La copertina è un attimo Todobaku credo, ma non importa.
Vedere di nuovo il ragazzo biondo al centro della mia stanza fu immensamente strano per me, giacché non ci metteva piede da quando eravamo poco più che due mocciosi.
Una volta veniva tutti i giorni a casa mia, tanto da passare quasi più tempo qui che nella propria abitazione, ma ormai quei tempi erano andati. Non eravamo più io, lui e Izuku.
Katsuki si guardava intorno da diversi secondi, forse valutando tutti i cambiamenti avvenuti nella mia stanza.
Le pareti un tempo rosa confetto per volere dei miei, erano adesso di un bel rosso mattone, ad eccezione di una parete rimasta bianca e occupata da dozzine di foto, disegni e poster. Mentre il mobilio era quasi del tutto cambiato, se non per la scrivania e per alcuni piccoli oggetti sparsi.
Il ragazzo infatti sembrò catturato da un vecchio peluche di pezza, quello che un tempo usavo per dormirci insieme, siccome terrorizzata dal buio.
<<Ah, vedo che hai ancora questo coso che portavi con te per dormire. Che nome avevi dato a questo cesso di pezza? Lobby? Molly?>>
<<Bobby>> lo corressi io.
<<Quello che è, fa comunque sempre cagare>> risposi lui, riposandolo malamente sul letto.
Alzai gli occhi al cielo e mi affrettai a sistemarlo, detestando vedere le cose in disordine in quel modo, soprattutto quando si trattava di oggetti molto importanti per me.
Il secondo oggetto ad attirare la sua attenzione fu sempre un peluche, ma quella volta la volpe che lui stesso mi aveva regalato al luna park diverso tempo prima.
Lo notai ghignare soddisfatto, per poi girarsi nella mia direzione.
<<Ti rende così felice vedere come tratto bene un tuo regalo?>> chiesi.
<<No, penso solo che tu sia patetica ad esporlo in bella vista al centro della mensola come una bambina delle elementari. Sei piena di peluche>> valutò lui.
Decisi di ripagarlo con la stessa moneta.
<<L'ho messo lì perché dopo che me l'hai dato ho fatto una bella chiacchierata con la signora della stand e ho pensato che sarebbe stato un peccato metterlo in disparte, considerando quanti soldi hai speso per vincerlo>> dissi.
Lui sembrò punto sul vivo da quella risposta e notai le sue orecchie arrossarsi dalla rabbia.
<<Cosa ti ha detto quella vecchia megera? Ah? Io ho fatto solo una partita. Adesso lo prendo e lo faccio volare dalla finestr->>
Bloccai le sue intenzioni omicide nei confronti di quel povero pupazzo innocente, afferrandolo per una mano.
<<Almeno per una volta potresti evitare di strillare come una ragazzina isterica? Con me puoi rilassarti, non ti giudico se ti lasci un po' andare ogni tanto, sai? Non serve mantenere sempre questa facciata burbera>> gli dissi, cercando di calibrare il più possibile le parole usate e il tono della voce.
Mi aspettavo di vederlo infuriarsi maggiormente, ma non successe nulla di tutto ciò. Bakugou infatti rilassò la muscolatura e restò semplicemente a fissarmi con uno sguardo meno torvo del solito.
<<Non mi importa come l'hai vinto, sono felice del tuo regalo e lo tratterò sempre con cura>> gli sussurrai <<adesso però sediamoci sul letto, abbiamo tante cose sulla quale discutere.>>Bakugou fissava il muro davanti a sé in silenzio, forse nel tentativo di metabolizzare tutte le informazioni che gli avevo dato.
<<Quindi non sapevi di avere un quirk...>> disse lui, dopo diversi minuti.
<<Esatto. Non ho mai preso in giro nessuno, come invece credevi tu la mattina successiva al telegiornale. Non lo sapevo davvero... era stato soffocato per proteggermi da Torment e dalla sua organizzazione criminale...>>
Avevo raccontato tutto al ragazzo. Ogni cosa. E lui inaspettatamente aveva ascoltato con grande interesse e rispetto, permettendomi di concludere il mio racconto senza interruzioni.
<<Non ti fa arrabbiare questa cosa? Io al posto tuo avrei distrutto tutto>> commentò il ragazzo.
<<Non fatico a crederlo... tu distruggi tutto a prescindere>> commentai, ottenendo in risposta un suo sguardo assassino, che tuttavia spense quando gli sorrisi in risposta.
Sospirai e decisi di rispondergli seriamente. <<Vedi... all'inizio ero molto arrabbiata e ho tenuto a lungo il muso duro coi miei genitori, ma poi ho cercato di mettermi nei loro panni e di capire anche il loro punto di vista>> spiegai <<dopo stasera posso dire di aver compreso bene, quel tipo è davvero pericoloso e non biasimo i miei genitori per i loro timori pregressi...>>
<<Chi oltre a me conosce questa storia?>> chiese lui.
<<Izuku e Shouto>> risposi velocemente, senza indugiare. In fondo non avevo nulla da nascondere.
<<Deku e il bastardo diviso a metà...>> ripetè lui sottovoce, chinando la testa verso il pavimento. Si era incupito tutto d'un colpo.
<<Kacchan, tutto bene?>> chiesi, posando una mano sulla sua spalla. Mano che scacciò immediatamente.
<<Perché loro lo sanno da tempo ed io lo scopro solo adesso? Che ha il bastardo diviso a metà più di me? Eh? Non mi reputavi all'altezza di sapere queste cose?>>
Il ragazzo sembrava enormemente incazzato e non si sforzava nemmeno minimamente di contenere la sua collera.
Normalmente le sue reazioni esagerate tendevano ad irritarmi un minimo, ma quella volta trovai la situazione solo tenera.
Non esitai ad afferrare le sue mani con le mie e lui inaspettatamente mi lasciò fare.
<<Mi dispiace non avertene parlato prima. Non l'ho fatto per mancanza di fiducia o altro, ma semplicemente perché non se ne è mai presentata l'occasione. Io mi fido di te e adesso ti devo molto, considerando che mi hai salvata da quel folle...>>
Quello sembrò calmarlo un minimo e notai i suoi occhi tornare tranquilli. Facendo di conseguenza rilassare anche me.
Mantenemmo le nostre mani in quella posizione anche successivamente, continuando a parlare.
<<Non tenermi più nascosto nulla. Voglio saperle anche io queste cose>> mi chiese lui, mostrandomi un lato di sé solitamente nascosto. Sembrava fragile e insicuro.
Mi scaldò enormemente il cuore.
<<Te lo prometto, Kacchan.>>
Restammo con le mani unite in quel modo per diverso tempo e parlammo a lungo. Katsuki stranamente non si arrabbiò nemmeno una volta e fu una serata molto piacevole, al punto che mi sembrò di tornare indietro nel tempo.
Mi quasi dimenticai della paura provata in quel vicolo e riuscii anche a sorridere.
Il mio cuore si scaldò. Soprattutto quando realizzai un qualcosa: una persona molto importante per me era definitivamente tornata nella mia vita e sapevo che non se ne sarebbe mai più andata.
Ero felice.. . . .
Le mie mani tremavano, tremavano enormemente.
Nel corso della mia vita avevo fatto tantissime cose che mi avevano messa a dura prova, in primo luogo l'esame di ammissione allo U.A., ma quella mi sembrava una prova ancora più difficile. Soprattutto per me che ero incredibilmente emotiva.
Lo schermo del mio cellulare mostrava infatti da circa quindici minuti la facciata Line che mi collegava a Shouto e stavo cercando il coraggio di scrivergli il mio primo messaggio.
Avevo il suo numero da poco e quindi non si era ancora presentata l'occasione di scriverci per qualsivoglia motivo. Adesso ne avevo la necessità, ma non riuscivo a decidermi.
Ogni cosa che scrivevo mi sembrava stupida e patetica, tanto da spingermi a scrivere a cancellare diverse volte.
Mi sentivo un'imbranata e non facevo altro che camminare avanti e indietro per la mia stanza da diverso tempo.
Katsuki era tornato a casa con la sua famiglia da circa un'ora e dopo di lui era toccato a mia madre e mio padre entrare nella mia stanza.
Erano stati da me fino a poco prima, discutendo a lungo su quanto successo.
Mi avevano chiesto di restare a casa dallo stage il giorno dopo, per la mia sicurezza e per riprendermi a dovere, ma io non ero stata completamente d'accordo.
Alla fine avevamo convenuto insieme di lasciarmi la possibilità di scegliere se andare o meno, ma non riuscivo a venirne a capo.
Una parte di me voleva dare ascolto ai miei genitori, mentre l'altra si rattristava al pensiero di saltare un importante giorno di stage formativo, dove potevano accadere molte cose utili alla mia formazione.
Proprio per quel motivo volevo scrivere a Shouto, volevo un suo consiglio.
<<Non essere codarda. È solo una chat>> mi dissi tra me e me, decidendo finalmente di approcciarlo con un messaggio semplice.A: Shouto
"Ciao, perdonami per l'orario e per il disturbo... ma avrei bisogno di chiederti un parere."Scrissi semplicemente, senza prendermi il disturbo di specificare chi io fossi, siccome sapevo chiaramente che anche lui aveva salvato il mio numero sulla sua rubrica. L'avevo visto con i miei occhi.
Mi accomodai sul letto in attesa, stringendo il cellulare con ansia tra le dita.
Sussultai quando vibrò, informandomi dell'arrivo di un messaggio.
L'anteprima mostrava proprio una notifica da parte del ragazzo e mi stupii della sua velocità nel rispondere.Da: Shouto
"No, non disturbi. Chiedi pure."A: Shouto
"È un po' lunga da spiegare... ti scoccia se ti telefono? Farei molto prima..."In tutta risposta il cellulare mi squillò dopo pochi secondi tra le mani. Era lui.
Presi un enorme respiro e accettai la chiamata.ELEFANTI UBRIACONI
È TORNATO IL MIO BIMBO DIVISO A METÀ. URLO.
Mi mancava un sacco scrivere di Shouto, ero in astinenza :')
Anche se ho adorato scrivere i capitoli con Bakugou. Anche quel biondino isterico aveva bisogno di spazio e devo dire che ne ha avuto molto di più, rispetto alle mie pregresse aspettative.Ultimamente sto aggiornando come una pazza e mi sento prosciugata ahaha ma decisamente dovevo muovermi per non restare indietro.
Credo di aver fatto più o meno tutto :')
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Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)
FanfictionQuando la vita di una ragazza è tutta una menzogna. Todoroki x Reader/ Katsuki x Reader