Capitolo 25.

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I giorni successivi sono trascorsi in modo tranquillo e sereno. Con Riccardo ci vediamo praticamente sempre, vivendo al cento per cento ogni momento.
Dal nostro ultimo bacio a casa mia sono passate tre settimane o poco più. Mentirei se dicessi che la cosa non mi manca, e credo che anche lui senta questa forte assenza.
A caratterizzare ogni nostro istante ci sono sempre state mille carezze, mani intrecciate, parole sussurrate e anime felici.
Qualche volta, ho davvero paura che possa andare via da me, lasciandomi da sola per sempre. Eppure non lo fa, continua a starmi accanto, a stringermi e a sussurrarmi che tutto andrà per il verso giusto. L'ultimo suo messaggio risale a ieri sera, è stato un semplice 'buonanotte, angelo' che mi ha fatto riposare serenamente per tutta la notte.
Questa mattina non ci siamo ancora sentiti, ma spero di farlo al più presto. Vorrei tanto fare il primo passo, ma ho paura di disturbarlo o interrompere qualcosa di davvero importante. Lancio uno sguardo sull'orario del computer notando che sono quasi le dieci, metà giornata è volata via in un soffio e la cosa mi fa sospirare.
Ogni mio singolo pensiero viene del tutto eliminato, dall'improvviso suono del clacson di una macchina. Sollevo lo sguardo verso il viale, notando l'auto di Riccardo proprio di fronte la mia biblioteca. I nostri sguardi si incrociano immediatamente e sulle labbra di entrambi nascono due timidi sorrisi. Quando sto per raggiungerlo, riesco a notare una donna dai capelli scuri seduta accanto a lui e ogni mio singolo muscolo si blocca all'istante. Mi trasformo in una lastra di ghiaccio, sentendo il mio cuore fermarsi un momento per poi ripartire quando incrocio l'azzurro dei suoi occhi.
"Ti chiamo dopo" Mi mima dolcemente. Io annuisco, ancora immobile al centro del mio posto di lavoro. Mi fa l'occhiolino un attimo prima di sfrecciare via, lasciandomi la mente strapiena di pensieri e l'anima completamente priva di ogni sfumatura di colore.
Ritorno dietro il bancone, stringendo il mobile con le dita. Chiudo dolcemente gli occhi, facendo un profondo respiro per potermi calmare. Eppure, faccio tutto il contrario, agitandomi il doppio di prima.
"Tutto bene, signorina?" Mi chiede una donna più o meno trentenne, guardandomi con fare dubbioso misto ad un pizzico di preoccupazione.
"S-si, tutto bene" Balbetto guardandola per un istante. Lei annuisce, ritornando a sbirciare fra gli scaffali contenenti milioni e milioni di libri.
Il mio petto presenta una voragine immensa che riesce a procurarmi una sensazione di pura tristezza che non sentivo da tantissimo tempo, credo anni.
Forse sto davvero prendendo delle conclusioni affrettate, ma non riesco a non farlo. Il fatto che Riccardo sia con quella donna e non con me, mi distrugge, facendo crollare ogni speranza che ho costruito in questi mesi. Tutte le certezze che aveva promesso di darmi, sembrano essersi distrutte come un fragile castello di sabbia. Vorrei tanto chiamarlo e chiedergli chi fosse quella donna che si trovava proprio accanto a lui, ma decido di non far nulla di tutto ciò. Potrei passare per una donna patetica, e in questo momento è l'ultima cosa che voglio.
Il fatto che questa mattina non mi abbia cercato, fa aumentare quel dubbio che assilla la mia mente da diversi minuti: e se quella donna avesse preso il mio posto?
Il mio cuore continua a sussurrarmi che non succederà mai, ma io continuo a non credergli, provocandomi altre ferite da sola.
Basta, devo smetterla. Non posso permettermi di crollare miseramente su me stessa un'altra volta, devo essere abbastanza forte per poter affrontare la verità di questa nostra strana situazione. So che sarà difficile, ma ce la farò. O almeno, lo spero.
Prima che possa bloccare ogni mio gesto, afferro il cellulare per poi spegnerlo e metterlo all'interno della borsa. Ho bisogno di stare lontana da tutti, cercando di rilassarmi e concentrarmi, anche per poco, sul mio lavoro. Infatti, per le successive tre ore è quello che faccio, e onestamente, riesco a sentirmi molto più calma e fiduciosa.
Nel momento in cui entro in auto, guido verso una meta ben definita: casa dei miei genitori. Non ho nessuna intenzione di rinchiudermi nel mio appartamento e fissare costantemente lo schermo del mio telefono, aspettando una stupida chiamata da parte di Riccardo.
"Ciao tesoro!" Esclama mia mamma, non appena spalanca la porta per farmi entrare. "Come mai sei qui? È successo qualcosa?" Domanda allarmata.
"No, avevo voglia di vedervi. Potete aggiungere un posto a tavola o disturbo?"
"Ma quale disturbo, figliola! Entra!"
Le sorrido dolcemente, raggiungendo la cucina. Riesco a sentire l'odore del sugo riempirmi le narici, e per un momento mi sembra di ritornare bambina, quando non aspettavo altro che tornare fra le braccia dei miei genitori dopo una giornata di scuola.
"Federica, cosa ci fai qui?" Chiede sorpreso mio papà, non appena i suoi occhi si incastrano con i miei.
"Ciao papi, anche io sono felice di vederti" Ridacchio, lasciando un piccolo bacio sulla sua guancia.
"No, non fraintendermi. Sono contento che tu sia qui, ma la cosa mi ha colto alla sprovvista. Non aspettavo il tuo arrivo improvviso"
Saluto Arianna, che mi porge un piatto pulito per poter mangiare qualcosa con loro.
"Stai bene, sorella?" Mi chiede.
"Abbastanza, è stata una giornata pesante ma è tutto okay" Le sorrido, bevendo un sorso d'acqua. Mia mamma lascia scivolare la pasta all'interno del mio piatto, per poi dare una leggera spolverata di formaggio per condirla.
"E Riccardo?" Domanda mio papà improvvisamente. Non appena il suo nome risuona dentro di me, un improvviso vuoto mi trafigge l'anima, provocandomi diversi piccoli brividi. Un senso di rabbia inizia a scorrermi all'interno delle vene, facendomi sospirare.
Mi manca vederlo o semplicemente sentirlo per telefono, ma adesso non posso permettermi di ripensare a tutto ciò che è stato.
"R-Riccardo cosa?" Sussurro con voce spezzata.
"Dov'è? Come mai non sei con lui?"
"Non ci vediamo mica ogni giorno, papà. Ognuno di noi ha la propria vita" Mento. Il fatto di dire determinate cose ai miei genitori, mi innervosisce ma cerco di non farci molto caso.
Non so quanto il mio viso e il mio tono di voce siano credibili, ma recitare non è mai stato il mio forte sin da piccola. Provo a far nascere un piccolo sorriso sulle mie labbra solo per rassicurarli e i miei genitori fanno lo stesso, per poi gettare via un piccolo sospiro.
"Farò finta di crederci" Mormora lui, iniziando a mangiare.
"Devi. Dovete farlo" Affermo decisa. Temo che venire qui non sia stata una buona idea.
Bevo un sorso di acqua e poi li guardo, notando i nostri sguardi incrociarsi per qualche istante.
"Dopo parliamo." Mi sussurra Arianna all'orecchio. A quel punto non posso fare altro che annuire, pronta ad affrontare questa situazione con l'unica persona che mi ha sempre capita: mia sorella.

Bene, ecco i primi problemi. Avete idea di chi possa essere quella donna?😏
Scusate per l'assenza di ieri, ma è stata una giornata impegnativa. Un bacio.
-Roberta💘

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora