Capitolo 19.

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Per l'intero pomeriggio non ho fatto altro che pensare a Riccardo, alla dannata cena con i suoi colleghi, alle sue dannate parole e al dannato comportamento che dovrò assumere.
Sono un po' confusa e spaventata, ma devo cercare di avere un chiaro programma su tutto ciò che dovrò fare e dire. Lui ha cercato di rassicurarmi più volte, e io puntualmente l'ho mandato al diavolo ripetendogli quanto l'idea fosse pessima.
Alla fine della nostra cena, mi ha lasciato diversi baci sulla guancia, dicendomi di essere pronta intorno alle venti e trenta.
Ed eccomi qui, ho appena varcato la soglia del mio appartamento, lasciando alle spalle questa giornata che purtroppo non è ancora terminata.
Lancio qualche imprecazione, raggiungendo la mia camera per poter scegliere qualcosa da indossare. Sbuffo lievemente quando non riesco a trovare l'abito giusto per questa occasione. Inizio a sentire la necessità di chiamare Riccardo e disdire tutto quanto, ma nel momento in cui il mio sguardo si poggia su un vestitino blu di lino, una strana leggerezza mi attraversa il cuore.
Lo afferro, osservandolo con attenzione e un pizzico di felicità. Indosserò questo.
Lo sfioro con le unghie, pizzicando il leggero tessuto con cautela. Curvo le mie labbra all'insù, disegnando un piccolo sorriso su di esse, per poi correre verso il bagno e spogliarmi.
Riesco a fare una veloce doccia, provando a rilassare ogni singolo muscolo che viene dolcemente accarezzato dall'acqua. Chiaramente non riesco a fare nulla di tutto ciò, per cui sbuffo diverse volte.
Indosso l'abito in maniera meccanica e veloce, facendolo scivolare con dolcezza sul mio corpo nudo. Arriccio le punte dei miei capelli con la piastra e copro il mio viso con un lieve strato di trucco.
Mancano esattamente dieci minuti alle venti e trenta, quindi scendo in salotto per indossare i tacchi e sistemare le ultime cose. Pochi attimi dopo, il suono del campanello risuona in tutto il mio appartamento, facendomi intuire l'arrivo di Riccardo. Diamine, quanto è puntuale!
"Chi è?" Chiedo attraverso il citofono.
"Sono io, angelo"
Sorrido all'istante e apro la porta di casa, aspettando che salga le scale per potermi raggiungere. Il nomignolo che mi ha assegnato riesce a rendermi felice ogni volta che lo pronuncia. Nel momento in cui varca la soglia della mia abitazione, non riesco a bloccare quella leggera risatina che mi scappa dalle labbra non appena noto il suo ciuffo dannatamente scompigliato mentre ricade sulla fronte in maniera delicata e dolce. 
"Dannato vento! Lo odio!" Impreca scocciato, rinchiudendolo fra le dita per poi tirarlo all'indietro. Chiude la porta alle sue spalle, incastrando i suoi occhioni azzurri nei miei. Il suo sguardo percorre ogni singolo millimetro del mio corpo, mentre lo studia con attenzione. Mentre lo fa è così dannatamente affascinante tanto da farmi perdere il respiro. Indossa un completo molto simile a quello di questa mattina, l'unica cosa che cambia è il colore. Il tessuto è di un grigio fumo e la camicia panna, lo risalta maggiormente.
Si avvicina dolcemente, continuando a guardarmi con un'intensità che sovrasta davvero ogni cosa. Dalla sua bocca scappa un 'oh cazzo' e poi un sospiro più potente degli altri.
"Cosa?" Domando con un sorrisino, mordendomi il labbro inferiore e stringendo dolcemente le gambe. 
"N-no, nulla. È che... Dio, sei così fottutamente bella" Balbetta. Ridacchio un po' e incrocio le braccia attorno al suo collo, riuscendo ad assere alla sua altezza grazie alle mie scarpe. Struscio il mio naso contro il suo, facendo socchiudere le nostre palpebre al contatto. 
"Grazie, anche tu sei fottutamente bello"
Sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi, prima di essere stretta in un abbraccio che riesce a rendere l'idea di quanto sia felice di rivedermi e di passare una serata con me. Anche io lo sono. Tanto. Il mio corpo cede completamente quando mi lascia un bacio sul collo e una sulla clavicola, che rimane scoperta a causa della scollatura del vestito. Le mie dita si insinuano fra i suoi capelli, mentre cerco di non far crollare le mie gambe, che sono attraversate da diverse e continue scosse. I suoi baci continuano, riuscendo a fare un percorso preciso sull'asse del mio collo. Sembra tutto così strano, ma è la realtà. Le sue labbra e le sue coccole mi fanno stare bene. Lui mi fa stare bene. Più di chiunque altro.
"Andiamo, angelo. Siamo già in ritardo" Soffia sulla mia pelle, staccandosi con dolcezza. Afferra la mia mano, stringendola nella sua con una dolcezza davvero incredibile. 
Annuisco silenziosamente, afferrando la mia borsa e uscendo da casa. Mi guida con pazienza, senza dire una parola o senza accennarmi un semplice sguardo. Forse siamo tutti e due troppo imbarazzati per quello che è successo qualche istante fa.
Mi apre la portiera, facendomi entrare all'interno della sua auto. Non appena mi raggiunge, il suo profumo si mescola con il mio e faccio un profondo respiro per poter vivere il più possibile tutto questo. 
Nel preciso istante in cui le sue dita si poggiano sulla mia coscia, ogni mio pensiero viene completamente cancellato riuscendo a far tranquillizzare me e il mio cuore che in questo momento sono sotto pressione. Giro la testa verso di lui, incontrando il suo sguardo in questo buio viale, illuminato soltanto dai diversi lampioni. 
"Sei preoccupata?" Chiede, notando forse la mia estrema agitazione. Onestamente, è impossibile non esserlo. Oh Cielo. 
"Ho paura di fare figure di merda o di metterti in imbarazzo. Cavoli, non lo so. Sono terrorizzata" Borbotto sinceramente. La voce mi trema, riuscendo a rendergli chiara la situazione all'interno della quale mi trovo in questo momento. 
Appoggio i gomiti sulle ginocchia, afferrandomi la testa fra le mani e scuoterla con delicatezza come una completa disperata. 
Sento le dita di Riccardo, circondare i miei polsi riuscendo ad incastrare i nostri sguardi per l'ennesima volta. 
"Riesci a stare tranquilla un istante? Andrà tutto bene. Devi solo fidarti di me"
"Non riuscirò mai ad essere adeguata a tutto questo, Riccardo!" Gli dico in tutta sincerità e lo penso davvero. 
"Oh Cristo, smettila! Certo che lo sarai!" Borbotta sospirando. "Ti fidi di me, angelo?"
Annuisco lentamente, sentendo la sua voce roca rimbombare sulle pareti del mio cuore, fino a farle tremare lievemente. "Parla. Ti fidi?" Domanda per la seconda volta, sentendo la necessità di ricevere una mia risposta.
"Si"
"Allora smettila di dire certe cazzate. Credimi e basta."

Tranquille e non fatevi venire l'ansia.😏 Ci risentiamo domani con un altro aggiornamento☉
Buonanotte❤

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora