Mettersi in gioco

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Il paesaggio di Hosu scorreva accanto a me come i fotogrammi di un film, mentre correvo a perdifiato al fianco di Todoroki.
Nessuno dei due aveva esitato nemmeno per attimo prima di partire in aiuto di Izuku.
Quel ragazzo era molto più che un compagno di classe. Per me era il mio migliore amico, mentre per Shouto una persona che aveva giocato un ruolo molto importante nel suo percorso di autoaccettazione.
<<Spero che non gli sia accaduto nulla di irreparabile>> urlai, cercando di sovrastare il rumore del caos della città.
Nonostante le brevi tempistiche numerosi prohero si erano già messi all'opera e iniziavo a vedere sempre più nitidamente i primi esiti di quell'attacco improvviso.
Todoroki non rispose, ma mi risolve uno sguardo eloquente.
Avrei voluto dire ancora altre cose, ma capii da me di dover tacere per non sprecare il fiato e continuare in quella folle corsa.
Non era niente paragonato alla gara per le eliminatorie del festival sportivo del nostro istituto o rispetto allo sfiancante allenamento ad opera di All Might precedente all'ingresso, ma comunque stavamo correndo già da diverso tempo ed entrambi accusavamo i primi segni di fatica.
La destinazione finale era a poco meno della metà, quando delle grida provenienti da un vicolo adiacente non attirarono la nostra attenzione.
Arrestammo la nostra corsa, notando un Nomu cercare di fare irruzione in un appartamento, apparentemente respinto da un quirk di qualcuno all'interno che formava una specie di barriera protettiva.
L'urlo era quello di una giovane donna, nascosta alla nostra vista e probabilmente la stessa in possesso di quel quirk.
Perfino dalla mia distanza riuscii a cogliere un particolare: la barriera mostrava diverse crepe e sembrava prossima alla distruzione. Senza di quella nulla avrebbe impedito a quel disgustoso essere di entrare nell'abitazione.
Attorno a noi non c'era nessun hero in quel momento, nessuno capace di fermare l'avanzata del Nomu.
Fui la prima a reagire, iniziando a correre in quella direzione, ma Shouto mi fermò per un braccio.
<<Devo andare ad aiutare quella persona, ma qualcuno deve arrivare da Izuku, quindi dobbiamo dividerci...non possiamo perdere nemmeno un secondo. Col mio quirk riuscirò a rallentarlo per portare via quella persona, poi correrò immediatamente vicino all'hero più vicino>> dissi, riferendo a quelli visti pochi isolati prima <<fidati di me, Shouto, posso farcela.>>
<<Torna>> disse il ragazzo, mollando la presa.
Nel suo sguardo per un solo secondo notai il lampo di un'espressione diversa dalla sua solita gamma, una sfumatura di preoccupazione.
Tuttavia non restai il tempo necessario per accertarmene.
Attivai immediatamente il mio quirk, teletrasportandomi diversi metri avanti.
Di solito evitavo di utilizzarlo troppo, in quanto era uno degli utilizzi del mio quirk che più mi destabilizzava e alzava la mia frequenza cardiaca.
Avevo allenato molto la mia resistenza e le mie capacità nei mesi successivi al mio ingresso nella sezione A e recentemente stavo consolidando il tutto nei serrati allenamenti con mio padre, quindi la mia soglia di resistenza si era alzata e potevo tollerare carichi più pesanti di utilizzo, ma comunque non dovevo strafare.
Riuscii ad arrivare vicino il Nomu giusto un attimo prima di vedere la barriera infrangersi in mille pezzi.
L'essere cercò immediatamente di avanzare, ma lo bloccai con il mio quirk e lo scaraventai il più lontano possibile.
Essendo molto pesante e molto forte sospettavo di poterlo tenere bloccato per un tempo molto esiguo, inoltre non ero nemmeno riuscita a spingerlo molto lontano a causa della sua stazza, quindi avevo decisamente poco tempo. Sentii le mie capacità di tenermi sospesa in aria venire meno e cercai un sostegno.
Prima di cadere mi aggrappai al cornicione della finestra e solo allora volsi rapidamente lo sguardo nell'appartamento, oggetto di interesse del Nomu.
Dentro trovai una graziosa donna sui venticinque anni dallo sguardo decisamente terrorizzato, con una mano protesa in avanti a causa del suo quirk da poco annientato e un neonato in braccio.
Lei aveva gli occhi spalancati per lo shock da poco subito e il piccolo non faceva che piangere a squarciagola, decisamente terrorizzato da quanto stava accadendo.
Erano le uniche due persone nell'appartamento e senza esitare feci leva sulle gambe e sulle braccia, dandomi una vigorosa spinta ed entrando dentro.
<<Non abbiamo molto tempo, lo so che sono molto giovane, ma le chiedo di fidarsi di me in questo momento. Tenga stretto il piccolo, vi porterò dagli hero più vicini>> dissi il più velocemente possibile, allungando un braccio nella loro direzione <<presto, non riuscirò a bloccare quell'essere ancora per molto.>>
Quello sembrò ridestare la donna dallo shock e senza perdere altro tempo si avvicinò a me, porgendomi la mano libera.
Utilizzai al massimo le mie capacità per portarci tutti in strada, due piani più sotto.
Volsi un leggero sguardo al Nomu, probabilmente paralizzato ancora per pochi secondi a giudicare dalle sue estremità che iniziavano a muoversi di giá ed iniziai a correre.
Avrei tanto voluto usare il teletrasporto per ricoprire brevi tratti in tempi veloci, ma non avevo mai provato a portare delle persone con me durante quell'atto e nemmeno testato le effettive ripercussioni sul mio fisico.
Poteva essere pericoloso per eventuali passeggeri e non volevo rischiare di ferire in qualche modo quella ragazza e quel neonato, probabilmente suo figlio.
Mi limitai a tenere stretta la mano della donna, iniziando a correre verso la zona dove avevo visto gli hero.
Durante il tragitto riuscii a proteggerli da pezzi di palazzi che cadevano a seguito degli scontri e da un Nomu con le ali che cercò di afferrarci al volo, ma che respinsi col mio quirk.
Stavo decisamente abusando delle mie energie, ma in quel momento l'adrenalina mi impediva di accusare per davvero la fatica.
Guardai spesso dietro di noi per verificare di non essere seguiti dal primo Nomu e fortunatamente non si mise mai sulle nostre tracce.
Quando notai un piccolo gruppo di hero per poco non sentii le lacrime raccogliersi agli angoli dei miei occhi per il sollievo.
Non appena ci notarono i tre si avvicinarono rapidamente a noi.
<<Questa donna e questo bambino hanno bisogno della vostra competenza, io sono solo una tirocinante e non posso fare altro che affidarveli>> dissi tutto d'un fiato, decisa più che mai a fare marcia indietro per correre da Todokori e Izuku.
<<Sei stata brava ragazzina, adesso lascia fare a noi>> mi disse uno dei tre, che identificai come un hero molto in voga in quel periodo e decisamente talentuoso. Potevo lasciare tranquillamente quei civili con loro, senza nessuna preoccupazione.
Feci per voltarmi e correre di nuovo via, ma la donna fece leggermente resistenza, tenendo stretta la mia mano.
<<Grazie, grazie per averci salvati. Ti sarò per sempre debitrice>> mi disse, abbandonandosi alle lacrime e stringendosi forte al petto il fagottino.
Le sorrisi di cuore e mi allontanai, ignorando le gambe che imploravano una pausa e l'orologio che monitorava la frequenza cardiaca che saliva sempre di più.

POLLI AMBASCIATORI

Capitolo quasi per niente frufru, ma con un po' di azione.
Anche il prossimo seguirà la stessa linea, ma con qualche squarcio anche per il caro Todoroki, altrimenti diventa una cosa noiosa.

Spero che questo vi sia piaciuto.
Io per oggi ho aggiornato anche abbastanza e posso tornare a vegetare lol
Ciau!

Timeless (Bakugou/Todoroki x Reader)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora