Capitolo 13.

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"Fede..." La piccola voce di Riccardo interrompe i miei sogni all'improvviso, facendomi svegliare. Spalanco gli occhi, cercando di focalizzare un dettaglio e capire dove mi trovo. Mi sento confusa, ma non appena incrocio i suoi occhi, dalle mie labbra scappa un piccolo sospiro di rilassamento.
"Mi sono addormentata" Mugolo stiracchiandomi, non sapendo cosa dire. Onestamente non so come giostrarmi questa situazione, il mio imbarazzo è davvero notevole e infinito.
"Ho notato, angelo" Ridacchia.
"È finito il film?"
Mi sollevo lentamente, poggiando le punte dei piedi sul pavimento.
"Si, adesso" Risponde. "Sta piovendo fortissimo"
Odio letteralmente questi temporali estivi. Non fanno altro che complicare la situazione, aumentando la quantità di umidità nell'aria.
Per qualche istante, all'interno del salotto regna il silenzio più assoluto e riesco a sentire le piccole gocce di pioggia sbattere contro le vetrate delle finestre. Il rumore è fitto. Troppo aggiungerei.
Un tuono improvviso rimbomba all'interno dell'appartamento, facendomi sussultare per lo spavento.
"Dovrei tornare a casa, si è fatto tardi" Borbotto, lanciando uno sguardo all'orologio sul mio polso che segna quasi mezzanotte.
"Non puoi andare adesso, non da sola almeno"
"Sarò prudente, tranquillo"
"Non ti lascerò andare. Fuori è buio e questo temporale improvviso non migliora la situazione" Appoggia entrambe le mani sulle mie cosce, riuscendo a bloccare ogni mia intenzione di alzarmi. Sollevo lievemente il capo, lanciando uno sguardo alle sue labbra rosse e gonfie, dovute forse al suo costante vizio di morderle con i denti. "Rimani a dormire da me"
La sua proposta mi provoca un tuffo al cuore, facendolo bloccare per poi farlo tornare a battere ancora più forte di prima. Lui mi guarda, rendendo visibile quello strato di speranza all'interno delle sue pozze color oceano.
"N-no, Riccardo. Non disturbarti, dico davvero" Mormoro lasciando scivolare le mie dita lungo una ciocca di capelli che è appena ricaduta sul mio viso.
"Mannaggia, angelo! Accetta e basta"
Io sospiro, per poi sorridere a causa del suo tono così esusto.
Vorrei tanto dirgli di si, ma quella maledetta paura non riesce ad andare via da me, anzi mi stringe forte, trattenendomi a sé. Il suo sguardo così diretto e limpido, la scioglie del tutto. Riesce a trasmettermi sicurezza e protezione. Il mio corpo è un misto tra paura, terrore, dubbi, tristezza, ansia e tremori continui. Caccio via tutto, regalandogli un sorriso che forse aspettava da diversi minuti. Forse troppi.
"Va bene, rimango qui. Ma solo per oggi" Affermo lasciando andare la testa all'indietro, stanca.
"Questo è da vedere, angelo" Mi stuzzica. "Dormi in camera mia, va bene?"
"E tu?" Domando immediatamente, preoccupandomi per lui.
"Sul divano. È molto comodo" Risponde immediatamente, alzando le spalle.
"No, ci dormo io. Non mi sembra educato" Farfuglio con velocità. Alle mie parole, lo vedo sbuffare.
"Quando hai intenzione di smetterla?"
"Di fare cosa?" Chiedo seria.
"Di non ascoltarmi" Sorride. "Non hai scelte. Decido io dove farti dormire"
"Sei insopportabile" Scatto. Lui scoppia a ridere, prima di sollevarsi e circondare le mie spalle con le sue braccia. Mi stringe con dolcezza, schioccandomi poi un bacio sulla fronte. Finiamo entrambi sul divano, mentre continuiamo a stuzzicarci proprio come due bimbi. "Non ho neanche un pigiama" Piagnucolo stringendo la felpa che copre dolcemente il mio corpo.
"Non preoccuparti, indosserai una mia maglia"
"Ma-" Inizio, ma la sua voce interrompe il mio discorso all'istante.
"Se preferisci dormire nuda, non ho nessun problema al riguardo" Alza le spalle, disegnando un sorriso malizioso sulle sue labbra.
"Mascalzone! Non intendevo quello"
Colpisco il suo braccio scherzosamente, facendolo ridere più forte. La sua risata è così dannatamente contagiosa e bella, che non riesco a non seguirlo.
"Scherzavo, angelo" Afferma. "Ma il fatto che tu dorma da me, mi fa davvero impazzire."
Ruoto la testa verso di lui, incrociando i suoi occhioni cristallini. Mi mordo il labbro inferiore con i denti, rilasciandolo l'istante dopo con una lentezza davvero immensa.
"E perché?" Il mio viso viene riempito da un piccolo e malizioso sorriso, che non riesco ad eliminare per nessuna ragione al mondo.
"Perché amo averti così vicina. Il fatto di vederti solo poche ore al giorno mi distrugge" Mi accarezza il viso con le dita. Io socchiudo le palpebre, appoggiando la testa sul suo petto per l'ennesima volta.
"Anche a me"
Mi trema la voce, forse per le sue parole o per l'eccessiva vicinanza dei nostri corpi. Onestamente non lo so.
Qualche istante dopo siamo costretti a staccarci per andare a dormire. È quasi l'una di notte.
"Ti va bene questa maglia rossa?" Mi domanda, afferrando l'indumento dal cassetto.
"Si, va benissimo qualsiasi cosa"
Lancio uno sguardo al letto, notando la leggera coperta panna e i due cuscini bordeaux che riescono a rendere poco più vivace l'ambiente.
L'armadio presenta delle lievi sfumature di grigio perlato. Non riesco a non guardare la nostra immagine riflettere sullo specchio, attaccato proprio su di esso e la cosa mi fa sorridere ampiamente.
All'improvviso, i miei occhi si poggiano su una foto perfettamente incorniciata dal vetro trasparente e cristallino. Raffigura un bimbo in costume, in un piedino indossa una calza, mentre l'altro è a contatto con la sabbia scottante. I suoi occhi azzurri richiamano il colore del mare e per un istante, sembra di potermi perdere in questa infinita immensità.
"Sei tu?" Chiedo curiosa, indicando l'immagine. A passi lenti mi raggiunge, posizionandosi proprio accanto a me.
"Si, sono io. Ero in vacanza con la mia famiglia"
"Perché avevi soltanto un calzino?"
La curiosità, la voglia e il bisogno di scoprire qualcosa in più su di lui sovrasta davvero ogni cosa.
"Mi ero ferito accidentalmente al tallone, allora mia madre decise di mettermi un calzino di cotone, in modo che la sabbia non entrasse all'interno della ferita" Mi svela con un sorriso, accarezzando il suo viso con le dita. Riesco ad immaginare perfettamente questo momento, provando a ricostruire ogni aspetto del carattere di questo bimbo, diventato ormai uomo.
"Sembravi un principe" Sussurro guardandolo per un istante.
"Non esagerare" Ride imbarazzato, accarezzando il suo ribelle ciuffo di capelli.
"Non lo sto facendo, è vero"
"Non avevo una principessa, quindi non potevo realmente definirmi un principe sotto tutti i punti di vista"
"Allora seguendo questa logica, non lo sei neanche adesso" Rispondo, alzando le spalle. Lui scuote la testa, fissando prima le mie labbra per poi leccarsi le sue con la punta della lingua.
"No, adesso credo di aver trovato la mia principessa"
Il cuore inizia a martellarmi nel petto, urlandomi che le sue parole si riferiscono ad una persona precisa: io. Lo ignoro del tutto, cercando di cacciare via questo imbarazzo che ha appena varcato la soglia del mio viso. "Dai su, smettila di persare ai principe e alle principesse e vai a cambiarti" Esclama, riuscendo a riportarmi alla realtà.
Annuisco più volte, afferrando la maglia dalle sue braccia e raggiungendo il bagno in silenzio.

Ovviamente non è ancora finita...😏
Volete il secondo capitolo della giornata?
-Roberta🌻

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora