Cap. 43

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Ellie fissava il soffitto da ormai un'ora. La stanza era completamente buia, a parte qualche fascio debole di luce che entrava delle ampie vetrate. La casa era silenziosa e questa cosa la mandava fuori di testa. I suoi pensieri erano così rumorosi che le impedivano di chiudere occhio. Si voltò appena e si soffermò su Gionata che, al contrario di lei, dormiva beatamente. Il cuore le batteva forte, ogni volta che posava lo sguardo su di lui. Era così bello. Troppo per lei pensava la maggior parte delle volte.
Si mise seduta, le sembra di non respirare. Perché aveva tutti quei pensieri? Doveva essere felice, doveva sentirsi bene. In fondo aveva appena fatto l'amore. Avrebbe dormito accanto a Gionata e domani mattina lo avrebbe salutato con un bacio mentre lui le avrebbe preparato la colazione. Eppure perchè sentiva quella stretta al cuore?
Indossò la felpa del ragazzo sopra alla solita maglia e scalza, scese al piano di sotto. Aveva bisogno di aria.
Aprì l'ampia porta a vetri ed uscì sul balcone. Fece un lungo respiro e si strinse nella felpa quando una folata di vento la colpì. Guardava Milano dall'alto e una lacrima le scivolò lungo il viso. Velocemente si asciugò nella manica, scuotendo il capo.
"Ma che sto facendo?" pensò voltandosi verso il soggiorno, alzò lo sguardo verso il soppalco e sospirò. Chi voleva prendere in giro? Sapeva penissimo cosa stava facendo solo che non poteva, glielo aveva promesso.
Fece un ultimo profondo respiro e tornò dentro. Salì le scale e, attenta a non far rumore, si rimise a letto.
- Ellie? - disse Gionata con voce assonata.
- Che c'è? - sussurrò appena voltandosi verso di lui.
- Dove sei andata? - le domandò.
- Avevo sete - mentì. Gionata annuì appena e senza dire una parola si avvicinò a lei, l'afferrò e la attirrò a sè, stringendola fra le braccia.
- Sei fredda -
Ellie posò il viso sul petto del ragazzo e sorrise abbandonandosi tra le sue braccia e al sonno.

- Buongiorno dormiglioni! Fatto le ore piccole,uh? - gridò Mario comparendo sul soppalco. Ellie e Gionata sobbalzarono svelgiandosi sopraffatti.
- Sei una testa di cazzo! - ringhiò su tutte le furie Gionata.
La ragazza si passò una mano sul viso con il cuore che batteva all'impazzata per lo spavento.
- Che fai qui?! E come hai fatto ad entrare?! - tuonò Gionata.
- Colpa mia - si sentì dire da una voce proveniente dal piano di sotto. Il ragazzo scattò in piedi e si sporse del parapetto.
- Charlie?! Ma che cazzo ci fate tutti a casa mia? - domandò in preda al nervosismo. Mario sorrise ad Ellie che lo fulminò con lo sguardo.
Gionata si infilò un paio di pantaloni della tuta sopra ai boxer e afferrò il ragazzo per il braccio.
- Vieni giù, coglione - ringhiò trasciandolo di sotto.
Ellie indossò la stessa felpa che aveva messo durante la notte e scese in soggiorno.
I ragazzi, che sedevano sul divano, la guardarono quando si fermò sull'ultimo scalino.
Mario la fissava e Gionata, infastidito, gli diede uno scapellotto.
- Che cazzo fai, fra? La fissi? - domandò anche se era più che ovvio.
- Non fissarla - continuò puntando il dito contro Ellie.
- Non lo sto facendo - intervenne Mario massaggiandosi il punto colpito.
- Le stai fissando le gambe - si corruciò Gionata e il ragazzo, colto in flagrante, non poté smentire.
- Beh, ha delle bellissime gambe. Hai delle bellissime gambe, quanto sei alta? - disse poi rivolgendosi ad Ellie che si guardò: la felpa le arriva a malapena a metà coscia. Sentì le guancie avampare dell'imbarazzo.
- Ehm... uno e settantacinque più o meno - rispose. Gionata si spazientì.
- Falla finita fra o ti giuro che ti prendo a pugni - disse a denti stretti. Charlie scosse il capo.
- Vieni Ellie, aiutami a preparare il caffè - le sorrise dirigendosi in cucina e lasciando che i due riprendessero a parlare di lavoro.
La ragazza prese posto sull'altro sgabello e osservò Charlie, intento a versare il caffè nella caffettiera.
- Come va con Martina? - domandò. Il ragazzo accese il fuoco e si voltò verso di lei con un enorme sorriso.
- Molto bene. Ormai sono due mesi che stiamo ufficialmente insieme -
Ellie lo guardò, sentendo ancora quella stretta al cuore.
- Si vede che ti piace molto. Ti brillano gli occhi - abbassò lo sguardo, sorridendo appena.
- Tu e Sfe? - chiese Charlie, quasi intimorito. La ragazza alzò le spalle.
- Non saprei - replicò alzandosi e afferrando quattro tazze, per poi disporle sul tavolo.
Charlie percepì che qualcosa non andava.
- Ellie... - esordì ma la ragazza lo interruppe scuotendo il capo.
- È tutto okay. Non ti preoccupare - mentì sforzandosi di sorridere. Il rumore del caffè attirò la loro attenzione. Charlie finì di versarlo all'interno delle tazze e poi guardò la ragazza.
- Se hai bisogno di parlare, io ci sono. Conosco Sfe da parecchio tempo - intervenne riempiendo il silenzio che si era venuto a creare. Ellie annuì e sorrise appena e tornò in soggiorno, reggendo tra le mani due tazze. Il ragazzo la guardò rammaricato, le dispiaceva vederla in quello stato, conosceva Gionata e di conseguenza capì il motivo di quel malessere.
- Tieni - disse freddamente, passandogli il caffè. Il ragazzoo ringraziò con un alzata di capo.
- Comunque stavo dicendo a Sfe che settimana prossima c'è una festa a casa di Izi e siete tutti invitati - sorrise Mario appoggiandosi allo schienale del divano.
- Anche la tua ragazza, ovviamente - continuò guardando Charlie.
- Verrai pure tu, vero? - domandò speranzoso rivolgendosi ad Ellie.
- Se vengo io viene anche lei - commentò Gionata dandolo per scontato. Ellie lo guardò scura in volto. I due ragazzi se ne accorsero e si lanciarono un'occhiata.
- È giusto comunque chiederglielo - intervenne Mario alzando le spalle e Gionata alzò lo sguardo dal cellulare e si voltò verso l'amico.
- Ha ragione. In fondo io non sono tua. Non sono la tua ragazza. Potrei aver altro da fare - commentò Ellie acidamente. Gionata la guardò, perplesso. Si inumidì le labbra, sfidandola con lo sguardo.
La ragazza sorrise avidamente portandosi le braccia al petto. Charlie sollevò le sopracciglia, scioccato mentre Mario fece schioccare la lingua.
- Okay! - esclamò battendo le mani e alzandosi in piedi.
- Devo andare - finì sorridendo imbarazzato. Ellie che non aveva distolto lo sguardo da Gionata, sorrise a Mario.
- Se mi aspetti vengo via anche io - disse alzandosi in piedi.
- Ehm... - si schiarì la voce, lanciando una rapida occhiata a Gionata che stava palesemente rosicando. Charlie sorrise, fiero dell'atteggiamento di Ellie.
- Va bene. Ti posso dare un passaggio io - annuì Mario mentre Gionata scosse il capo.
Ellie salì in camera per vestirsi mentre il ragazzo si voltò verso l'amico, guardandolo in cagnesco.
- Che c'è? - domandò sorridendo imbarazzato. Gionata sboffonchiò.
- Non ci pensare nemmeno - ringhiò.
- Pensare a cosa? - chiese allargando le braccia.
- Non è di tua proprietà - scherzò Mario ma il ragazzo non aveva alcuna intenzione di sorridere. Charlie sospirò.
- Stai facendo il geloso per niente, fra -
Gionata si morse il labbro nervosamente.
- Andiamo? - chiese Ellie scendendo le scale. Mario annuì aprendo la porta.
- Allora ci vediamo ragazzi - sorrise salutando i due e uscendo. Quando la porta si chiuse Gionata lanciò il celluare sul divano e scattò in piedi. Nervoso iniziò a camminare su e giù per la stanza mentre Charlie lo fissava perplesso.
- Fra? Che stai facendo? - chiese preoccupato. Il ragazzo si portò le mani sulla nuca.
- Che cazzo! Non mi ha nemmeno dato un bacio - esplose indicando dietro di sè.
- Da quando te la prendi per un bacio? - chiese Charlie, voleva sentir dire dall'amico che Ellie le piaceva ma sapeva che non lo avrebbe mai fatto.
Gionata si rimese seduto e iniziò nervosamente a mordicchiarsi le unghie mentre Charlie, in fondo, era contento di vederlo così in ansia e paranoico. Significava che ci teneva ed era raro vedere Gionata in quella condizioni, soprattutto quando riguardava un ragazza. Ma sapeva che Ellie non era una semplice ragazza.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora