Miraggio

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Lavorare lungo il litorale era come sempre una faticaccia, soprattutto con All Might come allenatore che non faceva altro che farci sgobbare.
Tutto per me era iniziato qualche mese prima, quando avevo visto il mio migliore amico con un uomo tutto muscoli e non avevo resistito all'impulso di seguirli, soprattutto perché quel giorno stesso aveva bidonato un mio invito ad uscire per un improvviso imprevisto che non aveva specificato. Non avevo quasi creduto ai miei occhi quando avevo riconosciuto la sagoma come quella dell'idolo indiscusso del verde e ancora di più quando lo avevo visto trasformarsi in un ometto striminzito e impegnato a sputare sangue.
La sorpresa era stata talmente tanta che avevo gridato, facendomi beccare e costringendoli a raccontarmi tutto.
Col tempo ero venuta a conoscenza di ogni cosa e avevo perdonato il mio amico, nonostante la mia da poco intolleranza profonda alle bugie di qualsiasi tipo; forse solo in vece delle sue intenzioni di proteggere l'identità e la reputazione del suo mito.
Nel corso delle settimane i nostri incontri erano diventati talmente frequenti da rendere me stessa parte integrante dell'allenamento di Midoriya. Aiutavo lui ad allenarsi e intanto cercavo di affinare anche le mie prestazioni fisiche e il controllo della mia unicità, che iniziavo a padroneggiare sempre di più.
<<Basta cincischiare. Come pensate di passare l'esame di ammissione alla Yuuei se non riuscite nemmeno a fare 9 km di corsa senza collassare?>> ci domandò All Might, seguendoci con il suo solito buffo affare con le ruote.
<<Beh, parli facile tu. Non stai mica correndo>> dissi.
Lui scoppiò a ridere e non disse altro, facendomi gonfiare le guance indispettita.
Ci permise di riposare solo un'ora dopo, concedendoci cinque minuti per riprendere un po' di fiato.
Passai a Izuku la mia bottiglietta d'acqua e lui l'accettò ringraziandomi piu di una volta.
Ero commossa dal suo entusiasmo e dalla sua voglia di entrare in accademia, tanto che aveva spronato anche me a fare domanda d'ingresso.
In fondo fino a pochi mesi prima nessuno di noi due aveva lo straccio di un'unicità, mentre adesso io ne possedevo una e lui si accingeva a riceverne una da niente poco di meno che All Might in persona.
Era quasi impossibile da credere. Praticamente ai limiti del fantascientifico.
<<Senti, hai più parlato seriamente con i tuoi genitori?>> domandò lui, restituendomi la mia bottiglietta.
<<Vediamo, se per parlare intendi salutarli e scappare in camera... allora sì, ci parliamo, se intendi sederci a tavola a chiacchierare come se nulla fosse... allora no. Solo questa settimana hanno provato a placcarmi almeno una dozzina di volte, ma sono riuscita sempre a svignarmela>> risposi.
<<Come fate a non parlarvi quasi per niente se praticamente vivete sotto lo stesso tetto?>> chiese.
<<Diciamo più teoricamente, ormai torno a casa solo per dormire. Lo sai, no?>>
Dopo i trascorsi coi miei genitori avevo passato tre giorni a casa di Izuku, prima di tornare dai miei. In fondo non sarebbe stato bello approfittarsi troppo della loro ospitalità e inoltre mi ero scoperta molto brava a ignorare le persone fino allo stremo, tanto che la mia famiglia si era rassegnata a poco, a poco al mio mutismo nei loro riguardi.
<<Avete finito di chiacchierare? Riprendiamo?>> ci chiese All Might, facendoci cenno di raggiungerlo.
Annuimmo e ricominciammo.

<<Senti qualcosa di diverso?>> domandai, fissando il ragazzo camminare davanti a me.
<<Intendi da quando ho mangiato il capello? Direi di no>> disse lui, abbassando la testa avvilito <<spero caldamente che il processo digestivo si avvii prima dell'inizio della prova.>>
<<Lo scopriremo a breve, temo. Siamo arrivati >> dissi, indicando l'imponente edificio che per mesi avevamo ammirato da lontano.
Finalmente il tempo tra allenamenti estenuanti e ansia era finito. Era giunto il giorno del test d'ingresso pratico.
Lui deglutì intimorito.
<<Non fare così. Ti sei impegnato un sacco, al punto da farti designare da All Might come suo erede, quindi non ti abbattere. Sono sicura che spaccherai, basta avere fiducia>> dissi.
Il viso di Izuku si illuminò un po' al suono delle mie parole e la cosa mi fece scaldare il cuore.
<<Hai ragione. Tu, mia madre e All Might avete creduto in me incondizionatamente e non posso proprio deludervi>> rispose.
<<Così parla un vero eroe>> asserii, dandogli una pacca sulla spalla <<facciamoli neri.>>
Fui io la prima a partire, distanziando il mio amico di qualche metro. Lui per raggiungermi fece uno scatto improvviso, talmente veloce da inciampare sui suoi stessi piedi.
Mi voltai percependo il suo verso strozzato dalla sorpresa, ma prima di poter fare qualsiasi cosa una ragazza all'apparenza carina e gentile lo toccò. Izuku prese a volteggiare, evitandosi una caduta a faccia avanti e tirai un sospiro di sollievo.
Sorrisi alla ragazza e lei ricambiò, prima di dedicarsi al mio amico.
Gli parlò con gentilezza, eppure lui non riuscì a spiccicare nemmeno una parola, nemmeno quando lei si allontanò augurandoci buona fortuna. Solo io le risposi.
<<Potevi anche dirle qualcosa, visto che ti ha appena risparmiato una figuraccia indicibile>> commentai io, prendendo a punzecchiargli un fianco. Lui si dimenò e si grattò la nuca più che imbarazzato.
Sicuramente era rimasto colpito dalla gentilezza e dal bel visino della ragazza accorsa in suo soccorso e la cosa mi fece sorridere. Era così tenero.
<<Farò finta di niente. Entriamo?>> gli domandai. Lui annuì e finalmente riprendemmo a camminare verso l'ingresso. Sorridenti.
Il nostro entusiasmo fu smorzato dalla figura di Bakugou in fondo alla strada.
Non aveva più dato noia a Izuku dal giorno del mostro fangoso e la cosa mi aveva enormemente sorpresa.
Vedevo nei suoi modi una specie di tacita riconoscenza per il mio amico, per il coraggio dimostrato davanti a quel nemico, ma era troppo orgoglioso anche solo per ammetterlo a se stesso. Non sopportava l'idea di dovere qualcosa a Izuku e per tale si limitava ad ignorarlo spudoratamente.
Il verde iniziò subito a tremare quasi impercettibilmente vedendolo arrivare, ma il biondo semplicemente ci passò accanto senza nemmeno degnarci di uno sguardo.
Fissai la sua schiena ben sviluppata allontanarsi passo dopo passo e mi corrucciai.
In fondo una volta eravamo tutti e tre grandi amici d'infanzia, mentre a guardarci adesso nessuno l'avrebbe mai detto.
<<Ti proprio ignora, eh! E di conseguenza ignora anche me. Sai, forse lo preferivo quando faceva il burbero. È troppo strano così>> commentai.
<<Già>> disse Izuku, anche lui visibilmente impensierito.
Restammo fermi per qualche secondo, troppo presi a fissare la figura del ragazzo allontanarsi per fare altro, prima di deciderci a riprendere la marcia.

Correvo, correvo come una disperata per la città simulata.
Sentivo da ogni parte le urla di battaglia e le grida di esultanza di chi riusciva ad abbattere un nuovo robot.
La mia media non era male, ma avevo bisogno assolutamente di altri punti.
Col tempo aveva affinato i miei poteri e riuscivo a lavorare su diversi campi. Potevo teletrasportarmi per brevi tratti, attirare o allontanare oggetti di massimo 60 kg, paralizzare una persona per undici secondi e sollevarmi da terra di un metro e mezzo.
Unica pecca: abusare dei miei poteri mi portava a un aumento non indifferente della frequenza cardiaca e dovevo monitorarmi sempre tramite un braccialetto che la misurava in tempo reale. Se andava troppo su dovevo fermarmi per qualche minuto e ora come ora non potevo proprio permetterlo.
Anche mio zio in vita aveva dovuto affrontare i medesimi effetti collaterali. Dovevo solo riuscire a tenere la situazione sotto controllo.
L'orologio agganciato al mio polso segnava 193 battiti al minuto e, visto di solito mi fermavo prima dei 250, non ero sicura di farcela considerando che mancavano ancora quattro minuti.
Avvistai un robot da 3 punti poco più avanti, mentre metteva alle strette un ragazzo visibilmente ferito e privo di forze.
Solo spostarlo dall'ennesimo attacco del mostro, molto a fatica considerando che superava i 60 kg, mi costò un rialzo di oltre 15 battiti e altri 4 per spostare a tutta velocità un ammazzo di ferraglia contro il robot.
Non potendo sollevarli e schiantarli mi limitavo a far schizzare contro di loro tutto ciò che trovavo. Usai lo stesso procedimento sui due robot dietro da 2 punti ciascuno.
<<Stai bene?>> domandai al ragazzo <<forse sono stata leggermente aggressiva quando ti ho spostato, scusami.>>
Lui mi guardò scuotendo la testa.
<<No, anzi... ti ringrazio. Grazie a te sto bene>> mi disse lui.
Lo aiutai a tirarsi in piedi e lo salutai.
<<Adesso che so che stai bene non posso proprio fermarmi, ho ancora bisogno di altri punti. Ci si vede>> dissi, correndo via.
Continuai a sferrare attacchi a destra e a manca, spartendomi il bottino con un bizzarro ragazzo che li abbatteva a suon di pugni. Lo avevo adocchiato dall'inizio per la sua unicità di trasformarsi in roccia e non avevo sbagliato a considerarlo fortissimo, stava facendo una strage di robot.
Quando il gong di fine simulazione si fece sentire si avvicinò a me sorridendo, mentre altri ci guardavano male.
<<Ehy tu, certo che mi hai dato davvero del filo da torcere. Quanti punti hai fatto?>> chiese.
<<Credo 39, ma forse ho perso il conto ad un certo punto. Tu?>>
<<Lo stesso. Incredibile, no?>> domandò sorridendomi.
Mi ritrovai ad annuire e sorridere come una scema anche io, colpita dalla bellezza e dalla scioltezza del ragazzo.
Dovevo sembrargli una perfetta idiota.
<<Sono Kirishima Eijiro. Tu invece sei?>> chiese.
Feci per presentarmi a lui, ma una bizzarra signora si avvicinò a tutti noi, distribuendo caramelle in giro e dando un bacio sui punti feriti dei ragazzi messi peggio. Notai con sorpresa le loro lesioni guarire istantaneamente e ci misi poco a fare due più due.
<<Incredibile. È Recovery girl>> dissi, fissando entusiasta la signora.
<<Ci sono altri feriti?>> chiese con voce gentile.
Alla nostra risposta negativa ci congedò e si allontanò così com'era arrivata.
Solo a quel punto ricambiai le presentazioni con Kirishima, inchinandomi educatamente.
<<Chissà, magari prenderanno tutti e due alla Yuuei>> disse lui dopo il breve scambio di battute, salutandomi con la mano e allontanandosi.
<<Lo spero! Ciao Kirishima.>>
Il test finì così per me.

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora