Capitolo 4.

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Da due giorni a questa parte non faccio altro che osservare con cura e precisione l'entrata della mia biblioteca, desiderando di incrociare Riccardo. Riesco a vedere milioni di volti, tranne il suo. Dal nostro incontro al pub sono passate più di quarantotto ore. Ad essere onesta, non averlo incontrato ieri ha spento ogni singola è possibile speranza di poterlo rivedere ancora un'altra volta.
Mi aveva detto che sarebbe venuto, ma purtroppo non è andata così.
Questa mattina il cielo è limpido e sereno, ma dentro di me, sono lo specchio opposto di questo. Il mio cuore presenta un'agitazione davvero estrema, provocandomi un vero e proprio vuoto alla pancia che mi rende sensibile e ansiosa.
Ogni singolo pensiero e preoccupazione vengono del tutto eliminati, quando proprio lui varca la soglia del mio piccolo paradiso, disegnando fra le sue labbra un sincero e felice sorriso.
Mi prendo qualche istante per notare il suo abbigliamento: è tutt'altro che sportivo. Il suo corpo è fasciato da una giacca blu e da un pantalone delle stesso colore. Sotto il pesante tessuto che copre la parte superiore del suo corpo, si riesce a vedere una leggera camicia bianca, che lo rende davvero molto raffinato.
Mi segue con lo sguardo e non appena si posiziona proprio dietro il bancone, non riesco a bloccare quel sorrisino che curva le mie labbra verso l'alto.
"Buongiorno, angelo"
"Ma buongiorno a te" Sospiro, incrociando le braccia al petto. "Ieri ti aspettavo ma non sei venuto..."
"Perdonami ma ho avuto un piccolo contrattempo"
Vorrei tanto chiedergli come mai è vestito così dannatamente elegante, ma decido di stare zitta e farmi i fatti miei.
"Oh, nessun problema. Tranquillo" Gli dico sinceramente. In biblioteca non c'è nessuno, quindi ne approfitto per sistemare alcuni libri negli scaffali.
Li afferro con velocità, prima di essere seguita da lui che guarda con attenzione ogni mio singolo gesto.
"Lascia, ti aiuto io"
"No, non-" Nel momento in cui sto per ribattere, le sue mani stringono i libri con forza, prima che i nostri sguardi si incrocino. Lui mi segue in silenzio, mentre io divido le diverse opere in base al genere.
"Allora? Vuoi dirmi qualcosa su di te? Non so... il tuo nome magari" Inizia, scrollando le spalle. Io lo guardo, regalandogli un sorriso divertito.
"Perché così velocemente?"
"Beh, mi sembra più che normale. Non credi?" Risponde con lo stesso tono di voce.
"Onestamente non lo so"
Lo vedo sbuffare, ma continua a seguirmi in silenzio, tenendo lo sguardo fisso su di me.
"Che lavoro fai?" Chiedo improvvisamente. Lancio un veloce sguardo proprio su una parte ben definita del suo collo che rimane scoperta a causa della camicia e poi sospiro lievemente.
"Secondo te?"
"Ummh, forse il medico" Ammetto velocemente. Lui scuote la testa. "L'agente immobiliare"
"Direi proprio di no"
"O forse l'avvocato. Hai un'aria così severa e rigida, proprio quella che possiedono quelli che fanno questo mestiere"
"È un complimento?" Chiede, inarcando un sopracciglio. Alle sue parole non riesco a bloccare quella leggera risatina che scappa dalle mie labbra.
"Dipende dai punti di vista" Sospiro cacciando fuori la lingua e stringendola fra i denti. "Ho indovinato?"
"Si, sono un avvocato. Un avvocato matrimonialista" Risponde orgoglioso. "E nel tempo libero cerco di dare ripetizioni agli studenti"
Io sorrido visibilmente sorpresa ma contenta di aver indovinato. Con la mente, cerco di immaginare quest'uomo dietro ad una scrivania alle prese con la legge, difendendo a pieno un suo acquirente che ha bisogno di lui.
"Sono un genio"
"Direi di si" Ride, mettendo in mostra i suoi denti perfettamente bianchi. "Non è da tutti"
"Federica, per favore potresti prendermi un libro che non riesco a trovare?" Il nostro discorso viene interrotto da una mia cliente che mi chiede aiuto e io annuisco, girando il capo verso Riccardo, che immediatamente afferra il suo ciuffo ribelle di capelli per portarlo all'indietro.
"Vai, ti aspetto qui" Mormora sottovoce. Corro verso la donna, che ormai conosco un po', cercando di essere quanto più disponibile possibile. Le pongo gentilmente l'opera che cercava e poi mi giro verso Riccardo, beccando il suo sguardo beffardo a fissarmi il fondoschiena, messo in risalto dai miei jeans terribilmente aderenti. La cosa non mi sorprende proprio per niente. L'ha fatto anche la prima volta che ci siamo visti!
"Sei una frana a non farti beccare" Ammetto, affiancandolo.
"Io sono una frana, ma tu sei davvero troppo furba" Ridacchia, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Lo so"
"Questo è l'importante, Federica" Le sue labbra si arricciano dolcemente mentre pronunciano il mio nome. Non posso fare altro che osservarle con attenzione, studiando ogni loro singolo e dolce movimento. "Quella donna mi ha svelato il tuo nome e penso non la ringrazierò mai abbastanza"
"Per così poco" Scherzo per poi sospirare.
"Non è poco" Mi corregge immediatamente, lasciando scivolare le sue braccia lungo i fianchi. Io sospiro e ruoto il capo verso la direzione opposta, cercando di non incrociare il suo sguardo dannatamente intenso ma allo stesso tempo fragile e delicato.
"Non fare l'angioletto. Rimani comunque un gran mascalzone"
La sua risata rimbomba lungo le pareti della mia biblioteca, facendomi sorridere. Il secondo dopo elimino il sorrisino che ha appena illuminato il mio viso e incrocio le braccia al petto, lanciandogli un'occhiata feroce e leggermente scocciata.
"Che cos'ho fatto?" Chiede scrollando le spalle.
Il modo in cui ci stiamo stuzzicando, mi diverte davvero da matti. È come se ci conoscessimo da anni, eppure sono solo giorni.
"Che cos'hai fatto? Mi hai guardato il culo e non è la prima volta!" Ammetto picchiettando la punta del piede sul pavimento. "È un altro aspetto che qualifica il tuo carattere?"
Lui posiziona le mani all'interno delle tasche dei jeans, assumendo quell'aria da bad boy che non fa altro che imbestialirmi.
"Direi di si" Borbotta maliziosamente. "La prossima volta che lo farò, cercherò di non attirare la tua attenzione"
"Meglio per te, Riccardo"
"Va bene, angelo" Sorride. Ho sempre odiato i soprannomi, ma questo è diverso rispetto tutti gli altri. È proprio speciale sotto tutti i punti di vista.
"Adesso che sai come mi chiamo, potresti anche chiamarmi con il mio nome. Non credi?" Chiedo immediatamente, incrociando le braccia giusto sotto il seno.
"Assolutamente no, angelo"
Dalla mia bocca scappa un sospiro, mentre lui se la ride sotto i baffi.
"Fa' come ti pare" Borbotto. Lo supero velocemente, camminando verso il bancone.
"Ti raggiungo nel pomeriggio, va bene?" Si avvicina dolcemente a me, riuscendo a far incontrare le nostre iridi alla perfezione.
"E se io non ti volessi qui?"
L'unica risposta che ottengo è il silenzio. Ma poi china il capo verso di me, poggiando le sue labbra sulla mia guancia, lievemente coperta dal leggero strato di trucco. Mi schiocca un dolce e leggero bacio, prima di allontanarsi e far scivolare la mano fra i suoi capelli.
Io rimango immobile, non sapendo cosa dire, come farlo e se farlo. Semplicemente socchiudo le palpebre, sentendo ancora il suo fiato soffiare sull'angolo del mio collo scoperto.
"Ci vediamo dopo, angelo" Mormora. Poi si allontana immediatamente, lasciando un'immensa scia del suo profumo che riempie ogni angolo del mio corpo con lentezza.

Buon pomeriggio!❤
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-Roberta🌓

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora