Capitolo 34

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Il giorno dopo a scuola avevo un compito e il giorno prima sentì pochissimo il mio ragazzo, studiai tutto il giorno, quindi ero più che preparata.

Una volta arrivata a scuola vidi la macchina di Ivan, provai a contattarlo ma mi dava la segreteria. Mi guardai intorno e finalmente lo vidi, era in cortile che parlava con una cheerleader. COSA??? OKAY ELENA CALMATI.

Mi diressi verso di lui arrabbiatissima, che ci faceva con una ragazza soli soletti nel cortile della scuola?

"Ivan!" Lo richiamai da lontano, ma non mi sentì.

"IVAAAAN!!" Urlai. Si girarono entrambi con perplessità.

Una volta arrivata, cercai di prendere un respiro, avevo il fiatone. Poi indicai con un dito il mio ragazzo.
"Che ci fai alle 7.50 con una cheerleader nel cortile dove non c'è nessuno?" Ero furiosa e tanto gelosa.

"Amore non preoccuparti, eravamo insieme per.." non lo lasciai finire, girai i tacchi e me ne andai. Dovevo prima calmarmi.

••••

A pranzo andai verso il tavolo stanca della giornata scolastica e ancora nervosa, c'erano tutti, compreso Shawn. Mi sedetti e non dissi nulla, nemmeno Ivan che sembrava avercela con me. Mentre tutti parlavano, si sentì sbattere qualcosa, tutti quelli del tavolo si girarono. Era Ivan, mi guardò male, si alzò e buttó tutto il cibo senza finirlo. Sbuffai. È arrabbiato perché non l'ho ascoltato.

"Per caso avete litigato? No sai, perché non si nota affatto." Disse l'inutile Matt.

Mi voltai verso di lui e gli mostrai il dito medio. "Sei insignificante."

Così iniziammo a bisticciare, qualche minuto dopo intervenne Leah per troncare la nostra stupida conversazione. "Ragazzi io vado, so di essere stata poco seduta con voi, ma devo parlare con una professoressa di un progetto, baci, a stasera!" Ci salutò e andò via. Cavolo! Stasera ci sarebbe stata la mia festa.

"Mi stanno chiamando a telefono, è mio nonno, adesso starò ore a telefono, che palle." Si alzò anche lui e rispose alla chiamata.

"Bene bene. Così siamo rimasti solo noi tre. Ottimo!" Rassicurante direi, assaggiai il mio budino alla canella e lo gettai via.

"No, adesso sarete in due piccioncini. Devo vedermi con una ragazza" si alza Shawn tutto contento. Ero sconcertata, turbata, non lo so nemmeno io di preciso.

"È la stessa ragazza di ieri?" Disse Cameron spingendo e lanciando una patatina a Shawn.

"Certo che no!" Rispose senza vergogna Shawn.

Bene. Stupendo.

"Meglio che vada, non è giornata!" Mi alzo senza salutarli e mi dirigo verso il corridoio ovest, pronta per le ultime ore di matematica estenuanti.

Sentì delle risate e dei sghignazzi da lontano. Mi affrettai a camminare per vedere cosa c'era di così divertente.

Una ragazza rossa e minuta, anzi osservandola meglio è la stessa ragazza di stamattina che stava nel cortile deserto insieme ad Ivan, aveva un braccio alzato con in mano un paio di tanga rossi. Mi misi in mezzo alla folla per guardare meglio su cosa stava accadendo accanto ai bagni.

C'era Matt e Leah che le gridavano contro. Così spinsi tutti e mi intromisi.

"Che sta accadendo qua?" Rivolgendomi a Matt, Leah e la ragazza rossa. Leah rimase immobile.

"Oh ma come, siete migliori amiche e non lo sai?" Disse la rossa.

Mi voltai verso Matt che abbracciava Leah che era scoppiata in lacrime.

"Stavo sorseggiando spensieratamente il mio thè verde, quando improvvisamente mi venne di andare in bagno. Dissi alle mie amiche di accompagnarmi, in modo di raggiungere la classe insieme una volta uscita. Non appena entrai sentì dei gemiti a bassa voce e dei respiri mozzati. Così entrai in un bagno e salì sopra la tazza, indovina un po' cosa ho visto cara Elena?" Aveva un ghigno cattivo in faccia. Senza dubbio voleva rendere ridicola Leah davanti a tutti.

"Non rispondi? Te lo dico io. Matt e Leah che scopavano ahahah." Rise la rossa e a seguito anche le altre persone della scuola che erano presenti. Non sapevo che dire.

"Così scesi e uscì dalla porta stando attenta a non fare rumore, piano piano riuscì a prendere il tanga che per sbaglio cadde per terra." Continuò la rossa.

Mi voltai verso Leah, era rossa e piena di lacrime.

"Ahahahahahah tu mi fai solo ridere." Dissi alla cheerleader di fronte a me. Mi avvicinai per farle paura. "E chi me lo dice che questo non sia il tuo?" Domandai.

"Che domanda stupida, ho messo le mutande semplice. Vuoi vederle?" Rispose.

"Certo che no! Scommetto sia uno dei tuoi stupidi scherzi, ti sei portata un tanga da casa per accusare la prima persona che trovi e sminuirla davanti  a tutti."

Diventò rossa e si agitò. "E tu come me lo spieghi il fatto che piange o che è abbracciata a Matt?"

"È una persona fragile, chiunque accusata davanti a tutti di qualcosa di imbarazzante si metterebbe a piangere, avendo tutti contro e soprattutto stupidi come voi che ridono." "invece mi hai chiesto di Matt? Semplice, ci aveva detto poco dopo aver mangiato che doveva parlare con una persona a telefono, si trovava in queste zone senza dubbio."

"Io li ho visti uscire insieme!" Gridò piena di rabbia la rossa.

"Sei una bugiarda! Non hai le prove. È meglio che tu vada adesso, stai solo facendo una figuraccia." Le dissi senza paura.

Sbattè un piede a terra per poi girare i tacchi. La folla allo stesso modo sbuffò e andò via.

Guardai a Leah e Matt che mi sorrisero e mi rigraziavano. Leah stava venendo ad abbracciarmi, ma le misi una mano davanti.

"Credo non sia il caso tu venga qui ad abbracciarmi. Posso prendere in giro gli altri, ma non a me stessa. È tutto vero, solo che avevi paura di essere giudicata da me giusto? La fiducia dove sta?" La guardai con tristezza e mi allontanai.

••••

Erano le 23.00 ed ero appena entrata a casa di Ivan, c'erano pochissime persone e la musica era bassa. Le persone solitamente arrivavano in tutte le feste sempre dopo la mezzanotte, quindi era più che normale.

Sui miei tacchi alti cercai in giro Ivan. Lo vidi parlare con un ragazzo basso e pienotto. Poi si girò verso di me e in tutta sorpresa aprì gli occhi e anche la bocca. Letteralmente.

Si avvicinò a me lasciando il ragazzo solo. Così gli andai incontro.

"Ciao" lo salutai con un bacio sulla guancia.

"Ciao. Emh..Elena, sei meravigliosa davvero." Mi stava mangiando con gli occhi.

Indossavo un vestito stretto  pagliettato bianco e nero, con la schiena scoperta. Tacchi dorati e dello stesso colore accompagnavano gli accessori.

Mi prese per mano e mi portò in una stanza isolata.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora