Quando riaprii gli occhi mi ritrovai davanti il viso preoccupato di un bambino biondo, un viso appartenente al passato. Confusa battei velocemente le palpebre e il viso del bambino cambiò, assumendo le fattezze di quello di un giovane ragazzo.
<<Kacchan>> sussurrai, allungando una mano in direzione della sua guancia.
Quando le mie dita sfiorarono il suo zigomo capii di non trovarmi in un sogno, ma di essere davvero nella realtà.
Lui non fece nulla per scostarmi e solo dopo qualche secondo feci un quadro della situazione. La mia testa era sulle gambe del ragazzo e lui mi stava sostenendo, forse dopo avermi appena scossa per farmi risvegliare.
Attorno a noi c'erano delle persone che ci guardavano incuriosite e anche un giovane eroe che lavorava nell'agenzia dei miei genitori.
<<Beh, che avete da guardare? Stupidi passanti inutili, sta bene. Portate i culi altrove>> sbraitò Katsuki, facendo indietreggiare qualche curioso lì presente.
<<Kacchan, che è successo?>> chiesi, portandomi una mano sulla fronte.
La testa sembrava come scoppiarmi e non sapevo quanto tempo avevo passato svenuta.
Il mio ultimo ricordo era quello di Torment che usciva dal fumo e del ragazzo davanti a me non messo particolarmente bene.
<<Non ho tempo da perdere con te con inutili racconti. Ce la siamo cavata, non ti serve sapere altro. Piuttosto vedi di alzarti, la tua testa pesa e mi sono rotto le palle di farti da infermiera>> rispose lui.
A discapito delle sue parole mi aiutò con cautela a rimettermi in piedi, sostenendomi per tutto il tempo.
Mi sentivo confusa e dolorante, ma mi presi comunque il mio tempo per squadrarlo dalla testa ai piedi.
Sembrava incolume, se non per una leggera escoriazione sulla guancia sinistra e il gomito destro leggermente sanguinante. Guardai attentamente e trovai solo una ferita superficiale. Quello mi rassicurò molto.
Il sottoposto dei miei genitori mi si avvicinò subito, facendomi mille domande, per poi esaminarmi come sotto a una lente di ingrandimento.
Nel frattempo la folla aveva iniziato a disperdersi e in lontananza iniziava a sentirsi la sirena di una vettura della polizia.
Ignorai deliberatamente l'uomo e riportai la mia attenzione sul biondo davanti a me.
<<Per favore, mi dici cosa è successo?>> chiesi, fissandolo speranzosa.
Lui davanti alla mia espressione sbuffò rumorosamente e mi afferrò per un polso, portandomi in disparte di qualche metro, forse infastidito dalla presenza del ragazzo.
<<Dopo che sei svenuta quel tizio travestito da pirata ha cercato di portarti via, allora a quel punto ho causato una grande esplosione e approfittando dell'impatto e del fumo ti ho presa e sono corso via. Ti basta o vuoi un cazzo di disegnino?>>
<<E come mai c'è tutta questa gente e anche quell'eroe? Lavora per i miei genitori.>>
<<Ho preso il tuo telefonino e li ho chiamati. I tuoi genitori sono venuti subito e sono corsi alla ricerca di quei tizi. Adesso basta con tutte queste inutili domande>> rispose lui.
Il mio primo impulso fu quello di abbracciarlo forte ed eseguii subito, nonostante le sue minacce di morte e i suoi tentativi di divincolarsi. Avevo avuto una paura tremenda ed ero ancora tremendamente incredula.
Avevo bisogno di accertarmi della sua effettiva presenza e per farlo necessitavo di sentirlo vicino. Ne avevo dannatamente bisogno.
<<Donna, staccati immediatamente. Mi fai venire da vomitare. Non credere che mi risparmierò di prenderti a calci solo perché te la sei vista brutta e->>
<<Kaccan, grazie, grazie davvero di cuore. Mi hai salvata. Come potrò mai ringraziarti?>> sussurrai all'orecchio del ragazzo, stringendolo ancora più forte <<davvero... non so come fare per sdebitarmi...>>
<<Potresti iniziare togliendomi queste schifose mani di dosso>> suggerì lui.
Alzai velocemente lo sguardo verso di lui e notai subito il particolare che mi interessava: le orecchie del ragazzo era arrossate sulla punta. Succedeva solo quando era molto arrabbiato o molto imbarazzato, ma in quel caso potevo chiaramente accostare quella reazione alla seconda opzione.
Bakugou si dimostrava sempre molto burbero, ma io avevo passato diversi anni in sua compagnia, al punto da conoscere lati di lui nascosti.
Era un ragazzo dal cuore d'oro, anche se si ostinava a cercarlo di nascondere sotto a quintali di brutte maniere, grugniti e risposte seccate.
La verità era che lui aveva una personalità segreta al mondo, ma semplicemente era schiavo delle sue stesse maniere.
Lo faceva per proteggersi e per salvare la faccia, ma in realtà era un bravo ragazzo, oltretutto pieno di insicurezze.
Portai una mano verso i suoi capelli e presi ad accarezzarli lentamente, ritrovando la stessa morbidezza di tanti anni prima.
Da bambini amavo toccare i suoi capelli e quel semplice gesto mi riportò indietro di otto anni.
<<Smettila, mi stai facendo incazzare, ci guardano tutti>> mi esortò lui, cercando di staccarmi dalle sue braccia.
Non mi convinse a demordere.
<<Che guardino, non mi interessa>> risposi.
Il ragazzo tentò ancora due o tre volte di divincolarsi, ma poi si arrese all'evidenza che non l'avrei mai fatto, almeno fino a una mia spontanea iniziativa di smetterla.
<<Si può sapere cos'era quella merdata nel vicolo? Chi era quel pagliaccio? E che diavolo voleva da te?>> chiese.
Feci per aprire la bocca e dare qualche informazione al ragazzo, ma mi bloccai notando una pattuglia arrivare proprio in quel momento.
Era arrivata l'ora di rilasciare delle dichiarazioni e solo a causa di quello mi staccai, portandomi dietro il calore del ragazzo per tutto il tempo.L'interrogatorio si spostò nel familiare salotto di casa mia, considerando le strade piene di curiosi corsi ad assistere alla vicenda.
La polizia aveva considerato più saggio spostarci in un luogo tranquillo e siccome casa mia era vicina ci eravamo trasferiti lì, sotto indicazione dei miei genitori.
Ero stata tempestata di domande e di attenzioni, così come Katsuki.
Il ragazzo sedeva accanto a me sul mio familiare divano, quello che ricordavo da quando ero talmente piccola da non riuscire a salirci se non aiutata.
Nel frattempo era stato medicato e incerottato, anche se non era stato molto contento di mettere un cerotto sul viso. A detta sua lo faceva apparire come un idiota e non vedeva l'ora di toglierlo.
Gli agenti ci riempirono di domande, prima separatamente e poi in coppia. Inoltre ci chiesero un identikit riguardo l'aspetto attuale degli uomini che ci avevano attaccati. Compreso il finto mendicante erano quattro villain ricercati da anni e di cui si erano perse completamente le tracce dalla morte di mio zio, praticamente da quando i miei genitori li avevano sfidati.
Molti eroi quella sera avevano pattugliato la zona per cercarli, ma erano come spariti nel nulla, senza nemmeno lasciare traccia.
L'unica cosa che potevo fare per aiutare era aggiornare le informazioni in possesso della polizia.
Non avevo le doti di disegno di mia madre, ma ero riuscita a ricreare dei profili attuali, modificando le fotografie in loro possesso.
I miei genitori erano sotto shock, soprattutto mia madre. La donna infatti non aveva fatto altro che fissare con sguardo vitreo l'identikit aggiornato dell'uomo che le aveva portato via ed ucciso il fratello gemello e non potevo minimamente biasimarla.
Katsuki invece era stato stranamente collaborante, anche se il suo piede destro aveva picchiettato per tutto il tempo sul tappeto chiaro davanti il divano dove ci eravamo seduti. Ogni tanto inoltre mi scoccava delle strane occhiate e non faticavo ad immaginarne la motivazione. Era sicuramente curioso di conoscere da me tutta la storia e non sembrava dell'idea di lasciar correre.
Qualche informazione l'aveva carpita durante l'interrogatorio svolto insieme, ma molti punti gli erano sconosciuti e quelle poche notizie non bastavano nemmeno a creare un quadro comprensibile. Sapevo quindi di doverne scucire molte altre per saziare la sua attuale curiosità.
Katsuki non era un ragazzo pettegolo, ma odiava realizzare di essere stato preso in giro o di non conoscere gli importanti segreti di persone che nella sua vita erano o continuavano ad essere di una certa importanza. Quando succedeva si sentiva raggirato e andava su tutte le furie, così come era successo quando aveva scoperto del quirk di Izuku. Non potevo quindi tirarmi indietro.
Ad interrogatorio finito i miei genitori si chiusero in cucina con i genitori del ragazzo, accorsi dopo aver ricevuto una telefonata da mia madre, mentre la coppia di poliziotti lasciò la nostra abitazione.
I miei dubbi trovarono conferma quando una volta soli Katsuki mi disse: <<Anche noi abbiamo delle cose sulla quale discutere, alzati e muoviti a dirmele. E bada che non accetterò prese per il culo, voglio la verità.>>
Sospirai e gli indicai con un dito le scale che portavano al piano di sopra.
<<Andiamo in camera mia, ci vorrà molto>> suggerii.
Stranamente lui non disse nulla e si limitò a seguirmi.
Non potevo più nascondermi. Non con lui. Non col ragazzo che mi aveva salvata.
Gli dovevo la vita. Gli dovevo ogni cosa.Katsuki Bakugou aveva smesso di essere un'ombra del mio passato.
Katsuki Bakugou adesso brillava forte nel mio presente.PULCINI SPOGLIARELLISTI
Che bello quando cerchi di dare una parvenza di serietà e spessore alla tua storia, ma mandi tutto all'aria la riga rotto AHAHAHAHAQuesto capitolo l'ho scritto adesso a casissimo in *controlla l'ora* 45 minuti e devo dire che non mi fa nemmeno particolarmente cagare.
Spero di non causare dissenteria a voi. Altrimenti chiederò alle aziende produttrici di carta igienica di devolvermi parte dei loro prossimi introiti.
Madonna, ci faccio su un business. Divento ricca e mi ci compro tanti pigiami per lombrichi.Ho dedicato tantissimi capitoli a Bakugou. Nel prossimo torna Shouto, basta. Ho deciso. Mi manca.
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader