Capitolo 14

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Mi girai verso il braccio poggiata sulla mia spalla, quindi alla mia sinistra, era Shawn. Cameron e Jenni stavano parlando tranquillamente nel frattempo.

"Ehi, ti va di parlare?" Mi guardò dritto negli occhi, quasi non seppi resistere.

"Non credo sia il caso." Risposi alla sua domanda. Ero davvero giù.

"Dai andiamo a casa mia, oggi non c'è nessuno, Jenni rimarra tutto il giorno fuori con Cameron, possiamo parlare tranquillamente davanti ad un film e una coperta calda." Mi sorrise. Ed ecco come Elena cedeva alle tentazioni.

Camminammo in silenzio fino a casa sua, era quasi sera, l'aria stava diventando gelata.

"Credo tra un po' si metterà a piovere, sbrighiamoci." Mi afferrò la mano e ci mettemmo a correre. Quel giorno lasciò la macchina ai suoi, quindi dovevamo correre più che potevamo, altrimenti mi sarei bagnata tutta. Lui sembrava tranquillo, io non ce la facevo più, quasi non sentivo più freddo. Ci fermammo. Ancora mancavano dieci minuti, non potevo mai e poi mai farcela. Mi prese in braccio e mi porto tranquillamente per tutto il tragitto.

Silenziosamente arrivammo, non appena varcammo la porta si mise a piovere leggermente.

"Non sei affatto atletica" disse dopo avermi appoggiata a terra.
"E sei anche una lumaca" alzai le sopracciglia in segno di sorpresa.

"Ma senti chi parla, hai le gambe lunghe tre metri, è ovvio che arrivi prima, signor Giraffa." Gli dissi cercando di offenderlo. Mi finsi offesa per la frase di prima, ma sotto sotto mi stavo divertendo.

Mi guardò dritto negli occhi e sorrise. In quel momento non avevo le cosiddette farfalle, nemmeno api assassine, neanche gli elefanti nello stomaco, avevo tutto lo zoo dentro quando sorrideva.

Andammo verso il divano e vedemmo un film chiamato "LOL. Pazza del mio migliore amico". Quasi quasi mi sentivo come la protagonista.

"Scusami per il comportamento di quel giorno a scuola" disse Shawn senza voltarsi.

"Tu sei pazzo! Non sai cosa vuoi dalla propria vita. Ma io so cosa voglio, e di certo non voglio essere la tua burattina. Non ci sarò pù quando vorrai tu!" Replicai arrabbiata.

"Io ti voglio tutta adesso." Si voltò verso di me con la mascella serrata, segno evidente che era nervoso.

"Non siamo nulla, non voglio avere niente a che fare dopo quell'accaduto con te." Mi alzai dal divano e tolsi la coperta. Ma mi afferró i capelli, RAGAZZI I  C A P E L L I . Così caddì all'indietro su di lui.

"Che cazzo fai? Vuoi per caso che ti morda forte?" Mi giro verso di lui arrabbiata più che mai massaggiandomi il capo.

"Oh no, ci mancherebbe questa" rise.

Mi ci buttai sopra e lo presi per i capelli. "TI ODIO MENDES! TI ODIOOOO" gli urlavo contro.

"Cazzo Elena, fai maleee" mi prese tra le braccia e capovolse la posizione. Era lui sopra di me, io a gambe aperte, visto che poco fa ero a cavolcioni e mi teneva le braccia sopra la testa. Non riuscivo a muovermi di un millimetro.

Era bellissimo, non riuscirò mai a smettere di pensare una cosa del genere, ero rosso in viso e aveva i capelli scombinati, aveva l'aria tremendamente sexy. Mi morsi il labbro.

"Non fare così Lena, mi vuoi per caso fare impazzire?" Mi fissò le labbra. Smisi.

"Dillo adesso che mi odi" mi sussurrò ad un millimentro dal naso. Alzai gli occhi incontrando i suoi. Mi mancava il respiro.
"Eppure qualche giorno fa non lo pensavi affatto, anzi dicevi pure di amarmi, dopotutto..chi non mi ama" adesso aveva un ghigno perfido che avrei preso a botte volentieri.

Sbuffai. Si alzò e si diresse verso il divano. Si sedette e mise i suoi piedi sopra la mia testa mentre mangiava qualche biscotto al cioccolato.

Mi alzai di colpo facendo sbattere i piedi per terra. "Sii più cuscino e meno umana" si limitò a dire senza guardarmi, c'era la scena dei ragazzi in gita.

"E tu si meno stupido e più intelligente" sbuffai per l'ennesima volta rimettendomi sul divano.

"Pensi che quest'anno faremo qualche gita?" Si girò verso di me, mettendomi una mano intorno alla spalla.

"Spero di no!" Risposi.

"È l'ultimo anno Lena, l'ultimo anno che puoi fare cazzate assurde, uscire dall'hotel alle quattro di notte per poter andare in discoteca, baciare i ragazzi che ti piacciono, perdere la verginità con me.." COSA????

"ALT!" Lo zittì.
"CHE HAI DETTO RAZZA DI MANIACO?"

"Su andiamo, sappiamo che sarà così." Mostrò i suoi denti perfetti e bianchi in un enorme sorriso.

"Forse non ti ho detto la verità" mi girai verso la tv e gli rubai il biscotto che aveva in mano.

Lo lasciai con un'espressione sconvolta in viso e rimasi a guardare il film divertita.

Il giorno dopo mi svegliai con una chiamata.

"Pronto?" dissi con quella poca voce che mi usciva la mattina, senza guardare il nome delle persona che mi aveva chiamata.

"Tra quindici minuti sarò lì, non riaddormentarti" e agganciò. Si era Shawn, che fastidioooo. No scherzo, adoro sentire la sua voce appena sveglia. Posai il cellulare sul comò e mi girai dall'altra parte, chiusi gli occhi e mi riaddormentai.

Un suono forte mi fece sobbalzare dal letto sbattendo la testa da qualche parte.

"Che cazzo di problemi hai?" SAPEVO CI FOSSE LO ZAMPINO DI SHAWN.

Aprì gli occhi e vedi seduto affianco a me che si massaggiava la testa in tutta la sua gloria Shawn Mendes. Era figo anche alle 7.55.
Aspetta un attimo.
7.55?
DEVO SBRIGARMI.

"TU CHE PROBLEMI HAI CHE MI SVEGLI IN QUESTO MODO E PURE CON 5 MINUTI PRIMA CHE SUONI LA CAMPANELLA" mi alzò di scatto arrabbiata. Prendo vestiti a casaccio e mi rinchiudo in bagno.
Tre minuti esatti dopo sono vestita e con i capelli pettinati. Naturalmente senza trucco, perché stupida che sono preferisco dormire e prepararmi sempre all'ultimo, piuttosto che rendermi decente o perlomeno presentabile.

Manca un minuto e siamo dentro la macchina.

"Vuoi accellarare porca troia?" Mi rivolgo a Shawn.

Sorride e va più piano di prima. Uffa non lo sopporto.

"Calmati! La colpa è tua che ti svegli sempre tardi, mica mia" mi schiaccia l'occhiolino.

Gira verso un'altra strada e accellera un po'.

"MA COSA STAI FACENDO SHAWN? È APPENA SUONATA E TU VAI DA UN'ALTRA PARTE? MI VUOI FARE IMPAZZIRE PER CASO? CI STAI RIUSCENDO" urlo. Non posso permettermi di perdere un altro giorno di scuola per colpa sua.

È impassibile. Mi fa venire di più i nervi, così incrocio le braccia e metto il broncio.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora