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Sto singhiozzando sonoramente, mi asciugo le lacrime con le mani e punto lo guardo a terra. Queste stelle mi tengono compagnia, almeno loro...

Il vento fresco smuove i miei capelli, ho leggermente freddo, avrei bisogno del mio letto in questo momento, ma non ho nemmeno la forza di camminare: Federico mi ha colpita ancora una volta ed io non riesco a reggere più tutto questo, mi sono stancata.

Ho bisogno di essere amata, di sentirmi protetta, non di essere scartata dal mio stesso ragazzo. Mi dispiace dirlo, ma credo che, a questo punto, Federico non è quello giusto per me. 

Mi mordo il labbro e continuo a piangere, singhiozzo come una bambina, chiudo gli occhi e mi compare la sua immagine nella testa. Riapro nuovamente gli occhi ed un'ombra si avvicina a me.

Magari è qualcuno che vuole rapirmi. Sì, rapitemi, non voglio più stare qui.

-Rose- la voce calda di Benjamin inonda le mie orecchie, così alzo di scatto la testa e lo guardo negli occhi.
-Stai tremando- mi fa notare, così scuoto la testa.
-N-no, sto bene, Benjamin- tiro su col naso e continuo a tremare come una foglia.       
-Aspetta...- mormora.

Si priva della sua felpa blu scuro e me la porge.   

-Tieni, ho visto il meteo oggi, sapevo che stasera portava cattivo tempo ed ho indossato questa felpa per te, in caso ti servisse- sorride, così il mio cuore perde un battito per la sua incredibile dolcezza.

-G-grazie- balbetto, la infilo e mi riscaldo subito.
-Non stare così, piccola- dice alzandomi la testa con molta dolcezza.
-S-sto bene- insisto, però lui scuote la testa.
-Ho visto tutta la scena prima in discoteca, Federico avrà fatto ciò che ha fatto ingenuamente, davvero. Lui ti ama, me lo ripete spesso- esclama accarezzandomi la guancia.
-Ben, per favore, ormai lo conosco bene, non è ingenuo, l'ha fatto perché voleva farlo, punto. Non c'è altra spiegazione- mi ribello guardandolo negli occhi.
-Non cercare di difenderlo, perché ha torto- aggiungo, per poi abbassare lo sguardo e sbuffare sonoramente.

-Lui ti ama- ribatte ancora, così alzo la testa e lo osservo: ha la mascella serrata e fissa il vuoto.
-Lo spero, guarda- borbotto ironicamente.
-E non è l'unico- aggiunge, si gira verso di me e ci guardiamo negli occhi.
-Benjamin, che intendi?- alzo un sopracciglio.
-Federico non è l'unico ad essere innamorato di te- mi spiega, così deglutisco.
-In che senso?- domando spaesata.

Scuote la testa e si alza dalla panchina di legno.  

-Più in là capirai, adesso lasciamo stare- sorride.
-Vieni, andiamo- mi afferra per il polso e ci incamminiamo verso l'appartamento.

***

È passata all'incirca una settimana, io e Federico litighiamo di continuo, non ne posso davvero più. Continua a dire che quel bacio è stato un errore, ma non ha capito che non sono nata ieri. Deve imparare a crescere.

Il campanello suona, così mi alzo dal divano sbuffando e mi reco all'ingresso: chi ha osato interrompere la mia trance?

Apro la porta e, non mia sorpresa, mi ritrovo Rosaria davanti.

-Cosa ci fai tu qui? Federico non c'è, sono sola- sorrido falsamente e a lei compare immediatamente un ghigno sul volto.
-Infatti mi servi tu- fa il suo ingresso, la guardo male, sbatto al porta e la raggiungo sul divano: no, non è casa tua questa, baby.

-Cosa vuoi, Rosaria?- sbuffo.
-Fare un patto- mi guarda negli occhi con aria di sfida.
-Cioè?- alzo un sopracciglio e lei sospira.
-Una sciocchezza, una cosa da niente- ridacchia.
-Dici!- esclamo irritata.
-Tu lasci Federico ed io non ti faccio nulla- sorride e il mio cuore accelera velocissimo.
-C-come, scusa?- balbetto.
-Hai capito bene, cara Rose- dice toccandomi i capelli, mi scanso subito e analizzo la sua espressione.

-Devi lasciare immediatamente Federico, se non sarà così, io vi distruggerò, ma non subito, molto lentamente, molto piano. A te non farò nulla di male, ma a lui sì- mi minaccia, così i miei occhi si inumidiscono: come si permette di venire a dirmi certe cose?

Deglutisco e mi alzo di scatto dal divano, poco dopo lei mi imita.

-Non sei nessuno per dirmi queste cose- sbuffo.
-Ascolta, vuoi che ti dica il mio cognome?- mi domanda atteggiandosi.
-Cosa c'entra il tuo cognome, adesso?- aggrotto la fronte e la guardo confusa, così si avvicina leggermente a me e continua a fissarmi.  
-Rose, non ti conviene contraddirmi- sorride forzata.
-Il mio cognome è: Rovelli- espone.

Questo cognome già l'ho sentito.

-Mio padre è uno dei mafiosi più potenti di tutta Milano, quindi ti  conviene obbedirmi- ridacchia e mi mordo immediatamente il labbro.
-Non vorresti di certo vedere il tuo ragazzo soffrire, no?- ridacchia in maniera malvagia, così scuoto la testa entrando in ansia.
-No, non fargli niente. Cosa devo fare?- le domando e lei mi guarda soddisfatta.
-Bene, come è bello il rispetto!- esclama sedendosi sul divano, la imito immediatamente e continua ad atteggiarsi.
-Innanzitutto vai da Federico e digli che la vostra relazione è stata frutto di una scommessa, lascialo così, su due piedi e al resto ci penso io- mi spiega e il mio cuore si sgretola piano piano.
-N-no- scuoto la testa.
-Rovelli!- esclama, così rimango muta e ascolto.
-Poi il tempo mi aiuterà. Questo è tutto- si alza e si reca verso la porta.

La guardo e stringo le mani in due pugni.

-Grazie per questo favorino, Rose- apre la porta e mi fa l'occhiolino.
-Ci becchiamo!- esclama, per poi uscire fuori e sbatterla forte.

Cosa è appena successo?

***

Il biondo rientra, appena mi nota rimane per qualche secondo a fissarmi, dopo di che fa per andarsene, ma lo blocco.

-F-Federico- deglutisco, così alza la testa e si toglie gli occhiali.
-Abbiamo già litigato abbastanza- sbuffa sonoramente.
-Ti devo dire una cosa importante!- esclamo, alza gli occhi al cielo e si avvicina.

Si siede accanto a me, noto i suoi occhi brillare, non so come prenderà tutto questo.

-Allora- mi schiarisco la voce.
-Devi sapere una cosa- annuncio.
-Eh, dici- si ribella.
-Non è facile- sussurro.
-Basta parlare, Rose- sbotta acido.
-Federico io...- i miei occhi si cristallizzano e lo guardo negli occhi.
-Cosa, cosa?- domanda esausto.
-Federico, la nostra relazione è stata frutto di una scommessa, nulla è stato vero, perdonami- mi alzo, faccio per andarmene, ma lui mi afferra per il polso e mi fa sedere un'altra volta con uno scatto brusco.
-Non dire cazzate- sorride nervoso ed io abbasso lo sguardo.
-È l-la verità- balbetto, così mi alza la testa.
-No- si ribella.
-È impossibile. Tu c'eri con me quando ho provato quelle sensazioni, Rose. C'eri anche tu quando abbiamo fatto...- diventa rosso ed evita di continuare.
-È impossibile, no, non ti credo!- esclama.
-È stato tutto una scommessa- ripeto e il mio cuore si ammazza.
-Federico, io non ti ho mai amato e mai ti amerò- dico guardandolo negli occhi, così rimane immobile a guardarmi in faccia.
-Cosa?- domanda scioccato.

Spazio autrice
[08:04 22/04/18]

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