Capitolo 44

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Queste ore sembrano non passare mai. Era passata una sola ora e mi stavo annoiando un casino, così chiesi al professore se potevo andare in bagno. Accettò, senza guardarmi, anche lui abbastanza annoiato. Quando apri la maniglia, l'aria del corridoio mi investì, mi sentivo più libera. Corsi in bagno e chiamai Leah, per sapere cosa facesse stasera, avevo bisogno di svagarmi un po'.

•••

Nel frattempo in aula..
"Davvero non state insieme?" Domandò Ivan a Shawn quasi sussurrando, per non farsi sentire dal professore.

"Forse sì, forse no." Un ghigno comparse nel viso di Shawn.

"Non fare lo stronzo. Credo a Elena, voi non state insieme." Affermò insicuro.

"E allora perché lo domandi?" Fece una sonora risata che il professore lo guardò male.

"Ti prego, trattala bene. Ha sofferto troppo per te, non ha mai smesso di amarti." Abbassò la testa il povero Ivan, lì Shawn capì quanto ci stesse male Ivan anche solo nel vederli mano nella mano. Così pensò a quanto potesse essere empatica Elena, e che una ragazza del genere non la troverebbe più da nessuna parte.

"Tranquillo Ivan, mi prenderò cura di lei, non le farò più del male." Finì sussurando quella frase.

•••

"È occupato qui?" Alzai gli occhi verso una voce familiare. In tutta la sua bellezza si presentò nel nostro tavolo Kate e stava chiedendo a Cameron se il posto accanto al suo fosse occupato.

"Certo che no, siediti!" Gli sorrise, e notai un particolare, era da tanto che gli occhi non gli brillavano in questo modo.

Kate era una ragazza davvero carina, teneva i capelli corti castani con le punte bionde. Non si truccava mai, al contrario di Jennifer che amava tantissimo truccarsi. Ma Kate era carina davvero senza trucco. Era molto semplice, ma nel suo modo semplice valorizzava il suo corpo magrolino. Caratterialmente era sempre positiva, trasmetteva un energia incredibile, davvero solare.

Pochi giorni dopo si inserì nel gruppo senza problemi e non solo, lei e Cameron si misero insieme. Era un po' strano, ma dovevamo solo abituarci.

•••

Ero stesa a pancia in giù nel letto che ascoltavo Lana Del Rey, quando mia madre mi interruppe aprendo la porta della stanza.

Tolsi le cuffie e aspettai che parlasse.

"Elena, è arrivata la busta finalmente, sono ansiosa, leggi subito daii!" Mi consegnò una busta in mano, mentre si sedeva entusiasta accanto a me.

Capì subito di che busta si trattasse.
La aprì lentamente per l'ansia che avevo, una volta uscita fuori le mani mi tremavano. Lì c'era il mio futuro o forse no. La girai per leggerla, ma gli occhi mi caddero subito in "ammessa". D'istinto urlai dalla pazza gioia e abbracciai mamma. Non ci credevo ero stata ammessa nell'università più prestigiosa di New York. Mi misi a correre, verso casa di Shawn, era di lui che mi importava al momento, ma lo incrociai per strada, aveva lo sguardo triste.

"Ehi Shawn, va tutto bene?" Mi fermai per riprendere fiato e gli accarezzai una guancia.

"Sono stato ammesso all'università di Oxford in Inghilterra, ci avevo provato tanto per, e sono stato ammesso in una delle università più importanti che possano esistere." Disse con tono calmo, ma si vedeva perfettamente che era triste.

"È magnifico, complimenti! Ma perché sei così triste?" Lo abbracciai.

"Tu sei stata ammessa all'università che si trova a New York? Quella che ti piaceva tanto?" Mi domandò.

"Sì, finalmente posso studiare filosofia, una elle mie materie preferite." Sorrisi contenta. D'improvviso il mio sorriso si placò. Come faremmo io e Shawn a vederci? Avremmo una relazione a distanza?

"Shawn.." dissi con gli occhi lucidi.

"Hai capito il motivo del mio stato vero?" Strinse i pugni.

"Come faremo?" Ero in confusione, avevo una paura immensa. Una volta che ci eravamo ritrovati del tutto e pensavamo di stare insieme qualcosa doveva succedere per forza.

"Vieni a studiare in Inghilterra, ci sono università più prestigiose." Mi prese la mano e mi fissò dritto negli occhi.

"No Shawn, voglio la mia università. È questa quello che voglio frequentare, la sogno da quando avevo sei anni." Risposi con tono duro.

"Fottiti allora Elena. Io nemmeno ho intenzione di cambiare. Andrà tutto a puttane, lo sai vero?" Alzò il tono di voce.

Non risposi. Ci fu un lungo silenzio, sentì il freddo dell'aria invernale entrarmi fin dentro le ossa.

Shawn si allontanò, diede un calcio a un cassonetto facendo cadere tutta la spazzatura all'interno e andò via. Lasciandomi lì sola, con i miei pensieri. La nostra storia non era destinata.

•••

Mentre camminavo per i corridoi del supermercato pensavo a qualche ora fa, mamma metteva dentro al carrello e io spingevo. Ma avevo lo sguardo perso nel vuoto, non poteva cambiare nulla, uno dei due doveva arrendersi, ed io non avevo intenzione di mandare in frantumi il mio più grande sogno, lui nemmeno a quanto pare. Eravamo nel casino più totale, volevo solamente sparire quel giorno, perché spuntava sempre qualcosa che ci mettesse il bastone fra le ruote?

"Ciao Elena!" Una voce familiare interruppe i miei pensieri. Di fronte a me si trovò l'affascinante professore di recitazione.

"Ciao Jamie, come va?" Gli domandai facendo un sorriso falso.

"Tutto bene, tu invece stai imparando a recitare a quanto pare." Mi rispose con nonchalance.

Lo presi per un braccio e lo portai lontano dalla mamma. "Sei pazzo? Mia mamma ci sente. Tieni per te ciò che pensi." Alzai gli occhi al cielo e battei un piede.

"Che siamo nervose oggi, dai sputa il rospo, che succede?" Mi accarezzò la schiena coperta da un'enorme maglione.

"C'è che devo andare a New York, mentre Shawn in Inghilterra. La nostra relazione non è destinata affatto, non siamo fatti per stare insieme." Confessai al professore, dopotutto era più grande di me, più saggio, avrebbe saputo consigliarmi.

"Aiai brutta situazione. Ascolta, se passi qualche giorno da me, come ancora aspetto e come avevi promesso ne parliamo meglio, penso di poterti aiutare." Rispose sorridente.

"Mi ha convinto prof, qualche giorno di questi passo." Sorrisi. Ma ero sicura che non c'erano altre scelte, però volevo ascoltarlo, mi mancava il teatro. "Arrivederci Jamie." Lo salutai.

"A presto spero, Elena!" Ricambiò.

Era davvero una brava persona.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora