Con il passare dei giorni mi ritrovai a passare molto del mio tempo libero con Bakugou e Kirishima, anche se il pericolo di morte nelle vicinanze del biondo restava sempre alto per me.
Andare in sala giochi, oppure al cinema, oppure al karaoke appena dopo le lezioni stava diventando quasi un rituale per me.
La mia amicizia con Izuku era sempre compatta e indistruttibile, eppure le superiori mi stavano avvicinando a un nuovo mondo. Fatto di nuove amicizie e vecchie amicizie che ritornavano, di momenti indimenticabili e di strane prese al cuore, comuni quando a lezione fissavo il profilo di Todoroki a poca distanza da me. Era per me periodo di immensi cambiamenti. Sia fuori che dentro di me.
<<Quindi tu e Kacchan...?>> chiese Izuku, mentre io mi accingevo ad iniziare il mio pranzo. Stavamo dividendo il tavolo con Iida e Ochaco, ma tutti e due erano abbastanza discreti e intelligenti da fingere di non prestarci attenzione.
<<Vediamo, io e Bakugou... diciamo che Kirishima ci fa da collante, ma non siamo propriamente amici>> spiegai.
<<Tornerai mai a chiamarlo Kacchan? In fondo sei stata tu a dargli questo nomignolo tanti anni fa, ricordi?>> domandò lui.
<<Ricordo bene, così come ricordo il motivo per cui ho smesso di usarlo>> risposi.
Era difficile per me mettere da parte l'astio del passato, eppure a poco a poco io e il ragazzo stavamo recuperando il rapporto di un tempo.
Izuku sorrise dolcemente e lo guardai interrogativa, chiedendomi il motivo del suo improvviso sbalzo d'umore.
<<Lui ti mancava, vero?>> chiese a bruciapelo, facendomi andare di traverso l'acqua che stavo bevendo.
Mi battei per qualche volta il pugno sullo sterno, mentre Ochaco mi batteva sulla schiena, prima di ritrovare la possibilità di parlare.
<<Certo che no! Come ti viene in mente?>> risposi nel modo meno credibile possibile.
Lui sembrò cogliere immediatamente e lasciai crollare il mio patetico tentativo di mentire ancora davanti all'evidenza. Avevo mentito per anni, addirittura a me stessa, ma la verità era che Bakugou mi era sempre mancato, sempre.
<<A te?>> chiesi, grattandomi il collo nel più completo imbarazzo.
<<Sì, ogni giorno>> rispose lui.
La cosa non mi stupì.
Voleva ancora bene al Kacchan di una volta e non avrebbe mai smesso.
Speravo solo di rivedere anche loro vagamente uniti un giorno.Il profilo di Todoroki, la linea elegante del suo collo, i ciuffi bianchi che gli accarezzavano la pelle del viso.
Da quanto tempo lo stavo fissando?
Da quanto tempo ero persa nel mio mondo?
Mi ritrovavo a pensare a quel ragazzo più volte di quante ne avrei volute in realtà.
Succedeva praticamente ovunque.
Nel letto prima di addormentarmi, nella vasca durante la sera, al mattino durante le lezioni.
Prima di rendermene conto qualcosa di me si era legato a lui.
Eppure era strano. Lo conoscevo a malapena, non sapevo niente di lui e quasi non ci parlavamo.
Nonostante ciò mi sembrava di conoscerlo da tempo e mi ritrovavo ad osservare affascinata ogni suo movimento. Dai primi test fisici alla simulazione heroes vs villans, fino all'ambiente intimo della nostra classe.
Il professore Aizawa era in ritardo come al solito e decisi di approfittarne per mettere in ordine le mie cose, reduci di un'intensa mattinata di lezioni.
Ero ancora leggermente sovrappensiero, tanto che la gomma da cancellare mi rotolò via dalla mani, cadendo vicina al banco di Todoroki.
Feci immediatamente per allungarmi e recuperarla, ma nel farlo le mie dita cozzarono contro quelle del ragazzo, anche lui della mia stessa idea.
Percepii una scarica colpirmi dalla dita fino alla testa e poi la mia mente venne invasa da scene terribili.
Lo sguardo spaventoso di una donna, una teiera, acqua bollente che scorreva, un urlo di dolore quasi disumano e poi il pianto incontrollabile di un bambino.
Tornai alla realtà solo con la mano del ragazzo sulla mia spalla.
<<Tutto bene?>> chiese.
Solo allora notai che tutta la classe mi stava fissando e che io ero ancora china verso il pavimento con la bocca spalancata, forse avevo gridato.
<<Io... io non lo so>> risposi, afferrando la mia cartella e scappando fuori dall'aula nella confusione più totale, proprio mentre il professore Aizawa si avvicinava alla porta.
Ignorai il suo richiamo e continuai a correre via più veloce del vento, mentre la testa mi pulsava dolorosamente.
Cercai rifugio nel bagno delle ragazze, chiudendomi a chiave in un cubicolo.
I miei genitori mi avevano parlato della capacità di mio zio di scoprire momenti passati delle persone solo con un tocco della mano, eppure a me non era mai successo. Credevo di non aver ereditaro quel potere.
Quei ricordi terribili appartenevano a Shouto? Si era procurato così quell'ustione?
La scene tornarono a tormentarmi, così come quel pianto angosciato e inconsolabile.
Continuavo a sentire quel bambino implorare pietà e disperarsi per il dolore. Non ce la facevo più a sopportare quella visione.
Todoroki, cosa ti hanno fatto?
La scena straziante in loop nella mia mente fu interrotta da un bussare gentile contro la porta del bagno.
<<Sei qui? Sono Momo, il professore mi ha mandata a cercarti>> disse la ragazza.
Avevo avuto poche occasioni per socializzare con lei, però mi ero fatta una buona idea. Era gentile e intelligente.
<<Sì, sono qui>> dissi, aprendole la porta lentamente. Non sarebbe stato educato parlarne attraverso quella e lasciarla fuori.
<<Ti senti poco bene?>> chiese, notando la mia faccia sconvolta.
<<Ho avuto un momento di malessere improvviso e mi è venuto spontaneo uscire fuori dall'aula, adesso però sto meglio.>>
Lei mi guardò per qualche secondo con sospetto, forse non convinta del tutto data la mia cera, però si limitò a sospirare.
<<Hai praticamente urlato in faccia a Todoroki poco fa in classe. Va davvero tutto bene? Ti ha fatto qualcosa?>> chiese.
<<Oh, no... assolutamente. È stata solo colpa mia>> precisai, stupita dalla sua premura.
<<Sembrava parecchio sconvolto anche lui, credo si senta responsabile>> mi spiegò.
<<Vedrò di scusarmi. Piuttosto... sto bene davvero, quindi direi di tornare in classe.>>
Lei mi sorrise e mi fece cenno di andare insieme. Rientrammo sotto lo sguardo vigile di tutti e mi inchinai leggermente in segno di scuse al professore, per la mia fuga improvvisa sotto al suo naso.
Fu discreto e non mi chiese nulla della vicenda appena successa, permettendomi di tornare al mio posto.
Todoroki guardava davanti a sé con la sua solita maschera di indifferenza stampata sul viso, eppure non mi scappò l'istante in cui mi guardò con la coda dell'occhio.
Aspettai di sedermi e di permettere al professore Aizawa di riprendere a parlare, prima di voltarmi leggermente verso il ragazzo.
<<Mi dispiace>> gli bisbigliai <<perdona la mia scortesia di poco fa.>>
Lui aprì la bocca, forse per dirmi qualcosa di importante, ma la richiuse e si limitò a sussurrarmi un: <<Tutto okay>> di rimando qualche secondo dopo.
Lo fissai per niente convinta per un lasso di tempo relativamente lungo e poi tornai a seguire le lezioni.TADAN
Amo Todoroki, dico solo questo.
Arrivederci, addio, ciao, buona serata.
Qua da me sta diluviando, adoro la pioggia, porco Mineta in pensione.
Mi sento molto il protagoniata de "Il giardino delle parole", amo quel film.
Arrivederci, addio, ciao, buona serata.
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader