Capire

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*Fissa la foto attentamente* Beh, certo che nemmeno tutto bianco è da buttare...
*Ci pensa*
*Rapisce Shouto*

Basta stupidaggini, vi lascio al capitolo.

———————-

Il crepuscolo colorava l'orizzonte con colori incantevoli. Rosso, arancione, giallo, rosa...
L'insieme era da togliere il fiato e non c'era nulla di meglio che dividere un tale spettacolo con un ragazzo altrettanto bello.
Shouto camminava al mio fianco, ogni tanto guardando me e ogni tanto guardando la strada davanti.
Non avevo la benché minima idea sulla destinazione finale, ma decisi di fidarmi completamente di lui, lasciandogli la libertà di guidarmi per la città.
Pensavo di andare in direzione del centro, ma il ragazzo si infilò in una strada secondaria, facendomi segno di raggiungerlo.
Non feci domande e continuai a seguirlo, addentrandoci sempre di più in vicoli stretti, vicoli che non pensavo nemmeno di trovare nella nostra città.
Eppure avevano una bellezza caratteristica che mi portava a guardare tutto con la bocca leggermente dischiusa dalla meraviglia. Quelle stradine nascoste erano piene di botteghe ben curate, colorati negozi e profumi deliziosi che arrivavano da tutte le parti.
Sembrava una sorta di vicolo multietnico, a giudicare dai diversi aromi e colori che sentivo e vedevo attorno a me.
Tuttavia il tempo di guardarmi attorno ammirata finì presto.
Shouto si fermò davanti a un piccolo negozio con la struttura quasi interamente in legno e alzai gli occhi per leggere l'insegna.
<<La casa della soba?>> chiesi stupita.
Lui sembrò leggermente imbarazzato dalla mia domanda e sviò il mio sguardo.
<<È il mio piatto preferito, ma se non ti piace possiamo->>
<<È perfetto invece, vado pazza per la soba>> ammisi sincera, bloccando la sua frase a metà.
Ebbi l'impressione di vedere per un solo istante un angolo della sua bocca tirarsi leggermente all'insù, ma durò solo un battito di ciglia e fui quasi tentata di stropicciarmi gli occhi per assicurarmi di non aver appena immaginato tutto.
Il ragazzo mi fece cenno con la testa di precederlo, perfettamente in linea con la galantieria che ci si aspettava da un tipo pacato come lui.
Gli sorrisi benevolmente e entrai nel locale, facendo tintinnare il campanellino posto sopra la porta.
Al bancone notai un'anziana signora che letteralmente si illuminò notando il ragazzo dietro di me.
<<Oh, ma guarda chi è venuto a trovarmi. Il piccolo Shouto>> disse lei contenta, avvicinandosi a noi.
Nel farlo zoppicò leggermente e un po' la cosa mi intenerì.
<<Caro, non ti vedevo da qualche settimana. E questa bella ragazza chi è? Non sarà la tua fidanzata?>> disse lei, posando su di me uno sguardo dolce.
<<È una mia amica>> rispose lui, facendo sparire leggermente l'espressione gioiosa sul viso della donna. Tuttavia si riprese velocemente e ci portò al nostro tavolo, un angolo isolato e molto carino.
<<Il solito per te, caro?>> chiese poi, fissando Todoroki. Lui annuì in risposta e lei dedicò le sue attenzioni a me con una tacita domanda sul viso.
<<Prendo la sua stessa cosa>> dissi, senza nemmeno chiedere spiegazioni sul piatto in questione. Semplicemente mi fidavo di lui.
Non appena la donna si allontanò mi voltai verso il ragazzo con un'espressione divertita.
<<Piccolo Shouto?>> chiesi in riferimento a poco prima, sorridendo intenerita.
<<Vengo qui da quando sono piccolo con mia madre, dopo quello che è successo ho continuato a venirci ogni volta che potevo. Lei mi vede ancora come il bambino di quel tempo>> mi spiegò lui.
<<È una cosa dolce>> risposi, fissando il ragazzo mentre mi sostenevo la testa con la mano.
Todoroki non rispose, ma continuò a guardarmi negli occhi, facendomi sciogliere piano piano sul posto.
Il cuore mi batteva forte semplicemente così e non riuscivo a placare in nessun modo il batticuore.
Aspettammo le nostre ordinazioni e poi mi decisi finalmente a vuotare il sacco in merito alle ultime vicende scoperte da mio padre.
Shouto fu rispettoso e mi diede il tempo per spiegare tutto, interrompendomi solo per qualche rara domanda o qualche breve osservazione. Gli dissi tutto, tralasciando solo il ragionamento fatto sulla mia visione del passato scaturita grazie al tocco della sua mano.
<<Diciamo che tutto quello che mi ha detto mi ha sorpresa, ma sono anche un po' arrabbiata. Mi hanno negato una vita normale solo sulla base di un presupposto e di un'organizzazione che non si fa viva da anni prima della mia nascita>> dissi io, approfittando di una piccola pausa per tirare su l'ultima manciata di soba rimasta nella ciotola.
Mi massaggiai leggermente la pancia soddisfatta, lieta di aver appena consumato un pasto così delizioso. In assoluto la migliore soba mai provata in vita mia.
<<Forse hanno le loro buone ragioni per crederlo. Non giustifico assolutamente quello che ti hanno fatto, ma forse c'è un fondo di verità in tutto questo... in ogni caso stai sempre in guardia>> mi suggerì lui.
Annui decisa e solo allora decidemmo di alzarci dal tavolo, avendo cura di lasciare tutto in ordine.
La dolce proprietaria rifiutò categoricamente il nostro denaro, affermando decisa un: <<Offre la casa>>.
Shouto si inchinò leggermente in segno di ringraziamento e mi lasciò un momento davanti al bancone, per recarsi in bagno.
<<È davvero un ragazzo delizioso, vero?>> mi chiese la donna, non appena lui sparì dietro alla porta scorrevole <<quel ragazzo ha sofferto tantissimo fin da bambino, eppure guardalo...è venuto su davvero bene, buono, educato e determinato.>>
<<Lo penso anche io>> ammisi, fissando intenerita il punto dove era sparito.
<<Sai cara, io non possiedo un quirk, ma ho sempre avuto il dono di capire i cuori delle persone e non appena ti ho vista ho capito che provi qualcosa per lui, lo guardi in un modo che è impossibile sbagliarsi>> sussurrò.
Non riuscii a rispondere a quell'affermazione, per un secondo mi sfiorò l'idea di sminuire la cosa, ma non me la sentii, quindi restai semplicemente zitta.
<<Tranquilla, sono brava a mantenere i piccoli segreti tra donne>> disse, facendomi un occhiolino <<in ogni caso prenditi tanta cura di lui, ha bisogno di qualcuno vicino che lo faccia sentire accettato.>>
<<Lo farò, lo prometto>> dissi immediatamente.
Il nostro discorso si chiuse con il ritorno del ragazzo, che mi fece cenno di andare.
Ci inchinammo di nuovo leggermente in segno di rispetto in direzione dell'anziana signora e uscimmo dal locale.
Camminai con Todoroki a ritroso, lungo le stradine già percorse in precedenza e diversi metri prima di tornare nella strada principale richiamai la sua attenzione.
<<Grazie di tutto, Shouto. Grazie di esserti offerto di mangiare fuori con me per permettermi di sfogarmi e di essere sempre presente per me. La tua compagnia mi è diventata indispensabile e sono felice di conoscere qualcuno con cui potermi confidare apertamente, in fondo abbiamo entrambi tante cose da dire...>> dissi.
Il ragazzo si fermò e lo imitai immediatamente, ponendomi di fronte a lui.
<<Potrei dire lo stesso>> rispose semplicemente.
In quel momento mi assalì la feroce voglia di toccarlo, di avvicinarmi a lui e di stringerlo a me, ma repressi l'impulso guardandomi la punta delle scarpe con insistenza.
Notai una sua mano entrare nel mio campo visivo per sfiorarmi lentamente il viso, così come avevo fatto io dentro l'ufficio di suo padre.
Non fu che una breve carezza, ma sufficiente per far toccare al mio cuore frequenze mai provate.
Fu la goccia che fece traboccare il fragile vaso, infatti afferrai il suo braccio e lo tirai verso di me, rifugiandomi senza esitazioni nell'incavo del suo collo.
Ne avevo maledettamente bisogno e non mi importava di risultare inadeguata in quel momento.
Le strade erano deserte, eravamo come i padroni del vicolo e non mi interessava in ogni caso farmi vedere da qualcuno.
Mi spinsi di più contro di lui quando le sue braccia risalirono lentamente sulla mia schiena, intrecciando le mani tra i miei capelli per ricambiare il mio abbraccio.
Era la seconda volta che succedeva, ma adesso si respirava un'aria diversa. Decisamente più profonda e romantica.
<<Shouto...>> sussurrai piano.
Lui non rispose inizialmente, ma lo sentii quasi impercettibilmente aumentare la sua presa su di me.
<<Ti ascolto>> disse un po' in ritardo.
In quel momento avevo una voglia tremenda di confessargli i miei sentimenti una volta per tutte ed aprii la bocca per portare avanti l'intenzione. Le parole però mi morirono in gola all'ultimo secondo e sospirai.
<<Niente, solo... non te ne andare mai>> mormorai, dandomi della stupida mentalmente per il mio mancato coraggio.
Ero una cordarda, ero solo una dannatissima codarda.
<<Va bene>> rispose lui.

DISCOMUSIC PER INVERTEBRATI
Ma quanto sono cretina io che mi immagino le scene nella mia mente mentre le scrivo e sclero internamente?
Della serie: MA PERCHÉ NON ESISTIIIII?

Comunque... questo taglia fuori Katsuki? MA OVVIO CHE NO, ALTRIMENTI NON SAREI IO.

Sapete cosa trovo divertente? Che una volta gli angoli autrice mi imbarazzavano, non sapevo mai cosa scrivere, lasciarli vuoti mi faceva sentire in colpa e finivo con lo scrivere due stupidaggini in croce tanto per (se non durante gli ultimi capitoli dove piangevo fiumi di lacrime).
In verità ancora adesso mi succede ogni volta che inizio una storia nuova. Adesso invece devo impormi di smettere ahahahaha
Infatti se notate nei primi capitoli ero tipo: "Ehm, sì, ciao".
Quindi grazie per avermi messa a mio agio anche qui 💕

P.s. Domani aggiorno anche Rich ^^

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora