Capitolo 5.

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"Quindi questa bellissima biblioteca è della qui presente Federica Carta?" Esclama Riccardo.
"Oh esattamente, lo definisco il mio piccolo paradiso da anni"
"Lo è davvero" Afferma. Poi mi sorride con dolcezza.
Siamo qui da diverse ore. Continuiamo ad osservarci, parlando di tutto. Senza nessun imbarazzo o filtro. I suoi occhioni color ghiaccio mi stuzzicano, mi studiano, mi ammirano e mi sorridono. Lo stesso fanno i miei.
È venuto qui circa un'ora fa e non è più andato via. Sono quasi le ventuno, il buio sta iniziando a riempire la città, ma noi ignoriamo anche quello, cercando di conoscerci ancora un altro po'.
Grazie alle diverse informazioni sulla mia vita, ha scoperto il mio cognome, la mia età e che adoro il mio lavoro più di ogni altra cosa al mondo.
Gli ho raccontato che sono terribilmente stronza, ma ho anche un lato romantico che non conosce quasi nessuno, che vivo da sola da diversi anni e che amo letteralmente prendermi cura di tutto ciò che circonda, rendendolo perfetto almeno per un po'.
"Adesso tocca a te parlare..." Ridacchio, portando il mio labbro inferiore fra i denti e mordendolo dolcemente.
"Non c'è molto da sapere in realtà. Sono molto impulsivo, ma alcune volte riesco ad essere dolce e amorevole. Divento rigido e glaciale quando si tratta del mio lavoro. Ottengo sempre tutto ciò che voglio, anche se il soggetto è difficile o quasi impossibile da raggiungere. Io invece non vivo da solo, ma con la mia bella principessa che mi consola ogni giorno non appena ritorno a casa" Alla fine della frase, sorride maliziosamente facendomi inarcare lievemente un sopracciglio.
"Ah si? E chi sarebbe? La tua ragazza?" Domando incrociando le braccia al petto. Potrebbe anche essere sua sorella o sua moglie, ma poi lancio uno sguardo al suo dito, che non è circondato da nessuna fede.
"No"
Io sospiro, osservando il soffitto e cercando di immaginare chi possa essere. "La mia piccola gattina Lira"
Un piccolo sorrisino appare sulle mie labbra, rendendole luminose. Lo stesso fa lui, mentre mi guarda sorridere. Cerco di immaginare Riccardo che stringe fra le braccia per poi coccolare quella che lui definisce 'la sua bella principessa'. "Avevi già pensato ad una possibile fidanzata, angelo?" Mi smaschera per poi farmi l'occhiolino. Beh, è inevitabile non pensarlo.
"O-oh no, nulla di tutto ciò"
Sento un leggero calore espandersi lungo le mie guance e istintivamente, le copro con le dita cercando di non incrociare il suo sguardo che continua ad osservarmi ininterrottamente.
"Mmh, farò finta di crederci"
"Devi, è la verità" Mento, facendo un profondo ed intenso respiro che scappa dalle mie labbra come se fosse uno sbuffo.
"Beh, l'imbarazzo sul tuo viso rivela esattamente il contrario" Mi smaschera con un ghigno. Questo ragazzo è uno stronzo. Ma proprio il re degli stronzi.
"Oddio, smettila o sarò costretta ad ucciderti"
Tutto quello che fa è scoppiare a ridere, prendendomi chiaramente -e per l'ennesima volta- in giro.
"Lo faresti davvero?" Chiede, tornando 'serio' per un istante.
"Certo, come ti ho già detto sono alquanto stronza e non impiegherei molto tempo a farti scappare" Chiarisco, cercando di fargli un minimo di paura. Ma mettere paura ad un uomo così è indiscutibilmente impossibile. Ma davvero impossibile.
"Ne dubito. Ritornerei comunque da te e continuerei a romperti le palle per tutta la vita."

'Per tutta la vita.'

"Oh cielo! Devo davvero sopportarti per tutta la vita?" Cantileno, spalancando gli occhi. Sono solo delle sue stupide frasi dette in un momento completamente trasparente, ma nonostante ciò, penso abbiano una certa importanza.
"Ah però, angelo! Quando vuoi, riesci davvero ad essere stronza eh!" Scatta ridacchiando. Poi mette il broncio, curvando il suo labbro inferiore verso l'esterno e disegnando una tenera espressione sul viso.
"Visto? Sei sorpreso, avvocato Marcuzzo?"
"Molto" Fa spallucce. Poi si avvicina dolcemente, facendo scivolare le sue mani sui miei fianchi, coperti dalla leggera camicia di lino. Inizia a muoverle velocemente e in maniera costante, solleticando la mia pelle terribilmente sensibile. Sussulto immediatamente, non riuscendo a soffocare quelle risate che mi provocano diverse vibrazioni alla gabbia toracica.
Afferro i suoi polsi, applicando quanta più forza possibile per dimenarmi dalla sua presa. Mi alzo all'improvviso, agitandomi bruscamente; riesco a sentire il suo corpo pressare contro il mio, mentre continua imperterrito la sua tortura.
Le nostre risate echeggiano all'interno della biblioteca, facendo scoppiare a vivere ogni cosa. Anche la più piccola.
"Non ti lascerò mai" Mormora soffiando sul mio collo. Io chiudo gli occhi.
"Federica..." La voce che riesce a spaccare del tutto questo divertente momento è proprio quella di mio padre che è immobile proprio accanto alla porta.
La presa di Riccardo diventa molto meno tesa attorno a me, prima che le sue braccia scivolino lungo il suo bacino lentamente. Io mi allontano e cerco di sistemare il mio aspetto: passando le mie dita fra i capelli e stirando la camicia con i palmi, che presenta diverse pieghe.
"Papà..." Borbotto completamente imbarazzata. "Come mai sei qui?"
"Stavo tornando a casa e ho visto tutte le luci accese. Mi sono permesso di entrare, ma non sapevo che fossi in buona, anzi buonissima compagnia" Afferma indicando Riccardo, che lo guarda in silenzio, non sapendo cosa dire.
"Io- umh si, lui è Riccardo"
Gli occhi scuri di mio papà si incrociano con quelli suoi, facendo nascere due piccoli sorrisi sulle loro labbra.
"Piacere, io sono Cristiano. Il papà di Federica" Borbotta mio padre, allungando una mano verso l'avvocato Marcuzzo che la stringe immediatamente.
Un silenzio imbarazzante cala all'interno della sala, aumentando la voglia di sbattermi la testa contro il muro mille volte. È una situazione così scomoda, cazzo.
"Bene, Fede. Io vado a casa" Inizia Riccardo, grattandosi la nuca. "Passa una buona serata" Mi guarda per un istante e poi distoglie lo sguardo. È visibilmente imbarazzato e non potrei davvero dargli torto.
Saluta mio papà con educazione e prima che possa rispondergli, va via, lasciandomi da sola e eliminando tutto quello che è successo nelle ultime ore fra di noi.
Abbasso lo sguardo e sospiro, accarezzando i miei lunghi capelli con le dita.
"Chi è? Il tuo nuovo fidanzato?" Domanda all'improvviso mio padre. "Sembra carino"
"No, non è il mio nuovo fidanzato. Ci conosciamo da poco"
"Potrebbe diventarlo" Scrolla le spalle. Io spalanco gli occhi all'istante, non sapendo cosa dire. Oh Gesù.
"No, papà! No!"
Lui annuisce e poi sospira, abbassando lo sguardo verso le sue scarpe, che trova davvero interessanti.
"Ti va di cenare con noi stasera?" Chiede, cambiando argomento. Ringrazio il cielo mentalmente e poi lo guardo.
"Preferisco di no, sono molto stanca. Voglio soltanto andare a letto"
Lui annuisce e dopo avermi schioccato un bacio sulla fronte e avermi augurato la buonanotte, si allontana raggiungendo l'auto.
Io afferro la mia borsa, spegnendo tutte le luce per chiudere definitivamente la mia biblioteca e riposarmi per affrontare la nuova giornata di domani.
Ma quando sto per far scivolare la chiave lungo la serratura, sento la voce di Riccardo proprio alle mie spalle.
"Angelo, scusami se sono di nuovo qui, ma non potevo andare via in quel modo"
Io sorrido.

Buonanotte🌓❤

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora