Questioni irrisolte

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Quella sera, di ritorno dalla festa, mi misi a mollo nella vasca da bagno, per riflettere su tutte le vicende successe negli ultimi giorni.

La strana gentilezza di Bakugou.

Il piccolo bacio-incidente di quella mattina sul treno con Todoroki.

L'incontro diretto con l'uomo che aveva rovinato la sua infanzia.

Il cuore che mi si scioglieva nel petto ogni volta che pensavo al ragazzo mezzo ghiaccio e mezzo fuoco.

Il mio coraggio inaspettato di non molte ore prima, quando l'avevo consolato accarezzando il suo viso diafano.

Sospirai e mi lasciai andare ancora di più contro l'acqua calda, scivolando dentro fino ad immergere anche il mento.
Stare lì mi aiutava a pensare e a mettere una parvenza di ordine nella mia testa.
Sapevo di non avere altre spiegazioni per la mia situazione, se non quella di essermi presa una sbandata pazzesca per il mio vicino di banco dal passato tormentato.
L'ultima volta che avevo provato un interesse così per un altro ragazzo era riconducibile al periodo delle elementari, quando veneravo Bakugou con tutta me stessa e riempivo le pagine del mio diario segreto col suo nome.
Dopo la comparsa del suo quirk avevo resistito tre anni in sua compagnia, sperando di spegnere un po' quell'aria da bulletto che si era fatta strada rapidamente nel suo animo, soprattutto a spese di Izuku, anche lui mio amico dall'asilo. Alla fine non avevo più retto ed ero esplosa, chiudendo la nostra amicizia per restare al fianco del verdino, sicuramente ai tempi molto più bisognoso del mio sostegno e della mia amicizia.
Sapevo di aver fatto la scelta giusta, seppur rinunciando all'amicizia del bambino che mi piaceva, ma spesso mi ero tormentata pensando a una possibile alternativa a quei tempi non valutata, visto che una parte di me non riusciva a perdonarsi. Infatti dentro di me sapevo cosa avevo fatto: avevo abbandonato Katsuki, forse anche per la frustazione di non riuscire a farlo tornare quello di un tempo, piuttosto che semplicemente solo per nobili sentimenti di amicizia.
Tuttavia il passato era il passato ed ero contenta di avere al mio fianco un migliore amico come Izuku Midoriya.
Quel piccolo trauma in amore mi aveva in qualche modo segnata, portandomi ad evitare di interessarmi ai ragazzi, per paura di restare scottata come la prima volta.
Ero chiaramente una bambina ai tempi della mia cotta per Katsuki, ma i miei sentimenti erano veramente sinceri e genuini, nonostante la giovanissima età.
Tutto era cambiato quando nella mia vita si era fatto lentamente strada Shouto Todoroki, in assoluto il primo riuscito nell'impresa di valicare il muro di insicurezze che mi ero inconsapevolmente costruita attorno negli anni, forse troppo spaventata dall'amore in generale o semplicemente non ancora pronta per aprire il mio cuore a qualcuno.
Con Shouto mi ero aperta velocemente, come mai mi era capitato di fare. Avevo trovato in lui un confidente, una persona a modo suo sensibile, un ragazzo con un cuore che ribolliva in un fuoco di sentimenti, seppur nascosto da uno strato di ghiaccio fino a poco tempo prima senza nemmeno un'intaccatura. In un certo senso il suo quirk era una metafora anche di ciò che era dentro, ma piano piano quel ghiaccio si stava crepando in più punti, permettendo a un suo lato tutto nuovo di emergere timidamente.
Shouto infatti nel corso delle settimane aveva subito molte evoluzioni, dapprima iniziando ad accettare un suo lato per così tanto tempo ripudiato e in secondo luogo aprendosi di più nei confronti del mondo.
L'aveva dimostrato decidendo di aprirsi con me e iniziando a modo suo ad essere più ben disposto anche in classe. I cambiamenti al momento erano quasi impercettibili, eppure qualcuno iniziava ad accorgersene, facendomi sorridere ogni volta.
Forse amare era anche un po' questo: gioire per i successi dell'altro come se fossero i propri.
Quella sera non lavai solo il mio corpo in quella vasca, ma anche la mia mente.
Ero entrata coi pensieri ingarbugliati ed ero uscita con una certezza: mi ero innamorata di Shouto Todoroki.

Quando scesi di sotto trovai mia madre intenta a prepararmi un bento per il giorno dopo.
Non era un asso in cucina, ma faceva del suo meglio e apprezzavo molto i suoi piatti alla fine dei conti.
Da bambina non faceva altro che ripetermi il vero ingrediente segreto per rendere tutto migliore: l'amore.
Secondo lei le cose fatte con il cuore avevano una marcia in più e col tempo avevo fatto anche mio quel suo detto.
<<Tesoro, ti va bene il curry in accompagnamento?>> chiese, notandomi fissarla da dietro il bancone della cucina.
Ultimamente sia lei che mio padre si stavano impegnando molto per riottenere la mia fiducia e avevo deciso di dare loro una chance, proprio per questo accennai un sorriso.
<<Va benissimo, ma in ogni caso mi va bene qualsiasi cosa>> risposi.
<<Ottimo>> squittì lei soddisfatta, tornando a trafficare con il fornello.
Decisi di cogliere la palla al balzo per chiedere qualche informazione rispetto all'organizzazione che aveva ucciso lo zio. Non sapevo molto di loro, visto che i miei genitori erano stati molto tirchi con le informazioni, ma ero riuscita a scucire qualcosa durante i giorni precedenti.
<<Senti mamma, sai dirmi altro rispetto al capo di quell'organizzazione? Mi piacerebbe saperne di più, in caso un giorno... beh... ci sia un incontro ravvicinato.>>
Lei sospirò e spense la fiamma del fornello, probabilmente perché ormai tutto pronto.
<<Mi piacerebbe riuscire ad ignorare questa eventualità, ma non posso. Dal Festival sportivo la tua identità e le tue capacità sono praticamente state sbandierate alla mercé di tutti e anche i villain, ahimè, possiedono un televisore. Vieni, parliamone di là, tanto qui ho finito>> propose lei, facendomi cenno di andare in salone.
Non mi lasciai scappare quell'occasione e corsi immediatamente nella stanza in questione, prendendo posto sul divano.
Mia madre arrivò due minuti dopo, portando con sé un quaderno e una matita. La guardai interrogativa, ma scelsi di non fare domande.
Lei prese posto accanto a me e prese un bel respiro prima di iniziare a parlare.
<<Allora, premetto dicendoti che dal Festival ti abbiamo tenuta sempre sotto controllo e abbiamo diffuso lo stato di allerta anche ai nostri sottoposti in agenzia. E non dire nulla a riguardo perché sai anche tu che non c'erano alternative>> iniziò, precisando la parte finale notando la mia bocca aprirsi in protesta.
La richiusi immediatamente, purtroppo aveva ragione e non potevo dire molto a riguardo.
<<Il loro capo si faceva chiamare Torment e doveva tutto alla sua capacità di provocare dolore guardando una persona negli occhi o col tatto. Tuttavia bada bene che il contatto visivo è meno efficace, secondo le nostre valutazioni dopo aver guardato una persona negli occhi col quirk attivo può provocarle dolore per massimo dieci secondi, a patto che la vittima distolga lo sguardo per proteggersi. Per il contatto fisico invece non ha limiti, purché non stacchi la mano dalla persona, ma queste sono le nostre valutazioni in base all'unica battaglia con lui. Ad oggi potrebbe aver cambiato nome nel suo campo per coprire le sue tracce, ma quasi sicuramente è ancora in circolazione>> spiegò.
<<Ho afferrato>> dissi, avvicinandomi un po' a lei per incitarla a continuare.
<<Normalmente i suoi occhi erano di un rosso rubino, ma quando attivava il suo quirk diventavano di un verde acceso. Durante lo scontro ne ha perso uno, quindi si presume un possibile indebolimento anche della sua capacità di provocare dolore con lo sguardo, inoltre riportò gravi danni anche alla mano destra, dopo che un nostro alleato gliela stritolò col suo quirk per difendersi dal suo tocco. Potrebbe aver perso anche quella per quanto ne sappiamo, il che sarebbe un vantaggio>> disse.
Per tutto il tempo non mi aveva guardata granché negli occhi, troppo presa a fare chissà cosa sul quaderno che si era portata dietro.
Avevo provato diverse volte ad allungare il collo per sbirciare mentre parlava, ma lei era stata lesta a nascondere il tutto dalla mia vista.
<<Altro?>> chiesi.
<<Sì, ai tempi era giovane e anche obiettivamente affascinante. Forse utilizzava il suo aspetto per abbindolare le persone, visto che spesso a sparire erano per lo più giovani donne. Forse le attirava con l'inganno, non ci è dato saperlo. Adesso dovrebbe avere circa la nostra età, perché era poco più di un ragazzino quando uccise tuo zio, anche se nonostante la sua età era già di una crudeltà indicibile...>>
Feci per dire qualcosa, ma proprio in quel momento lei girò verso di me il quaderno, mostrandomi il volto di una persona in più varianti. Mia madre era sempre stata discretamente brava nel disegno, ma riuscii a stupirmi nuovamente.
<<Questo qui in alto era il suo aspetto a quei tempi. Non esistono sue fotografie, quindi mi baso sulla mia memoria e ti assicuro che era così come lo vedi qui. È impossibile dimenticare il viso di colui che ha ucciso una parte di te, il proprio gemello...>> spiegò lei, con gli occhi leggermente umidi <<vicino invece trovi tutte le possibili supposizioni sul suo aspetto attuale, ad oggi potrebbe avere un moncherino al posto della mano, come qualcosa per coprire l'orbita vuota... magari una benda... e i capelli non posso prevederli se ancora di questa lunghezza come in passato o no, ma in ogni caso erano biondi.>>
Il ragazzo disegnato era bello esattamente come mi aveva descritto, eppure anche dalla carta i suoi occhi maligni riuscivano a trapassarmi.
Sentii un brivido gelato attraversarmi la schiena. Le sensazione era come di un panno umido e freddo che mi avvolgeva, ma riuscii a scacciare la sensazione.
<<Tienilo con te questo e memorizza bene il suo viso. È importante>> disse lei.
<<Grazie per avermene parlato. Lo so che è difficile per te dopo quanto successo>> la ringraziai, afferrando una sua mano.
Era il primo contatto intimo che le concedevo dal giorno della nostra discussione e lei sgranò gli occhi sorpresa, fissando la mia mano come se fosse un miracolo.
Immediatamente i suoi occhi traboccarono di lacrime e si portò la mano libera alla bocca, non riuscendo a trattenere un singhiozzo.
<<Figlia mia, vedo così tanto di Junichi in te. Hai il suo stesso sorriso e sei una persona meravigliosa, esattamente come lui. Sono fiera di essere tua madre, sono fiera di aver messo al mondo una tale meraviglia. Perdonami se ti ho fatta soffrire, perdonami>> mi disse tra le lacrime, singhiozzando disperatamente.
Lasciai da parte tutta la mia rabbia pregressa e il mio orgoglio e l'abbracciai, mandando al diavolo quella vocina che mi ricordava di tutte le loro bugie.
<<Oh, mamma>> dissi, iniziando a piangere anche io.
Mi era mancato il suo calore e il suo profumo di vaniglia, quello che si spruzzava sempre ogni mattina e sentire tutto di nuovo mi fece traboccare ancor di più gli occhi di lacrime.
Lei mi strinse come mai prima di quel momento.
<<Promettimi che starai attenta. Sei diventata una splendida giovane donna forte e determinata, destinata a fare tante cose meravigliose. Quindi giurami che presterai la massima attenzione>> mi supplicò.
Mi staccai lentamente da lei, asciugandomi le lacrime.
<<Te lo prometto>> dissi.
<<In caso di problemi sarà necessario un segnale. Serve qualcosa di corto, quindi in caso di pericolo mandaci un messaggio. Occorre qualcosa di molto breve e immediato per risparmiare tempo, io e tuo padre pensavamo semplicemente a una parola in codice che passi inosservata in caso di controlli. Che ne dici di "dango"?>>
<<Dango?>> chiesi divertita.
<<Era il piatto preferito di tuo zio, ma se ti sembra una cosa sciocca possiamo benissimo cambia->>
<<Va benissimo questa. La userò quando ne avrò bisogno>> dissi, sorridendole dolcemente.
Lei ricambiò il mio sorriso e mi accarezzò le guance con fare materno.
<<Posso farti un'ultima domanda?>> chiesi.
<<Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi. Abbiamo promesso, no? Niente più segreti>> disse lei.
Presi un bel respiro e mi affrettai a porgerle quella domanda che mi bruciava da un po'.
<<Qual era il nome da eroe dello zio? Sempre se vuoi dirmelo...>> chiesi, vergognandomi come una ladra per la mia domanda sentimentale.
I suoi occhi tornarono a farsi umidi di nuovo, ma tuttavia continuò a sorridere.
<<Timeless, aveva scelto timeless>> disse lei <<perché lo chiedi?>>
<<Perché ho deciso di far vivere il suo ricordo e volevo chiederti il permesso di usare il suo nome. Sai... a scuola giorni fa ci hanno chiesto di scegliere un nome da eroe per il nostro avvenire ed io ho lasciato il cartoncino in bianco, alla fine ho optato in modo provvisorio per il mio nome non conoscendo quello dello zio, solo che desidero davvero rendergli omaggio in questo modo>> spiegai.
Mia madre non disse niente, ma mi prese per mano e mi fece alzare.
Ero confusa come non mai, ma non mi ribellai e mi lasciai trascinare.
Mi portò fino alla foto dello zio, bello e sorridente in quello scatto eterno, spingendomi davanti alla cornice.
<<Junichi, voglio presentarti ufficialmente quella che un giorno sarà l'eroina migliore in circolazione: Timeless>> disse lei, con la voce che tremava dall'emozione.
Mi voltai sorpresa verso di lei, con una tacita domanda sul viso.
Lei sorrise ed annuì, dicendomi: <<Nessuno più di te merita di ereditare il suo nome, porta in alto il suo onore e tocca tutte quelle cime che gli sono state precluse a causa della malvagità degli altri. Fai risplendere quello che era anche il suo sogno: un mondo con più tolleranza e meno odio>>.
Quella sera la passammo insieme. Sul divano a ridere e scherzare come due adolescenti, avvolte in una bolla di benessere come nelle migliori delle favole.

CIABATTE VOLANTI
Questo capitolo volevo pubblicarlo senza tutta la parte con la madre, quindi da dove lei ammette i suoi sentimenti a se stessa, ma erano solo 632 parole circa ed era troppo corto. Allora ho pensato: "Ma sì dai, aggiungiamo qualcosina, magari arrivo a 1000".
E bene... adesso il capitolo ha 2212 parole ahahahahaha forse mi sono fatta prendere un po' troppo la mano ahahahaha
In ogni caso ho adorato scrivere la parte con la madre, quindi spero non vi sia risultata noiosa.
Lo so che sono più gradite le scene mlmlml o comunque con uno dei ragazzi, ma spero ugualmente di aver scritto qualcosa di gradito.
Ci tenevo a dare il giusto spazio anche a questa parte della storia, considerando che comunque il fulcro è un po' tutta la questione del quirk soppresso per anni. Quindi perdonatemi, ma ritenevo doveroso approfondire.

Ah, per la descrizione del villain ho fatto un po' ad istinto e sorprendentemente scavando nei meandri ho trovato un volto che corrisponde perfettamente a come avevo immaginato Torment.
Gilgamesh di Fate/Stay night:

Quando ho visto questa foto la mia reazione è stata: "Rapiscimi pure e fammi tutto ciò che vuoi" lolScherzi a parte, lo vedo perfetto per la parte

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Quando ho visto questa foto la mia reazione è stata: "Rapiscimi pure e fammi tutto ciò che vuoi" lol
Scherzi a parte, lo vedo perfetto per la parte. Ha quell'aria sadica che si adatta a come ho immaginato questo Villain.
Vi ho messo questa foto per riuscire a farvi calare meglio nella parte, ma considerate che questo era il suo aspetto alla morte di Junichi. Quando era giovane e non reduce dalla battaglia con i genitori della ragazza (che poi sareste voi, lol), quindi adesso è anche diverso.
Sembra un po' Bakugou versione: "Il demonio mi ha posseduto".
Ma in realtà guardando altre foto in giro la somiglianza è molto minore.

Ah, questo capitolo spiega anche il nome della storia lol
Lo scopo è sempre stato questo.

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora