Il cellulare iniziò a suonare. Charlie corse in soggiorno, iniziando a cercarlo tra i cuscini del divano. Questo continuava a squillare, facendo capire al ragazzo che fosse una cosa importante. Quando finalmente lo trovò, si lasciò cadere sul divano e rispose.
- Charlie - sentì dire da una voce spezzata.
- Sfe? Che succede amico? - domandò preoccupato.
-Fra, ho fatto un casino - disse. Charlie si mise seduto composto e si sporse in avanti con il busto, come per ascoltarlo meglio.
- Del tipo? - gli chiese allarmato. Gionata tentenò e sospirò.
- Ho perso una persona -
Charlie scosse il capo non capendo cosa intendesse.
- In che senso? - alzò le spalle.
- L'ho delusa - rispose Gionata con un filo di voce, quasi si vergognasse. Charlie spense la TV.
- Come? E chi avresti deluso? -
- Ellie -
Il ragazzo percepì il senso di colpa e la tristezza nella voce dell'amico. Si passò una mano sul volto.
- Oh cazzo. Ma che hai combinato? -
- Ieri sera mi sono comportato da bambino e da coglione. Fra, cazzo è come se le avessi dato dell'oggetto, della puttana - spiegò iniziando ad agitarsi. Charlie sbarrò gli occhi.
- Le hai dato della puttana?! - tuonò.
- Non direttamente. Era più un concetto astratto. Ero fuori di me. Avevo troppi pensieri per Mario e per tutto il resto. E poi ero un po' fatto - esclamò quasi a giustificarsi ma Charlie si innervosì.
- Non me ne frega un cazzo Sfe se eri incazzato e fatto - esclamò scuotendo indignato il capo. Il suo amico aveva combinato davvero un casino.
- Sono una testa di cazzo. Ho solo peggiorato la situazione - continuò Gionata tra un sospiro e l'altro.
- Perché? - chiese preoccupato.
- Perchè ho cercato di spiegarle ma ho fatto ancora più casino -
- Fra... - si portò una mano sul volto, senza parole per il comportamento dell'amico.
- Lo sai che non so spiegarmi quando si tratta di sentimenti. Non sapevo nemmeno di averli dei sentimenti, cazzo! - esclamò Gionata agitato. Charlie sorrise amaramente.
- Che le hai detto? - domandò afflitto.
- Che per me è bellissima e che è mia e che non tornavo a casa senza di lei - rispose frettolosamente.
- E? -
- E non era quello che voleva sentirsi dire - sospirò Gionata.
- Beh allora la cosa cambia... allora non è del tutto colpa tua - alzò le spalle, appoggiando la schiena al divano.
- No fra, credimi, è solo colpa mia - intervenne Gionata sicuro di quello che aveva appena detto.
- Non ti seguo - scosse il capo Charlie.
- A lei piaccio -
- Questo lo avevo capito - alzò gli occhi al cielo.
- Ma io non le ho mai detto che a me piace e questa cosa l'ha fatta andare fuori di testa. Per colpa di 'sta cosa pensa che io voglia solo scopare - piagnucolò Gionata come un bambino.
- Ed è così? - chiese molto dubbioso.
- No. Cioè, è vero, all'inizio volevo solo divertirmi ma poi... io... insomma, amico, sai come vanno a finire queste cose - disse con un filo di imbarazzo. Charlie scattò in piedi, inziando a camminare su e giù per la stanza. Scosse il capo, ridendo amaramente.
- Cazzo Sfe, ci credo che si sia incazzata. Non riesci proprio ad amare una persona - gli disse fermandosi davanti alla finestra. Il sole stava ormai calando, lasciando spazio alla luna e al buio.
- Amare...non esageriamo - commentò Gionata.
- Okay scusa, a voler bene ad una persona che non sia te stesso - precisò Charlie, rendendosi conto di quanto fosse infatile.
- Ma io le voglio bene - replicò.
- Sai cosa intendo. Lei non sarà mai più tua amica. Lo capisci questo vero? - domandò guardando il suo riflesso nel vetro. Ci fu un attimo di silenzio.
- Ti sbagli. Magari le passa e torniamo ad essere amici -
- Credi quel che vuoi Sfe ma lei non è Eva o una delle altre. Lei vive nella realtà, ha dei principi e una dignità. Scopare per divertimento e far finta che siate solo amici, non fa parte di lei. Se tu le dici che è tua senza specificare che provi qualcosa, le fai intendere che sia solo un oggetto -
- Cosa dovrei fare allora? - chiese con tono cantilenante. Charlie sospirò.
- Chiedile scusa e cerca di ritrovare quei cazzo di sentimenti -
- Come fai a tenerti Martina? - chiese poi Gionata. Charlie innarcò le sopracciglia, sorpreso.
- Beh, le do me stesso - rispose senza pensarci.
- Che significa? -
- Non si può spiegare amico. Lo capisci solo quando stai con la persona che ti piace - replicò alzando le spalle. Il ragazzo dall'altro capo fece schioccare la lingua.
- Tu le hai mai detto che ti piace? Che provi qualcosa per lei? - domandò poi.
- Ovvio amico. Le ho detto che era bellissima e che da quando l'avevo conosciuta, qualcosa in me era cambiato, che provavo qualcosa di davvero forte e che se sarei stato felice se lei avesse voluto provarci - esclamò sorridendo dolcemente.
- E lei? -
- Mi ha detto che voleva essere la mia ragazza - gli rispose.
- Cazzo fra - commentò afflitto il ragazzo.
- Sfe, se non vuoi andare oltre all'amicizia, lasciala perdere, okay? Chiedile scusa e cerca di riottenere la sua fiducia - gli suggerì.
- Il problema è che quando è con me, l'unica cosa che voglio è baciarla e tenerla accanto. Quando non è con me mi manca - spiegò Gionata sospirando. Charlie sorrise appena e si inumidì le labbra.
- Fra, raccontanti quello che vuoi ma questo... questo è amore. Questi si chiamano sentimenti - esclamò.
- Aaah, non so. Io non sono bravo in queste cose - rispose dubbioso ma Charlie si spazientì.
- Ti prego, non fare il coglione. A quella ragazza piaci e parecchio. Forse è la prima a cui piaci per quello che sei e non per i soldi o la fama. Perchè continui a nuotare controcorrente? - chiese scuotendo il capo.
- Perché ho paura di ferirla - esplose Gionata. Charlie abbassò lo sguardo, accennando un sorriso.
- E non la stai già ferendo abbastanza? Poi Sfe, se tieni veramente a lei, cerca di fare meno il coglione in modo da non farle altro male. Amare una persona può sembrare difficile ma ti da un sacco di soddisfazioni. Credimi - finì lanciando un'occhiata all'ora sul display dello sterio.
- Cosa devo fare? Come faccio a riprendermela? - domandò perplesso e quasi disperato.
- Amico, Ellie non è una di quelle che ti facevi in discoteca. Non è pretenziosa. Un rosa e una valanga di scuse in ginocchio basteranno - sorrise incamminandosi verso la porta. Gionata sospirò.
- Va bene. Grazie Charlie, davvero -
Il ragazzo annuì e afferrò la giacca di pelle.
- E di che, siamo fratelli no? Ora ti devo lasciare - esclamò indossando il giubotto.
- Sì. Ci sentiamo domani - rispose con un filo di voce Gionata.
- Okay e Sfe mi raccomando in ginocchio. In ginocchio - disse poco prima di riattaccare. Aprì la porta ed uscì.
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Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019
FanfictionPuoi sperarci fino alla fine ma se non deve accadere non accadrà. Martina ci sperava sempre di consocere uno dei suoi idoli ma era consapevole che non sarebbe mai succeso. Ma questa storia non parla di lei. No, parla di Ellie e della sua anima torme...