Cap. 16

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La luce della tv illuminava i due ragazzi. La pioggia aveva smesso ormai di cadere, lasciando però i vetri pieni di gocce.
Gionata aveva le gambe appoggiate al pouf di fronte a sè e il capo sull'alto e morbido poggia testa. Ellie, rannicchiata, aveva la testa appoggiata alla pancia del ragazzo e gli occhi chiusi, proprio come Gionata. Si erano addormenti poco meno di un'ora dall'inizio del film.
Ma ora Scream era finito e la libreria colma di film di Netflix era lì, su quello schermo da più di tre ore.
Poi, senza motivo, Ellie aprì gli occhi. Sbattè le palpebre un paio di volte e si guardò attorno. Sollevò appena il capo e vide Gionata dormire beato, sorrise appena e poi, come un lampo a cel sereno...
- Oh cazzo! - esclamò alzandosi di colpo. Gioanta sobbalzò, sopraffatto.
- Ci siamo addormentati! - continuò Ellie, cercando il cellulare nel panico.
Gionata era così ancora addormentato che non sapeva nemmeno che dire. Forse nemmeno aveva capito che non stava sognando.
Ellie finalmente trovò il cellulare tra i cuscini del divano: cinque chiamate parse e altrettanti messaggi di Whatsapp.
- Cazzo. Martina mi uccide. Cazzo - disse alzandosi dal divano. Gionata, quasi inconsciamente, seguì la ragazza.
- Ma che ore sono? - chiese sbadigliando.
- Le tre, Gionata - rispose infilandosi gli anfibi. Il ragazzo si sfregò gli occhi.
- Perchè tutta questa fretta? - chiese.
Ellie afferrò il giubotto di jeans e guardò il ragazzo.
- Sono le tre di mattina. Martina non ha mie notizie dalle dieci. Sarà fuori di testa e mi ucciderà. Cazzo se mi ucciderà - spiegò agitandosi.
- Con cosa torno a casa?! - si chiese e Gionata, sentendosi escluso, alzò il braccio.
- Ehm... ci sono io. Sai, ho una macchina - disse ed Ellie si bloccò.
- No Gio. No, non posso chiedertelo. Ma hai visto che ore sono? - esclamò la ragazza ma Gionata non sembrò nemmeno ascoltarla. Afferrò la felpa dalla fantasia mimetica e poi prese le chiavi dal tavolino di cristallo.
Scansò Ellie e aprì la porta.
- Andiamo - disse.
- Non spegni la tv? - chiese seguendolo a ruota. Il ragazzo scosse il capo. Attesero l'ascensore nel silenzio del corridoio.
Scesero fino ai garage. Una sfilza di saracinesche riempivano le pareti in cemento. Ellie e Gionata camminavano in silenzio. Il ragazzo si fermò davanti ad uno dei tanti box, premette uno di quei codici e la saracinesca in metallo si sollevò lentamente.
- E dov'è la Lamborghini? O il BMW? - chiese Ellie scherzando. Gionata la guardò sorridendo.
- Sali - le disse indicando la portiera. Le luci lampeggiarono ed entrambi salirono a bordo. Gionata mise in moto mentre Ellie si guardava attorno, stupita.
Il ragazzo inserì la retro e una volta fuori dal garage questo si richiuse. Accese le luci e poi si diresse verso la rampa. Quando vide il cancello aprirsi completamente diede gas ed uscì da lì sotto. La radio si accesse e Post Malone risuonò nell'abitacolo.
- Ti piace? - chiese sfrecciando lungo la strada semi deserta.
- A chi non piace una Porsche? - replicò Ellie mettendosi comoda e guardando fuori dal finestrino. Gionata si fermò al semaforo, afferrò una sigaretta dal vano portaoggetti e l'accesse, abbassando appena il finestrino. L'aria fredda entrò in auto.
- Le tue amiche lo sanno? - chiese mentre la nube di fumo si alzò dalla sua bocca.
- No - disse appoggiando il gomito al finestrino.
- Perchè? Ti vergogni di me? - chiese ridendo. La ragazza rise divertita.
- Loro sono... ne approfitterebbero - rispose freddamenda.
- Lo fanno tutti Ellie - sorrise appena. La luce verde si accesse. Diede gas e partì velocemente. La ragazza lo guardò con la coda dell'occhio: la sigaretta tra le dita, una mano sul volante e lo sguardo fisso davanti a sè, con quel suo solito sorrisetto beffardo.
- Che c'è? - chiese notandola. Ellie, come risvegliata da un sogno, sorrise imbarazzata.
- È il culo di una donna quello che hai sul collo? - domandò scoppiando a ridere all'unisono.
- Sì, sì è il fondoschiena di una donna - rispose gettando il mozzicone della sigaretta fuori dal finestrino. Ora nell'abitacolo c'era profumo di freddo misto a fumo.
- Di chi è? -
- Non lo so. L'ha disegnato il tatuatore su un foglio e mi era piaciuto, così gli ho chiesto di tatuarmelo. Spero non sia quello della sua ragazza - rise.
Pochi minuti dopo la Porsche si fermò davanti al palazzo di Ellie. La ragazza guardò il portone e poi si voltò verso di lui.
- Grazie mille - sorrise Ellie dandogli un veloce bacio sulla guancia. Il ragazzo sorrise.
- Nessun problema Ellie. Per te questo ed altro - ammiccò. La ragazza scosse il capo.
- Okay meglio che vada. Mi raccomando Gionata, non correre troppo e quando sei a casa scrivimi - rise Ellie. Lei faceva così quando usciva con le sue amiche e Gionata era un suo amico.
- Assolutamente mamma - rise il ragazzo. Ellie scese e velocemente si diresse al portone. La Porsche rimase ferma fino a quando la ragazza non scomparve oltre il portone. Sentì il rombo del motore e poi il silenzio.
- Ma che cazzo Ellie - si disse scuotendo il capo, quasi come per far sparire tutti quei pensieri. Che le stava succedendo? Cos'era quella strana sensazione che stava provando?
Finalmente si gettò sul suo letto dopo aver indossato il pigiama. Il cellulare, a pochi centimetri da lei, si illuminò: sferaebbasta ti ha inviato messaggio.

Sono a casa mammina

A quanto sei andato? 200?

Non ha importanza. Sono
a casa ;) e comunque è ora
di dormire Ellie

Va bene papino. Buonanotte

Ci sentiamo,
buonanotte anzi...
buongiorno

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora