Cap. 29

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- Marti posso chiederti una cosa? Non è proprio una domanda, è più una cosa che ho in testa da stamattina e mi sta facendo impazzire - disse Ellie stando seduta sul bordo della vasca da bagno. Era ancora in intimo e aspettava che la sua amica finisse di truccarsi.
- Ma certo. Dimmi tutto - sorrise passandosi anche l'ultimo strato di cipria.
Ellie aspettò qualche secondo. Non sapeva bene da che dove partire. Cercava di riordinare i pensieri.
- Non darmi della pazza però - disse prendendo fiato. Martina scosse il capo inziando a cercare il rossetto nel suo beauty case.
- Oggi quando ero al bar ed è arrivato Gionata... ecco, ha detto una cosa che, probabilmente non è nulla e magari l'ha detta solo perchè odia Tommaso, però mi ha lasciato questo dubbio in testa - esordì guardandosi i piedi. Martina ogni tanto le lanciava qualche occhiata attraverso lo specchioe la vedeva parecchio tesa.
- Tommaso ha detto che si comportava da appiccicoso perchè magari gli piaccio - a quelle parole Martina iniziò a rallentare ogni suoi movimento, in attesa, come se qualcosa stava per esplodere.
- E Gionata gli ha risposto con un "anche se fosse". Ecco Marti io è tutto il giorno che ci penso. Gli ho pure detto "per quanto vale io ti voglio bene" e lui... - non riuscì a finire che Martina si voltò felicemente scioccata. Aveva la bocca spalancata e la guardava entusiasta.
- E lui? O mio dio - esclamò.
- E lui mi ha detto "vale, credimi". Magari non è nulla però ultimamente mi sembra strano - disse alzando le spalle. Martina si sedette sul water e accavallò le gambe, sporgendosi in avanti con il busto.
- Non ci credo! Strano in che senso? - chiese osservandola. Ellie fece spalucce.
- Non so, mi guarda in modo... intenso. Alle volte mi sento in imbarazzo e se ne esce con queste risposte ambigue che mi spiazzano - spiegò sentendosi quasi stupida. Martina annuì, analizzando la situazione.
- Okay. Forse non è nulla però devo ammettere che hai ragione ad avere tutti questi pensieri. Magari gli piaci davvero Ellie - sorrise allegra la ragazza.
- No. No Marti, io non gli piaccio - disse alzandosi e afferrando il mascara. Si mise davanti allo specchio e si fissò.
- Che ne sai? - chiese Martina guardandola.
- Perchè io non sono come loro. Quelle ragazze che lui frequenta. Alte, magarissime, capelli perfetti, tutte toniche che si ammazzano di palestra - spiegò abbassando lo sguardo. Martina fece schioccare la lingua e si affiancò a lei. Le scostò i capelli dietro le spalle e le alzò il viso.
- Cazzo guardati. Sei alta, hai un bel fisico e in più sei bellissima Ellie. Ma poi tesoro che cazzo te ne frega di quelle oche di plastica? Tu sei fantastica qui dentro - le disse indicandola prima la testa e poi il cuore. Ci fu un attimo di silenzio carico di tensione.
- Ti piace Sfera? - chiese facendosi seria. Lei la guardò riflessa nello specchio.
Qualcuno bussò alla porta facendole sobbalzare. Poi la voce sorda di Charlie dall'altro lato, le invitava a muoversi.
Ellie si mise il mascara e un filo di matita. Indossarono i loro vestiti ed uscirono da lì.
Charlie e Gionata erano seduti sul divano e quando le videro si ammutoliromo.
- Che fighe - esclamò Charlie fischiando.
- Vieni vestita così? - domandò Gionata guardando Ellie che indossava uno dei suoi soliti vestiti che sembravano maglie a maniche corte oversize. Era nero con stampato sul petto, dove si trovava anche un'importante scollo, delle rose, un paio di ali e una scritta in stile rockettaro. Portava un paio di calze a rete e i suoi anfibi. I capelli erano sciolti, tranne una ciocca intrecciata. Si intravedevano gli orecchini a cerchio e le sue dita erano costellate da anelli, mentre il polso destro era pieno di braccialetti.
- Sì, perchè? - chiese guardandosi. Gionata si alzò dal divano e aprì la porta.
- Sarà una lunga e stancante serata - disse tra sè e sè.
- Ma che problemi ha? - domandò Ellie a Charlie che alzò le spalle.
- Che vuoi che dica, gli da fastidio quando qualcun'altro vuole ciò che suo - rispose uscendo dalla porta. La ragazza rivolse lo sguardo a Martina, perplessa quanto lei.
Diversi minuti dopo, i ragazzi stavano percorrendo il lungo corridoio che portava all'attico di Tommaso.
Charlie aprì la porta e la muscia li travolse. C'erano così tante persone che era difficile capire in quale parte della casa si trovavano. Ampie vetrate si affacciano sul mare e l'azzurro dell'acqua delle piscina a orizzonte, si rifletteva all'interno.
- Siete arrivati - esclamò Eva accogliendoli. Salutò tutti con un bacio e poi spiegò dove si trovavano gli alcolici e tutto il resto.
Tommaso comparve dietro di lei.
- Benvenuti - ammiccò spavaldo. Squadrò i ragazzi e poi le ragazze.
- Fate come se fosse a casa vostra - esclamò ad alta voce per via della musica.
- Minimo - commentò Gionata. Il ragazzo lo osservo con fare da superiore.
- C'é da fumare? - chiese poi Gionata guardandosi attorno. Tommaso sorrise eppena.
- Erba? Mh, non credo. Però se vuoi c'é un mio amico che ha sempre con sé della coca - rispose fingendosi gentile e disponibile. Gionata annuì, passandosi una mano sulla nuca.
- Ti sembro un tossico? Non uso quella merda - gli disse facendosi serio, afferrò la mano di Ellie e la trascinò verso la cucina dove si trovava il catering.
Charlie e Martina li seguirono a fatica. Troppe persone.
Ellie guardò la sua mano in quella del ragazzo e poi alzò lo sguardo, posandolo sulla schiena di Gionata. Il cuore iniziò a betterle forte nel petto. Chiuse per un istante gli occhi. No. No a lei non piaceva Gionata e a lui non piaceva lei. Era così. Doveva essere così.
- Cosa volete da bere? - chiese il barman. Gionata guardò Ellie e gli altri.
- Mh, facci Vodka Lemon - sorrise.
Il dj iniziò ad alzare il volume. La festa era entrata nel vivo. Eva si era aggregata a loro e aveva iniziato a ballare intorno a Gionata che però non sembrava interessato. Charlie a stento muoveva i piedi, mentre Ellie e Martina ballavano tra di loro.
Uno, due, tre, quattro drink. Le luci, le persone e Game Over di Martin Garrix che pompava forte nelle casse.
- Ho bisogno di aria- urlò Ellie all'orecchio di Martina dopo quasi due ore.
- Vado fuori un attimo. Tu stai qui con Charlie mi raccomando - le sorrise allegra. L'alcol stava facendo il suo effetto su tutti i ragazzi. Eva ballava sempre più avvinghiata a Gionata che però non perdeva mai di vista Ellie, infatti quando la vide allontanrsi non perse tempo a seguirla.
- Ellie - esclamò Tommaso afferrandola per la vita e trascinandola a sè per farla ballare. Lei rise per via del troppo alcol.
- Mi serve aria fresca - gli disse sorridendo.
- Posso venire a farti compagnia - disse seguendola fuori sul terrazzo. Gionata li vide e si fermò poco prima della vetrata.
Tommaso aiutò Ellie a sedersi su uno dei divanetti e poi prese posto accanto. Mise il braccio sulla sua spalla e si avvicinò al suo orecchio ma in un batter d'occhio, Gionata comparve affianco a loro.
- Bello questo posto. Bella festa amico - disse lasciandosi cadere proprio in mezzo ai due. Tommaso lo guardò, fuoriso.
- Ehi amico, togliti dal cazzo. Non vedi che vogliamo stare soli? - esclamò. Gionata lo guardò e poi scoppiò a ridere.
- E lei lo vuole? - chiese indicando Ellie.
- In effetti no - replicò lei. Tommaso la guardò furioso.
- Come scusa? - tuonò ed Ellie sollevò un sopracciglio.
- Cosa credevi? Che sarei venuta a letto con te? Io non ti consoco e onestamente non mi piaci nemmeno poi così tanto per approfondire - fece spallucce. Probabilmente era l'acool che la faceva parlare ma era sicura e convinta di quello che stava dicendo. Gionata gettò il capo all'indietro, ridendo. Tommaso scattò in piedi, rosso dalla rabbia.
- Che puttana - ringhiò. Gionata si alzò in piedi e si avvicinò pericolosamente al ragazzo.
- Quanti anni hai? Quindici? È una puttana solo perchè non ci sta? Amico, sei patetico - disse sorridendo beffardamente. Ellie si alzò anche lei.
- Io sono patetico? Tu le sbavi a dietro e nemmeno te la da - commentò Tommaso pensando di ferire in quelche modo il ragazzo. Gionata sollevò un sopracciglio. Aveva un'aria così da stronzo che Ellie pensò che fosse addirittura sexy.
- Tu che ne sai? - intervenne Ellie. Gionata la guardò con la coda dell'occhio.
- Perchè scopate? Io non credo - rise beffardo Tommaso.
- Mh... mamma non ti ha insegnato le buone maniere? Non si chiede una cosa del genere ad una ragazza - commentò Gionata sarcasticamente. Tommaso li guardò entrambi. Scosse il capo.
- Andate via - disse cercando di controllare la rabbia.
- Volentieri. In camera nostra ci divertiamo molto più - replicò Ellie sorridendo irriverente. Gionata fischiò, battè la mano sulla spalla del ragazzo, si morse la lingua e dopo aver messo il braccio attorno al collo della ragazza, alzò le spalle.
Raggiunsero Martina e Charlie.
- Fra, noi andiamo a casa. Non siamo i benvenuti - esclamò. Eva, che era in loro compagnia, si parò davanti.
- Come? - chiese agitandosi. Guardò poi Ellie che la sfidò con lo sguardo.
- Al tuo amichetto non andiamo molto a genio - rispose Ellie.
- Gli stiamo proprio sul cazzo. Io un più di lei - intervenne Gionata. Charlie scoppiò a ridere.
- Che strano - commentò.
Eva scosse il capo, dispotica. Puntò i piedi e poi, a passo pesante, si dileguò tra la folla.
- L'auto viene a prenderci tra un'ora e mezza - disse Martina bevendo un sorso del suo drink.
- Non importa. Andiamo a piedi. Un po' di aria ci farà bene - sorrise Gionata. Si salutarono e poi, i due ragazzi, uscirono definitivamente da quell'attico troppo affollato.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora