Cap. 56

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Era domenica mattina, Ellie dormiva beatamente nel suo letto quando il cellulare iniziò a squillare all'impazzata. Lo afferrò e rispose.
- Charlie hai sbagliato ragazza - disse ancora con gli occhi chiusi.
- Ellie puoi venire da Sfe? - domandò con il fiatone. Aprì gli occhi e scattò in piedi, notando che erano solo le 5 e 30.
- Che è successo? - domandò con il cuore a mille.
- Ehm... nulla di grave, solo che è ubriaco e non riesco a tranquillizarlo e continua a dire che vuole solo te. So che ti sto chiedendo un enorme sforzo ma ti giuro che non ce la faccio più - le spiegò. Ellie alzò gli occhi al cielo. In fondo Charlie l'aveva sempre aiutata...
- Arrivo - disse freddamente.

Ellie chiuse la porta dietro di sè, mandando lo sguardo su Charlie e Gionata.
- Stai fermo cazzo - sbuffò il ragazzo cercando di tamponare sulla ferita.
- Mi fai male Charlie - disse Gionata cercando di allontanarsi, ma era seduto sulla sponda del divano e l'amico, che era piedi davanti a lui glielo impediva. Ogni tanto barcollava e Charlie doveva reggerlo.
- Ma che è successo? - chiese Ellie avvicinandosi ai due. Gionata sussoltò quando Charlie passò il disinfettante sul taglio appena sopra il sopracciglio.
- Basta ci rinuncio - disse esasperato e alzando le braccia in segno di resa.
- Mi avevi detto che era ubriaco - commentò Ellie. Gionata cercò di allontanare di nuovo l'amico dandogli uno spintone ma perse l'equilibrio e per poco non cadde.
- Fra mi fai male cazzo - esclamò Gionata piagnucolando. Vide Ellie e il suo viso si aprì in un ampio ma stanco sorriso.
- La mia ragazza è qui! - esclamò guardando Charlie come se fosse un bambino.
- È ubriaco, non vedi? Non sta nemmeno in piedi 'sto coglione - ringhiò esausto.
- Aia! Cazzo! - urlò di nuovo Gionata. Charlie, stanco, posò prepotentemente il batuffolo di cotone sul tavolino.
- Ti prego puoi reggerlo? - chiese ad Ellie che gettò la borsa a terra e fece ciò che le era stato chiesto. Gionata le sorrise avviciandosi e cercando di baciarla ma lei si scansò.
- Dio! Quanto cazzo ha bevuto? - domandò.
- Parecchio - sospirò Charlie lasciandosi cadare sul divano. Ellie lo guardò.
- Non hai dormito? - chiese e lui rise.
- Ma va! Quello ha iniziato a bere a mezzanotte e fino alle due non ha mai smesso. Ha fumato e poi alle quattro ha avuto la brillante idea di fare a botte con due coglioni - spiegò passandosi una mano sul viso.
- Okay, vai a casa Charlie. Ci penso io a lui - gli disse dolcemente.
- Ne sei sicura? - chiese ed Ellie annuì. Quando furono soli, fece sedere Gionata sul divano e afferrò il cotone. Iniziò a tamponare sulla ferita che ancora sanguinava.
- Ma che ti è venuto in mente? - chiese osservandolo apprensiva. Gionata rise stupidamente.
- Ho fatto a pugni - rispose.
- Perché? - domandò continuando a tamponare delicatamente. Gionata le afferrò la mano e la guardò.
- Perché ti amo - esclamò ed Ellie scosse il capo.
- Picchiare le persone non risolve nulla e forse è meglio se dormi un po' - disse facendolo alzare. Lo portò fino alle scale e lentamente lo aiutò a salire.
- Dormi anche tu insieme a me? - chiese quando lo fece sdraiare nel letto. Ellie lo guardò e lui iniziò a lamentarsi come se fosse un bambino.
- Va bene! - esclamò esasperata per poi sdraiarsi accanto a lui. Portò il capo sul ventre della ragazza e chiuse gli occhi.
- Questo letto era così vuoto - sussurrò per poi abbandonarsi al sonno. Ellie lo guardò e si morse le labbra, cercando di non piangere. Nessuno poteva sapere quando lei lo amasse e forse nemmeno lei se ne accorgeva.
Poco dopo anche Ellie si addormentò e si svegliò due ore dopo quando la nausea l'avvolse. Scansò Gionata e corse di sotto, verso il bagno.
Quando uscì dalla stanza vide il viso del ragazzo fissarla, perplesso.
- Ellie? Che... che ci fai qui? - domandò portandosi una mano sul capo.
- Charlie mi ha chiamato. Eri così ubriaco... - spiegò e lui si imbarazzò.
- Non ho fatto o detto nulla di stupido vero? - chiese peroccupato ed Ellie scosse il capo.
Gionata la fissò e la ragazza evitò il contatto visivo sentendosi a disagio.
- Non hai una bella cera - disse poi con un cenno di capo.
- Non è nulla - si affrettò a rispondere.
Il ragazzo annuì e poi si inumidì le labbra.
- Mi manca svegliarmi accanto a te - esordì ed Ellie scosse il capo senza guardalo.
- Gio ti prego... -
- È passato quasi un mese da quando eravamo in quel letto a parlare dei nostri tatuaggi, ti ricordi? E da quando siamo stati insieme. Mi manca cazzo, mi manchi - continuò allargando le braccia. Ellie fece per replicare ma si bloccò.
- Un mese? - chiese innarcando le sopracciglia.
- Già, è parecchio - commentò. Ellie, agitata, afferrò il cellulare e aprì il calendario.
- Devo andare - disse poi freddamente. Si diresse alla porta e l'aprì.
- Ma Ellie! - esclamò Gionata seguendola.
- Scusami - disse uscendo velocemente.
A passo sostenuto camminò per diversi metri e si fermò quando vide la croce verde della farmacia lampeggiare. Prese fiato ed entrò.
Quando tornò a casa corse in bagno e poco dopo scoppiò a piangere.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora