L'edificio davanti a noi era più imponente del previsto e mi venne spontaneo girarmi verso Todoroki per sondare la sua reazione.
All'apparenza poteva sembrare impassibile come al solito, ma notai una luce diversa nei suoi occhi.
La luce di chi si apprestava a rimettere sul piatto tutta la propria vita e le proprie convinzioni.
Il ragazzo si voltò verso di me e quasi annegai nelle sensazioni trasmesse dai suoi occhi.
<<Sei pronto?>> chiesi, combattendo contro la voglia di prenderlo per mano per fargli sentire la mia vicinanza.
Averlo così vicino e non poter far nulla mi distruggeva, soprattutto perché volevo rendermi utile e trasmettergli il mio appoggio.
Il ragazzo per tutta risposta riprese a camminare e mi apprestai a seguirlo immediatamente.
Una volta arrivati davanti alla reception delle clinica fu palese lo stupore sul viso delle infermiere, quando lui comunicò il motivo della sua visita.
Doveva essere la prima volta che andava a trovare sua madre da quel brutto episodio del passato e mi ritrovai ad ammirare molto il suo coraggio.
Non sapevo se sarei stata mai in grado di fare la stessa cosa al suo posto.
I corridoi sembravano tutti uguali e ci attenemmo scrupolosamente alle indicazioni delle infermiere per trovare la stanza.
Mentre camminavamo il mio sguardo cadde sulla mano di Shouto più vicina alla mia e la notai tremare leggermente.
Lo trovai così umano in quel momento e me ne stupii particolarmente. Non lo vedevo in grado di provare emozioni del genere e mi stavo ricredendo notevolmente.
Davanti a quella scena non riuscii più a trattenermi e avvicinai le mie dita alle sue, ottenendo la sua attenzione.
Mi aveva portata lì con sé per un motivo e volevo rendere utile la mia presenza, dandogli almeno un minimo di conforto davanti a quella difficilissima prova di vita.
<<Ci sono io qui con te>> gli sussurrai, lasciando intrecciare le nostre mani.
Sentii una scossa attraversarmi quando lui strinse la presa di rimando e mi ritrovai a stare bene, a stare bene sul serio.
La sua mano sembrava fatta su misura per incastrarsi con la mia e niente mi sembrava più giusto di quel contatto, nulla al mondo.
Arrivammo presto davanti alla porta da noi cercata e capii da me di dovermi fermare lì.
Quello era un momento tutto per lui e non potevo inquinarlo con la mia presenza.
L'unica cosa che potevo fare era aspettarlo là fuori.
<<Quando uscirai o se mai avrai bisogno io sarò qui. Poi se ne hai voglia sentiti pure libero di parlarne con me>> lo rassicurai, accarezzando dolcemente il dorso della sua mano col mio pollice.
Non volevo lasciarlo andare proprio adesso che avevo trovato il coraggio di avvicinarlo a me, ma dovevo farlo.
Shouto mi guardava così profondamente da far sparire tutto il resto attorno a noi. Lo trovai così bello, ancora più bello del solito.
<<Grazie>> mi rispose, staccandosi lentamente dalla mia mano. Come se nemmeno lui morisse dalla voglia di lasciarla andare.
Poi si voltò e fece per aprire la porta.
<<Todoroki?>> lo richiamai, facendolo voltare.
<<Buona fortuna>> gli dissi, sorridendogli incoraggiante.
Lui annuì con la testa ed entrò.Uscimmo da lì solo diverso tempo dopo.
Il ragazzo camminava con il capo chino, perso nei suoi pensieri, e non me la sentii di fare domande. In fondo non ci tenevo a risultare invadente ai suoi occhi.
Gli lasciai il tempo per metabolizzare, continuando a stare accanto a lui in silenzio, godendomi di nascosto il suo profilo concentrato.
<<Mia madre non è cambiata di una virgola. È identica alla donna che ci ha lasciati tanti anni fa>> disse Todoroki all'improvviso, senza staccare lo sguardo dal terreno.
Non risposi e gli lasciai tutto il tempo per continuare.
<<Quando mi ha visto si è commossa e per un po' ci siamo dimenticati di tutte le vicende del passato. Abbiamo parlato tantissimo e le ho promesso che tornerò a trovarla non appena avrò un momento libero>> disse lui.
<<È meraviglioso, dico sul serio. Sono davvero contenta per te>> gli dissi di rimando, sorridendogli calorosamente.
Ottenni il suo sguardo su di me e mi ritrovai ad arrossire, soprattutto perché la sua mano continuava a sfiorarsi con la mia, riportandomi col pensiero a quando poco prima avevo avuto il coraggio di stringerla.
Nessuno dei due fece niente per aumentare la distanza e interrompe quel contatto.
<<Questo incontro mi ha cambiato. E inoltre non faccio altro che pensare alle parole di Midoriya.>>
<<Izuku è speciale, nulla da dire al riguardo>> dissi a mia volta, mettendoci molto affetto in quella semplice frase.
Riprendemmo a camminare in silenzio, finché una richiesta non iniziò a lottare per abbandonare la mia gola.
<<Mi chiedevo... posso chiamarti Shouto?>> chiesi, chiudendo leggermente gli occhi per paura della risposta.
<<Chiamami pure come più desideri>> rispose lui, senza pensarci nemmeno su un secondo.
Il mio cuore in quel momento scoppiò di gioia.Quel lunedì tornai a scuola pimpante come non mai, ancora elettrizzata per il festival sportivo e per le recenti vicende con Todoroki, tanto da arrivare con un largo anticipo. O almeno più del solito.
<<Ehy tu, fermati>> mi sentii dire alle spalle da una voce vagamente familiare.
Voltandomi mi ritrovai davanti a uno studente della B di nome Monoma Neito, un ragazzo che da che ne avevo memoria non aveva fatto altro che screditare la mia sezione.
Mi voltai per capire se ce l'avesse davvero o meno con me e non trovando nessuno dietro mi indicai con un dito.
<<Proprio tu>> confermò lui, avvicinandosi a me velocemente.
Di contro feci spontaneamente un passo indietro, preparandomi già al suo nuovo carico di insulti e prese in giro.
Sicuramente era lì perché gli aveva bruciato enormemente vedere il podio occupato solo da ragazzi della mia classe e non vedeva l'ora di sfogarsi con qualcuno della mia sezione.
<<Vorresti uscire con me un giorno di questi?>> chiese di getto, strizzando forte gli occhi. Esattamente come avevo fatto io quando avevo chiesto a Shouto il permesso di chiamarlo per nome.
<<Eh?>> chiesi nella confusione più totale <<ho capito bene?>>
Avevo parlato solo due volte con quel ragazzo. Anzi lui aveva parlato solo due volte con me.
Una volta per darmi della stupida montata e un'altra per dichiararmi guerra durante la lotta sulle spalle.
Non riuscivo quindi a capire quell'incredibile cambio di atteggiamento.
<<Il bambino che hai salvato al festival è il mio fratellino. Si chiama Nobusuke e compirà nove anni il mese prossimo>> mi spiegò lui, mordendosi nervosamente il labbro.
Sembrava in tremendo imbarazzo in quel momento e non potevo dargli torto.
Non doveva essere facile invitare ad uscire una ragazza dopo averla per tanto screditata pubblicamente.
Lo guardai confusa, ancora bisognosa di sentire altre ragioni dietro alla sua proposta improvvisa e lui sembrò cogliere.
<<Io e la mia famiglia non abbiamo avuto modo per ringraziarti debitamente, visto che dopo il festival sei sparita. Quindi ti prego, esci con me>> ribadì lui, diventando più rosso di un semaforo <<Nobusuke non fa altro che parlare di te e ci terrei davvero tanto a farvi rincontrare, possiamo andare dove vuoi, basta che sia un posto adatto anche a bambini della sua età.>>
Doveva essere molto difficile per un ragazzo all'apparenza orgoglioso come lui venirmi una chiedere una cosa del genere e trovai molto tenero il suo tentativo di rendere felice il suo fratellino.
<<Domani pomeriggio non ho niente da fare. Potremmo andare tutti insieme a visitare l'acquario qui in città, ha aperto il mese scorso e ancora non sono riuscita a visitarlo>> proposi, accogliendo la sua richiesta.
<<Anche Nobusuke voleva andarci! Sarà felicissimo quando glielo dirò! Posso darti conferma domani mattina? Devo prima controllare che non abbia qualche impegno con il suo club di nuoto>> disse lui.
<<Va bene. A domani allora.>>LAMA IN TUTA
Ho decido di riprendere questa storia per nostalgia, non sarò velocissima ad aggiornare (considerando gli impegni lavorativi), ma farò del mio meglio.
Anche se non la leggerà nessuno va bene lo stesso, odio lasciare storie in sospeso.
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader