Quel giorno tornai a casa solo verso sera, chiudendomi silenziosamente la porta di casa alle spalle. Mi tolsi le scarpe nella quiete totale, interrotta solo dal ritmico ticchettio di un orologio; per l'esattezza quello posto in cucina.
Normalmente i miei genitori si recavano a letto molto presto, allo scopo di essere carichi per iniziare presto la giornata lavorativa in agenzia, ma quella volta trovai una sorpresa ad attendermi.
La porta in vetro scorrevole che dava al salone lasciava proiettare la luce accesa, creando uno strano gioco di luci e ombre nel disimpegno dove mi trovavo io.
Incuriosita da quella svolta imprevista mi avvicinai all'uscio, trovando i miei genitori seduti sul divano e perfettamente fermi.
Stavano aspettando me e lo dedussi dal loro sguardo deciso posato su di me.
<<Non possiamo rimandare oltre questo discorso. Quindi per favore, siediti con noi e parliamo delle ultime vicende>> mi invitò mio padre, parlandomi con un tono solenne che mi sorprese.
Non si stava rivolgendo a me come si usava fare con la propria figlia adolescente, ma trattandomi da pari, come una persona adulta.
Avevo due scelte a quel punto: snobbarli per recarmi in camera mia o starli a sentire.
Scelsi la via diplomatica e in breve mi ritrovai seduta sul divano di fronte al loro, lo stesso del giorno del litigio furioso avvenuto non molto tempo prima.
Non proferii parola e aspettai di dare loro il tempo per iniziare il discorso, non spettava a me iniziare.
<<Noi ti chiediamo sinceramente scusa>> fu la prima cosa che mi disse mio padre, una volta seduta.
Dischiusi le labbra per dire qualcosa, ma le parole successive di mia madre mi bloccarono.
<<Per favore, prima di dire qualsiasi cosa aspetta di sentire tutto quello che abbiamo da dirti. Poi potrai prendere la tua decisione e scegliere se voltarci per sempre le spalle o accettare il nostro dispiacere. Non ti biasimeremo per nessuna delle due scelte>> disse lei, usando un tono premuroso che poteva appartenere solo a un genitore.
Richiusi la bocca e annuii garbatamente, dandogli il mio consenso.
<<Quello che ti abbiamo fatto è sicuramente imperdonabile sotto moltissimi punti di vista e se proprio dobbiamo ritenerci colpevoli lo faremo. Ci riteniamo colpevoli di amare nostra figlia più di qualsiasi altra cosa al mondo, ci riteniamo colpevoli di aver assunto la parte dei cattivi senza cuore pur di proteggerla, ci riteniamo colpevoli di aver mentito pur di continuare a vederti crescere senza la paura di braccia altrui pronte a strapparti via da noi>> iniziò mio padre, colpendomi dritta al cuore con le sue parole.
Volevo bene ai miei genitori, nonostante tutto quello che mi avevano fatto, per cui non potevo restare del tutto indifferente a quelle parole. Tuttavia era proprio tutto l'affetto nei loro confronti a rendermi ancora più arrabbiata, proprio per la consapevolezza di essere stata tradita da due persone che amavo così tanto.
<<Fino a poco tempo fa eri ancora la nostra bambina, ma dopo il festival sportivo ci siamo accorti che non è così. Vederti correre senza esitazione verso quel bambino pur di salvarlo, a discapito della competizione, ci ha fatto aprire gli occhi e capire che non sei più una bambina, ma una giovane donna che ormai sa camminare bene sulle sue gambe>> disse mia madre <<su quegli spalti ci siamo commossi e ci siamo sentiti due genitori fieri per aver messo al mondo una persona come te.>>
<<Abbiamo ancora paura per la tua incolumità, ma abbiamo capito che questo potere ti appartiene e ti apparterrà per sempre. Non possiamo fermarti, ma possiamo offrirti ugualmente la nostra protezione. L'unica cosa che possiamo fare per redimerci un po' dalle nostre colpe è sostenerti e aiutarti nella missione di diventare un'ottima hero. Ti stiamo chiedendo di permetterci di allenarti privatamente, allo scopo di renderti ancora più forte, sia nella gestione del tuo quirk, che nelle tattiche di combattimento, così come nel corpo a corpo. Almeno così sarai in grado di proteggerti al meglio e lasciarci molto più tranquilli>> mi propose mio padre.
Restai qualche secondo in silenzio per elaborare bene tutte le loro parole.
Nei loro occhi leggevo un sincero pentimento per tutte le bugie degli anni passati e anche una luce di orgoglio brillare.
Mi resi conto della genuinità dei loro sentimenti e mi lasciai scaldare da quella sensazione.
<<Beh, tutto sommato siete sempre i miei genitori. Sicuramente non vi ho del tutto perdonati, per quello ci vorrà del tempo, ma credo di poter accettare>> dissi.
Li notai sorridere e quello mi spinse a puntualizzare.
<<Sia ben chiaro. Voglio sincerità, trasparenza e nessuna esitazione davanti alle domande che mi verranno in mente sullo zio e sui villain che tanto temete. Voglio sapere ogni cosa e non scenderò a patti su questo. Un'altra bugia e non vi rivolgerò mai più la parola>> precisai, guardandoli uno a uno negli occhi con serietà.
I miei genitori si guardarono a loro volta e poi si girarono di nuovo nella mia direzione.
<<Lo promettiamo>> dissero all'unisono.
Non ci furono abbracci riparatori quella sera, era troppo presto per quello e lo capirono anche loro, ma qualche tassello tornò al proprio posto.
Potevamo tornare ad essere una famiglia.Il giorno dopo mi presentai a scuola come uno straccio. Non avevo dormito molto per riflettere sul discorso con i miei genitori e adesso le conseguenze si vedevano sul mio viso. Profonde occhiaie addobbavano terribilmente i miei occhi e mi sentivo le palpebre cadere ogni due per tre.
<<Lo sai che hai un aspetto orribile?>> mi chiese Kirishima durante la pausa, sghignazzando come un ragazzino delle elementari.
<<Pensa per te, specialmente ai tuoi capelli. Te li acconci tu oppure metti la testa nella centrifuga della lavatrice e lasci a lei tutto il lavoro?>> chiesi, trattenendo uno sbadiglio.
Il ragazzo non si offese minimamente a quelle parole, ben percependo il mio tono scherzoso, e si limitò ad allargare il suo sorriso.
<<Vuoi fare concorrenza a Bakugou? Ce l'avete tutti con i miei poveri capelli>> disse lui <<che poi detto tra me e te non è che i suoi siano tanto meglio. Sembra un porcosp->>
Il ragazzo smise di parlare percependo un'aura inquietante alle sue spalle e voltandosi notò proprio il ragazzo in questione, mentre lo fissava con un'espressione diabolica sul viso.
<<Bakugou, qual buon vento?>> chiese con nonchalance lui.
<<L'unico vento che sentirai sarà quello delle mie esplosioni sulla tua faccia>> disse lui, creando piccole esplosioni sulla sua mano destra.
La faccia che fece Kirishima a quelle parole bastò per spazzare via tutti i miei pensieri seri e scoppiai a ridere, pronta a gustarmi gli ultimi momenti di vita del rosso.CIABATTE SEGS
Okay. Oltre al capitolo molto happy family (che comunque ci voleva perché non volevo la reader come una ribellina ihihihi A.C.A.B. che dice che può cavarsela benissimo da sola e che i genitori nn la kapisconoh!), ovviamente sto scherzando; perché detto tra noi molti genitori non sono in grado di farlo come dovrebbero, ma detto questo, e chiudiamo il sipario... c'è un dubbio esistenziale che mi attanaglia: CHI CAVOLO FACCIO SCEGLIERE A QUESTA BENEDETTA READER, OSSIA VOI, OSSIA ANCHE UN PO' IO?Allora, io davvero ho le mani tra i capelli. Prima ancora di iniziare la storia avevo le idee chiare e pensavo: "Tanto alla fine la faccio mettere con...", solo che poi ho iniziato a pensare: "Ma cucciolino lui che resta alone, facciamo allora che cambio tutto e faccio scegliere lui", ma tempo due capitoli e: "Ma poi mi dispiace anche per l'altro, forse è meglio se...". E insomma IL TRIANGOLO NO, NON L'AVEVO CONSIDERATO, RESTO ZITELLA E FACCIO PRIMA.
Non posso di certo finire con la poligamia (disse l'autrice, mentre trascinava contro la loro volontá in comune Katsuki, Todoroki e anche Kirishima, tanto per non farsi mancare niente), quindi si torna al punto di partenza.
NON SO COSA FARE.
Non mi garba nemmeno fare una storia con due finali, perché io credo in un unico finale. Quindi boh.
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader