Coalizione

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<<Devi assolutamente venire con me e Bakugou questo fine settimana all'inaugurazione del nuovo luna park che hanno mostrato in tv>> disse Kirishima, piazzandosi davanti a me con enfasi.
<<Non dovremmo allenarci piuttosto? Hai sentito il professore Aizawa, no? A breve ci sarà il festival sportivo della Yuuei>> risposi, fissando pigramente il vassoio davanti a me.
Nemmeno durante il pranzo si poteva stare in pace con quel rosso sempre troppo euforico.
Bakugou fissava la scena poco più avanti con un'espressione più che scocciata. Probabilmente era stato incastrato anche lui da Kirishima.
<<Cosa hai fatto per convincerlo? Hai attaccato la sua virilità?>> domandai, rivolta verso il biondo che subito digrignò i denti.
<<In verità sembrava piuttosto curioso di venire, vuole assolutamente provare le montagne russe, dicono siano super spaventose. Forse vuole mettere alla prova il suo coraggio>> rispose lui.
<<Cosa hai detto capelli di merda? Io non devo dimostrare proprio niente a nessuno. Ripetilo e ti ammazzo>> rispose Bakugou, come al solito urlando e attirando su di sé le attenzioni di tutti.
<<Che avete da guardare, allora? Stupide comparse>> inveì contro la folla.
Mi sbattei una mano sulla faccia e riportai la mia attenzione su Kirishima.
<<Beh, mi piacerebbe, ma dovrei allenarmi.>>
<<Non fare la guastafeste, sarà il nostro ultimo momento di serenità prima dello stress del festival sportivo. Dì di sì, dai>> mi implorò lui.
<<Sembra divertente>> disse Mina, arrivando dalle spalle del ragazzo.
<<Già! Fighissimo, piacerebbe anche a me provare le montagne russe>> disse Kaminari, seduto esattamente al mio fianco.
<<Beh, allora organizziamo un'uscita di gruppo. Più siamo e più ci divertiamo>> propose Kirishima, scatenando l'entusiasmo generale.
Dopo pochi secondi ci ritrovammo a partecipare in gran numero e fui costretta ad acconsentire anche io.
<<Ah?! Pensavo di andare solo con te e miss perfettina, non con l'intera banda>> intervenne Bakugou, piantando un pugno sulla testa del rosso.
<<Non fare l'orso, sarà divertente>> dissi io.
<<Che hai detto sottospecie di calamita ambulante? Non eri tu quella che nemmeno voleva venire?>> chiese lui.
Era solito darmi nomignoli in base alle varie sfaccettature della mia unicità, ma ormai iniziavo a farci l'abitudine e non mi innervosivo più. Mi limitai a sbuffare e scuotere la testa. Inutile discutere con lui.
Bakugou si allontanò poco dopo furioso, quasi con il fumo che gli usciva dalle orecchie, e noi tutti ne approfittamo per decidere tutto sulla giornata al luna park.
Alla fine del pranzo il programma era pronto ed eravamo tutti molto eccitati all'idea.
Izuku soprattutto era contentissimo e la cosa riempiva di gioia anche me.
Perfino Todoroki decise di venire, strano da un ragazzo riservato come lui, ma tutto sommato mi faceva molto piacere. Almeno avrei avuto un occasione per conoscerlo un po' meglio.
Bisognava solo aspettare adesso.

<<Wow! Ma è enorme!>> commentò Ochaco, fissando ammirata l'imponente luna park davanti a noi.
<<Già, cra!>> rispose Tsuyu.
Diedi una gomitata a Izuku e lui mi sorrise calorosamente. Entrambi non vedevamo l'ora di entrare e di divertirci.
Nonostante la mia titubanza iniziale adesso ero davvero euforica e non avevo pensato ad altro per tutta la settimana.
L'unica voce fuori dal coro era quella del biondo esplosivo, ancora arrabbiato per il cambio di programmi non previsto. Tutto sommato era venuto lo stesso e la cosa mi consolava un minimo.
Iniziammo immediatamente a girare per il luna park, nonostante la folla enorme di persone che circolavano.
<<Quando diamine aprono quelle dannate montagne russe?>> chiese Bakugou, stringendo forte i pugni <<ci stanno facendo aspettare una vita.>>
<<Beh, è l'attrazione più attesa e ci sta che vogliano giocare un po' sulla suspense>> risposi.
<<Taci tu>> rispose lui scorbutico.
<<Hai fatto una domanda ed io ti ho risposto, semplice>> mi giustificai.
Lo sguardo omicida che mi lanciò mi bastò per distogliermi dal continuare il discorso e alzai le mani al cielo in segno di pace.
La mia attenzione in quel momento fu catturata dal bellissimo peluche di una volpe appeso su una bancarella a premi.
I miei occhi iniziarono a brillare immediatamente e mi avvicinai al chiosco, trascinando con me un imprecante Bakugou, ossia quello più a tiro.
La donna che gestiva lo stand mi notò fissare ammirata il peluche e si avvicinò a me.
<<Quello è leggermente difficile da vincere, cara. Fa parte della fascia premi più alta, ma se vuoi tentare una partita costa sole 200 yen>> disse lei.
<<Non sono molto brava nel tiro a segno, ma ci proverò>> dissi, allungando alla donna i soldi necessari.
Il gioco era il classico dove bisognava buttare giù dei bersagli mobili e per vincere la volpe bisognava mandare a segno tutti i colpi disponibili. Iutile dire che persi penosamente per tre volte di fila, mentre Bakugou mi insultava per la mia evidente incapacità.
<<Dacci un taglio. Avevo detto di non essere brava, è solo che mi piaceva davvero tanto quella volpe>> dissi, rigirandomi tra le dita uno dei tre portachiavi che avevo vinto per consolazione. Decisi che a fine serata ne avrei regalato uno a Kirishima e uno a Izuku, tenendone uno per me, e li riposi nello zainetto.
<<Tch, figurarsi se un'incapace come te poteva davvero vincere il premio migliore>> disse lui <<sei tale e quale a quel fannullone di Deku, siete una coppia di buoni a nulla.>>
<<Senti, su di me puoi dire quello che vuoi, ma non osare mettere in mezzo Izuku>> gli risposi, fronteggiandolo con rabbia.
Erano soliti litigi del genere tra di noi, questo perché andavo su di giri quando insultava il mio migliore amico.
<<Altrimenti che fai? Mi dai un pugno? In quel caso non ho di che temere se la tua mira è pari a quella che hai sfoggiato al chiosco del tiro a segno>> disse lui, ghignando perfidamente.
Non lo degnai di una risposta e lo mollai lì. Questa volta aveva davvero esagerato.
Non sapevo nemmeno perché tra tanti avessi afferrato proprio lui per accompagnarmi in quella bancarella, avevo fatto la scelta peggiore.
Tornai abbattuta dagli altri, trovandoli che discutevano sulla prossima attrazione. Ognuno aveva un desiderio diverso e per tale si optò per dividerci a gruppi, ciascuno verso l'attrazione scelta, per poi rincontrarci tutti lì.
Ascoltai le varie proposte, ma nessuna sembrava soddisfarmi. In verità desideravo solo andare a visitare la casa degli specchi.
<<Nessuno vuole venire con me lì?>> domandai, indicando la struttura in questione.
<<Io sono quasi a secco di soldi e vorrei usarli per attrazioni che mi piacciono di più>> si scusò Izuku.
<<Io sono una frana in queste cose, andrei nel panico>> si giustificò Ochaco, inchinandosi davanti a me mortificata.
Stavo per perdere le speranze, ma poi un: <<Vengo io con te>> mi risollevò il morale.
Mi ritrovai a fissare Todoroki come se fosse un alieno sceso da un'astronave.
<<Davvero? Cioè, volevo dire: va bene>> risposi, inciampando sulle mie stesse parole.
Gli sorrisi e lui mi fece cenno di seguirlo, offrendosi per di più di pagare il biglietto d'ingresso per entrambi, nonostante le mie proteste.
<<Non è niente>> rispose lui, entrando per primo nella struttura.
Lo seguii incantata e incuriosita, realizzando solo una volta lì di essere rimasta da sola con lui.
L'atmosfera nella casa degli specchi era intima e imbarazzante, soprattutto per me che conoscevo quel ragazzo a malapena.
I cunicoli erano stretti e ci costringevano a stare appiccicati per non perderci l'uno con l'altro. Inoltre la luce era molto soffusa e il pavimento leggermente scivoloso, tanto che rischiai due o tre volte di cadere nel giro di pochi minuti.
Sicuramente era fatto di proposito per rendere più difficile raggiungere l'uscita.
<<Metti i piedi dove li metto io e segui i miei movimenti>> mi suggerì lui, permettendomi di avvicinarmi ancora di più a lui.
Con un'unicità come la sua doveva essere abituato a muoversi su superfici scivolose, come ad esempio il ghiaccio, mentre io ero una frana e ne stavo dando dimostrazione.
La struttura però era molto bella e ne approfittammo per fermarci spesso davanti a specchi che deformavano particolarmente le nostre figure, inoltre era molto divertente sentire le lamentele delle persone davanti a noi che si erano staccate dal gruppo e si erano perse. In fondo quel posto era enorme e labirintico, molto difficile da risolvere.
<<Fingiamo che sia una simulazione della Yuuei e cerchiamo di trovare l'uscita nel minor tempo possibile. Ti va?>> domandai al ragazzo <<sarebbe un modo per allenarci mentre ci divertiamo.>>
<<Non male>> rispose lui, accogliendo la mia richiesta.
Iniziammo ad impegnarci sul serio, cercando con decisione la fine di quell'attrazione ed iniziai a divertirmi al di là di ogni mia aspettativa pregressa.
Ero talmente concentrata sulla strada da seguire che inciampai di nuovo, risparmiandomi una caduta a faccia avanti solo grazie agli incredibili riflessi del ragazzo davanti me. Mi ritrovai improvvisamente tra le sue braccia, con le sue mani sui miei fianchi e le mie aggrappate alla sua t-shirt bianca.
Mi incantai per la vicinanza del suo viso al mio e davanti ai suoi incredibili occhi l'uno diverso dall'altro. Non li avevo mai visti così da vicino e mi persi davanti alla loro luce e alle loro sfumature.
Tornai alla realtà solo quando la sua presa sui miei fianchi si fece più decisa, portandomi a staccarmi da lui come scottata.
<<Mi dispiace, non so cosa mi sia appena preso. Anzi grazie per avermi presa al volo>> bisbigliai imbarazzata, trovando immensamente interessanti le punte delle mie scarpe.
Lui non rispose e riprese il suo cammino apparentemente senza nessun rancore nei miei confronti.
Riuscii ad azzardare qualche passo nella sua direzione, prima di paralizzarmi di nuovo davanti a una sua domanda spiazzante.
<<Qualche giorno fa, in classe, ti è successo qualcosa che dovrei sapere quando mi hai toccato?>> chiese a bruciapelo, girandosi leggermente nella mia direzione.
<<Sì, ho visto qualcosa, ma non so esattamente cosa>> confessai, per niente decisa a mentirgli.
<<Ti ascolto>> disse lui a mo' di incoraggiamento.
<<Mi sono apparse nella mente scene confuse. Ho visto una donna con in mano una teiera e poi ho sentito nella mia testa le grida di un bambino>> raccontai.
Todoroki fece un passo indietro con un'espressione sbalordita e spaesata sul viso, confermando le mie paranoie.
<<Eri tu quel bambino, Todoroki?>> domandai.
Lui sospirò e si passò una mano sull'ustione, guardando altrove.
<<È stata mia madre a farmi questo, mi ha bruciato il viso con dell'acqua bollente quando ero ancora piccolo, dicendomi che il mio lato sinistro le faceva paura>> confessò lui.
Mi portai le mani sulla bocca incredula, iniziando a percepire un accenno di lacrime farsi largo ai lati dei miei occhi.
<<Non volevo impicciarmi della tua vita, non sapevo nemmeno di possedere quel potere. Credimi, sono molto dispiaciuta. Sia per questo che per quello che ti è successo. Davvero Todoroki, mi dispiace>> risposi.
<<Secondo mio padre io sono l'esperimento perfetto, colui che lo aiuterà a raggiungere il sogno che lui stesso non è riuscito a realizzare: togliersi di dosso l'appellativo di eroe numero due e diventare il numero uno. Ha fatto di tutto per creare il suo degno erede, anche sposarsi per interesse personale al solo scopo di mettere la mani su un'unicità potente e garantirsi una buona progenie>> mi spiegò.
Mi accorsi di star trattenendo il respiro solo quando il suo sguardo tornò a posarsi su di me in attesa di una risposta.
<<Credo di capire quello che stai provando. So cosa significa provare disgusto per un genitore, credimi. Te lo dico da figlia che è stata riempita per quattordici anni di farmaci e menzogne per soffocare la mia unicità e tenerla nascosta anche a me stessa. Sono cresciuta credendo di essere senza poteri e invece eccomi qui. Bello schifo, no?>> domandai.
Todoroki mi fissava sorpreso, forse colpito dal mio racconto e per la consapevolezza di non essere il solo a covare forti sentimenti di rancore.
<<Al mondo ci sono troppi genitori che non sono capaci di esserlo. Mio padre non si è mai dimostrato degno di essere chiamato tale, mentre mia madre... beh, in tutti i miei ricordi mia madre piange sempre.>>
Mi venne spontaneo avvicinarmi a lui e posare una mano sulla sua spalla. Non c'era malizia in quel gesto, né tantomeno secondi fini.
Era solo un modo per permettere alle nostre anime di toccarsi e di sentirsi meno sole.
<<Quando ne avrai ancora bisogno sappi che io sarò sempre disponibile per parlare e per un confronto>> gli dissi.
Vidi per la prima volta sul viso del ragazzo il fantasma di un sorriso, a cui risposi immediatamente. Ci lasciammo alle spalle quel tragico scambio di storie e continuammo a camminare, trovando finalmente l'uscita.
Eravamo entrati nella casa degli specchi come poco più che estranei e ne eravamo usciti come amici.

BUNGA
Per oggi ho finito di aggiornare le mie storie, così non mi sento in colpa.
Nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresina ehehehe

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora