Capitolo 28

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Mi aprì la portiera e mi tolse la sciarpa dagli occhi che mi servì a non vedere nulla nel tratto di strada. Di fronte a me trovai un enorme struttura in vetro meravigliosa. La porta era decorata e laccata in oro, mentre la struttura presentava quattro piani, più ci avvicinavamo e più rimanevo sbalordita.

Un cameriere col completo dorato si affrettò ad aprirci la porta principale. "Buongiorno Signori, spero che il pranzo sarà di vostro gradimento." Ci indicò la sala, ma era piena di gente, così Ivan mi prese per mano e insieme prendemmo un ascensore.

"Per te ho prenotato un tavolo all'ultimo piano. Vedrai ne rimarrai incantata." Mi strinse la mano ed io avevo già gli occhi lucidi. Il mio cuore stava scoppiando di gioia, quello che Ivan stava facendo per me non l'ha fatto mai nessuno. Così lo abbracciai forte forte.

"Grazie mille Ivan, ti adoro!" Lo guardai negli occhi e prima che si potesse aprire la porta dell'ascensore mi lasciò un bacio a stampo sulle labbra. Mi mandava in confusione totale. Ancora non capivo cosa eravamo.

Uscimmo dell'ascensore e ciò che vidi fu ancor più bello, camminavamo su un pavimento di vetro, sotto c'era della neve, credo fosse finta, ma fatta talmente bene da sembrare reale, naturalmente non potevano mancare le piccole decorazioni in oro che davano un tocco di classe. Sembrava tutto magico, inspiegabile, le pareti in vetro permettevano una vista mozzafiato, c'era un panorama assurdo, credo che la natura sia un dono speciale, ha davvero tanto da offrirci, ma ditemi un po'.. quanto può essere meravigliosa?

Come un gentiluomo Ivan spostò la sedia in legno per farmi sedere, gli sorrisi per il gesto. Ero felicissima. Stavo per prendere il menù, ma Ivan me lo afferrò dalle mani sorridendo.

"Ehi, ti fidi di me?"

"Certo che mi fido, ma fammi mangiare bene, ti raccomando" scherzai.

Venne una cameriera bellissima nel nostro tavolo. Aveva gli occhi azzurri e i capelli rossi, sembrava abbastanza giovane. In un attimo mi assalì un po' di gelosia, più che gelosia avevo paura che Ivan potesse guardarla con occhi diversi rispetto a come guarda me.

"Allora, siete pronti per ordinare?" Ci disse.

"Stamattina ho prenotato il menù a telefono con un mio amico che lavora qua, si chiama Stephan. Controlli sulla lista prenotazioni, il menù si chiama 'Sorpresa E.'. È una sorpresa per la signorina qui di fronte a me, le raccomando." La cameriera scrisse qualcosa e annuì sorridendo. Ivan mi accarezzò la mano, facendomi diventare paonazza.

"Scusate la mia domanda un po' impertinente, state insieme voi due?" Ci indicò con la penna. Ma si rivolse più a Ivan che a me.

"Beh" Ivan mi guardò dritto negli occhi "lei è bellissima, mi piace davvero tanto, credo che il nostro rapporto non è più 'amici', sta cambiando qualcosa, se me lo permette, perché non stare insieme come una vera coppia? In ogni caso il tempo ce lo rivelerà." Ero rimasta affascinata da ciò che disse, avevo le lacrime agli occhi e non ne capivo il motivo. Strinsi forte la sua mano, continuava a guardare me e non lei, la mia gelosia a quel punto calò. L'amore è fatto da dimostrazioni e Ivan con delle piccole cose me ne sta dimostrando un'immensità.

La cameriera era ancora lì che ci guardava con invidia, capì che con Ivan non ne fosse uscito nulla, così si allontanò senza spiccicare parola.

Mi alzai e afferrai nuovamente la mano di Ivan trascinandolo fuori nel balcone con me. Mi avvicinai alla frontiera, era tutto magnifico, si meritava qualcosa da parte mia. Così mi girai verso di lui. "Grazie tante Ivan, io non ho parole, chissà quanto stai spendendo, permettimi almeno di fare a metà."

"Assolutamente no Elena, vedrai i motivi più in là. E poi, lo sto facendo col cuore." Mi abbracciò, così ricambiai la stretta. Si fermò a qualche centimetro dal mio viso, aspettava un bacio da parte mia, lo sentivo. Stava impazzendo. Misi le mani attorno al suo collo e avvicinai le mie labbra alle sue. Stava cedendo, ed io insieme a lui, leccai il suo labbro inferiore per poi succhiarlo, posò le sue mani sui miei fianchi stringendoli forte, voleva che lo baciassi non ce la faceva più. Così accontentai entrambi, le nostre labbra si toccarono come volevano, prima si accarezzavano poi cominciarono a giocare arduamente, la sua lingua incrociò la mia e da lì non capì più nulla. Poggiò una mano mano sulla mia guancia bollente, mentre i battiti accelleravano, era come se tutto intorno a me scomparse, improvvisamente dei brividi attraversarono il mio corpo. Eravamo troppo presi dal bacio, mi staccai nel momento in cui un fiocco di neve toccò la mia fronte, così Ivan poggiò la sua ad esse. "È da tanto che voglio dirtelo Elena. Sono pazzo di te, dei tuoi modi di fare, della tua ingenuità, della tua permalosità, dal tuo essere così piccola e grande nello stesso tempo, voglio che tu sia mia. Ti voglio tutta per me, ti prego, accetta di essere la mia ragazza."

In quel momento pensai se fosse davvero questo l'amore o se era quello che c'era stato tra me e Shawn. Non mi seppi dare delle risposte, così come non sapevo come rispondere a Ivan, ero in totale confusione, poi pensai a tutto quello che stava facendo per me, non potei fare altro che sorridere, nella vita non bisogna mai lasciarsi scappare una persona che ti faccia stare così bene, ed io fino ad ora sono stata più che bene e ho provato delle emozioni bellissime. Presi la sua guancia con le dita e la morsi. "Ma certo stupido Ivan." Mi prese il viso e mi diede l'ultimo bacio quando tutti attorno a noi applaudirono. Non pensavo le persone ci stessero seguendo, ero in un totale imbarazzo. Ci misimo a ridere sconcertati, quando la cameriera ci chiamò da lontano.

Così mano nella mano andammo verso il nostro posto, mentre la cameriera poggiava la nostra prima portata sul tavolo.

Aveva un aspetto favoloso. Guardai Ivan "Buon appetito!" "Anche a te piccola"

Assaggiai e mi sentì in paradiso. Crema ai peperoni con pistacchio tritato sulla pasta. Insomma, non lasciammo nemmeno un po' di pasta nel piatto. Ero già sazia, mi chiedevo come ci andasse il resto del cibo che dovevano ancora portare.

Io e Ivan ci passammo il tempo parlando un po' di tutto, nel frattempo arrivarono gli altri piatti, per poi finire con un dessert che mi lasciò un dolcissimo sapore sulla bocca. Si alzò per pagare, anche se insistenti più volte per dividere. Insomma sta facendo così tanto per me, sarebbe il minimo che potessi fare. E invece cocciuto com'era, il mio dolce ragazzo pagò il conto e mi disse che la giornata era appena iniziata e che il meglio doveva ancora venire.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora