Cap. 40

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Ormai era ora di cena. Gionata imboccò l'entrata del parcheggio sotterraneo di Porta Garibaldi. Indossò il cappucciò e si voltò verso Ellie.
- Ti va di cenare? - chiese e la ragazza annuì.
Poco dopo stavano varcando quel vecchio portone in legno, lungo Corso Como. Era lo stesso locale dove avevano bevuto il primo caffè insieme. Gionata sorrise all'uomo che si trovava sulla porta e che li accolse gentilmente.
Richiese il solito tavolo, così l'uomo gli fece strada. I presenti quasi non fecero caso ai due ragazzi ed Ellie, sull'attenti, tirò un sospiro di solievo quando vide che il loro tavolo si trovava in una zona appartata: dietro ad una alta parete completamente ricoperta da piante.
- Adoro questo posto - sorrise il ragazzo prendendo posto. Ellie aprì il menù e improvvisamente sussultò.
- Oh cazzo. Non ho la borsa - era uscita così velocemente da casa che non aveva preso niente, nemmeno il cellulare.
- Offro io - alzò le spalle Gionata senza pensarci troppo. Ellie lo ringraziò e lui scosse il capo.
- Lo faccio volentieri e soprattutto perchè o mangiamo o ce ne andiamo. Non abbiamo molta scelta - rise dietro al menù.
La serata passò velocemente tra una risata e l'altra. Gionata si alzò dirigendosi al bancone per pagare il conto. Due ragazzi si avvicinarono, chiedendogli una foto e lui, tranquillamente, accettò. Era così famigliare stare con lui che Ellie quasi si era scordata che, per tutti gli altri, non era solo Gionata ma una persona famosa.
Quando i due ragazzi si allontanarano, le fece un cenno di capo, invitandola a raggiungerlo.
- Mangiato bene? - chiese portando il braccio attorno al collo della ragazza. Ellie annuì sorridendogli allegramente. Erano così immersi uno negli occhi dell'altro che non si resero nemmeno conto delle persone che li circondavano e che questa volta li avevano notati, inziando a scattare foto. Quelle foto che ben presto sarebbero finite sui loro account Instagram.
- Dove vuoi andare? - chiese Gionata quando uscì dal parcheggio. La pioggia avava iniziato a cadere violentemente, riducendo la visibilità.
- Forse è meglio andare a casa. Piove troppo - disse Ellie osservando quelle nuvole cariche di pioggia. Il ragazzo annuì, fece inversione e schizzò via veloce. Improvvisamente una spia iniziò a lampeggiare sul cruscotto. Gionata parcheggiò a pochi metri da casa sua.
- Credo siano i freni - disse cercando di capire qualcosa ma si vedeva che la meccanica non era proprio il suo forte. Ellie sorrise dolcemente, era così carino.
- Dobbiamo lasciarla quì - esclamò battendo le mani e voltandosi verso di lei.
- Casa mia è proprio lì. Facciamo una corsa - sorrise slacciandosi la cintura e dicendole di aspettare in auto. Scese portandosi la giacca sulla testa. Aprì poi la portiera di Ellie e face infilare anche lei sotto al suo giubbotto. Le luci dell'auto lampeggiarono un paio di volte quando premette sul telecomando, chiudendola.
- Andiamo - disse tenendo le braccia tese sopra le loro teste. Ellie rimase incollata al ragazzo fino a quando non raggiunsero la portineria del palazzo.
- Cazzo! Sono fradicia - esclamò la ragazza guardandosi nello specchio dell'ascensore. Gionata si passò una mano sui capelli.
- Pure io - commentò quasi disgustato.
Percorsero il lungo corridoio mentre la pioggia batteva sempre più violenta contro le ampie vetrate. La fece entrare in casa, dove venne accolta da un leggero tepore. Un lampo illuminò l'intero appartamento. Gionata cercò gli interruttori a tastoni contro la parete.
- Trovati! - urlò vittorioso quando le luci si accesero. Ellie si sfilò le scarpe e si tolse il giubotto zuppo.
- Cazzo - piagnucolò guardando la maglia e i jeans completamente bagnati. Gionata le afferrò la mano e la trascinò su per le scale.
- Ti presto l'ennesima maglia. In pratica mi stai svuotando l'armadio. E tra l'altro... tu hai ancora quella che ti avevo prestato a Miami? - le domandò. Ellie alzò le spalle.
- Mh... no - mentì fermandosi davanti al letto e pensando a quella maglia sotto al suo cuscino. Gionata aprì l'armadio rovistando tra i cassetti.
- Tieni - sorrise allungandogliene una.
Ellie, infastidita dagli abiti bagnati, senza pensarci, iniziò a sfilarsi gli abiti, sotto lo sguardo stupito di Gionata.
- Che c'é? - domandò infilandosi velocemente la maglietta del ragazzo. Lui alzò le spalle e prendendo esempio da Ellie, si tolse i vestiti per poi indossare solo un semplice paio di pantaloncini da calcio.
- Ti sta bene - sorrise compiaciuto Gionata, guardandola.
- Lo so, grazie - esclamò raccogliendo i capelli in un'alta coda di cavallo. Il ragazzo non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Si morse il labbro e cercò con tutto se stesso di non cedere.
Ellie, d'altro canto, guardava Gionata e i suoi capelli completamente bagnati che lo rendevano estremamente sexy.
- Okay! Non ce la faccio - esplose il ragazzo alzando le braccia al cielo in segno di resa. Con uno scatto che sorperse Ellie, l'afferrò attirandola a sè e baciandola.
La ragazza gettò le braccia attorno al suo collo mentre Gionata fece scivolare le sue mani sotto alla maglia di Ellie.
La ragazza percepì come un brivido quando sentì la schiena nuda di Gionata sotto le sue dita.
Lentamente il ragazzo le alzò la maglia ma poi si bloccò, facendosi serio.
- Se non vuoi... - disse a pochi centimetri dal suo viso ma Ellie come risposta, riprese a baciarlo.
Gionata la fece sdraiare sul letto senza staccare la bocca dalla sua.
- Sei sicura Ellie? - chiese tra un bacio e l'altro. La ragazza gli accarezzò il viso, dolcemente. Lo guardava come non aveva mai guardato nessun'altro e Gionata, la guardava come se non avesse mai visto niente di più bello.
- Direi proprio di sì - sorrise e Gionata non si fece di certo pregare. La pioggia cadeva incessantemente, accompagnata da tuoni e fulmini. La luce traballava per i cali di tensione ma ai due non importava. Erano completamente persi in loro.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora