Capitolo 30

6 1 0
                                    

Aprì gli occhi e scappai in bagno. Avevo una tremenda nausea, ma non mi uscì nulla. Mi alzai e mi diressi verso la cucina dove c'era alcuna roba, presi un'aspirina. La inghiottì e bevvi un sorso d'acqua, aspettando che la pillola facesse effetto. Guardai l'ora, erano le 5.33. Andai a lavarmi i denti e mi rimisi a letto.

Mi svegliai accaldata, c'era Ivan che mi teneva stressa a sè, mi sentivo piccolissima. Gli lasciai un buffetto sul naso e mi alzai dal letto.

Mi spogliai ed entrai in doccia, dopo mi asciugai i capelli e mi vestì. Nel giro di un'ora Ivan ancora non si era svegliato. Così decisi di andare a preparare la colazione e bere anche un po' di caffè. Ne avevo bisogno.

Nel frattempo che preparavo i pancakes cercai di pensare a cosa avessi potuto fare ieri, ma ricordo solo fino a quando Ivan mi trascinò fuori. Il resto zero totale.

Alzai gli occhi, stava per raggiungermi a tavola Ivan, venne da dietro mettendo le mani sui fianchi e lasciando un bacio sulla guancia.

"Devo per forza sposarti!" Mi disse allontanandosi e sedendosi.

Mi sedetti anch'io e cominciai a mangiare.

"Come stai?" Disse il mio ragazzo.

"Ivan non ricordo cosa ho detto o fatto ieri sera dopo che mi hai trascinata fuori" risposi preoccupata.

"Nulla, hai semplicemente dormito." Disse con nonchalance.

"Sicuro? Non abbiamo.." Domandai.

"No Elena, dovresti avere più fiducia in me. Ero il tuo migliore amico prima, e adesso sono il tuo ragazzo. È una cosa importante, non mi sarei approfittato mai di te, nonostante tu mi avessi proposto qualcosa." Rispose nervosamente.

"Scusa Ivan per tutto. Hai ragione.." abbassai gli occhi.

"Preparati, è l'ultimo giorno, ti porterò in due posti bellissimi." Si alzò da tavola per poi dirigersi in bagno.

••••

"È dolcissimo, Ivan" dissi guardando un Pinguino da lontano. Ivan mi aveva portata allo zoo, dove al suo interno c'era anche un acquario.

"Allora Elena, abbiamo visitato tutto lo zoo, compreso l'acquario, manca soltanto una cosa da fare, dobbiamo sbrigarci prima che si faccia buio, sono le quattro in punto."

"Dove mi porti?"

"A sciare!"

••••

Eravamo così stanchi che una volta tornati a casa ci misimo sul divano di fronte al cammino e rimasimo lì per tutta la sera.

"Dimmi un po' Elena"

"Si? Cosa?" Mi voltai verso di lui.

"Ti è piaciuto questo regalo di compleanno anticipato?" Mi sorrise.

"Come fai a sapere che domani è il mio compleanno?" Sorrisi.

"Sono il tuo ragazzo. Allora rispondi!"

"È stato un viaggio stra stra bello. Non mi sono mai divertita così in vita mia." Risi.

"Elena, voglio tu faccia qualcosa d'ora in poi." Mi guardò serio, poi mi accarezzò la guancia, ed io potevo sciogliermi nella sua dolcezza.

"Voglio tu sia più te stessa."

Annuì e lo baciai. Ci alzammo e cenammo, dopo di che ognuno si preparò per andare a dormire.

Una volta a letto pensai a ciò che disse Ivan, ovvero quello di essere più me stessa. Mi alzai mentre lui mi fissava con le sopracciglia corrucciate. Mi misi a cavolcioni su di lui e lo baciai mordendogli il labbro inferiore. Mi strinse le natiche e salì al seno accarezzandolo. Voglia. Avevo un'estrema voglia di lui. Ma non volevo andare oltre, mi andava bene questo per il momento. Mi staccai e gli baciai la fronte. "Buonanotte amore mio."  "Buonanotte principessa."

••••

"Buon compleanno amore!" Apri gli occhi, li richiusi. 1....2..3..."Alzati che dobbiamo viaggiare." Lo sapevo.

"Ma è prestissimo Ivan, dai qualche oretta ancora e basta." Mi lamentai.
Sollevò le lenzuola e mi tirò un capello. "Ahi!" Mi alzai col broncio.

"Ti aspetto in macchina!" Mi sorrise mandandomi un bacio ed io gli mostrai con tutta eleganza il dito medio.

••••

Dormì per due ore consecutive durante il viaggio e nell'ultima prima di arrivare a casa. Insomma non ero una brava compagna da viaggio.

Arrivammo di fronte casa mia, prima di scendere Ivan mi diede un lungo bacio.

"Passo a prenderti stasera verso le 20:00. Sii puntuale e riposa un po'. Ciao piccola!" Mi accarezzò il viso e io gli lasciai un bacio sulla mano per poi scendere e afferrare il borsone.

Respirai ed inspirai, pronta per una sfuriata da parte dei miei.

Bussai ma nessuno rispose, aprì la porta e ritrovai mamma e papà che dormivano sul divano guardando il telegiornale. A passi rapidi cercai di salire i gradini delle scale senza fare rumore, ma appena misi piede al terzo mia madre si svegliò.

"Elena sei tu?" Si alzò dal divano.

Scesi dalle scale andando verso di lei e lasciando sui gradini il borsone. "Sono io mamma!"

Lei in tutta risposta sveglió mio padre e gli disse che ero tornata. Aveva l'espressione arrabbiata, nemmeno un abbraccio?

"Finalmente ti sei decisa di tornare eh? Ci siamo preoccupati un casino per te" cominciò ad alzare la voce.

"Siete sempre gli stessi! Basta!" Urlai di rimando.

Si zittirono sorpresi dal fatto che alzai la voce contro loro. Volevano aver portato sempre rispetto e mi sembra giusto, ma il bene non si dimostra? Devono contare sempre e solo sul rispetto?

"Cazzo non fate altro che dirmi cosa fare o non fare. Avrò pure sbagliato senza avvertirvi subito, ma stavo male, tremendamente male e nemmeno ve ne accorgevate. Dopo la morte di Jennifer non mi avete mai chiesto 'Oggi come stai?' oppure quando mai ricevere un abbraccio da parte vostra. Ne avevo fottutamente bisogno. Mi stava uccidendo tutto dentro." Le lacrime cominciarono a scendere ma continuai. "Avete sempre pensato a lavorare e lavorare. Non vi siete mai preoccupati di me!" "Ma soprattutto sono appena tornata da una scappatella che mi ha fatto solo bene, dovreste preoccuparvi di come sto e non rimproverarmi. Ma cosa cazzo ci sto ancora qui a dirvi tutto ciò? Non concludo nulla." Ripresi il borsone e me ne andai fuori sbattendo la porta con tutta la forza che avevo. Entrai in macchina e la accesi per andare in un posto che mi avrebbe calmata.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora