Capitolo 43

4 0 0
                                    

Lunedì mi venne a prendere lui a casa per andare a scuola, quando scesi Shawn chiuse la macchina e mi raggiunse subito mettendosi accanto a me e incastrando la mia mano nella sua, improvvisamente tutti ci fissavano sbalorditi, ed io lasciai subito la mano imbarazzata. Stupida Elena.
"Elena.." Mi disse Shawn confuso.
"Shawn, posso parlarti un attimo?" Lo interruppi.
Annuì e mi trascinò nuovamente in macchina in modo che nessuno sentisse nulla.

"Dimmi Elena, perché sono davvero confuso!" Strinse forte con una mano il volante. Era diventato nervoso.

"Il bacio di ieri non significa che adesso io e te stiamo insieme! Ho bisogno solo di un po' di tempo, lo so che ogni volta che prendiamo tempo succede sempre qualcosa, ma mi sono lasciata qualche giorno fa e anche tu, faremmo solo del male a Ivan e Sharlene. Aspettiamo un altro po' Shawn.." conclusi un po' delusa. Desideravo stare con lui più di qualunque altra cosa al mondo ma era meglio aspettare un po'.

"Cazzo, non mi importa di Ivan o di Sharlene. Io voglio solo stare con te e basta, non pensare a nessuno per una buona volta Elena!" Diede un pugno al volante, sobbalzai al suo del clacson. Tutte le persone da fuori guardavano da questo lato. Abbassai la testa indecisa.

"Bene, farò di tutto per farti supplicare in ginocchio di stare insieme a me!" Rise.

"Non ci riuscirai facilmente ahaha" risi anch'io.

Mi guardò intensamente, e mi venne un'immensa voglia di baciarlo. Ma per colpa mia ancora non potevo. Scese dalla macchina e improvvisamente lo feci anch'io, per paura che andasse via o che fosse arrabbiato. Ma mi raggiunse nello sportello opposto, dove ero rimasta. "Non mi importa oggi di cosa pensano, dammi quella mano e andiamo insieme." Con una mano mi accarezzò la guancia e con l'altra mi afferrò una mano.

Visto che mancava poco al suono della campanella ci affrettammo ad entrare.  Molti bisbigliavano tra di loro, ed io per la prima volta me ne fregai di cosa potesse pensare la gente. Strinsi la sua mano di più e guardai Shawn, ero davvero felice, ricambiò lo sguardo sorridendomi come per tranquillizzarmi.

"Eccoli i piccioncini!" Una voce da dietro ci condusse a girarci, ci trovammo davanti a Ivan. Già Ivan, non ci avevo pensato a come potesse rimanerci, il suo sguardo andò a finire dritto nei miei occhi, in quei millisecondi non so spiegare cosa mi abbia trasmesso, evidentemente stava male a vederci così attaccati, sembrava deluso, impaurito, già sembrava impaurito di avermi persa per davvero.

Gli volevo un gran bene, sembrava così fragile, ma non ho sbagliato, non stavo con Shawn, anche se all'amore non si comanda, ed io al mio cuore ho chiesto di aspettare ancora, anche se potrei perderlo nuovamente, la vita è tutta adesso, e va vissuta pienamente, io voglio viverla con Shawn.

"Elena, cosa è successo?" Mi guardò nuovamente Ivan, era tutto rosso, sembrava piuttosto arrabbiato.

"Te lo spiego io cos'è successo" si fece avanti Shawn. Mandai giù la saliva per paura che potesse succedere qualcosa. Altri tre passi e si trovó faccia a faccia con Ivan "Non è più tua coglione, game over."

Sapevo che sarebbe successo qualcosa, ma non così subito, a Ivan bastò sentirsi pronunciare queste poche parole che un pugno colpì in pieno viso la guancia di Shawn. Gridai. Ma ciò a Shawn lo fece solo indietreggiare di un passo, si toccó la guancia, poi un ghigno trasparì nel suo volto, inaspettatamente colpi diverse volte Ivan, caddero per terra. Mi tuffai verso Shawn, con tutta la forza sul corpo lo tirai indietro e lo guardai con tristezza.

"Mi dispiace Elena.." abbassò lo sguardo per poi togliere il ciuffo che gli ricadeva sul naso.

"Avete sbagliato cazzo. Non bisognava reagire così Shawn! Bastava semplicemente denunciarlo in presidenza. Sei in un casino!" Urlai arrabbiata e disperata.

Mi girai verso Ivan, era per terra che perdeva un po' di sangue dalla bocca. Mi abbassai, facendo toccare alle mie ginocchia il pavimento freddo.

"Ivan, mi dispiace, potevamo parlare tranquillamente. Scusami!" Scoppiai in lacrime. Un dito sfiorò la mia guancia, Ivan era messo seduto. Sembrava meno arrabbiato, mi dispiacque tantissimo.

Un professore si fece spazio tra la folla, quando vide Shawn ed Ivan si mise una mano in testa, e arrabbiato mandò tutti i ragazzi in classe, trattenne solo noi tre.

"Prof non c'entra nulla la mia ragazza!" Mi difese Shawn per poi serrare la mascella, come se si stesse trattenendo dal dire qualche cosa.

"Era qui accovacciata, penso che qualcosa c'entri con voi due, e sicuramente servirà per sapere come sono andate le cose per davvero. Tutti in presidenza! Veloce!" Ci ordinò il professore.

Camminammo in silenzio fino a quella porta. Bussai io per entrambi, la porta si aprì, ma trovai solo il vicepreside.

"Sono stato avvisato di tutto giusto un secondo fa, una chiamata da un professore. Il preside è in un viaggio d'affari, quindi al momento ha assegnato a me di svolgere il proprio compito. Adesso ditemi cosa è successo, uno alla volta possibilmente, cominciamo da te!" Si rivolse verso Ivan. Sapevo che Shawn si sarebbe arrabbiato qualsiasi cosa avrebbe detto Ivan, così intrecciai le nostre mani per tranquillizzarlo.

"Fino a pochi giorni fa, questa ragazza era la mia ragazza, così sopreso di vederli mano nella mano camminare tranquillamente ha scaturito in me qualcosa, penso che sia abbastanza normale. Credo di essere stato abbastanza educato da andare da loro a chiedere spiegazioni, ma questo vostro alunno qui presente non solo mi ha risposto male ma ha voluto anche picchiarmi!" Concluse Ivan.

Mi arrabbiai. Era falso. Perché doveva raccontare una bugia?

"Brutto figlio di putta.." fermai Shawn mettendogli una mano davanti la bocca e l'altra sul petto spingendolo lontano da Ivan. Voleva proprio questo Ivan, fargli scaturire una reazione del genere davanti al vicepreside.

"Sì calmi signor Mendes! Mi racconti lei adesso!" Il vicepreside si mise le mani in una specie di coppa e ci appoggiò la testa. Sembrava pacato o annoiato.

"Mi creda, questo ragazzo qui mente. Si presentò davanti noi chiedendo spiegazioni, io ho semplicemente risposto per poi ricevere un pugno da parte sua. La mia è leggittima difesa, non potevo farmi picchiare senza difendermi. Mettetemi pure in punizione se volete, continuerò sempre a difendermi." Si zittì Shawn.

Infine il vicepreside guardò me e mi fece segno di parlare.

"Voglio bene ad entrambi, per questo dirò la verità. Voglio che siate abbastanza maturi da non arrabbiarvi con me." Mi rivolsi verso loro arrabbiata.
"Signor vicepreside, è vero fino a pochi giorni fa stavo con Ivan, ma lo lasciai in seguito ad un brutto accaduto. Ho sempre amato Shawn, mi sono lasciata trasportare dal cuore, è sbagliato? Non stiamo insieme ancora, mi ha semplicemente dato la mano. È un gesto d'affetto. Dunque, Ivan venne verso di noi a chiedere spiegazioni, Shawn rispose con un tono un po' troppo duro direi, tanto da far scaturire una reazione da parte di Ivan, un pugno sulla guancia del mio ragazzo. È vero sarà stato per difesa, Shawn si è lanciato contro di lui ricambiando, fin quando non lo tirai su. Penso che abbiano sbagliato entrambi comportandosi in modo molto immaturo; è per questo che adesso chiederanno scusa." Mi girai verso di loro lanciando un'occhiata.

"Scusa" disse Ivan. Guardammo Shawn, un po' più orgoglioso, ma poi disse anche lui "Scusa" -  alzando gli occhi al cielo.

Il vicepreside stese zitto a pensare, fissando il pavimento, per circa dieci secondi. Poi dal nulla conincia" a parlare. "Stavolta vi punisco senza sospensione o nota disciplinare, ma per oggi dovrete rimanere a scuola per almeno tre ore e fare tutto ciò che vi chiede il professore Dornan. Adesso uscite di qui." Concluse il vicepreside vispo.

A coda, stavamo per uscire quando mi richiamó "ah, sei compresa anche tu nella punizione, arrivederci." Aggiunse, per poi sbatterci fuori. Ero scioccata ma sapevo di non poterci fare nulla, così mi arresi al pensiero del pomeriggio disastroso che doveva essere.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora