Cap. 54

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Il debole sole autunnale illuminava a tratti la stanza da letto. Erano circa le 8.30 ma si poteva udire il traffico milanese sempre in fermento.
Gionata passava le dita tra quelle di Ellie, dandole delicati baci sul capo.
- Che cosa significa? - chiese passando il pollice sul polso della ragazza dove si trovava un tatuaggio.
La ragazza si mise a pancia in giù, volantandosi verso di lui.
- Si chiama Unalome. È buddista. Non che io lo sia ma semplicemente era l'unico simbolo che rappresentava ciò che volevo espirmere - replicò fissandolo. Gionata si inumidì le labbra.
- Ovvero? - chiese. Ellie si bloccò, sorridendogli imbarazzata. Lui le diede un colpetto, invitandola a parlare.
- È il percorso della vita. Vedi, queste linee a spirale che si susseguono rappresentano la routine. Sembra di aver raggiunto un obbiettivo e poi ti rendi conto di non avere ottenuto nulla. Quando poi riesci finalmente a uscire da lì, inizia la linea retta. La tua strada. Stai iniziando a vivere e poi improvvisamente ti trovi davanti ad un burrone e lì, dove c'è il puntino, c'è la conquista dei tuoi sogni ma devi buttarti, fare il salto - spiegò. Gionata la guardò affascinanto. Lei sorrise abbassando lo sguardo.
- Uou - si limitò a dire anche se dentro di sè era così colpito da quella ragazza che in poco gli aveva stravolto la vita.
- E quella scritta greca sul costato? - continuò. Ellie scosse il capo.
- Quella la prossima volta - rise dandole un bacio sulla bocca. Gionata annuì.
- E i tuoi? - chiese indicando il braccio coperto da disegni e scritte. Il ragazzo scoppiò a ridere.
- Non hanno molto senso onestamente - rispose. Ellie lo guardò sollevando un sopracciglio.
- Ho le inziali di mia mamma e mia sorella. Il mio primo singolo e... - si bloccò passandosi la mano sopra il braccio.
- Questo. Questa chitarra alla Jimmy Hendrix me la sono fatta a diciotto anni in onore di mio padre. Lui amava il rock - disse con la voce piena di malinconia. Ellie si strinse a lui e gli diede un bacio sulla guancia.
- Se solo la gente potesse vedere anche questo lato di te - sussurrò posanso il capo contro il suo petto. Gionata le accarezzò i capelli.
- Chi vuole lo vede. Semplicemente si soffermano sulle collane e le canne - replicò lanciando un'occhiata fuori dalla finestra.
- Esattamente quello che non hai fatto tu - sorrise poi ed Ellie sorrise a sua volta.

Passarono un paio di mesi e la loro storia sembrava andar a gonfie vele, anche se ormai Gionata aveva iniziato il tour europeo. Ellie era tranquilla, si fidava di lui ma c'era qualcosa che in fondo la preoccupava perchè in fin dei conti era tutto troppo facile e bello.

- Perché non mi risponde? - si chiede cammiando su e giù per l'appartamento. Martina e Charlie la guardarono dal divano.
- Starà facendo un'intervista - commentò l'amica con una alzata di spalle ma Ellie scosse il capo.
- Non ha impegni oggi e poi è da ieri sera che non risponde - spiegò spostando lo sguardo su Charlie.
- Ieri sera eravamo al compleanno di un nostro amico. Io però sono venuto via prima - intervenne. Ellie si guardò attorno e poi vide il viso di Charlie contrarsi quando fissò il cellulare. Martina guardò anche lei lo schermo per poi spostare lo sguardo su Ellie. Uno sguardo pieno di tristezza e compassione.
- Che succede? - chiese iniziando a preoccuparsi. Nessuno dei due sapeva cosa dire. La ragazza si spazientì e afferrò prepotentemente il cellulare del ragazzo.
Sentì il cuore sussultare e la testa farsi pesante. Gli passò il cellulare e a passo pesante si diresse alla porta.
- Dove vai? - chiese Martina preoccupata.
- Da Gionata - esclamò aprendola.
- Ma Ellie se non fosse lì? Resta qui e analiziamo la situazione - commentò Charlie alzandosi in piedi. La ragazza scosse il capo, ridendo amaramente.
- Lo aspetterò  e cosa dovrei analizzare? È tutto piuttosto chiaro! - tuonò sbattendo la porta quando uscì.
Diversi minuti dopo stava già camminando lungo il corridoio che portava all'appartamento del ragazzo. Suonò il campanello un paio di volte fino a quando il viso di Gionata non comparve oltre la porta. Violentemente lo scansò entrando di prepotenza. La guardò perplesso mentre lei era infuriata. Posò il cellulare sul tavolo e puntò il dito sullo schermo e ardente di rabbia guardò il ragazzo. Gionata fissò il cellulare e gli si gelò il sangue. Non riuscì nemmeno a sollevare lo sguardo.
- Ti sei divertito per bene ieri sera,uh? - chiese con il cuore a pezzi.
- ‎Se scorri in basso ci sono cose molto interessanti - sorrise acida. Gionata sollevò finalmente il capo.
- ‎Non fare la sarcastica - disse freddo. Fece scivolare il dito fino ad arrivare all' articolo che lesse tutto d'un fiato.
- È solo uno stupido articolo Ellie. Questo non prova niente e davvero pensi che io sia andato a letto con un'altra? - chiese indicando il cellulare ma Ellie lo afferrò e aprì Instagram. Mise il telefono davanti a Gionata che lo afferrò infuriato.
- ‎Porca puttana. No Ellie ti giuro che non ho fatto niente. Mi ero semplicemente addormentato - cercò di spiegarsi.
- ‎Sotto alle lenzuola con questa ragazza? Senza maglia? Magri eri anche senza mutande - disse cercando di non mostrarsi fragile ma lui vide la tristezza nei suoi occhi. In quegli occhi che fino a quel momento lo avevano guardato solo pieni di amore e fierezza.
- ‎Ero senza maglia perchè... non ho fatto sesso con lei. Cazzo, non potrei mai farti una cosa del genere - si giustificò ma Ellie era ormai sconsolata.
- ‎Perché? È bellissima, è come piace a voi no? Tette e culo perfetti, come i capelli e il trucco e i vestiti. Perché no? In fondo io non sono come lei, non sono come le altre ragazze. Io non c'entro nulla in tutto questo - disse ferita e Gionata esplose.
- ‎Che cazzo stai dicendo?! Ti ho detto mille volte che sei bellissima se volevo una come lei l'avrei avuta, tu che dici? Là fuori è pieno di ragazze così - disse indicando la foto. Scosse il capo.
- ‎Devi smetterla di avere questi complessi mentali del cazzo che non sei abbastanza per me. Smettila cazzo - continuò furioso.
- ‎Io non sono andato a letto nè con lei nè con nessun'altra. Io darei tutto per te. Perchè non vuoi capirlo? Mi sembra di essermi sempre comportato bene con te. Sei una delle poche "cose" giuste che abbia mai fatto nella mia cazzo di vita Ellie - continuò alzando la voce. La ragazza corrucciò la fronte.
- ‎Tu mi avevi detto che io non mi sarei dovuta mai e poi mai innamorare di te e non capivo il perchè. Ora lo so - tuonò con il cuore pezzi. Gionata si portò le mani dietro la nuca e alzò lo sguardo al cielo.
- ‎Io ti ho detto quella cosa perchè non volevo deluderti perchè io deludo sempre ma questo... questo non è colpa mia. Per una cazzo di volta io non c'entro. Sono foto fatte apposta per farmi vedere così e mi dispiace averti detto di non amarmi perchè io ti amo. Cazzo se ti amo e se per colpa di due foto ora esci da quella porta, la mi vita è una merda - esclamò infuriato. Ellie si paralizzò. Scosse il capo con gli occhi colmi di lacrime.
- ‎Pensi che io abbia mantenuto la promessa? Credi davvero che io non mi sia innamorata di te? Non sarei qui se non fosse così - gridò con il cuore a mille. Gionata allargò le braccia.
- ‎Allora perchè cazzo non mi credi?! Devi fidarti di me. Questo mondo, per questo sia bello, fa altrettanto schifo e se non ti fidi di me, beh... sei nella merda. Qui nessuno è quello che sembra. Oggi è il tuo migliore amico e domani sta tenendo un'intervista dicendo quanto tu faccia schifo. Perché non ti fidi cazzo! Io non lo capisco, davvero - esplose ed Ellie innarcò le sopracciglia sorpresa. Voleva rispondergli ma lui precedette.
- ‎Tu sei  ciò che mi fa stare con i piedi per terra. Tu che ti odi così tanto, che non ti piaci e che continui a chiederti come io posso amarti, sei l'unica che mi non mi fa impazzire. L'unica che mi ricorda che io non sono solo Sfera, che io sono un ragazzo di ventisei anni, che ha un passato difficile,una sorella e una madre che lo amano. Tu sei quella che mi tiene a galla ma non lo vuoi capire - disse iniziando a passeggiare su e giù per la stanza.
- ‎Perchè mi parli come se ti avessi sempre fatto scenate di gelosia? Come se avessi sempre messo in discussione la tua fiducia? È la prima volta. La prima fottuttisima volta che mi sto lamentando del tuo cazzo di mondo e delle persone di merda che ci sono! Sono sempre stata zitta, ho sempre sorriso e fatto finta che andasse tutto bene, anche quando le ragazze ci provavano io sono stata zitta! Pensavo fosse "normale" tutto quello. È la tua vita, è il tuo lavoro, è la tua immagine. Beh, vaffanculo Gionata. Vaffanculo il tuo lavoro e tutto il resto, perchè io ho il diritto di lamentarmi e di essere gelosa se una ragazza sventola le sue tette il suo culo davanti alla persona che amo cazzo! - tuonò con le lacrime agli occhi.
- Quella foto mi ha uccisa e scusa se ho dubitato. Perdonami se non mi sono messa a ridere ma mi sembra comprensibile aver provato odio per questa biondina del cazzo e aver avuto paura. È vero, non hai mai fatto nulla per farmi dubitare della tua leatà ma tu non hai idea di cosa significa amarti - continuò. Gionata rise amaramente.
- ‎È così brutto amarmi? - domandò acidamente.
- ‎Tu non sai cosa mi passa per la mente ogni volta che vai ad un cazzo di evento in discoteca o parti per un tour. Non ne hai idea! - rispose stringendo i pugni.
- ‎Pensi che io non sia geloso? Pensi che io non ci pensi a te quando mi dici che esci con le tue amiche? Anche io ho le mie insicurezze - le disse scuotendo il capo indignato.
- ‎Ma per favore vuoi mettere a confronto le due cose? Io al massimo vado in Darsena a bere una birra e dovresti essere geloso di chi? -
- ‎Solo perchè non vai a fare la troietta in discoteca non significa che non debba essere geloso - disse. Il silenzio calò per una frazione di secondi. Il cellulare di Ellie si illuminò: Eva le aveva inviato un messaggio con scritto "È giusto che tu sappia" insieme al post di una certa Megan. Guardò il ragazzo dritto negli occhi.
- ‎Tu potrai essere geloso ma di questo...di questo non te ne preoccuperai mai - disse bloccando il cellulare. Gionata non capì.
- ‎Di cosa parli? - chiese. Ellie indietreggiò, fino alla porta. La aprì sotto lo sguardo del ragazzo.
- ‎Guarda Instagram. Hai una notifica - disse uscendo. Gionata non fece in tempo a raggiungere la porta che questa si era già chiusa. Velocemente aprì la notifica e vide la foto: lui e quella ragazza bionda che si stavano baciando e lei lo aveva taggato inserendo una didascalia piuttosto provocante. Gionata lasciò cadere il cellulare, senza nemmeno rendersene conto. Uscì in corridoio e corse verso l'ascensore che ormai stava già scendendo.
Ellie, che cercava di trattenere le lacrime, si alzò il cappuccio in testa e non appena arrivò nell' atrio uscì velocemente. Dall'alto del quindicesimo piano, Gionata la guardò allontanarsi. Era furioso.
Rientrò in casa, sbattendo la porta alle sue spalle. Raccolse il telefono, crepato in un angolo e fece scorrere la rubrica.
- Dobbiamo parlare - disse freddamente lucido.
Ellie salì le scale di casa sua, a capo chino. Sentiva il cuore pesante e la testa era piena di pensieri. Si fermò a un passo dalla porta. Le lacrime iniziarono a scendere, incontrollabili.
Questa si aprì e il viso di Martina comparve davanti ai suoi occhi, annebiati dalle lacrime.
L'amica la trascinò all'interno dell'appartamento. Ellie non sentiva nemmeno ciò che le stava dicendo.
- Ma che è successo? - chiese scuotendola per farla reagire.
Ellie, senza dirle nulla, le mostrò la foto e Martina si portò una mano sulla bocca.
- E la cosa peggiore è che in questo momento vorrei solo stare tra le sue braccia, capisci? Mi ha spezzato il cuore eppure vorrei tornare in quella casa e stare con lui - pianse portandosi le mani sul viso.
Martina la strinse forte a sè, accarrzzandole i capelli e sussurrandole che sarebbe andato tutto bene anche se non poteva sapere come sarebbe finita.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora