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Shouto era bellissimo.
Non riuscivo a pensare ad altro, non mentre guardavo i suoi capelli dal colore diverso muoversi docili a seconda del movimento del leggero vento che soffiava in quel momento.
Non mentre il sole faceva leggermente brillare la sua pelle diafana, costringendolo a strizzare leggermente gli occhi eterocromatici a causa della luce.
Non mentre la sua mano era ancora attorcigliata alla mia, perfettamente incastrate.
<<Quindi è andata così ieri...>> commentò lui, continuando a scrutare il fiume che scorreva davanti a noi. Lasciando a me lo spazio per fissare indisturbata il suo profilo.
Avevo raccontato tutto al ragazzo, senza omettere nemmeno un dettaglio.
Shouto, educato com'era, mi aveva concesso tutto il tempo necessario per spiegare bene ogni momento di quella vicenda, continuando a guardarmi con la sua classica espressione indecifrabile.
<<È stato tutto così improvviso. Tutto così strano, al punto che sono ancora incredula>> spiegai <<sembra essere passata una vita dall'incontro con Torment e invece non sono nemmeno ventiquattro ore.>>
Il ragazzo restò in silenzio, senza esprimersi rispetto al mio lungo racconto, se non con quella breve frase appena pronunciata.
Era strano.
<<Shouto?>> chiesi infatti, incuriosita dal suo ostinato silenzio <<tutto bene?>>
La stretta del ragazzo sulla mia mano si fece più forte e sussultai presa alla sprovvista, per niente preparata a un gesto del genere da parte sua. Infatti solitamente ero io a cercare maggiore contatto fisico con lui e raramente accadeva il contrario come in quel momento.
<<Cosa c'è?>> chiesi nuovamente, riducendo la mia voce a poco più che un sussurro.
<<Ieri avevi bisogno di me ed io non c'ero>> disse infine lui <<sei stata attaccata da quel villain e non ero con te.>>
Sentire quelle parole uscire dalla sua bocca fu qualcosa di impagabile per me, tanto da far stringere contemporaneamente il mio cuore sia in una morsa di tristezza, che in una di felicità.
Tristezza nel vederlo così abbattuto. Felicità nel vederlo in qualche modo preoccupato per me.
Ne ero indiscutibilmente innamorata e non riuscivo a restare indifferente ad una simile situazione, inoltre dovevo rispondere velocemente per allentare quel suo ingiustificato senso di colpa.
<<Shouto, non è colpa tua. Quindi non colpevolizzarti per questo, okay?>> tentai <<in fondo nessuno poteva prevederlo e tu non sei la mia guardia del corpo.>>
Gli occhi del ragazzo tornarono di nuovo a posarsi su di me. Occhi carichi di un qualcosa che mai ero riuscita a leggervi dentro.
Era di norma un ragazzo impassibile e raramente notavi qualche squarcio di emozione sul suo viso. Quella mattina stavo assistendo a uno di quei rari momenti.
<<Avrei voluto esserci>> rispose lui <<avrei voluto esserci per te.>>
Sgranai leggermente gli occhi colpita, per poi stringerli leggermente, tanta era la commozione che stavo provando in quel momento.
Shouto si stava mostrando preoccupato per me e vederlo così apprensivo stava lentamente accendendo qualcosa dentro di me.
Per domare la mia voglia di averlo accanto mi avvicinai lentamente a lui, posando la mia testa sulla sua spalla, senza permettere alle nostre mani unite di staccarsi nemmeno minimamente.
Sentii il suo volto ruotare in direzione della mia nuca e il calore del suo respiro infrangersi sui miei capelli, fortunatamente reduci da una bella doccia rinfrescante fatta quella stessa mattina.
<<Io sono sana e salva, puoi vederlo con i tuoi stessi occhi>> dissi <<e da una parte sono molto felice di non averti avuto con me ieri, perché non avrei sopportato nemmeno vagamente l'idea di vederti in pericolo.>>
La mano del ragazzo lasciò la mia, ma lo sconforto durò solo per un attimo, siccome quella sua stessa mano poi finì col circondare il mio fianco, così da avvicinarci di più.
Quel gesto mi fece sollevare il viso nella sua direzione, solo per poterlo guardare.
Era talmente vicino che vedere i suoi occhi così belli a un palmo da me spense completamente il mio cervello, soprattutto per l'espressione del ragazzo assorta nello scrutarmi a sua volta.
Mi sollevai leggermente, posando le mie labbra sulla sua guancia, indugiando su quel punto per diversi secondi, per niente decisa a staccarmi.
Non avevo mai baciato la sua pelle prima di quel momento e mi meravigliai per la sensazione della sua guancia quasi bollente contro la mia bocca.
La presa del ragazzo sul mio fianco si fece maggiormente intensa e possessiva, riducendo ancora di più quella piccola distanza già presente.
Fu in quel momento che realizzai una questione importante: ero stufa di rincorrere quel sentimento senza fare nulla per proseguire, ero stufa di restare ferma a guardare.
Shouto era vicinissimo a me, bellissimo e apparentemente irraggiungibile come sempre e mi guardava così intensamente da convincermi a mandare al diavolo tutto.
Infatti circondai il suo viso con le mie mani, chiusi gli occhi e lo baciai, premendo forte le mie labbra contro le sue.
Tutto il resto perse d'importanza.
Sparì lo scrosciare del fiume. Sparì il rumore di qualche solitaria macchina in lontananza. Sparì il rumore del soffio del vento.
Contavano solo il ragazzo davanti a me e le nostre bocche premute insieme, ancora timidamente, appena in un accenno.
Shouto non si tirò indietro e non diede nemmeno l'impressione di volerlo fare, permettendo a quel contatto di proseguire.
Assunsi quindi maggiore coraggio ed iniziai a muovere timidamente le labbra sulle sue, cercando di rimembrare tutte le poche conoscenze che possedevo in merito.
Non avevo mai baciato nessuno di mia spontanea volontà prima di quel momento, ma avevo letto qualcosa in merito. Anche se non ricordavo nemmeno esattamente cosa, presa com'ero da quell'attimo.
Mi lasciai andare al mio istinto, catturando per un secondo il labbro inferiore del ragazzo, per poi tirarlo leggermente verso di me, prima di posare di nuovo la mia bocca sulla sua.
Le mie mani finirono tra i suoi capelli, morbidi come nessun'altra cosa al mondo, passando lentamente su tutta la sua nuca. Probabilmente scompigliandoli di nuovo come non molto tempo prima nei pressi della stazione, ma non me ne curai minimamente.
Mi staccai leggermente solo qualche secondo dopo, guardando il ragazzo tra le ciglia, beccando anche lui a fissarmi con gli occhi socchiusi e il respiro appena affannoso.
<<Scusa, ma volevo farlo da un sacco di tempo>> confessai insicura, continuando a restare vicina a lui.
Quel bacio non era stato come quello dato per sbaglio sul vagone del treno e non si avvicinavano nemmeno minimamente.
Il primo non era stato consapevole, a differenza del bacio appena vissuto, dato nel pieno della lucidità e delle intenzioni di farlo, almeno da parte mia.
Shouto non rispose, ma posò di nuovo le labbra sulle mie, anche se solo per un battito di ciglia, guadagnandosi un mio sguardo confuso in risposta.
<<Anche io volevo farlo da un sacco di tempo>> disse infine, sorprendendomi.
Mi accoccolai contro la sua spalla, sorridendo come mai prima di quel momento.

. . . .

Ci alzammo da quei gradini che davano sul fiume solo diverso tempo dopo, decidendo di comune accordo di tornare in direzione della stazione.
Dopo quel bacio non c'era stata nessuna forma di imbarazzo, né tantomeno delle spiegazioni.
Semplicemente il suo braccio era rimasto attorno a me, mentre la mia testa sulla sua spalla. Vicini come non mai.
Mi era sembrato tutto perfettamente giusto, senza nemmeno una virgola messa fuori posto.
Amavo Shouto e baciarlo era stata la decisione migliore da prendere in un momento come quello. Ne ero consapevole e non riuscivo in nessun modo a pentirmene o imbarazzarmene, soprattutto perché lui aveva anche ricambiato.
Da quando ci eravamo alzati inoltre le nostre mani si erano strette l'una all'altra, senza la benché minima intenzione di lasciarsi.
In passato mi era capitato più volte di prendere la sua mano durante un momento particolarmente intenso passato in sua compagnia, ma non ci era mai capitato di passeggiare in quel modo per la strada, incuranti di tutto il resto.
La mano di Shouto era calda e grande come piaceva a me.
Adoravo le mani dei ragazzi e le sue erano particolarmente belle, forti e rassicuranti. Mi piacevano sotto ogni punto di vista e il loro tocco era sempre capace di infondermi benessere, oltre che di portare il mio cuore a frequenze elevate, molto più che durante l'uso del mio quirk.
<<Shouto>> dissi, cercando di richiamare la sua attenzione.
Gli occhi del ragazzo si sollevarono leggermente nella mia direzione, facendomi arrossire leggermente al ricordo degli intimi e bellissimi momenti da poco condivisi.
<<Ti ascolto>> disse semplicemente.
<<Grazie per questa mattinata insieme, mi è davvero servita per rassicurarmi e per farmi sfogare, dopo quanto successo>> dissi <<adesso mi sento bene e ho deciso di venire in agenzia insieme a te, non voglio tirarmi indietro a causa della paura.>>
<<Ne sono felice>> rispose semplicemente lui, intrecciando meglio le sue dita con le mie.


CE L'HO FATTA, DOPO QUARANTADUE CAPITOLI. REGÀ, SO COMMOSSA
L'ho tirata davvero per le lunghe, ma non potevo fare altrimenti (almeno credo)

So di aver profondamente deluso tutte quelle persone che sostenevano fermamente Bakugou, ma questa mi sembrava la cosa più giusta da fare.

Tuttavia reggetevi forte, perché nei prossimi capitoli darò il peggio di me, facendo fuoriuscire la mia personalità malvagia.
Non dico nulla. Ma ricordatevi una cosa: nessuno è al sicuro.

Colgo l'occasione per ringraziare ancora col cuore tutte quelle persone che nello scorso capitolo hanno speso un po' del loro tempo per consolarmi. Un bacione!

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora