Capit 8

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Il lunedi sarà una giornata come tante e come tale inizia con l'andare a scuola. Quando mi sveglia, quel giorno la giornata era freddissima, lasciare il letto caldo fu uno strazio. Mi alzai mi preparai mettendomi dei leggins beige, una magliettina bianca e i miei uggs preferiti beige e visto il freddo il mio giubbotto imbottito che avevo comprato qualche mese prima mai messo perché abbonda parecchio, cosi credo. E avendo poca voglia di sistemare i miei capelli li alzai in una coda. Scesi di casa e andai alla fermata dell'autobus mio padre insistiva affinché io prendessi la limousine con il tassista di famiglia, ma io non avrei mai accettato di arrivare nella mia scuola dai miei amici in quel modo, sarebbe stato come sbattere in faccia  a tutti di essere la figlia di un riccone. Mi incontrai poco dopo con una mia amica di nome Rosy, una bella ragazza dai capelli color rame e gli occhi nocciola e la  carnagione scura. Era fantastica, un amicizia con alti e bassi per tutti gli anni trascorsi nelle superiori, un cammino iniziato insieme e che presto finiremo. Insieme ci incamminammo verso la scuola, nel tragitto lei mi parlò di un ragazzo fantastico che aveva conosciuto bello come il sole e che ancora non trovava il coraggio di avvicinare, io invece a lei non raccontai nulla di Daniel, non sapevo ancora cosa ci fosse tra di noi, cosa pensava lui di me, quindi l'ascoltai ridendo della sua espressione sognante quando parlava del Dio biondo il cui nome è "Lorenz ". Chissà cosa succede a noi ragazze quando ci piace qualcuno : il dio biondo il dio della bellezza i suoi occhi come sono luminosi il sorriso mi fece sciogliere...addio ragione e benvenute follia e visioni. Quando arrivammo a scuola andammo insieme alle nostre amiche a fare colazione. All'uscita io e rosy salimmo sull'autobus per andare verso casa, un ragazzo bello, ma niente a che vedere con Daniel si presentò chiedendomi come mi chiamavo e scambiammo quattro chiacchiere fin quando rosy non scese e io e il ragazzo restammo soli e ci scambiammo i numeri. Dopo poco che scesi,Manuel mi mandò un messaggio :già mi mancano i tuoi occhi.. Lo lessi e sorrisi arrossendo. Arrivai a casa i miei genitori non c'erano, durante la settimana sola la cena era il momento in cui ci incontravamo. Andai da mio fratello che ahimè dovetti lasciare subito per andare a studiare e poi in palestra.  Alle sette di sera partì di casa e alle sette e venti arrivai proprio quando cominciava una lezione di difesa personale a cui decisi di partecipare e aspettai cosi che l'allenatore finisse di spiegare la parte teorica con gli annessi e connessi delle motivazione di questo nuovo corso e ci presentò il fondatore della campagna antiviolenza sulle donne..... E chi era, il dio della bellezza.. No, bello gentile premuroso e anche sensibile alle problematiche sociali. Mi convinco sempre di più che scenda da qualche altro pianeta. Durante il discorso i nostri sguardi si incrociarono e ci scambiammo anche qualche sorrisino. Dopo averlo ascoltato iniziammo la pratica, era abbastanza forte scontri corpo a corpo quasi come il krav maga. La lezione durò 30 minuti perché appunto la prima volta. Gli altri 40 min li impiegai sul tappeto. Dopo una doccia uscì già era buio e non vidi da nessuna parte Daniel così iniziai a camminare un po' delusa. Sentì dei passi e poi fui scaraventata a terra e immobilizzata, era un uomo vestito tutto di nero e abbastanza pesante, cercavo di togliermelo di dosso ma i miei tentativi furono invani, ormai stavo realizzando che il peggio stava succedendo, ma non mi fermai continuai a lottare e a urlare più forte che potevo a un certo senti le mi braccia molli cosi per un attimo mi fermai e lui ne approfittò per entrare le sue luride mani sotto la mia maglietta e mi sentì morire, non avevo mai fatto nulla del genere e proprio la prima volta stava succedendo in un modo spaventoso, non volevo, no e iniziai a piangere e urlare le sue mani passarono ai miei pantaloni e sul suo viso si aprì un sorriso malvagio e iniziarono anche a uscirgli da quella maledetta bocca dei gemiti di piacere  e io iniziai a tremare dalla paura sicura che ormai era finita, non avevo via d'uscita . Quando sentì all'improvviso il rumore di una moto avvicinarsi si fermò immediatamente sentendo le mie urla, e venne in mio aiuto appena sentì lurido bastardo riconobbi la voce di Daniel, oh senti montare dentro di me sollievo ma ancora la paura la rabbia e la frustazione di non aver saputo badare da sola a me stessa rimanevano. Daniel prese quel viscido verme dalle spalle lo fece alzare strattonandolo e iniziò a inveire su di lui pugni allo stomaco in viso e di nuovo fin quando non lo lasciò cadere a terra privo di sensi e sanguinante. Io tremavo e piangevo con le gambe portate sotto il mento e le braccia abbracciate al mio corpo come per proteggermi. Daniel si avvicinò e mi prese tra le braccia accarezzando la mi schiena con movimenti lenti per tranquillizzarmi dicendomi di stare tranquilla che adesso c'era lui e tutto andava bene, io singhiozzai per un tempo che sembrava infinito con il viso premuto nell'incavo del suo collo dopo aver finito le mie lacrime mi guardò in un modo che mai nessuno prima aveva fatto e con il pollice mi accarezzò il labbro inferiore a quel contatto il mio cuore palpitò furiosamente.. Daniel disse:sai che hai delle labbra bellissime e dopo che hai pianto sono cosi morbide e calde, abbasai lo sguardo con un piccolo sorriso e lui prese il mio mento fra le sue dita e mi alzò il capo avvicinando le sue labbra alle mie ma che poi ritirò.. Io rimasi li con gli occhi chiusi ad asoettare il bacio che non arrivò. Apri gli occhi e lo guardai con aria interrogativa e lui capendo la mia domanda inespressa mi disse :hai un figlio nora sicuramente anche un fidanzato, non posso, tu non puoi.

Il risposi un po' offesa del fatto che lui pensasse che se io avessi avuto un fidanzato avrei potuto tradire con lui ma non potevo biasimarlo. Cosi gli risposi :Daniel quel bambino era mio fratello non mio figlio.

Lui mi guardò sbigottito e disse:ma io pensavo che lui fosse.. Non che i figli siano problemi.. Ma, io scusa pensavo

Io lo femai con una mano dicendo :allora il figlio non c'é cosa vogliamo fare?

Mi guardò rise e io insieme a lui, durò poco, pochissimo perché i suoi occhi diventarono seri scuri e carichi di desiderio cosi come i miei, mi sciolse la coda e i miei capelli ricaddero sul mio viso e le mie spalle, la sua mano percorse il contorno del mio viso e l'altra si immerse nei miei capelli stringendoli senza farmi male. Avvicinò le sue labbra alle mie poi guardò di nuovo i miei occhi e con un cenno impercettibile gli feci capire che poteva continuare, si leccò le sue labbra e le unì alle mie, e dopo qualche attimo il nostro bacio si trasformò da timido e dolce a passionale e voglioso, un bisogno carnale di entrambi. Le sue mani furono nei miei capelli e li strinse più forte le mie braccia circondavano il suo collo scendendo poi a toccare la sua schiena dove sentivo benissimo i suoi muscoli rilassarsi e contrarsi.. E poi l'immersi nei suoi capelli in quelle ciocche scure cosi morbide che tirai leggermente, ricevendo da lui un gemito di apprezzamento che si riverberò nella mia femminilità e mi fece impazzire rendendo il bacio più passionale!  Ci staccamo entrambi senza fiato.. Io dissi :wow

lui mi rispose: eh già, ma il primo bacio  dovrebbe durare poco ed essere imbarazzante e non magnifico come questo, sembra che tutto nei nostri movimenti si incastri alla perfezione, tu sei perfetta per me, sei fatta per me. Dopo questo bacio non ti aspettare che io ti lasci, da oggi sei mia.. Io non ebbi il tempo di rispondere che il verme si risveglio, Daniel si alzò e lo stese di nuovo con un pugno e chiamammo la polizia.

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