Capitolo 8.

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"Ti ringrazio, Federica. Buona giornata" Sorride una mia cliente e dopo aver ricevuto un mio saluto, va via. Sospiro pesantemente, lanciando uno sguardo lungo il viale di fronte a me, notando i forti raggi del sole riscaldare ogni cosa: le auto, i palazzi, i vetri e le persone che lo attraversano. 
Non vedo Riccardo da ieri mattina. Dopo la nostra colazione non è più venuto a trovarmi e in tutta sincerità, la sua mancanza inizia a farsi sentire. Mi ero già abituata a trascorrere diverse ore con lui, a parlare di tutto e a ridere per nulla. 
"Oh mannaggia, basta! Sto per impazzire" Decido di cacciare via i pensieri e immergermi nel mondo dei libri. Ne afferro una decina, sistemandoli nei vari scaffali. Alcuni devono assolutamente essere collocati nelle parti più alte, quindi sono costretta a posizionarmi in piedi su una sedia di legno, cercando di non fare alcun danno.
Per un po' mi sembra di dimenticare ogni cosa. Riesco a perdermi all'interno della lettura di ogni singolo titolo e il mio cuore mi ringrazia immediatamente. La mia calma apparente, viene improvvisamente spezzata da una voce, ormai conosciuta che rimbomba all'interno della mia biblioteca.
"Ehi angelo, dove sei?"

Riccardo.

Non appena ruoto il capo, riesco a vederlo in piedi in tutta la sua bellezza, mentre mi cerca con lo sguardo. 
"Sono qui" 
I piccoli faretti sul soffitto permettono ai nostri sguardi di incrociarsi e gliene sono davvero grata. Non appena succede, non riesco a fermare quel sorriso che illumina le mie labbra che sembrano contagiare le sue all'istante. Mi raggiunge immediatamente e io vorrei davvero scendere da questa maledetta sedia, per poter correre verso di lui e sussurrargli quanto diavolo mi sia mancato. 
Nel momento in cui sto per sfiorare il pavimento con la punta del piede, il mio corpo crolla, perdendo del tutto l'equilibrio. Mi sembra di poter percepire il dolore della caduta, ma questo non avviene poiché le potenti braccia dell'avvocato Marcuzzo lo impediscono. I pochi libri che tenevo stretti fra le mani si schiantano sul pavimento, procurando un forte tonfo. 
"Ti ho salvata per un pelo" Mi stringe a sé, aumentando notevolmente la presa sui miei fianchi e sotto le mie cosce. Io non posso fare altro che circondare il suo collo con le mie braccia, sentendo una strana sensazione di protezione che non sentivo da diverso tempo.
"Ti ringrazio" Mormoro ancora imbarazzata. "Stavo per morire"
"Fortunatamente non l'hai fatto ed è tutto merito mio"
"Già, è tutto merito tuo" Sorrido accarezzando la sua nuca con le unghie. La solletico piano, sentendo i suoi muscoli rilassarsi immediatamente. "Mi fai scendere adesso?"
"E se io non volessi farlo?" Chiede retoricamente, regalandomi un sorriso sincero.
"Va bene lo stesso. Non è un problema"
"Pranziamo insieme? Non ci vediamo da due giorni e abbiamo bisogno di recuperare" Propone, baciandomi la guancia di sfuggita.
"Si, va bene. Devo solo sistemare gli ultimi libri e possiamo andare"
Diminuisce la presa sul mio bacino, prima di farmi appoggiare i piedi per terra e posizionarmi proprio di fronte a lui. "Vai di là, tra due minuti sono lì"
"Fai veloce, angelo. Non mangio da cinque ore"
Io ridacchio, chinandomi per afferrare i due libri sul pavimento.
"Farò presto, promesso"
Lo vedo allontanarsi per poi appoggiare il fondoschiena sul bancone, facendo da guardia al mio piccolo paradiso.
Riordino tutto e dopo qualche attimo lo raggiungo, afferrando le chiavi e la mia borsa di pelle.
"Comunque stai benissimo con questo vestitino rosso"
Sento la sua mano sgattaiolare sulla mia schiena e al contatto, rabbrividisco. Il suo delicato tocco sfiora la mia pelle con morbidezza, riuscendo a riscaldarla immediatamente.
"Grazie"
Chiudo la biblioteca velocemente, sentendo il suo sguardo persistere su di me. Mi guida dolcemente verso l'auto e non appena arriviamo a destinazione, apre la portiera per poi stringere la mia mano e farmi entrare.
L'aria fredda del climatizzatore mi accarezza alcune parti del corpo che rimangono scoperte e sono costretta a socchiudere gli occhi lentamente.
Non appena mi raggiunge, il suo profumo si espande ovunque, riempiendo del tutto le mie narici.
"Dove ti va di andare?" Chiede accendendo il motore.
"Non lo so, ovunque" Rispondo scrollando le spalle. È vero. Non importa il luogo, la cosa più importante è mangiare qualcosa, no? "Per me va bene anche il McDonald"
Lui ruota il capo verso la mia direzione, guardandomi un po' confuso.
"Stai scherzando?"
"No, non ho tutto questo senso dell'umorismo onestamente" Rispondo quasi come un sussurro.
"Sei da sposare, angelo. Davvero" Per un attimo rimango senza parole, ma pochi istanti dopo, riesco a sbloccarmi e tirare giù qualche parola che abbia un senso logico.
"Cambierai idea molto presto, avvocato" Affermo mettendo la cintura. Lui mi fa una smorfia e mi guarda per un istante, per poi riportare lo sguardo verso la strada.
I miei occhi si poggiano e studiano ogni dettaglio della sua macchina, sfiorando con le dita tutto ciò che mi pare. Accendo la radio, cercando una canzone che possa piacere ad entrambi.
"Sei la prima donna che tocca la mia auto in questo modo. Devi considerarti davvero speciale"
La mia vocina interiore mi sussurra che forse per lui lo sono davvero, ma decido di non ascoltarla minimamente.
"E cos'ho di speciale rispetto alle altre?" 
"Ogni cosa"
Gli rispondo con un semplice sorriso che alcune volte, vale più di mille parole.
Poi ruoto il capo lentamente, incontrando i suoi occhioni ribelli che immediatamente si scontrano con i miei, iniziando a fare ciò che vogliono.
Preme il dito su un tasto di fronte a lui, abbassando il finestrino che immediatemente permette al vento di soffiarci fra i capelli e sul viso. L'estremità del mio vestitino si solleva all'istante, scoprendo la mia coscia e rendendo visibile la mia pelle setosa davanti alle sue iridi curiose e bellissime.
Afferro la stoffa con le dita, tirandola giù un attimo dopo. Non appena lo faccio un sorriso malizioso scappa dalle sue labbra, illuminandole.
"Penso di non aver amato così tanto il vento come oggi" Ride facendomi arrossire immediatamente. Ma che effetto mi fa? Dio mio.
"Avvocato Marcuzzo! È davvero un gran pervertito"
"Ho solo detto la verità, angelo. Nulla di più" Si difende innocentemente. Io lo guardo dubbiosa, per poi scoppiare a ridere per il suo essere così istintivo ma genuino.

Oww li amo. Spero che questa storia vi stia prendendo!
Fatemelo sapere🌟
-Roberta❤

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora