Cap. 48

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Il cellulare iniziò a suonare. Charlie corse in soggiorno, iniziando a cercarlo tra i cuscini del divano. Questo continuava a squillare, facendo capire al ragazzo che fosse una cosa importante. Quando finalmente lo trovò, si lasciò cadere sul divano e rispose.
- Charlie - sentì dire da una voce spezzata.
- Sfe? Che succede amico? - domandò preoccupato.
-Fra, ho fatto un casino - disse. Charlie si mise seduto composto e si sporse in avanti con il busto, come per ascoltarlo meglio.
- Del tipo? - gli chiese allarmato. Gionata tentenò e sospirò.
- Ho perso una persona -
Charlie scosse il capo non capendo cosa intendesse.
- In che senso? - alzò le spalle.
- L'ho delusa - rispose Gionata con un filo di voce, quasi si vergognasse. Charlie spense la TV.
- Come? E chi avresti deluso? -
- Ellie -
Il ragazzo percepì il senso di colpa e la tristezza nella voce dell'amico. Si passò una mano sul volto.
- Oh cazzo. Ma che hai combinato? -
- Ieri sera mi sono comportato da bambino e da coglione. Fra, cazzo è come se le avessi dato dell'oggetto, della puttana - spiegò iniziando ad agitarsi. Charlie sbarrò gli occhi.
- Le hai dato della puttana?! - tuonò.
- Non direttamente. Era più un concetto astratto. Ero fuori di me. Avevo troppi pensieri per Mario e per tutto il resto. E poi ero un po' fatto - esclamò quasi a giustificarsi ma Charlie si innervosì.
- Non me ne frega un cazzo Sfe se eri incazzato e fatto - esclamò scuotendo indignato il capo. Il suo amico aveva combinato davvero un casino.
- Sono una testa di cazzo. Ho solo peggiorato la situazione - continuò Gionata tra un sospiro e l'altro.
- Perché? - chiese preoccupato.
- Perchè ho cercato di spiegarle ma ho fatto ancora più casino -
- Fra... - si portò una mano sul volto, senza parole per il comportamento dell'amico.
- Lo sai che non so spiegarmi quando si tratta di sentimenti. Non sapevo nemmeno di averli dei sentimenti, cazzo! - esclamò Gionata agitato. Charlie sorrise amaramente.
- Che le hai detto? - domandò afflitto.
- Che per me è bellissima e che è mia e che non tornavo a casa senza di lei - rispose frettolosamente.
- E? -
- E non era quello che voleva sentirsi dire - sospirò Gionata.
- Beh allora la cosa cambia... allora non è del tutto colpa tua - alzò le spalle, appoggiando la schiena al divano.
- No fra, credimi, è solo colpa mia - intervenne Gionata sicuro di quello che aveva appena detto.
- Non ti seguo - scosse il capo Charlie.
- A lei piaccio -
- Questo lo avevo capito - alzò gli occhi al cielo.
- Ma io non le ho mai detto che a me piace e questa cosa l'ha fatta andare fuori di testa. Per colpa di 'sta cosa pensa che io voglia solo scopare - piagnucolò Gionata come un bambino.
- Ed è così? - chiese molto dubbioso.
- No. Cioè, è vero, all'inizio volevo solo divertirmi ma poi... io... insomma, amico, sai come vanno a finire queste cose - disse con un filo di imbarazzo. Charlie scattò in piedi, inziando a camminare su e giù per la stanza. Scosse il capo, ridendo amaramente.
- Cazzo Sfe, ci credo che si sia incazzata. Non riesci proprio ad amare una persona - gli disse fermandosi davanti alla finestra. Il sole stava ormai calando, lasciando spazio alla luna e al buio.
- Amare...non esageriamo - commentò Gionata.
- Okay scusa, a voler bene ad una persona che non sia te stesso - precisò Charlie, rendendosi conto di quanto fosse infatile.
- Ma io le voglio bene - replicò.
- Sai cosa intendo. Lei non sarà mai più tua amica. Lo capisci questo vero? - domandò guardando il suo riflesso nel vetro. Ci fu un attimo di silenzio.
- Ti sbagli. Magari le passa e torniamo ad essere amici -
- Credi quel che vuoi Sfe ma lei non è Eva o una delle altre. Lei vive nella realtà, ha dei principi e una dignità. Scopare per divertimento e far finta che siate solo amici, non fa parte di lei. Se tu le dici che è tua senza specificare che provi qualcosa, le fai intendere che sia solo un oggetto -
- Cosa dovrei fare allora? - chiese con tono cantilenante. Charlie sospirò.
- Chiedile scusa e cerca di ritrovare quei cazzo di sentimenti -
- Come fai a tenerti Martina? - chiese poi Gionata. Charlie innarcò le sopracciglia, sorpreso.
- Beh, le do me stesso - rispose senza pensarci.
- Che significa? -
- Non si può spiegare amico. Lo capisci solo quando stai con la persona che ti piace - replicò alzando le spalle. Il ragazzo dall'altro capo fece schioccare la lingua.
- Tu le hai mai detto che ti piace? Che provi qualcosa per lei? - domandò poi.
- Ovvio amico. Le ho detto che era bellissima e che da quando l'avevo conosciuta, qualcosa in me era cambiato, che provavo qualcosa di davvero forte e che se sarei stato felice se lei avesse voluto provarci - esclamò sorridendo dolcemente.
- E lei? -
- Mi ha detto che voleva essere la mia ragazza - gli rispose.
- Cazzo fra - commentò afflitto il ragazzo.
- Sfe, se non vuoi andare oltre all'amicizia, lasciala perdere, okay? Chiedile scusa e cerca di riottenere la sua fiducia - gli suggerì.
- Il problema è che quando è con me, l'unica cosa che voglio è baciarla e tenerla accanto. Quando non è con me mi manca - spiegò Gionata sospirando. Charlie sorrise appena e si inumidì le labbra.
- Fra, raccontanti quello che vuoi ma questo... questo è amore. Questi si chiamano sentimenti - esclamò.
- Aaah, non so. Io non sono bravo in queste cose - rispose dubbioso ma Charlie si spazientì.
- Ti prego, non fare il coglione. A quella ragazza piaci e parecchio. Forse è la prima a cui piaci per quello che sei e non per i soldi o la fama. Perchè continui a nuotare controcorrente? - chiese scuotendo il capo.
- Perché ho paura di ferirla - esplose Gionata. Charlie abbassò lo sguardo, accennando un sorriso.
- E non la stai già ferendo abbastanza? Poi Sfe, se tieni veramente a lei, cerca di fare meno il coglione in modo da non farle altro male. Amare una persona può sembrare difficile ma ti da un sacco di soddisfazioni. Credimi - finì lanciando un'occhiata all'ora sul display dello sterio.
- Cosa devo fare? Come faccio a riprendermela? - domandò perplesso e quasi disperato.
- Amico, Ellie non è una di quelle che ti facevi in discoteca. Non è pretenziosa. Un rosa e una valanga di scuse in ginocchio basteranno - sorrise incamminandosi verso la porta. Gionata sospirò.
- Va bene. Grazie Charlie, davvero -
Il ragazzo annuì e afferrò la giacca di pelle.
- E di che, siamo fratelli no? Ora ti devo lasciare - esclamò indossando il giubotto.
- Sì. Ci sentiamo domani - rispose con un filo di voce Gionata.
- Okay e Sfe mi raccomando in ginocchio. In ginocchio - disse poco prima di riattaccare. Aprì la porta ed uscì.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora