Capitolo 12

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La mattina svegliai accaldata, ero girata mentre Shawn mi teneva stretta a sè con un braccio intorno alla vita. Presi il cellulare e controllai l'ora. Erano le dieci.

"CAZZO!" Urlai, ma mi misi subito le mani sulla bocca.

"Ma che problemi ti affligono la mattina? Mi hai fatto saltare dalla paura" Shawn la mattina era ancora meglio di durante la giornata, non so quando, aveva tolto la maglietta e nemmeno me ne ero accorta.  Tra l'altro aveva la voce rauca. Non riesco a trattenere il suo sguardo, mi sento troppo in imbarazzo.

"Scusa, è che.. abbiamo saltato scuola e involontariamente ho gridato. Perdonami!" Mi coprì la faccia paonazza. Mi sentivo stupida.

Sentì la sua risata. Mi tolse le mani dalla faccia e mi guardò mordendosi le labbra. Non resistevo più, ad un certo punto gli ormoni hanno pur bisogno di essere calmati. E non era proprio il caso di rimanere ancora lì a vederlo mezzo nudo che si mordesse le labbra. Uscì immediamente fuori a prendere una boccata d'aria.

'Ok Elena, respira e calmati!' Pensai mentalmente. Non mi era mai capitato, ma era la seconda volta che mi facesse impazzire in questo modo.

"Un modo c'è per essere perdonata." Affacciò dalla tenda senza alzarsi.

Rientrai nella tenda senza esitare. "E sarebbe?" Risposi.

"Baciami Elena, non può iniziare in un modo migliore la giornata." Era tremendamente serio e sexy.

Senza pensarci due volte lo baciai con passione, si mise sopra di me e mi allargò le gambe. Mentre sotto sentivo una sensazione strana, mi piaceva. Ed eravamo ancora vestiti.

Baciandomi mi tolse la maglietta, ero in reggiseno davanti a lui. Mi sta provocando, non posso cedere così presto. Guardava i miei seni e si leccava le labbra.

Capì che se fossi rimasta ancora sarebbe successo. E non ero ancora pronta.

Afferrai la maglietta e uscì fuori. La infilai e cominciai ad uscire tutto dalla tenda e piegare mettendo nel cofano.

Non mi rivolse parola fino a quando non sistemammo tutto nel cofano ed entrammo in macchina sedendoci.

"Scusami Elena, stavo impazzendo, cercherò di controllarmi" disse mettendo la cintura.

"Io..non mi sento ancora pronta. Ecco!" Risposi paonazza.

"Posso farti una domanda?" Mi chiese Shawn.

"Certamente." Dissi senza guardarlo.

"Sei..beh insomma..vergine?" Accese la macchina e si girò verso di me.

Ero paralizzata. Dopo qualche minuto decisi di rispondergli.
"Sì, sono vergine." Dissi tutto d'un fiato girandomi verso la strada.

Senza dire altro partì velocemente. Quasi come se fosse nervoso.

Per il tragitto mise un po' di musica, e cercammo di conversare, ma era diventato stranissimo.

Arrivammo a scuola per fare le ultime tre ore e ci separammo.

Vidi Jenni in un armadietto e le coprì gli occhi.

"CHI SEI? MI METTI ANSIA" disse ad alta voce.

Lasciai le mani e si girò. Ci abbracciamo e le dissi tutto.

Era sbalordita.

"Quindi state insieme?" Mi chiese. Lì rimasi di stucco, in effetti non sapevo quale fosse la risposta. Ma presumo di sì.

"Okay deve ancora chiedertelo. Non è ufficiale ma presumo di sì." Disse Jennifer.

Il resto della giornata scolastica proseguì normalmente.

Quando uscì dalla scuola sorpresi Shawn a parlare con Leah. Sembravano arrabbiati. Dovevo porre fine a questa storia. Mi ingelosì parecchio, non era possibile che Leah dovesse essere sempre nel mezzo.

Scesi le scale e mi diressi verso loro. Vidi Leah che fece segno a Shawn di zittirsi.

"Okay Leah, sono stanca di te. Sapevi che mi piacesse Shawn e hai deciso di provarci ugualmente, nonostante fossimo amiche da anni. Adesso io e lui stiamo insieme, devi toglierti dai coglioni, non posso vederti più parlare con lui. Sono stanca va bene? Sparisci dalla mia vista!" Buttai tutto d'un fiato.

Diventò rossa e sembrava per scoppiare da un momento all'altro dal pianto. Mi spinse e scappó.

Non mi rispose neanche, che razza di amica avevo?

Shawn mi guardò furioso e andò via.
Lo seguì fino al parcheggio ormai vuoto dicendogli di fermarsi.

"Shawn fermati, porca troia." Gridai.

Si fermò e si girò.

"Chi ti ha detto che stiamo insieme?" Mi disse ancora arrabbiato.

Lì ci rimasi malissimo.

"Pensavo che..sai dopo la notte..magari non era ufficiale ma.." ero sconvolta non sapevo che dire.

"Togliti dalle palle Elena!" Entrò dentro la macchina e andò via.

Mi buttai per terra e scoppiai in un pianto isterico. Non c'era più nessuno, erano andati tutti via. Nemmeno Jenni. A come mi sono buttata per strada mi sono sbucciata un ginocchio. Mi alzai e piano piano andai verso casa mia. Ciò che faceva più male non era il ginocchio ma il cuore.

Che è successo?

I giorni passarono e Shawn sembrava felice evitandomi. Era venerdì e raccontai una balla al professore dicendo che sapevo le battute a memoria e siccome stavo parecchio male non potevo assolutamente essere presente.

Lo spettacolo sarebbe stato domani. E noi eravamo in questa situazione.

Sabato arrivò come un fulmine. Mi presentai al teatro qualche ora prima di cominciare. Mi truccai in maniera semplice. Mi portarono il vestito e mi dissero che era difficile da infilare.

Mi spogliai rimanendo in intimo.
Mi infilarono un bustino, e mi costrinsero a togliere il reggiseno perché avrebbero stretto parecchio dietro. Così fu. Le tette stavano praticamente uscendo di fuori ma la cosa buona era che potevo respirare. Infilai un abito rosa lungo e i tacchi bassi. Sembravo davvero una principessa. Per fortuna Aurora era una principessa semplice e non con tanto di gonna dove eri costretta ad aver messo un cerchio sotto.

Mi fecero i capelli mossi. Ero pronta, mancavano dieci minuti. Stavo ripetendo le scene. Qualcuno bussò.

"Prego, può entrare" mi girai verso la porta.

Shawn entrò  e quando si girò dopo aver chiuso la porta rimase sorpreso.

"Wow..sei..splendida Elena." Si avvicinò a me.

"Sono Aurora stasera!" Girai i tacchi e lo ignorai.

"Volevo augurarti buona fortuna.." mi disse.

Non risposi. Sentì la porta chiudersi. Rilasciai un sospiro e mi intristì.

Mi chiamarono. Mancavano due minuti.

Ero li davanti, quando improvvisamente aprirono le enormi tende.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora