Cap. 41

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La mattina seguente Gionata si svegliò. Guardò Ellie che ancora dormiva sotto alle coperte e sorrise. Indossò i pantaloncini e scese in cucina.
Pochi minuti dopo anche Ellie aprì gli occhi e il profumo di caffè le si insinuò nelle narici. Si stiracchiò, afferrò la biancheria e la maglia che Gionata le aveva prestato. Pensò a quello che era successo e sorrise, cercando di restare calma anche se l'unica cosa che voleva fare era saltare dalla gioia. Fece un lungo respiro per tranquillizzarsi e scese le scale, fingendo che non fosse successo niente
- Che c'è per colazione? - domandò comparendo alle spalle di Gionata che la guardò.
- Che hai? - chiese poi notando la sua espressione perplessa.
- Ehm...che fai? - chiese il ragazzo quando Ellie prese posto a tavola.
- Colazione? Sai quella cosa che di solito fanno le persone appena alzate - rispose sempre più dubbiosa. Era alquanto strano.
- Hai dei biscotti? Sto morendo di fame - esclamò poi.
- Terza anta a destra - annuì Gionata. Il caffè ormai era pronto, così ne versò un po' in due tazze.
Ellie afferrò la confezione e la posò sul tavolo. Gionata continuava ad osservarla come se fosse aliena.
- Mi vuoi dire che hai? Sei strano - gli sorrise bevendo un sorso di caffè.
- Stai facendo colazione da me - esordì. Ellie scoppiò a ridere.
- Non è la prima volta -
- Si ma ieri notte noi due abbiamo... e tu ora stai facendo colazione qua da me - alzò le spalle rimanendo accanto al tavolo. Ellie innarcò le sopracciglia.
- Okay... dovevo forse farla a casa mia? - domandò perplessa.
- No, è solo che mi fa uno strano effetto. Di solito le ragazze non rimangono per la colazione. Io non rimango per la colazione - le spiegò allargando le braccia. Ellie annuì.
- Va bene Gio ma le persone normali di solito fanno colazione insieme e non dobbiamo per forza essere sposati per farlo. Quindi ora siediti. Mi metti ansia- gli sorrise Ellie. Gionata fece come gli era stato detto.
- Oggi che hai da fare? - le domandò afferrando un biscotto.
- Ho lezione tra circa tre ore - rispose iniziando a giocherellare con la collanina.
- Sei vuoi ti accompagno io - sorrise Gionata. Ellie sollevò lo sguardo dalla tazza e accennò un sorriso.
- Mi piacerebbe ma arrivare su una BMW i8 guidata da Sfera dà un po' nell'occhio - spiegò facendo una smorfia.
- L'auto! È ancora parcheggiata là? - chiese illuminandosi. Il ragazzo scosse il capo.
- Già sistemata. È nel box - rispose.
- Uou. Veloce - fischiò la ragazza finendo il caffè.
Il cellullare di Gionata iniziò a vibrare. Il ragazzo si guardò attorno cercandolo e svogliato si alzò raggiungendo il divano.
- Pronto? - sbadigliò rispondendo.
- Ellie è lì da te?! - tuonò Martina dall'altro capo. Gionata allontanò il cellulare dell'orecchio e fece una smorfia.
- Cazzo! Perché urli? - domandò irritato.
- Ellie è lì da te o no?! - chiese ringhiando nervosamente. Il ragazzo scosse il capo infastidito.
- Sì -
- Passamela! - esclamò su tutte le furie. Gionata tornò in cucina e allungò il cellulare alla ragazza. Ellie lo guardò perplessa.
- Ellie?! - sentì urlare da Martina. Alzò gli occhi al cielo e lo afferrò. Non fece in tempo a portarlo all'orecchio che la voce dell'amica le penetrò il timpano.
- Cazzo ma perché non rispondi al cellulare?! Perché non mi hai detto che non tornavi a dormire?! Ero preoccupata Ellie! - gridò infuriata. La ragazza si portò una mano sul viso, facendola poi scivolare tra i capelli. Gionata la guardava con le braccia al petto.
- Il mio telefono è rimasto lì a casa e perchè non hai chiamto subito Gio? - chiese annoiata. Si sentì una risata befferda e amara.
- Perchè Sfe aveva il cellulare spento! - tuonò. In sottofondo si sentì la voce di Charlie che cercava di farla tranquillizzare. Ellie socchiuse appena gli occhi.
- Charlie è ancora lì? Ha passato la notte a casa nostra? - chiese sorridendo maliziosa.
- Tu hai dormito da Sfe! - esclamò sempre più agitata. Ellie inconsciamente sorrise, alzando lo sguardo verso il ragazzo che non le aveva mai tolto gli occhi di dosso.
- Sì okay, comunque sono viva. Mi dispiace non averti avvisata - disse e dall'altro capo Martina sospirò.
- Ti ha trattata bene? - domandò sottovoce ed Ellie sorrise.
- Benissimo -
- Okay. Allora più tardi mi dai i dettagli e io ti racconto i miei - le due ragazze si salutarono e riattaccarono. Ellie allungò il cellulare al ragazzo che, con poca grazia, lo lanciò sul divano.

- Gio, hai visto la mia maglia? Ieri seri era in camera tua - disse Ellie scendendo le scale e fermandosi accanto al divano. Il ragazzo si portò la canna alla bocca, fece un tiro e poi scosse il capo.
- Hai guardato sul comò? - domandò.
- Sì e non c'è - alzò le spalle. Il ragazzo la guardò attentamente e poi fece un altro tiro.
- Tieni la mia miglia - esclamò indicandola. Ellie si guardò: era troppo larga e lunga per lei. Forse lo era anche per Gionata.
- Fagli un nodo - suggerì il ragazzo spegnendo la canna nel posacenere. Ellie fece come le aveva detto e poi si guardò nel grosso specchio dalla cornice nera, posto accanto alla porta d'ingresso.
- Non male. Può andare - sorrise. Gionata le si avvicinò, facendola girare su se stessa e stampandole poi un lungo bacio.
- Devo andare o farò tardi - sorrise staccando appena le labbra da quelle del ragazzo.
- Devi proprio? - piagnucolò Gionata riprendendo a baciarla. Ellie scosse il capo.
- Sì e tu tra un'ora hai uno shooting. Quindi vai a prepararti - le disse afferrando il giubotto di jeans e indossandolo. Aprì la porta sotto lo sguardo attento del ragazzo.
- Mi raccomando: non flirtare con gli universitari - esclamò puntando il dito contro di lei. Ellie fece finta di pensarci su.
- Mh... vedrò - fece spallucce e Gionata sollevò un sopracciglio.
- Come? Che significa "vedrò"? - domandò perplesso.
- Perchè Sfera Ebbasta non è di nessuna, no? - sorrise ammiccante.
- Sì Sfera Ebbasta ma tu non sei me. Quindi lontana dei ragazzi. Soprattutto da quelli che sembrano modelli svedesi - allargò le braccia. Ellie sorrise divertita per poi chiudere la porta alle sue spalle.
L'ascensore iniziò a scendere. La ragazza si guardò nello specchio e, inconsciamente sorrise, quando si soffermò sulla maglia che portava ancora il profumo del ragazzo.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora