Quel giorno ero abbastanza di buon umore e avevo voglia di godermi di più la strada, quindi scelsi di andare a scuola senza la bicicletta.
Ero uscita da poco da casa, quando incrociai Katsuki uscire dal vicolo che portava nel suo quartiere.
Lui sembrò non vedermi nemmeno e gli corsi incontro.
<<Buongiorno Bakugou, facciamo la strada insieme?>> chiesi gentilmente.
<<Fai quel che cazzo vuoi>> mi rispose lui, senza nemmeno scomodarsi di aspettarmi.
<<Oggi sei più gentile del solito. Hai mangiato miele per colazione?>> chiesi ironica, tuttavia sorridendogli.
Ero troppo felice quel giorno per mettermi a discutere con lui.
<<Che diamine hai stamattina? E cosa hai da ridere come una povera idiota? Mi imbarazza camminare con te se continui a sorridere così>> mi chiesi lui.
Lo osservai e notai un particolare divertente: il ragazzo aveva ancora i segni del cuscino sulla faccia.
Scoppiai immediatamente a ridere e ricollegai tutto, era più mestruato del solito perché probabilmente sua madre l'aveva buttato giù dal letto per non farlo arrivare in ritardo a scuola.
<<Ancora? Vuoi morire prima di riuscire ad arrivare a scuola?>>
Il suo sguardo aveva un non so che di omicida, ma proprio non riuscivo a prenderlo sul serio quella mattina.
<<Dimmi un po', per caso tua madre è venuta a suonartele di santa ragione stamattina?>>
Bakugou diventò rosso sulle orecchie, segno che era molto imbarazzato o molto incazzato, o forse tutte e due le cose, e iniziò a minacciarmi con le sue esplosioni.
Capii di averla fatta grossa quando prese ad avvicinarsi a me con un'espressione poco rassicurante e iniziai a correre con lui alle costole, mentre imprecava e mi ordinava di fermarmi.
<<Fossi scema, se mi fermo mi ammazzi>> mormorai tra me e me, decidendo di tagliare per il campo lì vicino.
Bakugou non si diede per vinto e cercò di lanciarmi contro le chiavi di casa sua, che fortunatamente schivai.
Mi voltai in tempo per vederlo raccoglierle e infilarsele in tasca in malo modo.
<<Fermati ho detto. Voglio solo parlare e al massimo farti esplodere qualche volta.>>
Ovviamente non lo ascoltai e arrivammo a scuola in quel modo, dando anche qualche spallata a qualche studente.
Io mi scusai, mentre Bakugou li insultò per aver osato intralciargli il cammino.
Mi fermai solo davanti al cancello per non dare spettacolo e lui ne approfittò per piazzarmi una sberla sulla testa.
<<Ahia>> mi lamentai, massaggiandomi il punto colpito.
<<Ti sta bene, così impari a metterti contro il re delle esplosioni mortali>> mi disse lui, fissandomi arcigno.
Ripresi a camminare e lui dietro di me.
<<Se per questo mi hai lanciato anche addosso le tue chiavi. Potevi farmi male, sai? Fortuna che le ho schivate>> dissi.
Notai un lampo di consapevolezza dipingersi sul suo viso e poi le sue mani correre nella tasca dei pantaloni dove aveva riposto l'oggetto.
<<Rilassati, sono ancora lì. Tua madre non ti ucciderà per averle perse>> gli dissi, eppure il suo sguardo diventò lo stesso spento, quasi perso nel vuoto.
Lo notai anche impallidire leggermente.
<<Ti senti bene? Hai una faccia strana>> chiesi.
<<La mia faccia non ha nulla che non va, pensa alla tua piuttosto>> mi rispose lui, tornando lo stesso Bakugou di sempre.
Feci spallucce e decisi di ricominciare a camminare, anche se non mi sfuggì il suo viso tornato di nuovo stranamente assente.Diluviava, fuori diluviava ormai da due ore e purtroppo si era fatta l'ora di tornare a casa, visto che tutte le lezioni erano finite.
Non avevo controllato il meteo prima di uscire, ma fortunatamente avevo l'ombrello sempre con me nello zaino. Non mi avrebbe protetta molto da quelle secchiate di acqua, ma mi sentivo lo stesso più sicura.
Notai Katsuki raggiungere l'uscita, senza alcun ombrello in mano, e decisi di fare la mia buona azione della giornata.
<<Ehy Bakugou, se vuoi possiamo tornare a casa insieme e dividercelo. Basta che lo reggi tu perché sei più alto di me>> proposi, indicandogli l'ombrello in questione.
<<Non mi interessa, non ho bisogno del tuo aiuto>> disse lui, preparandosi per fare il primo passo allo scoperto.
<<Non fare il difficile, ti bagnerai tutto e ti prenderai un malanno. Poche storie e vieni qui sotto con me.>>
<<Ho da fare una cosa e non ti voglio tra i piedi>> mi urlò contro lui, allontanandosi a passo svelto.
Sbuffai e mi apprestai ad aprire l'ombrello, preparandomi già per quel difficile rientro a casa.Come previsto mi ritrovai comunque notevolmente bagnata, considerando il vento che mi spingeva addosso la pioggia fuori dalla portata dell'ombrello.
Le gocce erano fittissime e si faceva molta fatica a vedere davanti, eppure non mi sfuggì la sagoma in movimento in mezzo all'erba del campo.
Avevo scelto di evitare quel percorso per non sporcarmi le scarpe di fango, ma trovai stranamente familiare quella figura tanto che decisi di avvicinarmi.
Una volta abbastanza vicina trovai Katsuki cercare disperatamente tra l'erba un qualcosa a me sconosciuto. La sua espressione angosciata mi sorprese, visto che non ne avevo mai viste di simili sul suo viso sempre incazzato.
<<Che hai perso? Vuoi una mano?>> chiesi.
Il ragazzo alzò la testa verso di me e spalancò gli occhi vedendomi.
<<Che cazzo ci fai tu qui? Non è un tuo problema, quindi gira a largo>> commentò, avvicinandosi minacciosamente a me.
Lo ignorai e corsi a ripararlo col mio ombrello, anche se ormai era praticamente più che zuppo.
<<Ti sei spinto a molto per venire qui a cercare, quindi deve essere molto importante per te ciò che hai perso. Non ti lascerò qua fuori a beccarti una broncopolmonite, andiamo a casa e domani ti aiuterò a cercarla>> gli proposi.
Parlai con un torno calmo, eppure lui decise di inveirmi contro lo stesso.
<<Ti ho detto di andartene a casa tua>> ribadì lui, ma lo ignorai e cominciai a cercare tra l'erba.
<<E adesso cosa pensi di fare?>> chiese aggressivamente.
<<Aiutarti, anche se non vuoi il mio aiuto perché sei troppo orgoglioso per chiederlo. Se non vuoi dirmi cos'è che hai perso pazienza, ti mostrerò tutto ciò che troverò di abbastanza interessante.>>
Lui fece per venire verso di me per suonarmele di santa ragione, ma a pochi passi si paralizzò, fissando un punto tra l'erba.
Notandomi guardarlo distolse subito lo sguardo, ma non abbastanza velocemente da ingannarmi.
Doveva aver visto l'oggetto che aveva perso e per qualche strano motivo non voleva farmi scoprire cosa. Da quella distanza però riuscii a vederlo lo stesso, una volta tornata in piedi.
Un piccolo portachiavi con sopra scritto "successo", lo stesso che gli avevo regalato io poco tempo prima.
Stordita mi avvicinai a lui e mi chinai per raccoglierlo, riconsegnandolo tra le sue mani.
Lui se lo infilò in tasca evitando il mio sguardo e con uno strano rossore sul viso.
Sembrava molto seccato, ma allo stesso tempo molto imbarazzato.
<<Hai fatto tutto questo per recuperare il regalo che ti ho fatto dopo il luna park?>> chiesi, visibilmente commossa da quel suo bellissimo gesto.
Si era preso tutta quella pioggia e aveva cercato con tutta quella disperazione per un mio regalo.
Katsuki aveva dei sentimenti e c'era ancora un po' di quel bambino che tanto adoravo in passato dentro di lui.
<<Ti piacerebbe. Ero sicuro di averci attaccato anche cose più importanti, ma forse mi sono sbagl->>
Non lo lasciai finire la frase che buttai il mio ombrello per terra e lo abbracciai, stringendolo forte a me. Il primo abbraccio dopo tanti, tantissimi anni. Sotto il diluvio universale.
Lo sentii sussultare e cercare di divincolarsi, ma non mollai la presa. Anzi, avvolsi meglio le braccia attorno al suo busto .
<<Cosa pensi di fare? Staccati subito o giuro che ti seppellisco qui viva tra il fango>> mi minacciò lui.
<<Ah, chiudi il becco. Non saranno le tue minacce a farmi allontanare, sto così bene>> gli confessai, poggiandomi sul suo petto.
La pioggia mi scivolava violentemente addosso, infilandosi ovunque e inzuppandomi completamente, ma non me ne curai.
Ne valeva maledettamente la pena.
<<Kacchan, abbracciami anche tu. So che ne sei capace>> gli sussurrai, chiamandolo con quel soprannome che per tanto tempo avevo rifiutato di usare. Lo stesso che gli avevo dato da bambina, quando era il mio migliore amico e lo vedevo come il mio eroe.
Lui si lasciò raggirare dalle mie parole per una buona volta e accolse la cosa come una sfida.
<<Certo che lo so fare. Io so fare tutto>> mi ringhiò nell'orecchio, avvolgendomi con le sue braccia muscolose.
Mi lasciai stringere e sospirai sopra la sua maglietta fradicia di pioggia.
Restammo lì, come nella scena di un film, per tanto, tantissimo tempo.
Il giorno dopo ci saremmo svegliati entrambi con un terribile raffreddore, ma in quel momento non potevamo saperlo. E forse nemmeno ci importava.SHINEEEEEEEE
In questo capitolo un raro esemplare di Kacchan vagamente cute.
Amore lui.
Spero di non aver reso Bakugou troppo poco Bakugou (?)
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader