Capitolo 45.

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Nell'istante in cui i miei occhi si poggiano sulla porta d'ingresso dello studio legale di Riccardo, il cuore mi si blocca in gola. L'agitazione è davvero notevole e i miei respiri iniziano a diventare irregolari. Ho paura che per ovvi motivi, lui non accetti di partecipare a questa cena con i miei, mandando a rotoli la nostra storia.
Per un secondo, elimino ogni brutto pensiero prima di uscire dall'auto e raggiungere il portone. Dalle mie labbra scappa un intenso sospiro che diventa man mano più piccolo, non appena suono il campanello. "Chi è?"
La voce di una donna mi riempie i timpani e per un secondo, provo una fitta di gelosia davvero immensa.
"Sono la signorina Carta"
Il lucchetto si sblocca, permettendomi di entrare. È proprio lei a darmi il benvenuto e non appena i miei occhi si incrociano con i suoi, cerco di regalarle un piccolo sorriso imbarazzato. I capelli biondi e corti le illuminano il viso, gli occhi azzurri brillano maggiormente a causa del leggero eyeliner che li contorna e il rossetto rosso riesce a riempire le sue labbra in maniera perfetta. È la prima volta che incontro questa donna e che vengo qui e devo dire che la mia anima è davvero molto travagliata.
"Buongiorno, aveva un appuntamento?"
"No, nessun appuntamento. Devo parlare con lui" Rispondo l'istante dopo. Le sue iridi si assottigliano, riuscendo a far emergere un'espressione irritata e superiore sui suoi occhi.
"Mi dispiace, ma adesso l'avvocato non può riceverla"

Okay.

Devo stare tranquilla.

Dentro di me, la quantità di rabbia aumenta notevolmente, scorrendomi fra le vene in maniera costante e rapida.
"Sono la sua ragazza. Ho bisogno di vederlo" Sbotto, sospirando. Un lieve strato d'orgoglio mi riempie il viso e onestamente, sono molto soddisfatta della risposta che le ho appena dato.
Lei arriccia le labbra prima di guardarmi e poggiare la penna proprio sulla scrivania.
"O-oh, okay... lo avviso subito del suo arrivo"
Poi va via, lasciandomi da sola in sala d'attesa. Osservo tutti i dettagli di questo studio, sentendo una parte di Riccardo dentro ogni singola cosa. La stanza è dipinta interamente di bianco e sulle pareti sono appesi diversi quadri e alcuni attestati che certificano ogni tassello della sua carriera. Sorrido, orgogliosa di lui e di tutto ciò che ha costruito. "Prego, l'avvocato Marcuzzo la aspetta" Mi avvisa la donna, con freddezza. Io annuisco, raggiungendo la porta scorrevole a passi lenti ma decisi. Incrocio gli occhi azzurri di Riccardo immediatamente, vedendo un piccolo sorriso sorgere fra le sue labbra rosse e lucide. Ricambio sia lo sguardo che il sorriso, chiudendo la porta alle mie spalle.
"Ma buongiorno, angelo" Sussurra. Mi raggiunge, avvicinandosi a me e tirandomi fra le braccia coperte perfettamente dal completo. "Come hai fatto a raggiungermi qui?"
La sua domanda sorge spontanea e immediatamente circondo il suo collo con le braccia, tirandolo verso la mia direzione.
"Diciamo che sei un avvocato molto famoso, così tanto che anche Google ti conosce"
Lui ridacchia, chinandosi verso di me in modo da unire le nostre labbra in un dolce e lento bacio che riesce a farmi sfiorare il cielo con un dito. Stringe i miei fianchi con prepotenza, spingendo il suo petto contro il mio in maniera veloce e passionale. Mi scappa un piccolo sospiro che immediatamente ingoia non appena schiudo le labbra lentamente; la sua lingua si insinua all'interno della mia bocca, sfiorando ogni angolo molto delicatamente. Ha quasi paura di farmi male, ma non appena stringo il suo ciuffo di capelli fra le mie dita, il bacio diventa più travolgente e caldo, riuscendo a fargli percepire quanto sia indefinibile baciarlo in questo modo. Stretti ancora nell'abbraccio, gira il mio corpo verso la scrivania, facendomi sedere sulla superficie fredda e coperta da tanti, tantissimi fogli. Mi accarezza le cosce, insinuando le sue mani all'interno del mio tubino nero per poi sollevarlo con una sconfinata indulgenza. 
Quando si stacca, appoggia la sua fronte contro la mia cercando di far tornare il suo respiro regolare. I suoi occhioni brillano e per qualche secondo non riesco a fare altro se non fissarli completamente rapita dalla loro bellezza.
"Sono felicissimo che tu sia qui, ma mi stai facendo impazzire. Giuro che potrei prenderti proprio qui, nonostante la mia segretaria si trovi proprio nella stanza accanto" Le sue parole mi fanno imbarazzare, ma fortunatamente riesco a bloccare quel leggero calore che inizia ad attraversare la mia pelle lievemente.
"Ah, riguardo a quella donna. Non mi piace per niente, è davvero troppo... troppo..."
"'Troppo' cosa?" Mi stuzzica, ridendo maliziosamente.
"Non so, potrei definirla una stronzetta fastidiosa"
"Ma no, Teresa è davvero molto educata e rispettosa" La difende tranquillamente. È ancora fra le mie gambe, mentre continua ad accarezzare ogni angolo della mia pelle scoperta.
"Teresa?" Alzo un sopracciglio.
"Si, si chiama così" Fa spallucce. La gelosia mi trafigge il cuore, ma non appena lo guardo intensamente, essa sembra svanire piano piano. "Ci diamo del tu. È molto giovane"
"Penso sia più rispettoso darle del lei. Non credi?" Lo incalzo per poi alzare gli occhi al cielo.
"Sei gelosa?" Mi smaschera con un sorrisino divertito. Io distolgo lo sguardo, afferrando i suoi polsi in modo da eliminare le sue mani dal mio corpo e sollevarmi. Lui mi osserva in silenzio, osservando ogni mio piccolo dettaglio.
"Devo essere sincera?"
"Sempre"
"Sono gelosa anche dell'aria che ti sfiora il corpo" Ammetto. Posso sembrare una vera e propria psicopatica, ma lo penso davvero. Ho paura che chiunque possa portarmelo via e in quel caso, potrei seriamente non farcela. Quest'uomo è un pezzo di me.
"Beh, angelo... tu lo sai fare molto meglio e stanotte ne abbiamo avuto la prova" Si avvicina di nuovo a me, poggiando le sue labbra sull'incavo del mio collo. Sorrido sulla sua pelle, sentendo la necessità di rifare l'amore con lui fino a quando i nostri respiri saranno inesistenti.
"Shh, Teresa potrebbe sentire tutto" Mugolo sfiorandogli la nuca con le punte delle dita. So quanto lo ama.
"Lascia che lo senta" 
Io sorrido. Appoggio l'orecchio sul suo petto, perdendomi ad ascoltare i battiti regolari del suo cuore che sembra pronunciare soltanto l'amore che prova per me. Mi stringe a sé, sfregando la sua mano contro la parte bassa della mia schiena. Mi godo le sue coccole per qualche minuto, ma poco dopo sono costretta ad interromperle per poterlo avvisare della cena con la mia famiglia.
"Riccardo?"
"Dimmi"
"Ai miei genitori ho detto di noi"
"Oddio, pensavo volessi andarci questo pomeriggio. Non mi avevi avvisato" Farfuglia. È preoccupato, posso notarlo. "E com'è andata? Cosa ti hanno detto? Come l'hanno presa?"
"Vogliono incontrarti stasera. Hanno bisogno di conoscerti fino in fondo, nonostante l'abbiano già fatto precedentemente" Ammetto con voce tremante e il cuore a mille. 
"Ed è un problema grave?" Fa spallucce, calmo. La sua domanda riesce a tranquillizzarmi un istante, facendomi respirare con calma e tranquillità.
"N-non lo so, immagino di no. Ho solo paura" Sussurro, prendendomi la testa fra le mani. "Spero soltanto che ti accetteranno. Non potrei sopportare il contrario"
"Sono certo che sarà così, stai tranquilla" Afferma con un sorriso, cercando di calmare ogni mia preoccupazione.
"Accetti l'invito, vero? Verrai con me?" Ho davvero bisogno di sentirgli dire che lui ci sarà. Che sarà con me a calmarmi quando avrò dei pensieri negativi o quando sentirò la necessità di stringerlo soltanto per una rassicurazione.
"Certo che verrò con te, piccola."

Bene bene😏
Spero vi piaccia! Passate una buona serata😘
-Roberta💘

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora