Capitolo 27

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Erano passati solamente tre dannate ore e già non ce la facevo più. Ne mancavano solo due.

"Ci fermiamo? Hai bisogno di riposare." Dissi.

"Non devo riposare. Magari ci fermiamo per una breve sosta ma dobbiamo metterci subito in moto."

Ci fermammo al primo autogrill trovato. Andai in bagno e Ivan fece lo stesso. Poi presimo un caffè per tenerci più svegli. Dopo qualche minuto eravamo già in macchina per altre due ore di viaggio.

"Sei in ansia?" Mi domandò Ivan.

"Tu sei pazzo, mi piaci" risi forte.

"Ti piaccio?" Inarcò un sopracciglio.

"Umh..no" risposi imbarazzata.

"Dai Elena, sii più sciolta, l'hai detto poco fa e non te ne sei accorta." Alzò gli occhi al cielo.

Morsi il labbro, non sapevo che dire.

"Anche tu mi piaci Elena. Davvero tanto." Confessò. Fui sorpresa.

Il resto del viaggio proseguì normalmente.

Dopo cinque ore, quasi sei per essere corretta, arrivammo. Eravamo distrutti, Ivan di più. Faceva un freddo bestiale, menomale che avevo portato parecchi maglioni, roba pesante e il parka. Portammo tutto dentro. Ivan accese il cammino subito, e la stanza cominciò ad essere più calda. Era tutto molto rustico e confortevole, andai subito nella stanza in cui dovevo dormire con Ivan e sistemai i miei vestiti.

"Piccola, vado a fare una doccia. A dopo!" Mi lasciò un bacio sulla guancia e andò via. Ivan sapeva come farsi desiderare. Ed io desideravo le sue carnose labbra rosa.

Misi il pigiama e mi distesi nel letto, sotto le coperte calde. Presi il cellulare e scrissi un messaggio ai miei, affinchè non si preoccupassero.
Sei nervoso per i tuoi e te la prendi con me. Mi sono veramente rotta il cazzo di addossarmi tutto. Ieri ti dicevo mi sento come se dovessi scippare e non te ne fotteva un cazzo. Non ti preoccupi proprio.

Posai il cellulare ed entrò nella stanza  Ivan in accappatoio. Diventai paonazza. Cercavo di non guardarlo.

"Ehi, sei formidabile! Hai sistemato anche la mia valigia?" Mi domandò aprendo l'armadio.

Annuì.

"Grazie mille!" Mi ringraziò, poi si girò verso l'armadio cercando il pigiama probabilmente.

Presi un libro e cominciai a leggere, ma un piccolo rumore mi constrinse ad alzare gli occhi. Ivan aveva tolto l'accappatoio, rimaneva comunque girato, quindi l'unica cosa che potevo guardare fu il sedere, era liscio e bello rotondo. Mentre infilava le mutande, mi immaginai lui sopra di me nudo, e ad un tratto strinsi le gambe perché là sotto non stava andando affatto bene.
Infilò il pigiama e subito abbassai gli occhi verso il libro prima che si potesse girare.

"Non hai sonno?" Si infilò sotto le coperte e mi abbracciò.

"Certo che ce l'ho." Posai il libro e decisi che fosse il mio turno di stuzzicarlo. Buon viso a cattivo gioco.

"Cavolo fa davvero caldo non credi?" Domandai ad Ivan che mi guardava perplesso.

"Si, ma.."

Tolsi la magliette del pigiama in pile, rimanendo in canotta era così bella stretta che si vedeva leggermente il seno.

"Buonanotte Ivan!" Gli dissi salutandolo e girandomi dalla parte opposta alla sua.

"Notte Elena".

La luce del sole mi constrinse ad aprire gli occhi e ad alzarmi, non faceva freddo, questo grazie a Ivan che teneva acceso il cammino continuamente. Andai verso la porta e la aprii, ma Ivan non si accorse nemmeno che fossi lì presente. Era seduto sul divano che parlava a telefono e muoveva freneticamente la mano.

"Cazzo Stephan, cerca di trovarlo, deve essere tutto perfetto capisci?" Si alzò nervosamente e andò verso il cammino aggiungendo altra legna.

"Tutto ciò mi costerà un po'. Ma i sacrifici portano a qualcosa di grande, non puoi capire cosa.."

Decisi di allontanarmi richiudendo la porta e lasciandolo alla sua privacy. Ma di cosa stava parlando? All'improvviso diventai nervosa anch'io. Andai verso il letto e mi coricai nuovamente nel caso in cui venisse Ivan, non avrebbe sospettato nulla.

Non so cosa mi stia accadendo, penso continuamente ad Ivan, mentre mi chiedo che fine abbia fatto Shawn nella mia testa, Shawn mi manca, nel senso che mi manca quel che era, quello che è ora non è il vero Shawn, è un ragazzo nuovo e triste, tanto triste. Ho sbagliato parecchio a non stargli accanto. Ma sarebbe comunque finito così, è un ragazzo molto testardo. Così ho preferito andare avanti, perché sono sicura che se Jennifer fosse ancora qui io e lui avremmo continuato nello stesso modo di prima o a farci sempre più del male. Avrei preferito che lottasse di più per me. Ma per il resto capisco sia ancora un periodo difficile per lui, quindi va bene così.

All'improvviso si apre la porta ed entra Ivan senza maglietta. Caspita, chi l'avrebbe mai detto che Ivan avesse un fisico così bello? Comunque, stava arrivando verso di me, così mi alzo in piedi e si ferma ad un paio di centimetri.

"Sei troppo sexy così Elena, non vale." Sussurra guardandomi attentamente. Mi stava mangiando con gli occhi. Ero estremamente imbarazzata, tanto che mi mordevo il labbro inferiore.

Prendi coraggio Elena. Gli passai accanto andando verso il bagno, poi mi girai per vedere se mi guardava ancora. Sì, mi guardava.

"Ancora non hai visto nulla" risi per poi chiudere la porta.

Qualcosa di inaspettato Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora