Cap. 34

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- Secondo me si è rifatta e poi se la guardi bene non è poi così bella - disse Sara, portandosi la forchetta alla bocca.
- Sì, è truccata tantissimo - intervenne Jennifer. Martina rise commentando a sua volta.
Ellie si limitò ad annuire, priva del minimo interesse e le altre se ne resero conto. Come potevano non farlo?
Martina però non ci prestò troppa attenzione, erana così assente e persa nei suoi pensieri da ormai una settimana, ovvero da quando erano tornate da Miami.
Charlie e Gionata erano subito partiti per uno dei tanti tour che avano in programma ed Ellie si era chiusa in se stessa.
- Non partecipare troppo - commentò sarcastica Sara. La ragazza sollevò lo sguardo dalla sua triste insalata e la fulminò.
- Quando parlerete di cose sensate, allora vi darò il mio contributo - sorrise acidamente. Jennifer la guardò perplessa mentre Sara, infastidita, si schiarì la voce.
- Se i nostri discorsi ti sembrano stupidi, puoi anche andare a mangiare da un'altra parte - replicò posando la forchetta e portando le braccia al petto. Ellie sboffonchiò.
- "I nostri discorsi" ? Vorrai dire i tuoi discorsi. Se non l'hai notato loro due ti danno retta perchè sono troppo gentili. Io francamente mi sono stufata di esserlo - le disse sfidandola con lo sguardo. Sara sollevò un sopracciglio, inviperita. Jennifer non sapeva che dire o che fare, mentre Martina guardava fiera la sua amica.
- Okay. Di cosa vorresti parlare Ellie? - chiese cercando di trattenere la rabbia.
- Sicuramente non di te e delle tue conquiste. O delle ragazze dei tipi che ti scopi - fece spallucce bevendo un sorso d'acqua. Guardò l'ora sul cellulare e si alzò dal tavolo.
- È stato bello pranzare con voi, ragazze. Ora me ne vado però - sorrise facendo il segno della pace e allontanandosi. Afferò il cellulare e il suo viso si illuminò quando vide che Gionata le aveva scritto.

Come va la vita milanese?

A meraviglia

Il tuo sarcasmo mi dice
che c'è qualcosa che non va

Sherlock

Ellie...

Niente Gio, tutto bene. Le
solite cose. Esattamente le
solite cose

Hai lezione?

No. Stavo andando in
biblioteca

Ti va un caffè?


Sei a Olbia. Vuoi prenderlo
via Skype?

Tra cinque minuti davanti
al teatro degli Arcimboldi.
Porta l'ombrello. Piove


Ellie bloccò il cellulare perplessa. Varcò la porta e un venticello freddo le fece ondeggiare i capelli. La pioggia cadeva, delicatamente, eppure aveva già bagnato ogni cosa. Le piastrelle di marmo bianco del cortile, erano lucide come non mai.
Si incamminò verso il teatro e se da un lato era felice di rivederlo, dall'altro si sentiva agitata. Quando svoltò l'angolo, rallentò, guardando scioccata l'auto parcheggiata davanti al teatro. Si guardò attorno e poi la raggiunse a passo veloce. Bussò sul finestrino e, colta alla sprovvista, la portiera si aprì verso l'alto. Gionata sorrise invitandola a salire.

- Questa auto da troppo nell'occhio - disse Ellie sedendosi. La portiera si richiuse e la ragazza si guardò attorno.
- È bello vederti. Sì, sto bene anche io. Grazie per avermelo chiesto - esordì Gionata voltandosi verso di lei. Ellie lo guardò divertita.
- Dov'è il Porsche? - chiese.
- Sei seduta sulla mia nuovissima BMW i8 e mi chiedi della Porsche? - domandò perplesso. Ellie alzò le spalle. Gionata scosse il capo, ridendo. Mise in moto e il rombo del motore, risuonò nell'aria. Un paio di ragazzi che passavano di lì, si fermarono ad osservare l'auto.
- Vetri oscurati - ammiccò Gionata partendo a tutto gas. Sfrecciò via veloce, sollevando l'acqua che si travava sull'asfalto.
- Pensavo fossi in Sardegna - disse Ellie mettendosi comoda. Come poteva non farlo? Quell'auto era una bomba.
- Ieri lo ero. Sono tornato stanotte - rispose mantenendo lo sguardo dritto davanti a sè.
- E non me lo hai detto? - rise dandogli una sberletta sul braccio.
- Dovevo andare a comprare questo gioiellino - sorrise battendo la mano sul volante. L'auto si fermò ad un semaforo e la pioggia sembrò aumentare. Ellie guardava fuori dal finestrino, persa nei suoi pensieri. Gionata la osservò con la coda dell'occhio. Aveva capito che c'era qualcosa di strano. Qualcosa che non andava perchè non era più la Ellie felice e spensierata di Miami.
- Che hai? - domandò. La ragazza, senza spostare lo sguardo, alzò le spalle.
- Nulla. Sono solo stanca. È stata una settimana pesante - rispose. Gionata scosse il capo. Non ci credeva.
- Certo, come no - rise amaramente. La luce verde si accese e la BMW sfrecciò via veloce.
Ellie si voltò verso di lui, infastidita dal suo tono da saputello.
- Non puoi sapere ogni cosa, Gionata - intervenne. Il ragazzo si innervosì.
- Invece tu sì? - commentò. Ellie sollevò un sopracciglio.
- Io non so un cazzo. E nemmeno tu. Nessuno sa niente di niente, perchè a nessuno in questo mondo interessa. Sono tutti concentrati su se stessi che si dimenticano completamente delle persone che hanno accanto - tuonò infastidita.
- Ti stai riferendo a me? Pensi che sia troppo concentrato su me stesso? - chiese fermandosi ad un altro semaforo. Ellie scosse il capo. Era stanca e sicuramente non aveva intenzione di litigare. Non con lui per lo meno.
- Se pensi che sia un egoista del cazzo, dimmelo. Ho perso il conto di quante persone me lo hanno detto - disse freddamente.
- Io non penso un bel niente e non mi stavo riferendo a te - replicò scioccata. Il semaforo diventò verde ma Gionata sembrò non accorgersene. L'auto dietro di loro suonò il clacson un paio di volte. Il ragazzo infastidito alzò il medio per poi partire.
- A me sembrava di sì - commentò acidamente. Ellie si spazientì.
- Pensa quello che vuoi Gionata - sbuffò portandosi le braccia al petto. Il ragazzo la guardò con la coda dell'occhio e sospirò. Velocemente entrò in un parcheggio e si fermò. Ellie si guardò attorno perplessa.
- Vuoi dirmi che ti prende? Per favore - chiese voltandosi completamente verso di lei. Alzò le spalle, portandosi una mano sul viso. La fece salire fino ai capelli, spontandoli dal viso.
- Ieri era il compleanno di mio papà - esordì con un filo di voce, quasi si vergognasse.
- Gli ho fatto gli auguri e mi ha risposto con un freddo 'grazie' - continuò. Gionata fece spallucce.
- E ti ha messo così di pessimo umore? - domandò. Ellie sorrise amaramente.
- No ma è tutto l'insieme. Mio padre, Sara che mi fa uscire di testa, lo studio e... - si bloccò, quando si rese conto che stava per dire il nome del ragazzo.
- Ho la testa così piena di pensieri che credo di impazzire. A Miami mi sembrava di essermi liberata di tutto questo schifo ma non appena ho rimesso piede in casa, è tornato tutto come prima. Mio padre che mi odia, Sara che non fa altro che parlare e parlare dei tipi che si porta a letto. In più ho tre esami da dare e non so da che parte iniziare - esplose e per un'attimo si sentì più leggera.
Gionata sorrise dolcemente e abbassò lo sguardo quando la ragazza lo guardò.
-

Posso prendere anche qualcosa da mangiare? - chiese poi Ellie, spezzando il silenzio. Il ragazzo la guardò divertito.
- Possiamo prendere tutto quello che vuoi - sorrise riaccendo l'auto e imboccando di nuova la strada.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora