Cap. 38

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Il cielo grigio pesava sulla città. Ellie alzò lo sguardo verso quelle nuvole cariche di pioggia, mentre aspettava il tram che l'avrebbe portata a casa. Un ragazzo le si affiancò.
- Hai da accendere? - domandò. Ellie si voltò.
- No, non fumo - rispose dispiaciuta. Il ragazzo alzò le spalle e rimise la sigaretta nella tasca del giobotto.
- Vorrà dire che oggi non ucciderò i miei polmoni - scherzò.
- Un giorno in più di vita - commentò Ellie guardando distrattamente il dispaly che segnava gli orari d'arrivo.
- Io sono Alberto, comunque - sorrise il ragazzo dai capelli biondo cenere. Ellie osservò la sua mano, tesa verso di lei.
- Ellie - ricambiò il sorriso stringendogli la mano.
- Frequenti la Bicocca? - chiese e lei annuì.
Parlarono del più e del meno fino a quando non arrivò il tram.
- Dove sei diretta? - chiese Alberto.
- A Garibaldi - rispose Ellie salendo sul mezzo seguita dal ragazzo.
- Davvero? Abiti lì? - domandò prendendo posto proprio difronte a lei.
- Sì più o meno, in quelle zone. Tu? - chiese curiosa. In fondo non era male, anzi, era addirittura un bel ragazzo: alto, biondo, occhi azzurri e due belle spelle possenti.
- A Moscova - Ellie fece schioccare la lingua.
- Cazzo, dev'essere bello abitare lì -
- Sì, non mi lamento - sorrise divertito. I due ragazzi chiacchierano per tutto il tempo come se si conoscessero da sempre. La voce metallica annunciò la prossima fermata. Ellie e Alberto si alzarono posizionandosi proprio davanti alle porte.
- Da che parte vai? - chiese il ragazzo indicando diverse direzioni.
- Da quella parte, verso Monumentale - rispose Ellie indicando una lunga via trafficata.
- Ti accompagno - esclamò incamminandosi. La ragazza innarcò sopracciglia.
- No, non devi -
- Faccio due passi - sorrise afferrandola per il braccio. Non appena arrivarono davanti al portone di casa, Ellie sentì il cuore accellerare all'impazzata. Alberto le sorrise dolcemente.
- Okay, allora magari ci si ribecca in università - le disse ma la ragazza sembrava essere su un altro pianeta.
- Si certo - esclamò distrattamente. Guardò oltre le spalle del ragazzo con il cuore che batteva sempre piu forte.
- Bene, allora vado a casa. Ci si vede, Ellie - sorrise allontandosi. La ragazza ricambio il sorriso ed infilò le chiavi nella serrattura del portone. Fece per richiuderlo ma qualcuno glielo impedì entrando di prepotenza.
- Gio?! Ma che cazzo?! - esclamò fingendo di non sapere che fosse lì anche se aveva visto quella bellissima BMW i8 parcheggiata proprio davanti a casa.
- Chi era quel modello svedese? - chiese il ragazzo chiudendo il portone dietro alle sue spalle. Ellie alzò le spalle.
- Un ragazzo dell'università che ho conosciuto alla fermata del tram - rispose salendo su per le scale. Gionata annuì beffardamente.
- Già e ti ha già accompagnato a casa? - domandò seguendola. Velocemente le afferrò il cellulare che si trovava nella tasca posteriore dei suoi jeans e lo sventolò in aria.
- Che cazzo! Ridammelo - ringhiò nervosa. Gionata fece schioccare la lingua, portandolo dietro alla schiena.
- Chi è quel tipo? - domandò di nuovo. Ellie alzò gli occhi al cielo.
- Sai che c'é? Tieniti il cellulare. Tanto ha il codice - esclamò correndo sù per le scale. Gionata la seguì a ruota fin dentro l'appartamento.
- Ellie - esordì chiudendo la porta alle sue spalle.
- Perché ti interessa quel ragazzo? - domandò gettando lo zaino a terra. Gionata portò le braccia al petto e guardò truce la ragazza.
- Voglio sapere chi è il coglione che ti gira intorno. O vogliamo parlare dell'ultima volta che ho dovuto spaccare il naso ad uno? - disse con fare da saputello. Ellie si spazientì.
- Prima di tutto non chiamarlo "coglione". Non lo conosci e poi pensi che tutti i ragazzi che abbia frequentato siano dei coglioni? - chiese puntando il dito contro di lui. Gionata sboffonchiò.
- Perché tu sì? E tu non hai frequentato così tanti ragazzi - le disse guardandola da testa a piedi. Ellie sentì il sangue ribollire nelle sue vene.
- Non ti permettere di dare giudizi su di me o sulla mia vita amorosa, Gionata -
- E tu non chiamarmi Gionata in quel modo. Sai che lo detesto - si innervosì.
- Oh perdonami ma è il tuo nome - urlò arrabbiata.
- È il tono con cui lo dici che non mi piace - replicò il ragazzo duramente. Ellie alzò le spalle e si portò la mani sui fianchi.
- Beh, a me non piace che classifichi i ragazzi come "coglioni" e che ti intrometti così negli affari miei - Gionata scoppiò in una amara risata.
- Ma sono dei coglioni Ellie! -
- Allora le tue sono tutte troie, va bene così? - chiese acidamente. Il ragazzo si corruciò.
- In ogni caso quel tipo non mi piace. Sembra il Ken della Barbie cazzo - esclamò.
- E a me non piace Eva o tutte le altre tue amichette - intervenne Ellie lasciandolo di sasso.
- Cosa c'entrano ora? - domandò facendosi serio.
- Niente - scosse il capo dirigendosi in camera sua. Gionata però non voleva lasciar perdere così la seguì.
- No, ora me lo dici - esclamò fermandosi sulla porta. Ellie non voleva farlo ma lo sguardo del ragazzo era così freddo e pungente che non potè far altro che dirglielo.
- Sono sempre perfette e non capisco come fanno - rispose con un alzata di spalle.
- Non sono perfette - commentò lui.
- Come no. I capelli sempre pettinati nel modo giusto come il trucco e sono sempre vestite benissimo. Per non parlare del loro fisico scolpito - esordì.
- Non a tutti piace un fisico scolpito - intervenne il ragazzo ed Ellie rise befferda.
- Certo, infatti tu stavi con Eva perchè era simpatica - gli disse sfidandolo. Gionata scosse il capo.
- Sei gelosa? - chiese innarcando le sopracciglia e inumidendosi le labbra che Ellie fissò per pochi secondi.
- Chiesto da te - esclamò la ragazza. Gionata scosse il capo.
- Ellie, tu sei bellissima così. Non farti strane paranoie, cazzo -
- Non mi faccio strane paranoie. È evidente che non sono così - disse indiciandosi. Gionata sorrise mordendosi le lebbra e si avvicinò a lei.
- Okay ma anche se non hai quelle tette e quel culo, tu sei bellissima comunque. Fidati Ellie, te lo sto dicendo sinceramente. Quello non è tutto - replicò sedendosi sul letto e trascinando accanto a sè la ragazza.
Ellie sospirò.
- Ti ricodi la foto che è uscita di noi due fuori dal negozio? - le chiese.
- Come posso non ricordarmi. Ne stanno parlando ancora tutti - alzò gli occhi al cielo.
- Beh, tu non hai idea di quanto io mi senta figo in quella foto e non perché sono venuto bene. Ma perché ho te da mano - Ellie si voltò verso di lui, felicemente sorpresa.
- Cazzo Ellie ma eravamo bellissimi - sorrise entusiasta, contagiando anche la ragazza. Ellie sospirò e posò il capo sulla spalla di Gionata.
- Non dubitare mai più di te stessa - le sussurrò all'orecchio. Ellie si voltò verso di lui. Improvvisamente si sentì pervadere da una forte agitazione e la sua testa iniziò a riempirsi di pensieri. Quando Gioanta la guardò, il suo cuore iniziò ad accelerare. Lo sentiva battare così forte da sovrastare i suoi pensieri. Il ragazzo si passò la lingua sulle labbra, senza distogliere lo sguardo da lei e senza dire una parola, le afferrò il viso stampandole un bacio.
Ellie si staccò guardandolo incerta ma poi qualcosa scattò in lei e senza pensarci troppo, questa volta fu lei ad afferragli il volto e a baciarlo.
Gionata sorrise, possando le mani sulla sua schiena. Il bacio, da innocente e dolce si trasformò in uno carico di passione. Il ragazzo l'afferrò facendola sdraiare. La sua bocca scivolò fino al collo per poi tornare sù. Si bloccò, guardandola negli occhi.
- Che stiamo facendo? - chiese Ellie.
- Non ha importanza - sorrise lui per poi tornare a baciarla mentre la ragazza passò delicatamente le mani tra i capelli di Gionata.
Improvvisamente si udì il rumore delle chiavi infilarsi nella fessurra.
Ellie si bloccò scansando immediatamente il ragazzo e scattandando in piedi. Gionata si rimise seduto, osservandola compiaciuto.
- Ellie - rise con fare pacato. La ragazza si voltò verso di lui.
- Non dire una parola - ringhiò sistemandosi i capelli. Corse alla porta e l'aprì.
- Charlie? - esclamò perplessa quando vide il volto del ragazzo.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora