Capitolo 26.

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"Allora? Che cosa devo fare con questo Riccardo? Vuoi che gli tagli il prezioso gioiello che ha fra le gambe?" Mi chiede mia sorella non appena varchiamo la soglia della sua camera. Pressa la schiena contro la porta, incrociando le braccia al petto e guardandomi con attenzione. È inquietante. Ma davvero molto. Alle sue parole, mi scappa una risata ma che presto si trasforma in un leggero sospiro.
"No, non esagerare. Povero" Rispondo. Mi siedo sul letto, dondolando i miei piedi avanti e indietro mentre la osservo con attenzione.
"Ah giusto, quel gioiello lì è troppo prezioso per te. A causa della sua improvvisa mancanza, potresti seriamente morire"
Io spalanco gli occhi, lanciandole un cuscino sul braccio.
"Idiota, ma cosa dici?!" Urlo, sconvolta dalle sue parole. Ma che sorella ho? Oh Gesù.
"Smettila di fare la santa, per piacere" Alza gli occhi al cielo. "Piuttosto parliamo di cose serie: è dotato?"
"Dio, Ari! Smettila. Non lo so, non l'ho mai visto nudo" Sento un leggero imbarazzo farsi spazio sulle mie guance e istintivamente le copro con le mani.
"Ma come no? Sei matta?" Grida. Sembra una pazza isterica e ogni volta che la guardo, vorrei scoppiare a ridere. "Non ci sei ancora andata a letto?"
"Non stiamo insieme" Ammetto, pizzicando le mie dita con le punte delle unghie. Lei mi guarda attentamente, tornando seria per un attimo e raggiungermi a letto.
"E allora cosa siete? Amici?"
"Una specie" Alzo le spalle. Onestamente non lo so neanche io e rispondere ad una domanda di questo tipo è molto più difficile di quanto pensassi. "Ci siamo baciati due volte"
"Ah" Commenta con un filo di voce. Anche lei è sconvolta e la cosa non mi stupisce proprio per niente.
"Gli ho detto di non essere ancora pronta per affrontare una nuova storia, ho paura che possa ferirmi come ha fatto-"
"Come ha fatto Andrea" Mi precede. I nostri respiri sono lenti e calmi, dovuti forse dall'estrema tristezza di questo argomento. È sempre stato il mio/nostro tasto dolente da anni.
"Già" Mormoro. "Mi ha assolutamente detto che mi avrebbe aspettata, ma questa mattina l'ho visto con una donna. La cosa mi ha distrutto interamente, non riesco a pensare lucidamente o a prendere una vera e propria decisione. Forse ho solo paura delle conseguenze, onestamente non riesco a capirlo... ma mentirei se ti dicessi che non ci sono rimasta male. Mi manca stare con lui e la verità è che senza quell'uomo mi sento completamente persa e fuori posto." Ecco come mi sento, fuori posto.
"Cosa facevano?" Chiede interessata dal mio racconto.
"Nulla di eccessivo. Erano in macchina e lui mi ha mimato un semplice 'ti chiamo dopo' prima di andare via con lei" Le dico, con una pizzico di tristezza.
"E l'ha fatto?"
"Non lo so, ho spento il cellulare. Non ho nessuna voglia di incontrarlo, mi sento ferita. Terribilmente, Ari" Dannazione, odio star male. Vorrei tanto piangere, ma non voglio consumare lacrime senza sapere la verità.
"So come ti senti. Sono certa che quella donna sarà soltanto una sua semplice amica, altrimenti non ti avrebbe raggiunto sul tuo posto di lavoro con lei, dopo tutto quello che è successo tra di voi. Capisci cosa intendo? Non credo sia così idiota"
"Lo so, ma fa male comunque" Rispondo con tristezza. "Devo affrontare tutto questo prima di continuare questa dannata conoscenza"
"Vi volete bene. Posso notarlo. Nonostante il suo comportamento da stronzetto, quando parli di lui ti brillano gli occhi" Oh. Distolgo lo sguardo, sentendo il mio cuore esplodere a causa delle sue parole. So quanto sia vero, ma sentirlo dire fa decisamente un altro effetto. "Dovresti parlargli e farti spiegare come stanno realmente le cose"
"Lo farò" Sussurro guardando i suoi occhioni marroni. "Te lo prometto"
"Vieni qui, sorellona. Fatti abbracciare" Tende le braccia verso la mia direzione, stringendomi calorosamente e con affetto. Chiudo dolcemente gli occhi, aumentando la presa sul suo corpo per poi schioccare un veloce bacio sulla guancia.
"Grazie, non so come farei senza di te" Bisbiglio con un piccolo sorriso. Averla è una delle fortune più grandi della mia vita, è sempre stato così per entrambe. Abbiamo sempre condiviso tutto, dalle piccole alle grandi cose. Quando prendevamo la decisione di fare una cazzata, la facevamo insieme, ignorando le possibili conseguenze da parte dei nostri genitori. Per noi era tutto superfluo, bastava stare insieme. Solo questo, il resto non contava.
"Semplice: non faresti!" Ride, alzando le spalle. Scoppiamo a ridere sonoramente, abbracciandoci ancora un po' più forte. "Ti voglio bene"
"Ti voglio bene anche io"
Dopo qualche secondo di tenerezze, ci stacchiamo. Io sono costretta ad andare via a causa dell'orario, per cui, dopo aver salutato tutti raggiungo la mia auto. Mi affretto ad accendere il climatizzatore e per un paio di secondi, il mio sguardo si perde a fissare il colore intenso del cielo e quello leggero delle numerose nuvole che lo riempiono. Ad accompagnare questo sereno momento è una dolce canzone che ha un effetto calmante su di me e sul mio cuore, che inizia a rilassarsi e ad essere cosciente di ogni cosa, anche la più piccola.
Lascio scivolare la mano all'interno della mia borsa, prima di afferrare il cellulare e accenderlo alla velocità della luce. Non appena lo schermo viene illuminato, diverse notifiche appaiono su di esso, riempiendolo del tutto. I miei occhi cadono sui diversi messaggi da parte di Riccardo e senza esitare un istante, li leggo.

'Buongiorno, angelo. Scusami se questa mattina non ci siamo sentiti ma ho avuto diverse cose da fare'

Eh beh, certo. Posso soltanto immaginare... quella donna è riuscita a tenerlo occupato per la maggior parte del tempo.

'Pranziamo insieme?'

'La biblioteca è già chiusa, dove sei?'

'Sono sotto casa tua, ma non c'è nessuno. Mi dici che fine hai fatto?'

'È successo qualcosa?'

'Ho capito, scrivimi quando vuoi. Io sto andando a casa di mia madre. Un bacio, Riccardo.'

A questi suoi numerosi messaggi, sospiro dolcemente. Noto immediatamente che ha provato a chiamarmi ben cinque volte e la cosa mi fa sorridere un po'. Temo di aver reso le cose molto più grandi di quanto lo siano realmente. La mia reazione è stata esagerata e solo adesso me ne sto rendendo conto. Avrei dovuto chiedergli delle spiegazioni, prima di fare una cosa di questo tipo. Ho agito d'istinto, provando a non procurarmi altro dolore e un'altra forte delusione. Adesso cosa penserà di me?
Digito nervosamente qualcosa sul display, rispondendo ai suoi numerosi messaggi e cessando ogni sua possibile preoccupazione.

'Ciao Riccardo, ho bisogno di parlarti. Ti aspetto fra dieci minuti in biblioteca'

Sospiro lievemente, prima di accendere il motore e andare via per avere questo confronto atteso da diverse ore con lui.

Credo di poter pubblicare un altro capitolo più tardi! Quindi... a stasera!❤
-Roberta

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora