Tradizioni

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La nostra destinazione finale non era molto lontana dal locale appena lasciato ed iniziai ad incamminarmi, cercando di godermi ogni secondo di quel ritorno al passato.
Bakugou camminava poco dietro di me con lo sguardo rivolto verso i suoi piedi, apparentemente perso nei suoi pensieri.
Non aveva la sua solita espressione iraconda, né tantomeno scocciata; al contrario c'era un leggero velo pensieroso sul suo viso.
Forse anche lui con la mente era proiettato ai ricordi del passato e non faticai a capirne le motivazioni, c'erano così tanti momenti e avventure da riportare alla mente con un pizzico di nostalgia che proprio non riuscivo a biasimarlo.
Forse lui vedeva diversamente quei ricordi e con molta meno malinconia, ma io dal canto mio non potevo fare a meno di sentirmi pervadere dalla nostalgia al ricordo dei bei momenti passati insieme.
La cotta per Katsuki era partita dalla più tenera età e ci aveva messo un anno intero a spegnersi dopo il nostro litigio. Ricordavo ancora nitidamente tutte le lacrime versate e tutte le volte che mi ero appostata di nascosto nei luoghi che frequentava abitualmente da bambino, solo per poterlo vedere, solo per poter scorgere il suo sorriso.
Un sorriso che non avevo mai più rivisto, perché da dopo il nostro litigio Katsuki Bakugou non aveva sorriso mai più.
Era sempre stato un bambino poco propenso ad essere allegro e cordiale, ma da bambini ogni tanto mostrava un barlume di felicità durante i giochi, i compleanni o i momenti felici. Poi all'improvviso semplicemente aveva smesso, assumendo quell'espressione ancora fissa sul suo viso dopo tutti quegli anni.
Da un certo punto di vista io in passato rappresentavo per lui una specie di calmante, perché col mio carattere avevo sempre un po' dosato il suo così esplosivo, ma da dopo il nostro litigio le cose erano peggiorate. Bakugou era già cambiato molto dopo la comparsa del suo quirk e la consapevolezza del suo potenziale, ma poi le cose erano precipitate.
Senza volerlo sospirai, guadagnandomi l'attenzione del ragazzo.
<<Che hai da sospirare come una povera idiota?>> mi chiede lui, accelerando il passo e affiancandomi.
<<So che ti danno fastidio i miei momenti nostalgici, ma oggi più che negli altri giorni non riesco proprio a non pensare alla nostra infanzia e a come ci siamo ridotti...>>
Il ragazzo solitamente non rispondeva quando tiravo fuori discorsi simili e quando lo faceva era solo per intimarmi di tacere o per insultarmi, quella volta però andò diversamente dal solito.
<<Hai fatto tutto da sola. Sei tu che quel giorno hai deciso di chiudere tutto>> disse il ragazzo, utilizzando un tono di voce talmente cupo e basso che lo sentii parlare a malapena.
In sua presenza cercavo di dosare quanto più possibile le parole in simili situazioni, per niente desiderosa di sorbirmi le sue urla, ma quella volta nemmeno io restai in silenzio.
<<Lo sai benissimo perché l'ho fatto. Eri diventato ingestibile, non facevi che trattare male tutti, eri diventato irriconoscibile. Non facevi che prendertela con Izuku e maltrattarlo. Per me non è stato facile prendere quella scelta>> spiegai, iniziando sentire i nervi a fior di pelle.
<<Invece secondo me è stato facilissimo, non ci hai pensato due volte>> fu la sua risposta. Una risposta che annullò quel briciolo di autocontrollo in me e mi infervorò.
<<Io ho provato a starti vicino, per tre anni dopo la comparsa del tuo quirk, ma non ce la facevo più. Non ti riconoscevo e a volte il tuo sguardo mi faceva paura, non esitavi a picchiare gli altri bambini, anche quelli più indifesi, anche quelli senza quirk. Il potere non ti aveva reso tanto diverso dai nemici che fingevamo di abbattere durante i nostri giochi di ruolo...>>
<<Quindi hai scelto di fare la codarda e di tagliare la corda.>>
La sua risposta mi spiazzò, perché dentro ci vidi un fondo di verità. Infatti tra tutte le motivazioni che mi avevano spinta a chiudere la nostra amicizia c'era anche la consapevolezza di aver fallito con lui. Me ne ero andata con la coda tra le gambe pur di non accettare l'idea di aver perso il mio migliore amico, il mio eroe, il mio primo amore.
<<In parte, questo lo ammetto. Anche se ho realizzato questo aspetto solo dopo tanti anni, recentemente a dir la verità...>> ammisi, addolcendo di nuovo la voce <<però c'è anche da dire che le motivazioni più forti erano altre...io ti avevo perso.>>
Il ragazzo non rispose e decisi di tagliare lì il discorso, iniziando a sentirmi provata da quella valanga di ricordi malinconici.
Davanti a noi c'era l'entrata del nostro covo segreto dell'infanzia, un luogo un tempo nostro soltanto e di difficile accesso a causa della posizione isolata e della vegetazione che negli anni aveva coperto i punti d'accesso.
Quello spense il nostro battibecco, ripristinando un'atmosfera neutrale.
Nonostante tutti gli anni ricordavo ancora perfettamente il punto nascosto d'accesso e senza indugi mi feci strada tra i rami e le foglie, tornando di nuovo per qualche secondo la bambina di sette anni che ero stata un tempo.

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora