Cap. 19

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L'aria fresca l'avvolse. La muscia sembrava lontana. La testa iniziò a farle sempre più male e a tratti girava, come se si trovasse su una giostra. Uno strano senso di nausea la perverse.
- Sei qui! - sentì esclamare da Matteo. Cercò di allontanrsi ma lui le corse dietro, afferrandole il braccio.
- Lasciami - disse divincolandosi. Il ragazzo però strinse ancora di più.
- Vieni dentro con me Ellie - disse autoritario.
- Che cazzo stai facendo? Siamo amici. Perché ti comporti così? - chiese mentre la testa continuava a girare.
- Amici? Io non sono mai stato tuo amico. Tu mi piaci e da parecchio tempo Ellie. Anche io ti piaccio - disse avvicinandosi per baciarla ma lei si scansò.
- No Teo, tu non mi piaci - esclamò.
- Prima sembrava di sì e sono sicuro di poterti far cambiare idea - continuò baciandola sul collo ma Ellie, prepotentemente, lo spinse via.
- Falla finita cazzo - gridò infuriata.
- Sei solo una troia Ellie! Sei una di quelle che pensa di essere troppo figa e non la dà a nessuno. Non pensare di essere chissà chi!- tuonò fuoriso. Probabilmente era l'alcool a parlare ma Ellie iniziava ad avere paura.
Matteo si avvicinò di nuovo ma questa volta qualcuno lo bloccò. Un pugno lo colpì in pieno volto, macchiandogli la camicia bianca di un rosso accesso.
- Fuori dai coglioni! - tuonò su tutte le furie il ragazzo con il capuccio calato in testa. C'era parecchio buio per cui fu impossibile per Matteo vederlo in faccia.
- Che cazzo vuoi? Sto parlando con la mia ragazza - intervenne lui.
- Senti figlio di papà del cazzo, vattene o ti spacco la faccia - disse minaccioso. Ellie sussoltò a quelle parole. Aveva capito: la voce e quel "figlio di papà".
Matteo, preoccupato che la situazione potesse degenerare, corse via, ritornando all'interno del locale.
Il ragazzo incappucciato si avvicinò ad Ellie e dolcemente posò la mano sulla sua spalla. La debole luce del lampione illuminò velocemente il piercing al naso, come un lampo.
- Io... io non credo di star bene - disse poco prima di vomitare a terra. Si mise in ginocchio sul marciapiede, proprio come il ragazzo che dolcemente le aveva afferrato i capelli.
Ellie tossì.
- Perchè fai tutto questo? - chiese ripulendosi la bocca con il dorso della mano, in modo ben poco femminile.
- Perchè sei mia amica e ti meriti qualcuno di meglio - disse sistemandole i capelli. Ellie iniziò a piangere.
- No, ehi! È tutto ok - sorrise attirandola a sè e stringendola. Lei scosse il capo.
- Sono un disastro! Guardami: sono patetica - intevenne asciugandosi le lacrime.
- Non lo sei e ora in piedi. Vieni con me - le disse aiutandola ad alzarsi.
- Martina? - chiese.
- È già con Charlie - sorrise. Ellie gettò le braccia attorno al collo del ragazzo.
- Quante volte devo ancora ringraziarti? - chiese ispirando il suo profumo. Ma che stava facendo?
Le afferrò il viso e dolcemente le asciugò le lacrime.
- Andiamo - disse accompagnandola sul retro del locale. Il solito SUV nero accese le luci. Il finestrino del conducente si abbassò e il viso ansioso di Martina comparve.
- Stai bene Ellie? - chiese preoccupata. Lei si limitò ad un cenno di capo.
Aprì la portiera e salì.
- Okay Charlie, parti - disse Gionata abbassandosi il capuccio, una volta aver chiuso la portiera. Ellie stava male. Aveva lo stomaco sottosopra e la testa era pesante come non mai. Si appoggiò al finestrino ma stava troppo male. Gionata le afferrò le spalle e la fece sdraiare, appoggiandole la testa sul suo vetre. Dolcemente le accarreza i capelli metre teneva lo sguardo fisso fuori dal finestrino.
Charlie imboccò l'entrata del garage. Parcheggiò e aprì la portiera a Gionata che dopo essere sceso, afferrò Ellie che nel frattempo si era addormentata.
La portò fino in casa reggendola tra le braccia.
- Vado a mettera a letto. Voi fate sempre come se fosse casa vostra - gli disse salendo le scale.
Martina lo guardò fino a quando non scomparve. Seguì Charlie in cucina che si versò dell'acqua.
- Stai tranquilla. Ellie sta bene - sorrise il ragazzo e Martina annuì.
- Non ho mai visto Sfe così - esordì Charlie bevendo un sorso di acqua.
- Che vuoi dire? - chiese Martina.
- Secondo me a lui piace Ellie. Solo che è troppo... -
- Testardo per ammetterlo. Sì, consoco il genere. Ellie è uguale - lo interuppe lei.
- Sfe non si è mai comportato così con nessuna ragazza. Non da quando lo consoco per lo meno. Ellie ha qualcosa di speciale - disse e Martina sorrise.
- Non ha nulla di speciale Charlie. Semplicemente gli vuole bene -
Gionata comparve in soggiorno, sembrava stanco. Prese posto accanto a Martina e si passò una mano sul viso.
- Grazie per averla aiutata - disse la ragazza. Lui la guardò con la coda dell'occhio. Charlie posò il bicchiere e si allontanò quando il cellualre iniziò a squillare.
- Le voglio bene - disse con un filo di voce. Martina sorrise.
- A Ellie piaccio? - chiese poi quasi senza accorgersene. Martina lo guardò dubbiosa.
- Se gli piaci più che da semplice amico? - domandò e Gionata sorrise amaramente.
- Ellie è piuttosto complicata. Ha... ha parecchie ferite che magari un giorno ti racconterà lei. Se si fida di te è già tanto, credimi - sorrise dolcemente Martina. Lui annuì e poi si avvicinò alla ragazza.
- Comunque io se fossi in te mi farei avanti con Charlie. Sai, è un timidone - ammicò. Il ragazzo entrò nella stanza riponendo il cellulare nella tasca posteriore dei jeans.
- Okay vado a vedere se Ellie sta bene e poi mi metto a dormire - disse alzandosi dallo sgabello.
- Voi due fate i bravi - scherzò uscendo dalla cucina mentre Martina diventò paonazza dall'imbarazzo.
Gionata salì le scale e si soffermò a guardare di sotto: Charlie e Martina sorridevano scherzosamente mentre si dirigevano verso la loro stanza. Si voltò poi verso Ellie che continuava a dormire. Si sfilò le scarpe e senza nemmeno indossare il pigiama si sdraiò accanto lei. La ragazza si girò verso di lui.
- Dormo qui con te, okay? - domandò. Lei annuì e senza nemmeno rendersene conto si coricò accanto lui, stringendolo. Gionata sorrise chiudendo gli occhi e abbandonandosi al sonno.

Him and Her // Sfera Ebbasta #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora