente questa gonna è davvero troppo corta per i miei standard.
Non so bene neanche io perché l'abbia messa.
La prossima volta impara a non farmi ingelosire.
"Peccato! Vorrà dire che dovrò mangiare questi due fantastici cheeseburgers tutti da solo..." caccia dal sacchetto due mega panini, davvero appetitosi.
Sento il mio stomaco brontolare.
"Stavo scherzando, quando torno a casa la butto questa gonna!" tendo le mani per afferrarne uno, ma Dylan lo solleva in alto.
"Stavolta non ci casco, piccola imbrogliona che non sei altro...giuralo!" sghignazza.
"Lo giuro, lo giuro!"
Dylan mi scruta indeciso per un attimo, ma poi cede e mi passa un panino: l'addento subito.
"Aspetta, manca il pezzo forte! Ma a casa ti fanno mangiare?" chiede tirando fuori bustine di ketchup e maionese.
Storco il naso "Passami solo la maionese, odio il ketchup! E poi...si beh mi fanno mangiare, se per mangiare intendi cose salutari e prive di grassi. In Italia mangiavo decisamente il triplo, questo è sicuro!"
"Odi il ketchup?" spalanca gli occhi "È solamente una delle cose più buone che l'uomo potesse creare. Cos' altro odi?"
"Lo detesto, lo trovo disgustoso...tanto quanto il formaggio!"
Dylan è sconvolto "Un tipo in particolare, o tutti?"
"Tutti!" parlo con la bocca piena.
"Non avevo idea odiassi queste cose!"
"Certo, come potresti...non te l'ho mai detto!"
"Mmh..." mormora pensieroso.
"Hai il naso sporco di maionese." dice divertito.
"Scusa!" mi passo una manica sul naso per pulirlo.
"Di che ti scusi?"
"Katie, mi avrebbe rimproverato se fosse stata qui." dico facendo spallucce.
Dylan mi osserva come se fossi un animale allo zoo.
"Sei strana!" afferma ad un tratto.
"Strana come?" chiedo allarmata.
Pensa forse che dovrei girare con una L di looney sulla fronte? Vado nel panico.
"Sei diversa dalle altre...o forse, sarà che non avevo mai visto un cucciolo di squalo bianco mangiare così da vicino, vuoi anche un po' del mio braccio?" scherza.
Che idiota!
Ed io che pensavo volesse farmi un complimento.
Fingo di addentargli un braccio, canticchiando la musichetta del film di Spielberg 'Lo squalo'.
Finiamo di mangiare raccontandoci cose divertenti su di noi, quando sfortunatamente è già arrivata ora di ritornare a lezione.
"Cosa fai più tardi?" chiede interessato.
"Inizio il mio primo giorno di lavoro nello Starbucks della tua famiglia." trillo felice.
Vedo Dylan irrigidirsi e combattere una guerra interiore, poi d'un tratto si rilassa e dice "Ok, ma non affaticarti troppo!"
So che si sta sforzando di non fare scenate a proposito della sua famiglia.
E ho adorato il fatto che abbia organizzato questo romantico picnic solo per noi due.
Gli do un bacio sul naso "Grazie, non lo farò!"
Faccio per aprire la porta e scendere di sotto, che Dylan mi chiama.
"Ah, Cass?"
"Si?" mi volto.
Vedo che ha in mano un mazzetto strappato di peonie rosa, i miei fiori preferiti.
Ma come faceva a saperlo?
"Questi sono per te, piccola!"

Ma come faceva a saperlo? "Questi sono per te, piccola!"

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