Prologo

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Piccolo sondaggio prima dell'inizio: team Kacchan o team Todoroki?

Buona lettura.

<<Buon primo giorno di scuola. Comportati bene e non ti dimenticare le tue medicine>> fu l'ultima cosa che sentii dire da mia madre, prima di chiudere la porta.
Sospirai e mi presi qualche secondo per guardarmi intorno.
Era una mattinata primaverile davvero splendida, perfetta per iniziare l'ultimo anno di scuole medie.
Mi sistemai meglio la cartellina sulle spalle e mi avvicinai alla mia bicicletta, assicurata da una catena.
Avevo pregato i miei genitori fino allo stremo di regalarmela per recarmi più agevolmente a scuola e finalmente avevano acconsentito alla fine dell'anno precedente, visti gli ottimi risultati scolastici che avevo presentato.
L'ammirai per qualche secondo, come incantata, prima di decidermi ad inforcarla.
L'aria frizzante del mattino non perse un attimo per iniziare ad accarezzarmi il viso e far muovere i miei capelli all'indietro.
Chiusi per un secondo gli occhi e mi lasciai cullare dall'incredibile profumo dei ciliegi in fiore lungo il viale. Quello era proprio il loro periodo.

La città era già in movimento.
I pendolari iniziavano a lasciare le loro abitazioni con le loro inconfondibili 24h e gli studenti uscivano abbattuti dalle porte delle case, decisamente scontenti di iniziare un nuovo e duro anno scolastico.
Mentre pedalavo i miei occhi caddero su un bambino molto piccolo, forse sui quattro anni, che annaffiava i fiori insieme a sua madre. Niente di strano, se non per il fatto che il bambino stesse annaffiando con l'ausilio di un getto d'acqua che usciva dalle sue mani, mentre la donna lo guardava orgogliosa.
Sgranai gli occhi davanti a quel quirk fenomenale e prima di rendermene conto avevo già iniziato a stringere con forza il manubrio della mia bici.
Distolsi lo sguardo abbastanza seccata.
Le Unicità ormai facevano parte del mondo, erano uno stile di vita, quasi tutti ne beneficiavano. Per l'esattezza 4/5 della popolazione; una fetta che non comprendeva me, una ragazzina esile senza nessun potere di alcun genere.
Per anni avevo odiato il destino per il crudele scherzo che mi aveva giocato, costringendomi ad una vita dove quasi tutti i miei coetanei si sentivano migliori e superiori di chi non aveva poteri, una realtà dove chi era senza quirk veniva screditato e bullizzato da una bella fetta di persone. Ci avevo messo diverso tempo per accettare la mia condizione, non ci ero passata del tutto sopra, ma almeno riuscivo a conviverci.
Una bella seccatura, considerando anche la rara malattia che mi affliggeva e che mi costringeva a prendere tre volte al giorno delle medicine speciali, pena la comparsa di terribili sintomi.
I miei genitori avevano evitato di spiegarmi bene la natura del mio male e da che ne avevo memoria mi ero sempre attenuta scrupolosamente alle prescrizioni mediche, più per abitudine piuttosto che per volere.
Compiuti i tredici anni i miei genitori mi avevano ritenuta abbastanza grande da poter gestire da sola le mie medicine, dopo le mie numerosissime lamentele al riguardo.
Avevo minacciato di non assumerne più, piuttosto di non vedermi più trattata come una bambina da imboccare con cucchiaio e pastiglia, tanto che alla fine avevano deciso di concedermi la mia libertà.
Una mano santa dal cielo dopo anni di imbarazzo e di apprensione.
Prima di rendermene conto ero già arrivata davanti al cancello della scuola media privata che frequentavo. Un covo di serpenti da cui non vedevo l'ora di uscire per sempre.
Posizionai con cura la mia bicicletta nell'area riservata e mi stirai un po' la gonna con le mani.
Le regole della scuola erano molto severe ed escludevano qualsiasi modo indegno di indossare la divisa o di comportamento.
Se un docente aveva la giornata storta poteva arrabbiarsi anche per delle semplici pieghe e ne conoscevo qualcuno di estremamente poco indulgente.
Prima di poter fare anche solo un passo mi sentii chiamare dall'unica persona che potevo definire amica.
<<Izu!>> esclamai, contenta di vedere il mio migliore amico dalla chioma verde <<passate delle buone vacanze?>>
<<Beh, diciamo il solito>> rispose lui, grattandosi la testa in leggero imbarazzo, come spesso accadeva in sua presenza.
<<Dimmi la verità: hai passato tutte le vacanze a riempire i tuoi quaderni di nuove informazioni?>> chiesi, guardandolo in modo leggermente furbetto.
Lui arrossì dalla punta dei capelli alla suola delle scarpe, per poi iniziare a balbettare giustificazioni senza senso.
<<Rilassati. Non serve agitarsi tanto con me, lo sai che non potrei mai giudicarti. Piuttosto...vuoi che dopo andiamo a farci un giro insieme per scovare qualche nuova informazione?>> domandai, decisa a farmi perdonare per l'imbarazzo causatogli.
Izuku si aprì in un timido sorriso carico di riconoscenza e si limitò ad annuire energicamente con la testa.
Niente lo rendeva più felice dei supereroi che proteggevano il mondo, soprattutto se si parlava di All Might, il suo idolo indiscusso. Simbolo della pace e della giustizia.
La sua sola presenza bastava per continuare a far ardere la fiaccola di speranza dentro al cuore di Midoriya e questo lo rendeva speciale anche ai miei occhi. Qualsiasi cosa per il mio migliore amico.
<<Toglietevi di mezzo, sfigati>> ci ammonì una delle tanti voci del coro, la classica persona che disprezzava chi non aveva poteri.
Guardai la giovane ragazza, riconoscendola come una della sezione affianco alla mia, senza nascondere il mio disprezzo.
<<Fai il giro, razza di stupida. La strada è larga, togliti tu di torno>> le risposi, digrignando i denti.
Conoscevo quella ragazza e sapevo che la sua unicità consisteva semplicemente nel brillare al buio, un pesce piccolo di cui non avere nessuna paura, non che ne avessi in ogni caso.
Non permettevo a nessuno di mettermi i piedi in testa, semplicemente in virtù di avere o meno un quirk.
Izuku mi guardò ammirato, mentre la ragazza si limitò ad andarsene più che indignata per il mio comportamento.
<<Quando fai così mi fai pensare un pochino a->> iniziò Izuku, ma lo fermai.
<<Non continuare la frase, non pronunciare nemmeno quel nome per favore>> dissi, capendo al volo con chi intendesse fare il paragone <<non mettermi sullo stesso piano di quello lì.>>
Mentre parlavo l'oggetto del mio disgusto si palesò in fondo alla strada.
Quando si parlava di pesci grossi, anzi di veri e propri squali, non si poteva non pensare a Katsuki Bakugou, un pallone gonfiato che si credeva chissà chi solo perché il destino lo aveva fornito di un quirk decente.
Il classico bulletto di quartiere sempre incazzato con il mondo e sempre a prendersela con chiunque, sia deboli che non, senza nessuna distinzione.
Un tempo mio carissimo amico, mentre adesso mi dava il ribrezzo solo sentirlo nominare.
Il potere lo aveva reso violento e crudele, forse quasi sadico a volte.
Anche io spesso tiravo fuori gli artigli, ma solo quando si trattava di difendere me, Izuku o altre persone in difficoltà. Per il resto mi limitavo a starmene in un angolo per i fatti miei, senza disturbare nessuno.
Io e lui non eravamo simili, forse un tempo, ma ormai era passato.
Il ragazzo ci notò e non perse tempo per avvicinarsi a noi, senza staccare gli occhi dal mio amico nemmeno per un secondo e ignorando totalmente me.
<<Stamattina mi sono giusto svegliato con la voglia di prendere a pugni qualcuno e casualmente guarda chi ho trovato>> disse scrocchiando le dita e ghignando con perfidia nel mentre. Dietro i suoi due degni compari fissavano la scena divertiti.
<<Perché allora non ti sei messo davanti allo specchio e non ti sei sfogato prendendo a pugni la tua brutta faccia? Avresti fatto un favore all'umanità>> dissi, ponendomi davanti a Izuku. Quando si trattava di Katsuki diventava una specie di bozzolo tremante e non potevo sopportare la scena.
<<Nessuno ha chiesto la tua opinione. Levati di mezzo o faccio esplodere la tua di brutta faccia>> mi rispose lui a tono, facendo un passo verso di me.
<<Provaci. Sempre se non ti colpisco io per prima>> gli risposi.
Non avendo nessun tipo di quirk avevo deciso di praticare da poco un po' di arti marziali per difendermi dalle persone malintenzionate, non ero di certo una campionessa, ma cercavo di fare del mio meglio.
Tentavo sempre di difendermi come potevo dalle offese verbali, anche se non sempre la mia lingua lunga serviva a proteggermi. Ne avevo prese anche io contro portatori di quirk potenti.
Bakugou era uno di quelli nella lista delle persone con la possibilità di disintegrarmi, ma questo non mi aveva mai fermata, anche perché lui non aveva mai mosso un dito verso di me. Nemmeno una volta.
Lui digrignò i denti e fece due passi minacciosi nella mia direzione, ma il suono della prima campanella lo distolse dalle sue intenzioni di vendetta.
Sbuffò e fece cenno ai suoi compari di sloggiare, forse per niente deciso a fare ritardo il primo giorno.
<<Mi fate tornare su la colazione, voi nullità senza nessuna unicità>> disse lui, superandoci con una spallata.
Izuku si lasciò scappare un enorme sospiro di sollievo e mi fissò serio.
<<Dovresti smetterla di provocarlo. Lo sai quello che può farti, quindi non metterti nei guai solo per difendermi>> disse lui, abbassando lo sguardo a terra.
Sembrava un cucciolo indifeso in quel momento, ma solo io ero a conoscenza dell'enorme coraggio che nascondeva nel suo cuore. Lui aveva tutte le carte in regola per diventare l'eroe perfetto, peccato che la natura non aveva fornito nemmeno lui di una qualsivoglia unicità.
Un vero spreco.
Sorridendo gli posai una mano sulla spalla.
<<Farei di tutto per te e un Bakugou qualunque non mi distoglierà mai dal bisogno che ho di saperti felice>> gli risposi.
Izuku mi sorrise a sua volta, arrossendo leggermente come suo solito fare.
Gli feci cenno di incamminarci verso la struttura e lui acconsentì.
Purtroppo nemmeno quest'anno eravamo riusciti a capitare nella stessa sezione, visto che ogni anno si cambiava, e ognuno si avviò per la propria strada. Solo il primo anno era successo ed era stato l'anno migliore delle medie, anche se la presenza del biondino tutto grugniti e minacce aveva un po' spento il mio entusiasmo.
Sospirai ed entrai in classe, pronta per affrontare un nuovo anno infernale.

SHINEEEEEEE
Ciao, sono Beth e non bevo da due giorni.
*Cancella tutto*
Ciao, sono Beth e non bevo da due giorni, ma ne avrei bisogno.
*Cancella tutto di nuovo*
Ciao, sono Beth e vi ringrazio per aver letto fino a qui.
*Vittoria*
E non bevo da due giorni.
*Facepalm*

Tutto questo per dirvi che non sono normale, ma che sono davvero felice di aver trovato il coraggio di pubblicare anche questa storia.
Ogni volta è un tiro alla fune tra la parte che mi dice: "Ma che sarà mai, peace and love" e quella che mi dice: "Ritirati" lol
Maledetto bipolarismo.
E niente... spero vi sia piaciuto.

Alla prossima riunione di alcolisti anonimi!

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora