Capitolo 15.

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Schiudo i miei occhi lentamente, incontrando la lieve luce del sole che filtra attraverso le tende. Faccio un po' di fatica ad abituarmi all'intensità e quando ci riesco, un pesante sospiro scappa dalle mie labbra. Finalmente non piove più e questo mi risolleva un pochino.
Sento lo sguardo di Riccardo sul mio corpo e non appena ruoto il capo, riesco ad averne la certezza. Le sue pozze celesti e terribilmente chiare mi fissano con attenzione. Il suo viso viene immediatamente colorato da un sorriso, che mi riempie il cuore già a quest'ora.
"Buongiorno, angelo"
Si china verso di me, lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte per poi strusciare la punta del suo naso contro il mio.
"Buongiorno a te"
Respiro profondamente, sentendomi molto più tranquilla del solito. Forse è la sua presenza che mi provoca tutto ciò. Il fatto di aver passato diverse ore con lui, stretti in un abbraccio, lontani dal mondo, mi rende una delle donne più felici del mondo.
"Hai riposato bene?" Mi chiede, accarezzando il mio zigomo con le dita. A causa del suo tocco così dolce e delicato, la mia pelle viene attraversata da diverse scosse, che qualche istante dopo, si trasformano in infiniti brividi.
"Moltissimo e tu?"
"Credo di aver passato una delle notti più belle della mia vita"
I battiti del mio cuore aumentano immediatamente, diventando irregolari e difficili da calmare.
"È bello sentirtelo dire, sai?" Sento la sua manina curiosa farsi spazio fra le leggere lenzuola prima che si poggi sulla mia coscia scoperta. Solleva la maglia rossa che scivola lungo i miei fianchi, accarezzando il mio corpo che freme al contatto.
I miei muscoli diventano tesi all'improvviso e l'unica cosa che riesco a fare è spingere il mio petto contro il suo. Mi sembra di sentire il suo cuore battere e quando mi stringe fra le braccia, ne ho la certezza.
"È tutto ciò che penso" 
Gli accarezzo i capelli, facendo scivolare le mie dita fra alcune ciocche morbide e profumate. Gli sussurro di aumentare la presa sul mio corpo e lui lo fa all'istante, stringendomi il bacino un po' più forte.
Qualche minuto dopo siamo costretti a staccarci soltanto per fare colazione. Sono quasi le dieci e non vorrei mangiare qualcosa a mezzogiorno.
"Da quanto tempo vivi in questo appartamento?" Gli chiedo, cercando di fare conversazione mentre sorseggio il mio cappuccino bollente.
"Da diversi anni, più o meno saranno sei" Mi svela. "All'inizio è stato difficile lasciare la mia famiglia, ma dovevo cercare di costruirmi il mio futuro"
"L'hanno presa bene?" Chiedo, completamente interessata a scoprire ogni possibile cosa di lui.
"Mia mamma non molto" Mormora con un briciolo di tristezza. "Ma adesso si è abituata"
"Posso immaginare, anche io sono nella tua stessa situazione..." Ammetto, per poi fare un leggero sospiro. A causa del mio 'allontanamento' sia io che i miei genitori, eravamo molto angosciati, ma per una volta nella vita volevo cercare di essere indipendente e con il passare del tempo, ho raggiunto alla grande il mio obiettivo.
Un delicato sorriso curva le sue labbra verso l'alto, mentre continua a tenere i suoi occhi nei miei.
Il mio cellulare inizia a squillare all'improvviso, obbligandoci ad interrompere il nostro discorso e la nostra colazione. "Mamma? Dimmi..."
"Buongiorno, Federica" Risponde con voce cristallina. "Dove sei? Ero passata a portarti la colazione, ma a casa non c'è nessuno"
Io guardo Riccardo, che mi osserva con un cipiglio confuso sulla fronte. Mi prendo un istante per poter guardare quelle piccole rughette attorno agli occhi o sui contorni delle labbra, che riescono a renderlo affascinante e prezioso. "Tutto bene, figliola?"
La voce di mia madre riesce a risvegliare i miei pensieri, facendomi scuotere più volte la testa per poterli cacciare del tutto.
"Si, scusa... stanotte non ho dormito a casa, mamma"
Un attimo di silenzio. Poi un lieve sospiro.
"Dove sei stata?" Domanda con un filo di voce.
"Da un amico" Faccio spallucce. L'avvocato mi lancia un dolce sguardo, e poi mi sorride riuscendo a trasferirmi quanta più carica possibile.
"Un amico? E chi sarebbe?"
"Non lo conosci" Le dico velocemente, cercando di tagliare il discorso.
"Fede, sii prudente. Ti prego. Non voglio vederti soffrire per la seconda volta" Chiarisce all'istante. La sua voce trema forse a causa dell'immensa paura che stringe il suo cuore.
"Stai tranquilla. Dico davvero, mamma"
"Mi chiami nel pomeriggio?" Domanda. Riesco a sentire la sua voglia di scoprire tutto quanto sovrastare ogni minima cosa. Penso sia normale.
"Si, oppure ti raggiungo a casa. Voglio salutarvi" Le dico cercando di farla stare più tranquilla. In fondo, io e Riccardo siamo soltanto amici quindi non devo aver timore di dire le cose come stanno, giusto?
"Ti aspettiamo, mi raccomando" Dopo averle sussurrato un 'va bene' e mandato un veloce saluto, attacco la chiamata sotto gli occhi attenti e intensi dell'avvocato Marcuzzo.
"Scusami per l'attesa" Chiedo sedendomi proprio accanto a lui.
"Nessun problema"
"I miei genitori hanno paura che mi cacci in qualche guaio" Lui ridacchia, afferrando il suo ciuffo di capelli e posizionarlo all'indietro.
"Perché dovresti? Sei una donna fragile ma anche tanto forte" Risponde scrollando le spalle, mentre mi scruta con delicatezza.
"Onestamente non lo so. Forse hanno soltanto paura... le mie esperienze del passato non hanno fatto altro che distruggermi, quindi tendono a difendermi da tutto e da tutti"
"Ti va di parlarne?" Pensandoci bene non è la prima volta che me lo chiede. Vorrei tanto aprire il mio cuore, raccontargli le mie paure, i miei incubi, i miei silenzi, i miei pensieri e i miei dolori, ma resto zitta abbassando lo sguardo verso le mie dita che giocherellano fra di loro.
"Vorrei, ma odio ricordare quei momenti"
Lui scuote la testa per poi allungare un braccio verso il mio viso e accarezzarlo piano.
"No no, scusami. Non volevo assolutamente essere invadente o robe simili"
"Non lo sei stato, dico davvero. Devi darmi solo un po' di tempo"
"Tutto quello che vuoi. Scusami ancora, dico davvero" Ripete curvando la testa verso di me per poter guardarmi negli occhi.
"Oddio no, smettila! Sto bene"
Annuisce dolcemente, regalandomi un dolce sorriso.
"Comunque, qualunque cosa sia successa adesso non devi più preoccuparti di nulla"
Io lo guardo, provando a capire il vero e nascosto significato di questa frase. Di queste parole.
"Perché?"
"Perché adesso ci sono io. Nel mio piccolo, cercherò di difenderti sempre"
Io sorrido, non riuscendo a non stringerlo nell'ennesimo abbraccio.

Amore infinito - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora