Vicinanza

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Il soffitto della mia stanza ospedaliera era l'unica cosa che fissavo da quelli che dovevano essere almeno dieci minuti, persa com'ero nella miriade di pensieri che affollavano la mia mente rispetto alle ultime vicissitudini.
I recenti avvenimenti a Hosu avevano lasciato dietro di sé una scia mediatica interminabile, soprattutto a causa della cattura di Stain.
Todoroki, Midoriya e Iida si erano presi una bella lavata di capo da un agente di polizia con le fattezza di un canide, rispetto alla loro imprudenza. Era stato chiesto anche a me di partecipare, in quanto parzialmente testimone oculare.
Alla fine avevamo tutti promesso di tacere rispetto alle reali vicende ed il merito per la cattura era andato al padre di Shouto: Endeavor. Non era giusto, ma si era rivelato necessario per evitare un bel po' di rogne ai tre ragazzi coinvolti.
La scia dei miei pensieri si arrestò in corrispondenza del suono di nocche contro lo stipite della porta e voltando la testa trovai sulla soglia proprio il ragazzo in questione.
Come al solito era molto formale ed entrò solo quando gli feci cenno di venire avanti, sorridendogli nel mentre.
<<Come stai?>> fu la prima cosa che mi chiese dopo aver messo piede nella stanza.
<<Io sono qui solo per accertamenti visto che sono svenuta per lo sforzo, quindi nulla di che. Stanno giusto preparando le carte per la dimissione. Tu piuttosto...>> dissi, lasciando emergere tutta la mia apprensione.
Tra i due lui aveva sicuramente rischiato di più e ringraziavo tutte le divinità possibili di vederlo sano e salvo davanti a me.
Avevo avuto per tutto il tempo la paura di perderlo e nemmeno io sapevo cosa mi tratteneva dal mandare tutto all'inferno per correre tra le sue braccia.
Dentro di me era ancora vividissima la sensazione del suo abbraccio preoccupato e quasi disperato e dentro di me speravo di avere di nuovo l'occasione di stringerlo a me, magari in occasioni più liete.
<<Vieni qui a sederti>> lo invitai, picchiettando con la mano sul materasso.
Lui sembrò esitare per qualche secondo, non essendo di natura un ragazzo espansivo e aperto verso il contatto.
Tuttavia alla fine prese la sua decisione e assecondò la mia richiesta.
Shouto non era uscito illeso da quel duro scontro e lo dimostravano le medicazioni sul suo corpo. Il suo braccio sinistro infatti presentava una fasciatura abbastanza estesa, mentre un cerotto era stato applicato sotto l'occhio dello stesso lato del corpo.
Non era da lui ferirsi e il fatto che adesso lo fosse dimostrava perfettamente il livello di difficolta della battaglia affrontata.
Istintivamente la mia mano corse ad accarezzare delicatamente prima il cerotto e poi la zona bendata.
Non cercai nemmeno di trattenere la mia espressione preoccupata e non me ne curai, in fondo non c'era nulla di male a dimostrarsi attenti alla salute di una persona vicina.
<<Ti fa tanto male?>> chiesi.
<<Come se non le avessi>> rispose semplice lui, senza mostrare nessun segno di esitazione.
<<Mi sono preoccupata, lo sai? L'agente non ha sbagliato, siete stati molto avventati a sfidare un uomo pericoloso come lo sterminaeroi. Tu e Izuku d'altra parte non avete potuto fare altrimenti, ma mi meraviglio di Iida. Lo so che per lui vedere suo fratello in quelle condizioni deve essere dura, ma siamo pur sempre studenti del primo anno e ancora inesperti. Poteva andare male, poteva andare davvero malissimo. Non so cosa avrei fatto se solo vi fosse accaduto qualcosa...>> spiegai, sentendo le lacrime iniziare a raccogliersi prepotentemente ai lati dei miei occhi.
Stavo sfogando tutta l'ansia e la preoccupazione provate durante quei lunghi momenti a Hosu, attimi di paura che sicuramente non avrei mai dimenticato.
Questa volta fu la mano di Shouto ad avvicinarsi al mio viso, lasciando una carezza talmente leggera che a malapena la sentii, talmente delicata da spingermi a desiderare quel contatto più a lungo.
Senza pensarci due volte infatti afferrai la sua mano per trattenerla contro il mio zigomo e lui per tutta risposta l'aprì completamente, adagiandola su tutta la guancia.
Restammo così.
<<Shouto...>> sussurrai semplicemente, senza riuscire a trattenere le prime lacrime.
Era da quando mi aveva concesso di chiamarlo per nome che non riuscivo più a farne a meno e ogni volta mi sentivo pervadere dalla felicità per quella confidenza che mi veniva concessa quotidianamente.
Lui restò in silenzio, forse trovando superflue le parole.
In effetti avevo solo bisogno del suo calore e di sentirlo vicino e lo dimostrai poggiando la mia fronte sulla sua spalla, aggrappandomi leggermente al tessuto del camice ospedaliero celeste che indossava in quel momento.
Non aveva il classico odore di bucato appena lavato che sentivo sempre sui suoi vestiti, ma era comunque cosparso dell'odore del ragazzo e lo trovai piacevole in ogni caso.
Sentivo le ciocche bianche dei suoi capelli solleticarmi il viso e avvicinai la mano per allontanarle, accompagnandole dietro l'orecchio.
Tuttavia trovai soddisfacente quel contatto e decisi di lasciarla lì, incastrando le mie dita tra i suoi capelli. Quelli sì che avevano il loro solito profumo e senza farmi notare ne respirai profondamenre l'odore, rilassandomi seduta stante.
Mi allontanai di scatto da lui solo quando iniziai a percepire dei passi leggeri in corridoio, sempre più vicini alla mia stanza. Pochi secondi dopo infatti una giovane infermiera entrò nella stanza, la stessa che era venuta più volte ad accudirmi durante la mia breve permanenza lì.
Trovando me imbarazzata e Shouto ancora seduto sul letto sorrise dolcemente, chiedendo gentilmente al ragazzo di uscire dalla stanza.
<<Prendo qualche ultimo parametro e se tutto va bene poi sei libera di andare>> mi spiegò lei, mettendomi velocemente attorno al dito un saturimetro e un bracciale per la pressione attorno al braccio destro.
Non appena però Shouto lasciò la stanza aggiunse un: <<Il tuo fidanzato è davvero carino, state molto bene insieme>>.
Aprii la bocca per negare la relazione, ma alla fine risposi semplicemente con un: <<Sì. Ed è anche una brava persona. Sono davvero fortunata ad averlo con me>>.

Lasciai l'ospedale nemmeno un'ora dopo, senza risparmiarmi di passare dai tre ragazzi ancora ricoverati per accettarmi di nuovo delle loro condizioni e per salutarli.
Solo una volta fuori dalla struttura guardai il cellulare dopo diverse ore di stacco, trovandolo pieno di chiamate e di messaggi. Molti da parte di Kirishima, ma ancor di più da parte di Bakugou.
L'ultimo recitava: "Brutta stronza, sono ore che cerco di contattarti. Sei caduta nel cesso dell'ospedale?"
Ovviamente tutta la classe sapeva del ricovero mio e degli altri, tanto che non erano mancate visite e numerosi messaggi di incoraggiamento. Tutti, nessuno escluso, si era sottratto dal chiederci informazioni rispetto al nostro stato di salute. Perfino i più riservati come Tokoyami.
Avevo risposto a tutti con messaggi più o meno lunghi, ma poi tra una cosa e l'altra avevo abbandonato il cellulare per ore, per grande disappunto del biondo.
Per accelerare le tempistiche decisi di chiamarlo, ottenendo per il primo abbondante minuto solo insulti da parte sua e intimidazioni varie. Compresa la promessa di rimandarmi presto in ospedale per opera delle sue esplosioni sulla mia faccia. In poche parole si dimostrò gentile come sempre.
Ci accordammo per incontrarci di persona il giorno dopo per fare visita insieme a sua madre e solo allora mi permise di mettere giù, lasciandomi con l'ombra di un sorriso.
Katsuki Bakugou non sarebbe cambiato mai, lo sapevo per certo. Ma in fondo mi andava benissimo così.

PARALLELEPIPEDI NON PARALLELAMENTE MESSI PARALLELI
Ci ho messo poco ad aggiornare, quindi merito dei biscotti, no?

La farò molto breve, giusto per darvi qualche informazione di servizio.
Ho deciso di sviluppare le prossime vicende con Bakugou in più capitoli e vi avviso di una cosa: si arriverà a un punto della trama molto importante, quindi sappiate che ne succederanno di tutti i colori.
Sapete che io cospiro alle vostre spalle e che mi diverto a mettere ansia.
Cercherò di pubblicare presto il prossimo~

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora