Capitolo 25

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Osservai i suoi lineamenti del viso, uguali al fratello gemello Shawn. Mi chiedo come si sentisse, i gemelli hanno un qualcosa che li lega, un filo, se si spezza cosa accade? Per la prima volta alzai lo sguardo verso di lui, aveva delle occhiaie enormi, il volto sciupato, fissava il vuoto con gli occhi rossi. Volevo correre lì e abbracciarlo, ma non avevo nemmeno io la forza di tirarmi su, mi chiedevo come l'avessi avuta per gli altri. Abbassai lo sguardo verso la mia migliore amica e le lasciai un tenero bacio, come fece lei l'ultima volta che ci siamo viste, le toccai la mano fredda e la strinsi forte. Non mi faceva impressione, era lì con me, era presente.

"Ti voglio un bene incredibile. Scusami per tutto, ti prego. Dimmi che questo è un incubo e che domani mi sveglierò e mi dirai che hai preso un buon voto a scuola o che devi darmi notizie sugli ultimi gossip accaduti all'interno della scuola, o dei regali che ti fa Cameron, parlami di qualsiasi cosa, ho bisogno di te Jennifer." Scoppiai in un pianto isterico e mi trascinarono via.

Scesi dalla macchina correndo verso l'ospedale, entrai spingendo tutti e cercando un ascensore, entro col fiatone e spingo il numero che dissero i miei genitori poco fa in macchina. Perché non mi hanno svegliata prima?

La porta si apre e corro nuovamente verso il corridoio opposto, incontro tutti i miei amici seduti e col viso rosso. Cameron è distrutto, sta parlando con Matt. Shawn e i suoi genitori stanno parlando con un dottore. Noto in un angolino Leah che abbraccia le proprie gambe piangendo. Vado verso il dottore con cui parlano i genitori di Jenni e Shawn, urlando.

"Dottore dottore la prego, come sta Jennifer? Notizie, sono la sua migliore amica, ho bisogno di sapere come sta. La prego parli." Lo supplico.

"Si calmi signorina. Come dicevo alla famiglia Mendes, ci sono pochissime possibilità di sopravvivenza, mi dispiace, faremo il possibile." Si volta ed entra nella stanza di Jenni.

Un rumore forte fece girare tutti i presenti. Shawn diede un pugno alla macchinetta, era girato verso di esse e aveva la mano sanguinante.

"Shawn cosa combini? Chiamo un'infermiera" gli dice sua madre con un tono di voce bassissimo.

"Non sento nulla, sta qui." Le risponde e si allontana un po' più in là.

Vado verso Cameron che piange continuamente e mi inginocchio cercando di trattenermi.

"Ehi..andrà tutto bene Cameron, sai quanta forza ha Jennifer, ce la farà." Gli accarezzo la mano.

"Elena, io volevo sposarla, avere dei bambini con lei. Capisci? Non riuscirei mai a farcela se venissi a sapere che non ce l'ha fatta."

Mi alzo e mi siedo su una sedia vuota. Le lacrime mi riempiono il viso, ma come sempre silenziosamente le asciugo.

Aspettammo ore e ore lì dentro. Molte persone vennero per fare visita o stare accanto alla famiglia Mendes, ma non appena seppero di non poter entrare nella stanza di Jenni andarono via. Rimasimo solo io, Shawn, Cameron e Leah.

In lontananza vidi arrivare Ivan, Shawn non lo notò nemmeno. Mi alzai e gli corsi incontro. Avevo bisogno del mio migliore amico. Lo feci sedere accanto a me e mi lasciai andare in un pianto. Non ce la facevo più.

Arrivò il dottore verso di noi. Chiamò in privato Shawn, parlavano in una certa distanza. Tesi stretta la mano di Ivan, e anche lui fece lo stesso. Poi tutto crollò in un attimo. Shawn comincia dal nulla a dare calci e pedate alle macchinette o alle piante che si trovò davanti, Cameron lo raggiunse, il dottore andò via e Shawn cacciò un urlo, un urlo che mi fece rabbrividire. Lì capisco tutto e svengo.

Spesi due parole per lei. Dopotutto se lo meritava, fu un funerale disastroso. Così come le settimane a seguire. Piano piano mia madre comincio a costringermi a mangiare magari un pasto al giorno. Avevo perso 7 kg, ma non mi importava, nulla aveva più senso. Io e Leah ultimamente passavamo un po' di tempo insieme, mi chiese scusa e viceversa. Ma nessuno poteva sostuire Jennifer. Ivan fu davvero un ottimo amico, mi stese vicino più che poteva. Ogni giorno veniva a trovarmi e cercava di darmi tutto l'affetto che poteva. Poi ci furono le vacanze di Natale, Shawn non lo vidi per quasi un mese e mezzo. Mancò tanto a scuola.

Poi le vacanze finirono e fummo costretti a ritornare in quel carcere, stavano organizzando la festa di primavera che si sarebbe tenuta tra qualche mese, Jennifer ne sarebbe stata felicissima. Se fosse stata qua mi costringerebbe a comprare un vestito mesi prima dalla festa, e avrebbe addirittura creato una dieta affinché ci mantenessimo sempre con lo stesso peso fino a quel giorno.

Rividi Shawn a scuola, non mi salutava più, era sempre arrabbiato. Mi dispiaceva molto, quanto desideravo stargli accanto.

Giorno dopo giorno ripresi qualche chilo, ma tu Jennifer mi manchi sempre di più.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora