Cap. 55

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La mattina seguente Ellie si trovava nel letto, intenta a guardare la pioggia che cadeva e batteva contro la finestra. Martina si stava preparando per andare in università mentre lei aveva preferito stare a casa. Non se la sentiva, non voleva far finta che andasse tutto bene, non questa volta.
Gurdava la pioggia pensando a quello che era successo. Pensò che forse aveva esagerato ma pensò anche che forse la sua reazione era stata giusta.
Si era alzata, lavata e vestita ma alla fine aveva deciso di indossare la tuta, un maglione e poi era tornata a letto. Troppi pensieri per andare in università.
Il campanello suonò non una, non due ma ben tre volte. Ellie non volle alzarsi ma chiunque aveva suonato, ora stava bussando animatamente.
Martina andò ad aprire.
- Che cazzo ci fai qui?! - tuonò furiosa.
- Ti supplico devo parlare con Ellie - sentì dire da una voce maschile che avrabbe riconosciuto anche in mezzo ad altre mille.
- Va' via Sfe. Ellie non è nelle condizioni di parlarti - ringhiò Martina.
- Ellie! Ellie ti prego - gridò. La ragazza cercò di ignorarlo ma se la sua testa le diceva di non cedere, il suo cuore spingeva ad uscire dalla stanza e raggiungerlo.
- Fallo entrare Marti - disse comparendo poi sulla porta di camera sua. Lei si voltò guardandola scioccata. Fulminò Gionata con lo sguardo ed uscì da casa.
Gionata entrò con prepotenza chiudendo la porta alle sue spalle.
- Lo so che mi odi ma sono qui perchè cazzo io non voglio perderti. Non voglio. Io ti amo e qui ho le prove - disse sfilandosi la felpa di Gucci. Ellie lo guardò perplessa.
- ‎Le prove? E che stai facendo? - chiese lei non capendo.
Gionata rimase a petto nudo ed Ellie scosse il capo.
- Quindi? - esclamò allargando le braccia.
Il ragazzo si avvicinò.
- Quì - disse indicando le costole appena sotto il lato sinistro, quelle più vicine al cuore.
Ellie guardò attentamente quella scritta composta da cinque lettere. Sbarrò gli occhi e sentì il cuore batterle all'impazzata.
- È per questo che ero senza maglia, Ellie. Perchè ti volevo sulla mia pelle ogni giorno - le spiegò. La ragazza sentì gli occhi bruciarle ma cercò di non piangere.
- Perdonami - disse con un filo di voce.
- Gio io ti amo ma ho capito di non potercela fare - esordì. Lui si agitò.
- Che significa? Io posso migliorare. Posso evitare di fare certe cose e andare in certi posti. Posso... - ma Ellie lo bloccò afferrando il suo viso tra le mani.
- Tu non devi fare niente. È la tua vita Gio e non la devi cambiare perchè io non so viverla. Pensavo di essere forte e invece non lo sono. Alla prima difficoltà sono caduta e guardami, sono un disastro. Non riuscirei a goderti perchè sarei sempre lì con l'ansia che potrebbe finire da un momento all'altro - gli spiegò. Il ragazzo scosse il capo.
- Ma io ti amo - le disse contraendo la mascella. Ellie gli diede un delicato bacio sulla bocca mentre una lacrima le scivolò lungo il viso.
- È stato bello conoscerti Gionata - disse sorridendogli appena.
Lui non disse più nulla. Capì che era finita e che il cuore di Ellie si era spezzato. Che le aveva fatto così male da non essere in grado di riprovarci e così accettò, a malincuore, la scelta della ragazza.
Annuì e a capo chino si diresse alla porta. L'aprì e poco prima di scomparire oltre ad essa si voltò e la guardò un'ultima volta.
- Ti amo e quando vorrai tornare io sarò lì - disse. La porta si chiuse ed Ellie prese la testa fra le mani e pianse.

Il giorno dopo Ellie decise di andare in università. Salì sulla metro e si ritrovò schiacciata contro al palo di metallo. C'era così tanta gente da non sentire nemmeno più o propri pensieri. Aveva dimenticato le cuffiette a casa e si maledì. Alcune persone scesero lasciando dei posti liberi.
Ellie fece per sedersi ma improvvisamente si bloccò. La metrò ripartì e lei rimase in piedi a fissare quel posto vuoto. Si ricordò quando quel ragazzo le aveva rubato il posto e che poco dopo le aveva rubato anche il cuore.
Quando entrò in aula, si sedette accanto a Jennifer che dolcemente le sorrise.
- Stai bene? Martina mi ha detto che ieri avevi un forte mal di testa - le disse. Ellie annuì.
- Si meglio - sorrise appena. Jennifer però la guardò attentamente.
- Non mi sembra in forma -
Effettivamente non stava per niente bene. Aveva la testa che le scoppiava e come un masso che le schiacciava il petto.
La lezione iniziò ma Ellie sembrò non essersene accorta. Era immersa nei suoi pensieri fino a quando non avvertì un senso di nausea.
- Devo andare in bagno - disse a Jennifer che la guardò preoccupata.
- Che hai? - chiese.
- Nausea - rispose uscendo dall'aula e correndo verso il bagno. Si portò una mano sulla bocca e con la spalla spinse la porta. Si chiude dentro e si abbassò sul wc, vomitando.
Aprì l'acqua del lavandino, si pulì il viso e si guardò allo specchio.
- Ma che ti sta succedendo? - si chiede osservandosi.

Quel senso di nausea si ripresentò puntuale, ogni mattina. Al decimo giorno Ellie iniziò a preoccuparsi seriamente. Prese posto accanto a Martina sul divano e sospirò.
- Che succede? - chiese l'amica voltandosi verso di lei. Ellie alzò le spalle.
- Ho sempre la nausea - si lamentò portandosi una mano sul viso.
- Per via di quello che è successo con Gionata? L'hai più sentito? - chiese.
- Non lo so. So solo che da quando ci siamo lasciati... da quando l'ho lasciato, sto male. E no, cioè lui ogni tanto mi scrive ma io non gli rispondo - replicò abbassando lo sguardo. Martina le afferrò la mano.
- Perché vuoi farti del male Ellie? Dagli un'occasione ancora. Cazzo, tu lo ami e lui ti amo. Che senso ha stare lontani? - domandò ed Ellie la fissò, senza dire una parola.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora