- Non ci metterà tanto. Stefano abita qui accanto - sorrise Valentina passando il piatto bagnato ad Ellie, che prontamente afferrò, asciugandolo con lo strofinaccio.
- È un suo amico? - chiese stupidamente.
- Un vecchio amico delle medie. Purtroppo ha preso una brutta strada e quando aveva più o meno diciassette anni gli hanno sparato. È vivo, solo che sta sempre sulla sedia a rotelle e non parla. È assente. Gionata non me lo dice ma la mamma di Stefano mi ha raccontato che almeno una volta al mese gli lascia una busta con dei soldi - disse dolcemente ed Ellie sentì come una stretta al cuore.
- Lo fa anche con me sai? Lui non me lo ha mai detto ma quando viene a trovarmi, come oggi, appena se ne va io trovo sempre una busta su quel mobiletto con scritto mamma - finì indicandolo. Ellie posò il piatto e guardò quel vecchio mobile dove si vedevano i segni evidenti del tempo.
- È davvero un bravo ragazzo suo figlio - disse Ellie. Valentina, che continuava a strofinare la spugna sui piatti, sorrise dolcemente.
- Deve sapere che a me non piaceva. Ero prevenuta come la maggior parte delle persone. La mia amica che vive con me, mi faceva ascoltare tutti i giorni le sue canzone e mi faceva vedere le foto. Pensavo che fosse solo uno sbruffone e invece poi l'ho conosciuto ed è davvero una brava persona - finì posando anche l'ultimo piatto.
- Come vi siete conosciuti? - chiese Valentina chiudendo l'acqua.
- Mi ha chiesto incazioni stradali - sorrise Ellie. La porta si aprì e il viso di Gionata comparve nell'appartamento.
- State parlando di me? - domandò guardandole perplesso.
- Non sei al centro del mondo - rise sua madre.
Qualcuno bussò alla porta e un uomo con una barba curata e i capelli brizzolati, sorrise.
- Ciao Gionata -
Il ragazzo ricambiò il saluto e poi guardò Ellie.
- Meglio andare ora. Ciao 'ma e tu, Marco, fai il bravo con mia madre - ammiccò aprendo la porta.
- È stato un piacere - sorrise la ragazza rivolgendosi a Valentina.
- Anche per me - Ellie fece per allontanarsi ma lei la bloccò afferrandole il braccio. La attirò a sè e la strinse.
- Stagli vicino - le sussurrò all'orecchio. La ragazza annuì.
Lanciò un'occhiata al mobiletto, vide la busta e poi, sorridendo all'uomo chiuse la porta. Fece per scendere le scale ma Gionata la chiamò.
- Aspetta. Voglio farti vedere un posto, ti va? - chiese e lei, senza nemmeno pensarci, annuì.
- Ancora scale? - si lamentò guardando le rampe che salivano. Gionata rise.
- Andiamo, solo due piani - disse spingendola. Arrivarono ad un pianerottolo cieco dove si trovava solo una porta dai vetri scheggiati.
L'aprì e i raggi del sole filtrarono all'interno. Gionata uscì sul tetto seguito da Ellie.
- Uou - disse osservando l'orizzonte: il sole stava ormai caldo sulla città di Milano e da lì si poteva vedere davvero tutto.
Gionata sorrise.
- Ci sediamo? - chiese Ellie avvicinandosi a quel vecchio divano mezzo rotto.
Gionata le afferrò il braccio.
- Ehm, no è meglio sedersi a terra. Fidati, è più pulito. Su quell'affare la gente perde molte cose. Non so se mi spigo - disse quasi imbarazzato. Ellie fece una smorfia disgustata.
- Sì ho capito. Anche tu? - chiese divertita.
Gionata si sedette a terra ed Ellie lo imitò.
- Nah. Sono più di classe - sorrise pavoneggiadosi.
Rimasero in silenzio per alcuni minuti osservando quei palazzi che ricomprivano ogni cosa fino alla fine dell orizzonte.
- Tua mamma mi ha detto di Stefano. Non sono affari miei ma non tu non c'entri con quello che gli è successo - disse Ellie con un filo di voce, guardandolo con la coda dell'occhio. Gionata sorrise amaramente.
- Già, non sono affari tuoi ma possono sempre diventarli, no? - replicò mantendendo lo sguardo dritto davanti a sè. Si portò le gambe al petto.
- Gli hanno sparato perchè io non c'ero. Ero alle colonne a fare le battle di rap invece di essere qui con lui. Potevamo essere al bar o a giocare a calcetto e invece non c'ero, così lui era in giro con quei coglioni e gli hanno sparato per qualche grammo di erba - gli spiegò pieno di rabbia. Strinse i pugni.
- Ho fatto cose brutte, Ellie. Ho fatto cose di cui mi pento. Quando poi è morto mio padre ho cercato di mettermi a posto ma ho fatto un sacco di errori. Ma cosa cazzo potevo fare? Ero solo un ragazzino. E poi, cosa vuoi fare in questo posto? - continuò. Ellie lo guardò: era fragile e indifeso, ben diverso da Sfera e da tutto quello che mostrava.
- Anche le brave persone possono sbagliare ma questo non le rende perone di merda. Tutti quanti sbagliamo - intervenne lei. Gionata la guardò intensamente.
- Ci torni spesso a casa tua? - chiese prendendo una sigaretta dalla tasca della felpa. La fiamma lo illuminò appena.
- No, voglio stare il più lontana possibile da quel posto -
- Perchè? - domandò aspirando.
- Perchè è un paesino con la mentalità chiusa. Dove le persone non possono cambiare perchè vengono prese per pazze. Le etichette che prendi alle medie ti rimangono per la vita e io lo detesto. È opprimente - spiegò.
- E i tuoi genitori? Sono contenti? - chiese quasi senza accorgersene. Ellie sorrise amaramente.
- Non lo so e non mi interessa di cosa pensano. Soprattutto mio papà. Ci sentiamo poco, quasi mai in pratica - spiegò. Il ragazzo si voltò tenendo la sigaretta tra le dita. La guardò perplesso.
- Come? Perchè? -
- Non è una persona cattiva, mi vuole bene. Troppo. È sempre pronto a farmi osservazione su osservazioni, a dirmi che quello che faccio o quello che sono non va bene. Lui la fa in buona fede ma io sono arrivata ad odiarmi. Un giorno ero così stanca che sono esplosa. È due anni che lo sento a mala pena, lo vedo a Natale e basta - spiegò.
- Ti odi? - domandò con un filo di voce, quasi avesse paura di chiederlo. Ellie lo guardò e annuì appena.
Gionata spense la sigaretta a terra e attirò a sè Ellie che cercò di trattenere le lacrime.
Rimase tra le sue braccia per alcuni secondi che però sembrarono eterni.
- Ehi, non odiarti. Mai - disse afferrandole il viso. I loro occhi si incontrarono. Gionata capì quanto Ellie potesse essere fragile. La lasciò andare e poi abbassò il capo. Spostò lo sguardo dritto davanti a sè.
- Mi prometti una cosa? - disse con un tono che fece quasi rabbrividire la ragazza.
- Posso sembrare spocchioso e tutto quello che vuoi ma promettimi che non ti innamorerai mai di me - finì fissandosi i piedi. Ellie non capì.
- Come? Che significa? - domandò perplessa. Perchè mai lei avrebbe dovuto innamorarsi di Gionata? Beh, forse non era poi una richiesta così stupida, no?
- Ti prego Ellie. Promettimelo -
- Gionata io... - non aveva mai pensato al fatto che forse, un giorno, si sarebbe potuta innamorare di lui. Eppure c'era qualcosa che la bloccava. Non voleva prometterlo ma Gionata insistete di nuovo.
- Non voglio che questa amicizia si rovini - le disse guardandola e lei non potè far altro che annuire, tristemente.
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Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019
FanficPuoi sperarci fino alla fine ma se non deve accadere non accadrà. Martina ci sperava sempre di consocere uno dei suoi idoli ma era consapevole che non sarebbe mai succeso. Ma questa storia non parla di lei. No, parla di Ellie e della sua anima torme...