Indugio

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Da: Quello col ciclo eterno
"Vieni alla festa stasera in centro? Capelli di merda ha tre biglietti per entrare."

Da: Quello virile
"Mamma mi ha dato tre biglietti per la festa in centro, quella per il ventennale del tempio. Ci saranno tante bancarelle. Sei libera stasera per andarci con me e Bakugou?"

Da: Quello col ciclo eterno
"Allora? Guarda che sto parlando con te, sottospecie di orologio ambulante."

Da: Quello col ciclo eterno
"Bastarda, come ti permetti di ignorarmi? Farai meglio a rispondere entro due minuti o ti faccio esplodere la casa."

Da: Quello col ciclo eterno
"Ti mando al reparto per i grandi ustionati in tre pratiche scatole diverse. Quando il re delle esplosioni mortali chiama bisogna rispondere. Ti ho telefonato non so quante volte."

Da: Quello virile
"Bakugou è parecchio incazzato. Dice che se non gli rispondi viene personalmente per farti fuori. Poi dice di essere paziente, chi lo capisce è bravo."

Fu questo ciò che ritrovai sul mio telefonino, dopo essermi allontanata per appena cinque minuti; giusto il tempo per accordarmi con mio padre rispetto ai giorni per i prossimi allenamenti.
Fissai basita lo schermo del cellulare, indecisa se avere paura o scoppiare a ridere davanti ai messaggi e alle numerose chiamate perse da parte del ragazzo biondo. 13 in totale.
Alla fine mi ritrovai a ridere di gusto e con quei sentimenti pigiai il tasto verde di chiamata, in corrispondenza col numero in rubrica di Bakugo.
<<Brutta bastarda, si può sapere che fine avevi fatto?>> chiese lui immediatamente, quasi spaccandomi un timpano.
<<Sai Kacchan, io ho una vita, ricordi? Ero di sotto con mio padre>> risposi ironica, iniziando a fare su e giù per la stanza, come facevo abitualmente durante ogni telefonata. Proprio non ce la facevo a restare ferma nello stesso punto.
<<Non me ne frega niente della tua vita da sfigata. Ci vieni o no a questa maledetta festa? Guarda che ti rimpiazziamo tempo cinque secondi se non decidi in fretta>> chiese aspro lui, senza smettere di urlare nemmeno per un secondo.
<<Ah sì? Allora perché non l'hai fatto invece di tempestarmi di chiamate? Dillo che in verità speri di vedermi arrivare alla festa in yukata e che al pensiero hai già il naso che ti sanguina>> lo provocai, sorridendo davanti a quella che immaginavo essere la sua espressione in quel momento.
Ovviamente il ragazzo reagì immediatamente con una valanga di insulti contro di me, che proseguirono per diversi secondi. Poi sentii una voce femminile sovrapporsi alla sua e urlare anche più forte.
Era da diverso tempo che non la vedevo, ma riconobbi immediatamente la voce della madre del ragazzo, mentre lo rimproverava duramente per i suoi modi da cavernicolo.
Quando poi l'inequivocabile rumore di uno schiaffo in testa giunse a me attraverso il cellulare non riuscii più a trattenermi e scoppiai a ridere come un'ossessa, immaginando nitidamente la donna piazzare un forte ceffone sulla testa del figlio, esattamente come ai vecchi tempi.
<<Brutta megera, come osi colpirmi? Io diventerò il migliore eroe sulla faccia della Terra e...ahi!>> urlò, in concomitanza col secondo ceffone ricevuto.
Iniziai a ridere ancora più forte, attirando le ire del ragazzo su di me.
<<Che hai tanto da ridere come un'imbecille? Piuttosto ci vieni o no a questa stupida festa?>> chiese.
<<Ci vengo, ci vengo>> risposi, asciugandomi le lacrime dagli occhi, mentre mi sventolavo una mano davanti alla faccia per avere un po' di aria dopo tutte quelle risate.
<<Okay>> rispose, buttandomi il telefono in faccia subito dopo.

Le luci, i chioschi piene di cose buone, i visi sorridenti delle persone. Tutto in quella festa all'aperto era perfetto, anche la compagnia.
Kirishima continuava a correre da una bancarella all'altra, insistendo per assaggiare tutto e provare tutti i giochi, Bakugou invece sembrava meno adirato del solito e si guardava intorno con un'espressione neutra.
<<Ragazzi, andiamo nella casa degli spettri? Le persone che ho visto uscire sembravano davvero spaventate>> propose il rosso, ottenendo in risposta un cenno sprezzante da parte del biondo al suo fianco.
<<La casa degli spettri? Hai forse cinque anni?>> chiese lui, tuttavia fissando con una punta di interesse la casa in questione.
Bakugou era fatto così, ostentava indifferenza per qualsiasi cosa, anche di fronte a quelle che palesemente lo attiravano.
L'attrazione infatti era obiettivamente da urlo e sembrava immensa vista da fuori, infatti mi sembrava di aver capito di aver richiesto molte persone e molto tempo per la sua installazione provvisoria.
<<Non essere sempre così burbero, andiamo a comprare i biglietti>> proposi.
Kirishima scattò subito eccitato verso la cassa, lasciandoci indietro, mentre Katsuki restò fermo come uno stoccafisso.
<<Coraggio musone che non sei altro, vieni con me>> lo esortai, afferrandolo per un polso per trascinarlo dietro di me.
<<Donna, lasciami immediatamente o le conseguenze non saranno piacevoli per te>> mi minacciò lui, agitandosi per costringermi a mollare la presa.
Tuttavia io, ancora più testarda di lui, non ci pensai minimamente e strinsi con vigore maggiore la stoffa della felpa rosso mattone leggera che indossava quella sera.
Kirishima ci aspettava sorridente davanti alla cassa e non appena ci notò si rivolse al responsabile di cassa con un: <<Tre biglietti per favore>>.
<<Due casomai, io dentro quella merda non ci en->> tentò di dire Bakugou, ma tappai la sua bocca, sorridendo al contempo al ragazzo addetto alle vendite  in modo imbarazzato.
Aiutai il rosso a pagare, decidendo di dividere tutto e entrammo subito dopo, nonostante il biondo che puntava i piedi per terra come un bambino e minacciava di farmela pagare.
Tuttavia le sue proteste si spensero non appena varcammo lo spesso tendaggio nero che ci separava dall'esterno.
<<Wow>> mi lasciai scappare, osservando con tanto d'occhi il meraviglioso allestimento davanti a noi.
<<L'avevo detto io che sembrava una figata assurda almeno vista da fuori, andiamo, andiamo, andiamo>> ci esortò il rosso, esaltato come raramente l'avevo visto nei nostri mesi di conoscenza.
Anche troppo, considerando che si fece prendere troppo dall'entusiasmo, sparendo dal nostro campo visivo dopo appena cinque minuti.
<<Che fine ha fatto capelli di merda?>> chiese il biondo, accorgendosi per primo della scomparsa dell'amico.
<<Eh?>> domandai io, troppo presa a fissare uno scheletro davvero realistico per accorgermi della vicenda. Solo dopo le sue parole mi guardai intorno, realizzando di non vedere la sua chioma rossa da nessuna parte.
<<Forse non si è accorto che ci siamo fermati ed è andato avanti. Che facciamo? Proviamo a raggiungerlo?>> proposi.
<<Che si arrangi, ci aspetterà lui se proprio ci tiene>> disse lui <<e mollami piuttosto.>>
Solo in quel momento realizzai di aver stretto per tutto il tempo la felpa del ragazzo e la mollai di scatto, lasciandola tutta stropicciata.
L'aria diventò improvvisamente pesante e imbarazzante, forse a causa del silenzio attorno a noi o forse a causa dei suoi occhi che mi fissavano con una serietà quasi innaturale.
Mi sentii fortemente a disagio e ripresi a camminare, con il ragazzo che mi seguiva con le mani nelle tasche.
Riuscimmo a fare pochi metri, prima di vedere una figura con un orribile maschera uscire da dietro uno dei pesanti tendaggi laterali.
Nel farlo mi urlò praticamente in faccia e presa alla sprovvista urlai a mia volta, gettandomi tra le braccia della prima persona nelle vicinanze: tra quelle di Katsuki.
Lo spavento fu talmente grande da ritrovarmi praticamente appiccicata a lui, con le braccia attorno al suo torace e il viso affondato nel suo petto.
Mi staccai leggermente solo riconoscendo una risata fin troppo familiare, vedendo la misteriosa persona togliersi la maschera dal viso.
<<Scusate, ma l'ho vista appesa e non sono riuscito a resistere>> si giustificò il rosso, ridendo a crepapelle.
<<Kirishima! Sei un deficiente>> dissi io offesa, staccandomi lentamente dalle braccia del biondo, rimasto praticamente immobile a causa del mio gesto.
Mi preparai a una dose di insulti senza fine, che stranamente non arrivò.
Lo sguardo del biondo era infatti puntato altrove, con la testa leggermente china da un lato e il corpo estremamente rigido.
Evidentemente il mio gesto doveva avergli arrecato davvero un grande fastidio, comprensibile da un ragazzo quasi totalmente anaffettivo come lui.
<<Cammina, oppure uso il mio quirk e ti lascio qui paralizzato dietro a una tenda fino all'orario di chiusura>> minacciai il rosso, facendolo allontanare tra le risate.
Sbuffai e ripresi a camminare.
L'adrenalina per quello scherzo era ancora alta e quello mi aveva resa leggermente tesa, facendomi sobbalzare ad ogni piccolo rumore o gioco di luce.
All'ennesimo sobbalzo da parte mia sentii una mano strisciare sul mio fianco e voltandomi trovai Bakugou, con il braccio attorno alla mia vita e lo sguardo rivolto in avanti.
<<Kacchan?>> chiesi dubbiosa, presa completamente alla sprovvista.
<<Resta vicino a me, fifona. Mi stai dando sui nervi con i tuoi scatti continui, almeno così forse la finirai>> rispose lui.
Alle sue parole mi aprii in un sorriso radioso, trovando estremamente adorabile il suo tentativo di aiutarmi, seppur nascosto dal suo solito modo brusco di fare.
<<Grazie>> mormorai, ricambiando la sua stretta con riconoscenza, sentendo un calore che raramente avevo sentito in vita mia.
<<Tsk>> rispose semplicemente lui, senza guardarmi in faccia nemmeno una volta.

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora